Parco Nazionale dell'Ichkeul
Tunisia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1980
  
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Il Parco Nazionale dell'Ichkeul è situato in Tunisia in prossimità di Capo Bianco, il punto più settentrionale del continente africano. Nell'area protetta si trova il lago omonimo, posto tra la Laguna di Biserta, una lingua di mare a elevata salinità, e la superficie di impaludamento formata da corsi d'acqua stagionali, gli uidian Tinja, Joumine e Sejnane. Le mareggiate hanno più volte raggiunto la zona del lago, dando origine a un delicato equilibrio tra acqua dolce e salata. Stretta tra gli acquitrini a sud del lago, s'innalza un'imponente rupe di 511 metri di altitudine, conosciuta con il nome di Gebel Ichkeul. Alcuni fanno derivare questo toponimo dalla parola italiana "scoglio", con cui i siciliani avrebbero battezzato la montagna. 

La natura dolomitica del terreno, le numerose fratture del massiccio montuoso e la presenza di rocce calcaree nel versante meridionale conferiscono nuovi elementi di peculiarità al Parco. Le rocce calcareo-dolomitiche, inoltre, si estendono ben oltre l'area del lago e vengono ricoperte dai tre uidian da strati di argilla e fango.

Il Parco ospita ogni autunno affollati stormi di uccelli acquatici migratori, che giungono dall'Europa centrale e settentrionale per approfittare della mitezza del clima tunisino fino all'inizio della primavera. I moriglioni e i mestoloni sono le specie più rappresentate, con oltre 100.000 esemplari; ad essi si aggiungono le alzavole, i germani reali, le folaghe, i fischioni e le oche comuni.  

Le elevate temperature che si registrano a partire dai mesi di marzo e di aprile provocano una progressiva diminuzione del livello dell'acqua del lago e un conseguente aumento della salinità. Prende allora inizio il periodo della cova per le numerose specie nidificanti, fra le quali molte sono minacciate d'estinzione. Il raro gobbo rugginoso, ad esempio, si riproduce in questi luoghi con regolarità e il Lago Ichkeul serve anche come punto di ritrovo per individui provenienti da zone che in questa stagione si prosciugano (sono state osservate concentrazioni estive di addirittura 800 esemplari). Il pollo sultano, singolare uccello dal piumaggio blu-viola presente soltanto in alcune paludi sarde, spagnole e nordafricane, si rifugia tra i canneti per incubare le uova; la folaga cornuta e la casarca si riproducono solo negli anni in cui il livello dell'acqua è favorevole.  

È raro che un buon inverno corrisponda a un'altrettanto buona stagione di cova e viceversa. Se durante i mesi freddi il livello dell'acqua non è molto alto, infatti, le anatre di superficie e le oche reperiscono facilmente il nutrimento e l'Ichkeul si trova a ospitare alte concentrazioni di migratori settentrionali, ma queste stesse condizioni ostacolano l'impaludamento in primavera e in estate, e di conseguenza rendono più difficoltosa l'incubazione. Al contrario, un alto livello dell'acqua durante l'inverno è sfavorevole alla permanenza delle anatre migratrici, ma consente buone cove nella bella stagione.

L'Ichkeul è conosciuto anche per l'alta concentrazione di fenicotteri. Questi eleganti trampolieri, facilmente riconoscibili per il collo e le zampe molto allungati, compiono grandi migrazioni fra le zone costiere del Mediterraneo occidentale: una stessa popolazione utilizza indistintamente le lagune e le saline litoranee che circondano il Mediterraneo a seconda dei livelli idrici e dell'abbondanza di risorse alimentari reperibili nelle diverse zone. L'Ichkeul gioca quindi un ruolo fondamentale nell'ambito degli spostamenti migratori dei fenicotteri, dal momento che rappresenta la maggiore area umida di tutta la costa nordafricana. Il fenicottero ha una riproduzione molto tardiva e pertanto ha bisogno di trovare distese d'acqua anche durante i mesi più caldi dell'estate. Nel Mediterraneo occidentale, solo la Camargue (Francia), la Sardegna e l'Ichkeul sono in grado di assicurare tali condizioni di habitat naturale.

A differenza della maggior parte delle aree umide nordafricane, il Lago di Ichkeul non si secca mai completamente. In estate il velo d'acqua che ricopre il Parco si riduce e si frammenta in pozze sparse accolte nelle depressioni naturali del terreno. La quasi totalità dei pesci che non hanno potuto migrare per tempo verso la Laguna di Biserta muoiono per l'incapacità di sopportare le dure condizioni di salinità e temperatura. 

Sogliole, anguille e cefali diventano così facile preda per gli aironi cinerini, che si vedono facilitato il compito grazie all'alta concentrazione di pesci nei pochi specchi d'acqua. Una sola specie fa eccezione alla regola: il nono (Aphanius fasciatus), capace di sopravvivere fino a temperature di 35 °C e in acque praticamente prive d'ossigeno.

Nemmeno la salinità rappresenta un ostacolo per questo ciprinodontiforme, molto conosciuto fra gli appassionati di ittiologia soprattutto per le sue ridotte dimensioni. Questa specie, che si è perfettamente adattata alle condizioni ambientali delle zone umide mediterranee, teme però l'inquinamento che, unito alla presenza della gambusia (un vorace pesce di origine nordamericana introdotto all'inizio del Novecento per combattere la malaria, in quanto predatore delle larve della zanzara anofele), l'ha portata all'estinzione nella maggior parte del suo areale di distribuzione.

Va segnalata inoltre la presenza del bufalo d'acqua nordafricano, probabile progenitore delle forme domestiche, che viveva nella zona del Lago Ichkeul fin da tempi antichissimi e che vi è stato reintrodotto nel 1976, e della lontra. Questo mustelide è perfettamente adattato alla vita acquatica, con corpo allungato, arti corti, estremità con dita palmate e coda robusta.  

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