Cattedrale di Aquisgrana
Germania

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1978

 

  

Cappella Palatina

La Cappella Palatina (Kaiserkapelle) è il nucleo più antico della Cattedrale di Aquisgrana e fu fatta costruire da Carlo Magno tra il 786 e l'804 come cappella privata del suo palazzo annesso. Nonostante le aggiunte, le modifiche e i restauri nei secoli successivi il suo nucleo è ancora eccezionalmente conservato.

L'architetto della costruzione fu il maestro Oddone da Metz, controllato direttamente da Eginardo, il sovrintendente alle fabbriche ed alle imprese artistiche dell'Imperatore stesso. Fu consacrata durante la festa dei Re Magi del 804 da Papa Leone III.

È una costruzione ottagonale di circa 31 m d'altezza e 16 m di diametro, sostenuta da forti pilastri. Il numero otto era simbolo di Resurrezione perché era sette, il tempo, più uno, Dio, per questo era già stato usato in pianta in numerosi edifici che fecero da modello per la cappella carolingia: la basilica di San Lorenzo a Milano, la basilica di San Vitale a Ravenna o la chiesa di Santa Maria in Pertica a Pavia, di epoca longobarda, che presentava un corpo centrale particolarmente sviluppato in altezza, come ad Aachen, a differenza degli esempi bizantini e paleocristiani.

A sua volta la Cappella fu un esempio fondamentale per l'architettura successiva.

L'ingresso era anticamente preceduto da un quadriportico, come nelle basiliche paleocristiane. Qui un avancorpo era circondato da due torri scalari (torri contenenti le scale per i piani superiori, antesignane dei campanili). In questo ingresso monumentale era presente un nicchione verso l'esterno con UNA tribuna al di sopra del portale: qui l'imperatore si mostrava al popolo incorniciato dalla maestosa architettura per riceverne l'acclamazione.

All'interno si trova tutt'ora il trono imperiale, al centro della struttura ottagonale, circondata da pilastri a forma di croce che delimitano un periambolo anulare attorno al vano del trono, di 16 lati con basse volte a crociera. Al di sopra di questa galleria, sorretta da archi a tutto sesto, si trova un deambulatorio a due registri, con le aperture verso il centro articolate da due ordini di colonne con capitelli corinzi, nel registro inferiore corredate anche di pulvino. Le colonne, per lo più antiche, provengono da Roma, Treviri e Ravenna. Tutte queste strutture verticali creano un ritmo ascensionale che è coronato dalla cupola centrale, poggiante su un tamburo ottagonale finestrato.

Tra le decorazioni originarie figurano le porte bronzee o le transenne bronzee della galleria al primo piano, dove si nota la chiara ispirazione antica. Anche i marmi colorati, che creano un effetto di accecante sfarzo, furono fatti portare dall'Imperatore da Roma e Ravenna, mentre è andato perduto il mosaico nella cupola raffigurante il Cristo in trono raffigurato con veste purpurea e circondato dai Vegliardi dell'Apocalisse: era un'immagine idealizzata e fondante del potere imperiale stesso.

L'alta cupola, un miracolo architettonico che per quattrocento anni fece della cappella l'edificio più alto a nord delle Alpi, prende luce da otto finestre ad arco aperte sopra l'imposta; in origine, era interamente rivestita da un grande mosaico raffigurante Cristo in trono, in vesti purpuree e circondato dai Vegliardi dell'Apocalisse (vi era ribadita l'analogia, già proposta a Costantinopoli, tra il Salvatore e l'imperatore, sua "figura" in terra). I mosaici attuali risalgono agli anni 1870-1873. Nella tribuna, di fronte all'altare, è collocato il trono imperiale di pietra.

Nel risalto delle masse murarie e dei poderosi pilastri - elementi ripresi e sviluppati nella successiva architettura romanica - è evidente l'influsso dell'architettura romana tardo antica, e ispirate all'antico sono anche le porte e le transenne bronzee. L'interno della cappella è poi ulteriormente impreziosito da marmi colorati che, secondo le fonti, Carlo Magno aveva fatto portare da Roma e da Ravenna.

La Cappella palatina costituisce attualmente un nucleo perfettamente unitario, nonostante le aggiunte successive di elementi più moderni tra i quali il coro gotico finemente scolpito e intarsiato, consacrato nell'anno 1414 in occasione del seicentesimo anniversario della morte di Carlo Magno.  

LA RINASCENZA CAROLINGIA - Con il nome di Rinascenza carolingia si definisce la fioritura artistica che si manifestò nell'Europa centrale tra la metà dell'VIII secolo e la fine del X. Sua premessa determinante fu l'unità politica e sociale - e la corrispondente unità spirituale - del mondo della cultura che, direttamente sotto la guida dell'imperatore, puntò al ritorno cosciente alla cultura classica. Carlo Magno aveva infatti proposto l'unica forma di renovatio accettabile dalla mentalità medievale, quella fondata sull'autorità voluta da Dio, un modello realizzato dall'impero romano cristianizzato da Costantino. 

Fu così che Carlo Magno si rese promotore di un importante movimento culturale, teso al recupero dell'eredità antica, che rappresenta il primo dei "rinascimenti" che fiorirono nel Medioevo anticipando e precedendo la grande stagione dell'Umanesimo quattrocentesco. Basti citare i capitolari emanati da  Carlo nel 789 e nell'807, che istituirono scuole e scriptoria presso ogni vescovado e convento, promuovendo l'istruzione di chierici e laici e il restauro e la costruzione di chiese. 

Centro di questa intensa attività culturale fu l'Accademia palatina, presieduta da Carlo Magno, nella quale confluirono tutti gli spiriti illuminati dell'epoca (l'inglese Alcuino di York, l'irlandese Gallus, lo spagnolo Teodulfo, il longobardo Paolo Diacono, il toscano Pietro da Pisa) e gli artisti rimasti anonimi che, rifacendosi a tradizioni romane o bizantine, lombarde o armene, irlandesi o siro-egiziane, superarono i particolarismi e fecero sorgere in tutta Europa edifici con strutture e procedimenti costruttivi simili, dipinsero miniature e affreschi affini nei quali il simbolismo bizantino viene superato in vista di una resa più vivace e convincente della realtà, realizzarono avori e oreficerie di cui è difficile stabilire le diverse provenienze, tutti però caratterizzati da una rinnovata attenzione agli esempi dell'arte classica.  

Monumenti e luoghi d'interesse  

Grashaus - Al mercato del pesce si trova la cosiddetta Grashaus: non solo una delle case più antiche della città, ma il primo municipio di Aquisgrana. La facciata risale al 1267 e l'edificio probabilmente si innalza su fondamenta ancora più antiche. Qui si tenevano feste popolari e quasi certamente funerali fino al XIV secolo; queste funzioni vennero poi svolte nel nuovo municipio di Aquisgrana, costruito sulle fondamenta del palazzo reale di Carlo Magno. Il Grashaus venne invece adibito a prigione e luogo di esecuzione e successivamente usato come archivio.  

Casa Löwenstein - Venne costruita nello stesso periodo del municipio di Aquisgrana; fu completata probabilmente nel 1345. Si trova nella piazza del mercato ed è uno dei pochi edifici gotici insieme alla cattedrale e al municipio ad essere sopravvissuti al grande incendio del 1656. L'uso originale dell'edificio è sconosciuto; potrebbe essere stato una taverna ed in seguito divenuto residenza per i cittadini ricchi di Aquisgrana. Prende il nome da Anna Löwenstein: il suo primo proprietario conosciuto e di nobile famiglia. Una particolarità della casa è la figura del Santo Giovanni Nepomuceno, in una nicchia dell'edificio, risalente al 1747. Oggi la casa funge in particolar modo da archivio e museo del carnevale di Aquisgrana.  

Elisenbrunnen - La "Fontana di Elisa" è un edificio neo-classico, opera degli architetti Johann Peter Cremer e Karl Friedrich Schinkel, completato nel 1827 e ricostruito in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale nel 1953. Insieme al duomo e alla cattedrale è uno dei simboli di Aquisgrana. Deve il suo nome alla principessa Elisabetta Ludovica di Baviera. L'edificio venne ideato per contornare le fontane di acqua termale e curativa provenienti dalla sorgente dell'imperatore. È costituito da un atrio aperto con un portico dorico e un padiglione a destra e a sinistra con più locali. L'acqua calda (della sorgente dell'imperatore) (52 °C) scorre da due fontane. È ricca di zolfo, e per questo motivo è contraddistinta da un caratteristico odore di uova marce (solfuro di idrogeno). In passato veniva considerata acqua potabile e bevuta da numerosissime persone proprio per le sue proprietà curative. Lastre di marmo nell'edificio ricordano nomi di personaggi prominenti che hanno bevuto l'acqua termale dalle fontane di Elisa. Alcuni esempi sono: Pietro il Grande, Federico il Grande, Giacomo Casanova e Georg Friedrich Händel. Oggi tuttavia, in seguito a regolamentazioni EU, la potabilità dell'acqua è un argomento problematico; per la sua composizione l'acqua è infatti da considerarsi un farmaco e per questo non può essere più somministrata senza controllo. L'edificio oggi viene quindi adibito anche ad altre funzioni; ospita eventi culturali come ad esempio la salsa o il tango argentino.  

Antico Municipio - Di stile gotico, fu costruito nel XIV secolo sulle fondamenta del palazzo reale di Carlo Magno, sotto la guida di Gerhard Chorus, sindaco di Aquisgrana. Solo la Torre Granus rispecchia l'architettura originale risalente a Carlo Magno. Al primo piano si trova la sala di incoronazione e cinque affreschi dell'artista Alfred Rethel - artista nativo di Aquisgrana - adornano le pareti, mostrando scene leggendarie della vita di Carlo Magno. Nel municipio sono inoltre da vedere le copie delle insegne imperiali (globo, corona imperiale, spade) e le miniature carolinge. Al piano terra vi sono invece camere riccamente adornate a testimoniare la gloria della città libera del XVII e XVIII secolo, quando il municipio fu ricostruito in stile barocco.  

Antiche porte cittadine di Ponttor e Marschiertor, e resti delle mura

PortaMarschiertor.jpg (378361 byte)Ponttor, si trova alla fine di Pontstraße ed è una delle poche porte medievali di questo genere, della Renania, ancora ben conservate. Fu costruita nella seconda metà del XIII secolo come parte integrante delle mura esterne.  

Marschiertor, dello stesso periodo è situata alla fine di Franzstraße: l'altra porta che ci resta delle 11 esistenti attorno alla città. Marschiertor è, tra l'altro, una delle più grandi porte dell'Europa occidentale in buono stato di conservazione. In passato ha funto da deposito armi e da altre svariate funzioni: rifugio per senzatetto, ostello della gioventù ecc.  

Attorno alla città si possono inoltre vedere parti restanti delle mura medievali come alcune torri, alcune parti sono state integrate però in edifici più recenti.  

Fontane

Aquisgrana è famosa anche per le sue innumerevoli fontane che sottolineano ed evidenziano l'importanza dell'acqua per questa città (antica stazione termale). Alcuni esempi sono:

Karlsbrunnen (La fontana di Carlo Magno) - La fontana rappresenta Carlo Magno con in mano il globo e lo scettro imperiale; si trova nella piazza del mercato e volge le spalle al municipio. È la più antica fontana della città ancora in funzione. Risale al 1620, con alcuni elementi aggiunti del secolo successivo. Durante l'invasione francese nel 1792 la statua di Carlo Magno fu portata via come bottino di guerra, venne poi restituita grazie alle trattative del sindaco Johann Wilhelm Gottfried von Lommessem nel 1804. La statua di Carlo Magno è stata attualmente sostituita con una copia: l'originale si può osservare nella sala di incoronazione del municipio.

Puppenbrunnen (La fontana delle bambole) - La fontana si trova in Krämerstraße, nei pressi del duomo e della cattedrale. È stata creata nel 1975 dallo scultore Bonifatius Stirnberg. Rappresenta un invito per i bambini al gioco e raffigura i personaggi tipici della vita di Aquisgrana: un cavaliere e il suo cavallo, una donna del mercato, un prelato, un professore ed un arlecchino, bambole e maschere di carnevale. Infine vi è un gallo al di sopra di tutte le figure a simboleggiare probabilmente la dominazione francese. Tutte le figure hanno articolazioni mobili.  

Kreislauf des Geldes (Circolazione del denaro) - La fontana è dietro l'angolo di Hartmannstraße / Ursulinerstraße, costruita nel 1977 dallo scultore Karl Henning Seemann. Finanziata dalla Cassa di Risparmio di Aquisgrana rappresenta la circolazione del denaro. L'acqua, proveniente dalle sorgenti termali si muove infatti costantemente in senso antiorario, anche d'inverno a mostrare il flusso continuo del denaro. Sul bordo della fontana vi sono inoltre sei figure in bronzo che hanno a che fare col denaro: rappresentano l'avarizia, l'avidità, la protezione e l'accattonaggio. Inoltre c'è la figura di un padre che spiega al bambino come adoperare il denaro.  

Türelüre-Lißje-Brunnen - Questa fontana è un'opera di Hubert Löneke, costruita nel 1967. Rappresenta una vecchia canzone per bambini, nella quale alcuni ragazzini impediscono ad una bambina di raggiungere il bagno, col risultato che la bimba non riesce più a trattenere la pipi. La fontana fa angolo tra le due strade Rennbahn e Klappergasse. Ci sono inoltre molte altre interessanti fontane in tutta la città, come il Hühnerdieb (ladro di polli) al mercato dei polli, il Fischpüddelchen (un bambino nudo con in mano due pesci) al mercato del pesce e il Hotmannspief (monumento delle quattro vergini) in Alexanderstraße.  

Vi sono anche monumenti importanti come ad esempio:  

Klenkes-Denkmal - Questo monumento si trova a Holzgraben ad Aquisgrana e raffigura dei ragazzi con il mignolo della mano destra alzato (da qui il nome Klenkes, cioè mignolo). Risale al 1970, ed è un monumento dello scultore Hubert Löneke. Il mignolo della mano destra alzato è da anni un simbolo rappresentativo della città di Aquisgrana e ciò è dovuto al fatto che in passato Aquisgrana era nota per le sue industrie tessili e le fabbriche di aghi. Qui vi lavoravano principalmente bambini che usavano il mignolo per eliminare gli aghi difettosi. Anche in seguito al declino di questo settore il mignolo alzato è rimasto un segno distintivo della città, nonché anche una forma di saluto.  

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