Parco Nazionale degli uccelli di Djoudj
Senegal
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1981
  
Video - Video 2

   

Appena prima del suo incontro con l'Oceano Atlantico, il fiume Senegal piega verso sud, in direzione della città di Saint-Louis, dove si divide in tre bracci e dove abbondano le zone di inondazione create dall'impaludamento del suo corso: qui si trova il Parco Nazionale degli uccelli di Djoudj, istituito nel 1971 ed esteso su una superficie di 16 000 ettari, un'autentica oasi in mezzo a terre desertiche. 

I margini del Djoudj sono ricoperti da canneti, oltre i quali si estende una pianura cosparsa di acacie, euforbie e sparti. Le tamerici sono presenti lungo le rive e nelle zone paludose del Parco, ricoperte di salicornie e Salsola baryosma. Nei punti in cui la salinità si fa più elevata, il terreno è privo di vegetazione. La zona protetta comprende un lago perennemente impaludato che occupa un quarto della superficie totale del Parco.

Due delle specie più interessanti presenti all'interno del Parco sono il pellicano comune, la cui sacca golare posta sotto il becco ha una capacità di circa 15 litri , e il fenicottero roseo, che può raggiungere la lunghezza di 130 centimetri . Nel Parco gli uccelli si distribuiscono secondo quella che viene chiamata la "distanza del becco", cioè rispettando gli spazi sufficienti a evitare pericolosi scontri fra i membri appartenenti a una stessa colonia.

Djoudj è l'unica zona umida di una certa importanza in un raggio di centinaia di chilometri. Questo fa sì che vi si rifugino le più diverse specie provenienti dalle regioni paleartica ed etiopica, come ad esempio la pavoncella beccogrosso, il piviere dorato, la sterna, la cicogna nera, la pernice di mare comune, il tantalo africano, il marabù africano, tre specie di rallidi, quattro di gruccioni, due di buceri, e perfino nove specie di martin pescatori. Fra gli uccelli in serio pericolo di estinzione si segnala l'otarda araba o otarda del deserto, in preoccupante regressione nella maggior parte dei territori, ma presente con una consistente popolazione a Djoudj.  

Il Parco, in passato popolato da ghepardi e iene, estinti nel corso dell'ultimo decennio, ospita il varano del Nilo, un sauro dalla lingua bifida e dalla coda compressa che può raggiungere i 2,1 metri di lunghezza. Il coccodrillo del Nilo e il manato africano, un mammifero acquatico dal misterioso aspetto umanoide, sono stati reintrodotti in tempi recenti, così come la gazzella dorcade e la gazzella dalla fronte rossa, la cui area di distribuzione ha subito una consistente riduzione a causa della pressione venatoria cui è stata sottoposta tutta l'Africa subsahariana.

Ogni anno, terminato il periodo di nidificazione, numerose specie nidificanti del centro e del nord Europa vanno in cerca dei climi caldi del continente africano per svernare. Le zone umide vengono di conseguenza prese d'assalto da un esercito di volatili che vi stanzia fino a febbraio-marzo, quando una migrazione opposta, o prenuziale, riporta i volatili nelle loro zone d'origine. 

Il Parco Nazionale degli uccelli di Djoudj rappresenta una meta privilegiata per più di un milione e mezzo di uccelli acquatici, fra i quali ricordiamo il codone, il mestolone e la marzaiola, specie africane come l'anatra fìschiatrice faccia bianca, l'oca egiziana, la casarca e la folaga crestata. 

Le minacce principali per Djoudj sono rappresentate non tanto dai pesticidi e dai fertilizzanti trasportati dal canale Gorom, quanto dalla presenza di una diga sul fiume Senegal (fortunatamente costruita nel rispetto delle misure precauzionali dettate dall'amministrazione del Parco e dalla comunità scientifica) e dalla proliferazione di Salvinia molesta, una pianta acquatica che, "percorrendo" il fiume Senegal, ha già invaso il confinante Parco Nazionale della Mauritania.