Parco Nazionale Virunga
Repubblica Democratica del Congo
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1979 - SITO PATRIMONIO IN PERICOLO
  
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DAL 1994 SITO PATRIMONIO IN PERICOLO - Deforestazione e bracconaggio a causa dell'afflusso di rifugiati della Guerra civile in Ruanda.

Nel gennaio 1970, sulla copertina di National Geographic Magazine comparve il ritratto di una giovane veterinaria di Louisville che da tre anni, con il sostegno della National Geographic Society e della Wilkie Foundation, si era stabilita prima in Zaire e poi nel Karisoke Research Center, in Ruanda, per studiare i più affascinanti tra i grandi primati: i gorilla di montagna.

Dian Fossey avviava in questo modo una straordinaria campagna di sensibilizzazione circa il destino di una comunità che si andava assottigliando di anno in anno, dopo che i bracconieri avevano ucciso Digit, il maschio dalla schiena argentata al quale la studiosa era più affezionata. E fu proprio nel Karisoke Research Center, il 27 dicembre 1985, che la sua strenua difesa dei gorilla ebbe improvvisamente fine. Dian Fossey rimase vittima di un agguato nel suo accampamento, ma il grido d'allarme da lei lanciato fu raccolto da Hollywood e l'autobiografia che aveva pubblicato solo due anni prima, Gorilla nella nebbia, fu trasformata in un film di enorme successo.

Più di trent'anni dopo quella copertina, il destino dei gorilla di montagna del Virunga National Parie, dove Dian Fossey condusse le sue ricerche, si è fatto ancora più incerto. Né è divenuto più tranquillo il lavoro della fondazione che, in memoria della studiosa americana, continua a occuparsi di loro. Dal 1994, d'altra parte, i 790.000 ettari del parco, confinante con l'ugandese Rwenzori Mountains National Parie, sono stati inclusi nel Patrimonio Mondiale in pericolo, a causa del massiccio afflusso di rifugiati provocato dalla guerra civile in Ruanda. Le cifre dello United Nations High Committee for Refugees parlano di due milioni di profughi, accampatisi principalmente nella provincia di Kivu. 

Qualunque sia la cifra reale, la popolazione nell'area del Virunga National Park, istituito nel 1925 con il nome di Pare National Albert dal governo coloniale belga, è aumentata a dismisura. La successiva guerra tra Ruanda e Repubblica Democratica del Congo, durata fino all'accordo di pace del 30 luglio 2002, ha portato all'occupazione del Congo orientale da parte dell'esercito ruandese, con conseguenze disastrose per il parco. Si stima che almeno 500.000 ettari siano stati trasformati in terreno agricolo o sfruttati per la raccolta di legna da ardere, con un consumo di 600 tonnellate al giorno. Ma il bracconaggio non è da meno. 

La popolazione di ippopotami è crollata da 30.000 a 3000 esemplari, e quella di elefanti da 3000 a meno di 500. E, sebbene vivano nelle più remote aree montane, nemmeno i gorilla di Dian Fossey sono scampati allo scempio. Dodici esemplari sono stati uccisi dai bracconieri, le cui azioni sono costate la vita anche a numerose guardie. Nonostante queste vicissitudini, il Virunga resta comunque una delle più straordinarie aree protette del mondo, soprattutto per l'eccezionale diversità di habitat che ospita. 

Tra gli 800 metri sul livello del mare delle vallate più basse e i 5119 della vetta del Rwenzori si alternano ambienti spettacolari. Il parco include una parte del Lago Edoardo, che fa parte del bacino del Nilo, la valle del fiume Semliki e il Lago Kivu, da cui si dirama un braccio del fiume Congo, ed è caratterizzato dalla presenza di delta fluviali dell'entroterra, savane e pianure di origine lavica, foreste equatoriali di bassa quota, ghiacciai e nevai. Data la posizione al confine di diverse zone biogeografiche, il parco comprende sia foreste pluviali tropicali sia steppe, versanti montani sono dominati da foreste di bambù e di Hagenia abyssinica, mentre lungo la valle del Semliki si incontrano specie tipiche della foresta equatoriale. Nelle pianure del Rwindi predomina la savana alberata, alternata a steppe di Carissa, Capparis, Maerua ed Euphorbia. Le pianure laviche favoriscono specie come Neobutonia macrocalyx, mentre le paludi ospitano diversi tipi di canne e la foresta alpina, a quota maggiore, comprende lobeliacee giganti. 

Lungo i fiumi del Virunga National Park, almeno fino a una decina di anni fa, si addensava una delle più grandi concentrazioni di animali selvatici del continente africano. Oltre alle specie già ricordate, maggiormente rappresentati erano i bufali, le antilopi come il kob, il waterbuck e il topi, i facoceri e i leoni, il cui numero, in controtendenza rispetto alla maggior parte degli altri animali selvatici, parrebbe essere in aumento.

Un censimento condotto nel 1986 aveva stimato in circa 280 i gorilla di montagna, ma nulla si può dire sulla situazione odierna. Oltre che alle minacce portate dall'uomo, il Virunga è anche esposto ai rischi connessi alla presenza di numerosi vulcani, formatisi in epoca pleistocenica lungo la Valle del Rift. Il maggiore è il Karisimbi, la cui vetta, a 4507 metri di altitudine, si erge in territorio ruandese. Il più attivo è invece il Nyiragongo, che nel gennaio 2002 ha dato vita a un'eruzione spettacolare e devastante, causando la fuga di cinquecentomila persone e distruggendo diversi villaggi nei pressi di Goma, nel volgere di quello che è stato definito il peggior disastro vulcanico dell'ultimo decennio. Meno dannosa, per quanto assai violenta, è stata la successiva eruzione del Nyamuragira, i cui fiumi di lava hanno devastato, nel mese di luglio, centinaia di ettari di superficie coltivata e inquinato numerose sorgenti.