Appena prima del suo incontro
con l'Oceano Atlantico, il
fiume Senegal piega verso sud,
in direzione della città di
Saint-Louis, dove si divide in
tre bracci e dove abbondano le
zone di inondazione create
dall'impaludamento del suo
corso: qui si trova il Parco
Nazionale degli uccelli di
Djoudj, istituito nel 1971 ed
esteso su una superficie di 16
000 ettari, un'autentica oasi
in mezzo a terre desertiche.
I
margini del Djoudj sono
ricoperti da canneti, oltre i
quali si estende una pianura
cosparsa di acacie, euforbie e
sparti. Le tamerici sono
presenti lungo le rive e nelle
zone paludose del Parco,
ricoperte di salicornie e
Salsola baryosma. Nei punti in
cui la salinità si fa più
elevata, il terreno è privo
di vegetazione. La zona
protetta comprende un lago
perennemente impaludato che
occupa un quarto della
superficie totale del Parco.
Due delle specie più
interessanti presenti
all'interno del Parco sono il
pellicano comune, la cui sacca
golare posta sotto il becco ha
una capacità di circa
15 litri
, e il fenicottero roseo, che
può raggiungere la lunghezza
di 130 centimetri
. Nel Parco gli uccelli si
distribuiscono secondo quella
che viene chiamata la
"distanza del
becco", cioè rispettando
gli spazi sufficienti a
evitare pericolosi scontri fra
i membri appartenenti a una
stessa colonia.
Djoudj è l'unica zona umida
di una certa importanza in un
raggio di centinaia di
chilometri. Questo fa sì che
vi si rifugino le più diverse
specie provenienti dalle
regioni paleartica ed
etiopica, come ad esempio la
pavoncella beccogrosso, il
piviere dorato, la sterna, la
cicogna nera, la pernice di
mare comune, il tantalo
africano, il marabù africano,
tre specie di rallidi, quattro
di gruccioni, due di
buceri, e perfino nove specie
di martin pescatori. Fra gli
uccelli in serio pericolo di
estinzione si segnala l'otarda
araba o otarda del deserto, in
preoccupante regressione nella
maggior parte dei territori,
ma presente con una
consistente popolazione a
Djoudj.
Il Parco, in passato popolato
da ghepardi e iene, estinti
nel corso dell'ultimo
decennio, ospita il varano del
Nilo, un sauro dalla lingua
bifida e dalla coda compressa
che può raggiungere i
2,1 metri
di lunghezza. Il coccodrillo
del Nilo e il manato africano,
un mammifero acquatico dal
misterioso aspetto umanoide,
sono stati reintrodotti in
tempi recenti, così come la
gazzella dorcade e la gazzella
dalla fronte rossa, la cui
area di distribuzione ha
subito una consistente
riduzione a causa della
pressione venatoria cui è
stata sottoposta tutta
l'Africa subsahariana.
Ogni anno, terminato il
periodo di nidificazione,
numerose specie nidificanti
del centro e del nord Europa
vanno in cerca dei climi caldi
del continente africano per
svernare. Le zone umide
vengono di conseguenza prese
d'assalto da un esercito di
volatili che vi stanzia fino a
febbraio-marzo,
quando una migrazione opposta,
o prenuziale, riporta i
volatili nelle loro zone
d'origine.
Il Parco Nazionale degli
uccelli di Djoudj rappresenta
una meta privilegiata per più
di un milione e mezzo di
uccelli acquatici, fra i quali
ricordiamo il codone, il
mestolone e la marzaiola,
specie africane come l'anatra
fìschiatrice faccia bianca,
l'oca egiziana, la casarca e
la folaga crestata.
Le minacce principali per
Djoudj sono rappresentate non
tanto dai pesticidi e dai
fertilizzanti trasportati dal
canale Gorom, quanto dalla
presenza di una diga sul fiume
Senegal (fortunatamente
costruita nel rispetto delle
misure precauzionali dettate
dall'amministrazione del Parco
e dalla comunità scientifica)
e dalla proliferazione di
Salvinia molesta, una pianta
acquatica che,
"percorrendo" il
fiume Senegal, ha già invaso
il confinante Parco Nazionale
della Mauritania.
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