Il Parco Nazionale
dell'Ichkeul è situato in
Tunisia in prossimità di Capo
Bianco, il punto più
settentrionale del continente
africano. Nell'area protetta
si trova il lago omonimo,
posto tra la Laguna di
Biserta, una lingua di mare a
elevata salinità, e la
superficie di impaludamento
formata da corsi d'acqua
stagionali, gli uidian Tinja,
Joumine e Sejnane. Le
mareggiate hanno più volte
raggiunto la zona del lago,
dando origine a un delicato
equilibrio tra acqua dolce e
salata. Stretta tra gli
acquitrini a sud del lago,
s'innalza un'imponente rupe di
511 metri di altitudine,
conosciuta con il nome di
Gebel Ichkeul. Alcuni fanno
derivare questo toponimo dalla
parola italiana
"scoglio", con cui i
siciliani avrebbero battezzato
la montagna.
La natura dolomitica del
terreno, le numerose fratture
del massiccio montuoso e la
presenza di rocce calcaree nel
versante meridionale
conferiscono nuovi elementi di
peculiarità al Parco. Le
rocce calcareo-dolomitiche,
inoltre, si estendono ben
oltre l'area del lago e
vengono ricoperte dai tre
uidian da strati di argilla e
fango.
Il Parco ospita ogni autunno
affollati stormi di uccelli
acquatici migratori, che
giungono dall'Europa centrale
e settentrionale per
approfittare della mitezza del
clima tunisino fino all'inizio
della primavera. I moriglioni
e i mestoloni sono le specie
più rappresentate, con oltre
100.000 esemplari; ad essi si
aggiungono le alzavole, i
germani reali, le folaghe, i
fischioni e le oche comuni.
Le elevate temperature che si
registrano a partire dai mesi
di marzo e di aprile provocano
una progressiva diminuzione
del livello dell'acqua del
lago e un conseguente aumento
della salinità. Prende allora
inizio il periodo della cova
per le numerose specie
nidificanti, fra le quali
molte sono minacciate
d'estinzione. Il raro gobbo
rugginoso, ad esempio, si
riproduce in questi luoghi con
regolarità e il Lago Ichkeul
serve anche come punto di
ritrovo per individui
provenienti da zone che in
questa stagione si prosciugano
(sono state osservate
concentrazioni estive di
addirittura 800 esemplari). Il
pollo sultano, singolare
uccello dal piumaggio
blu-viola presente soltanto in
alcune paludi sarde, spagnole
e nordafricane, si rifugia tra
i canneti per incubare le
uova; la folaga cornuta e la
casarca si riproducono solo
negli anni in cui il livello
dell'acqua è favorevole.
È raro che un buon inverno
corrisponda a un'altrettanto
buona stagione di cova e
viceversa. Se durante i mesi
freddi il livello dell'acqua
non è molto alto, infatti, le
anatre di superficie e le oche
reperiscono facilmente il
nutrimento e l'Ichkeul si
trova a ospitare alte
concentrazioni di migratori
settentrionali, ma queste
stesse condizioni ostacolano
l'impaludamento in primavera e
in estate, e di conseguenza
rendono più difficoltosa
l'incubazione. Al contrario,
un alto livello dell'acqua
durante l'inverno è
sfavorevole alla permanenza
delle anatre migratrici, ma
consente buone cove nella
bella stagione.
L'Ichkeul è conosciuto anche
per l'alta concentrazione di
fenicotteri. Questi eleganti
trampolieri, facilmente
riconoscibili per il collo e
le zampe molto allungati,
compiono grandi migrazioni fra
le zone costiere del
Mediterraneo occidentale: una
stessa popolazione utilizza
indistintamente le lagune e le
saline litoranee che
circondano il Mediterraneo a
seconda dei livelli idrici e
dell'abbondanza di risorse
alimentari reperibili nelle
diverse zone. L'Ichkeul gioca
quindi un ruolo fondamentale
nell'ambito degli spostamenti
migratori dei fenicotteri, dal
momento che rappresenta la
maggiore area umida di tutta
la costa nordafricana. Il
fenicottero ha una
riproduzione molto tardiva e
pertanto ha bisogno di trovare
distese d'acqua anche durante
i mesi
più caldi dell'estate. Nel
Mediterraneo occidentale, solo
la Camargue (Francia), la
Sardegna e l'Ichkeul sono in
grado di assicurare tali
condizioni di habitat
naturale.
A differenza della maggior
parte delle aree umide
nordafricane, il Lago di
Ichkeul non si secca mai
completamente. In estate il
velo d'acqua che ricopre il
Parco si riduce e si frammenta
in pozze sparse accolte nelle
depressioni naturali del
terreno. La quasi totalità
dei pesci che non hanno potuto
migrare per tempo verso la
Laguna di Biserta muoiono per
l'incapacità di sopportare le
dure condizioni di salinità e
temperatura.
Sogliole, anguille e cefali
diventano così facile preda
per gli aironi cinerini, che
si vedono facilitato il
compito grazie all'alta
concentrazione di pesci nei
pochi specchi d'acqua. Una
sola specie fa eccezione alla
regola: il nono (Aphanius
fasciatus), capace di
sopravvivere fino a
temperature di 35 °C e
in acque praticamente prive
d'ossigeno.
Nemmeno la salinità
rappresenta un ostacolo per
questo ciprinodontiforme,
molto conosciuto fra gli
appassionati di ittiologia
soprattutto per le sue ridotte
dimensioni. Questa specie, che
si è perfettamente adattata
alle condizioni ambientali
delle zone umide mediterranee,
teme però l'inquinamento che,
unito alla presenza della
gambusia (un vorace pesce di
origine nordamericana
introdotto all'inizio del
Novecento per combattere la
malaria, in quanto predatore
delle larve della zanzara
anofele), l'ha portata
all'estinzione nella maggior
parte del suo areale di
distribuzione.
Va segnalata inoltre la
presenza del bufalo d'acqua
nordafricano, probabile
progenitore delle forme
domestiche, che viveva nella
zona del Lago Ichkeul fin da
tempi antichissimi e che vi è
stato reintrodotto nel 1976, e
della lontra. Questo mustelide
è perfettamente adattato alla
vita acquatica, con corpo
allungato, arti corti,
estremità con dita palmate e
coda robusta.
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