DAL
2014 SITO PATRIMONIO IN
PERICOLO -
Minacce
legate all'estrazione di
minerali, petrolio e gas
naturale e alla realizzazione
di opere infrastrutturali.
Sulla sommità di una collina
rocciosa, a Beho Beho, riposa
per l'eternità Frederic
Courtney Selous, capitano
dell'esercito britannico
ucciso dai tedeschi nel 1917,
quasi alla fine della Prima
guerra mondiale. Probabilmente
avrebbe preferito morire in un
corpo a corpo con un leone,
piuttosto che da soldato.
Esploratore, naturalista e
cacciatore, era infatti un
personaggio da leggenda, il
cui nome resterà
indissolubilmente legato alla
grande avventura che fu la
conquista dell'Africa più
pericolosa e selvaggia. Il
luogo della sepoltura è
racchiuso nei confini
dell'area che, in onore del
capitano, è stata denominata
nel 1992 "Selous Game
Reserve", quasi cinque
milioni di ettari - il cinque
per cento del territorio della
Tanzania - che sono il regno
esclusivo degli animali.
Pressoché inaccessibile - la
si raggiunge soltanto a bordo
di piccoli aerei, e non sono
più di 3000 i visitatori ogni
anno - la riserva è off
limits anche per
l'insediamento umano in quanto
il suolo è inadatto per
l'agricoltura, mentre la
presenza massiccia della mosca
tse-tsè la rende inadeguata
per la pastorizia. In compenso
ospita circa 800.000 grandi
mammiferi: una cifra da
primato, che comprende la più
alta concentrazione al mondo
di elefanti (50.000), bufali
(110.000) e licaoni (1300),
oltre a 3000-4000 leoni e a
vastissime schiere di
ippopotami e coccodrilli. Sono
presenti un centinaio di
rinoceronti neri e numerosi
predatori, quali il leopardo e
il ghepardo.
La riserva è inoltre popolata
da folte comunità di
babbuini, antilopi di varie
specie, zebre di Burchell e
giraffe, queste ultime
concentrate nell’area a nord
del fiume Rufiji, il più
importante corso d'acqua di
Selous. L'avifauna è forte di
440 specie, molte delle quali
importanti per la
conservazione, come il
Bucorvus leadbeateri, della
famiglia dei buceri, e
l'aquila Terathopius
ecaudatus. Oltre che dal già
citato Rufiji, quest'area
immensa è irrigata dai
tributari Luwegu, Kilombero,
Great Ruaha, Luhombero e
Mbarangardu, e da altri corsi
d'acqua che si formano nella
stagione delle piogge, tra
dicembre e marzo, e che
lasciano in eredità numerose
pozze, chiamate mbugas in
lingua swahili, durante il
periodo secco.

A interrompere la sterminata
pianura sono soltanto le
colline di Beho Beho e
la Gola
di Steiger, una formazione
granitica in cui si insinua il
Rufiji, così chiamata in
memoria di un cacciatore
tedesco che, nel 1907, venne
ucciso qui da un elefante. Di
notevole interesse è anche la
flora, stimata in 2000 specie,
per la maggior parte tipiche
di una savana decidua che è
seconda per biodiversità
soltanto alla foresta
pluviale.
Denominata miombo nelle lingue
di ceppo bantu, questa zona
vegetativa ricopre il 75 per
cento della superficie della
Selous Game Reserve ed è
dominata da acacie -
principalmente Acacia
zanzibarica e nigrescens - e
da altri alberi del genere
Brachystegia, Jubemadia e
Pterocarpus. Sono presenti
inoltre numerosi baobab,
vecchi anche mille anni, che
rappresentano un'importante
riserva idrica per la fauna
durante la stagione secca: il
tronco e i rami di un
esemplare di grandi dimensioni
possono infatti contenere fino
a 144 tonnellate d'acqua.
Nelle vicinanze dei fiumi
cresce invece un'incredibile
varietà di piante; le più
interessanti sono palme come
la Borassus
aethiopium, che raggiunge
un'altezza di 25 metri, e
la Phoenix
reclinata. Entrambe producono
frutti simili a datteri, di
cui vanno ghiotti elefanti e
babbuini. La flora del miombo,
comunque, non è stata ancora
stata studiata estesamente a
causa delle difficoltà
oggettive dell'impresa -
mancanza di strade, vastità
dell'area e scarsità di fondi
e finanziamenti -, gli stessi
ostacoli che rendono arduo il
lavoro del personale impegnato
nella lotta alla caccia di
frodo.
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