Cascate Vittoria (Mosi-oa Tunya)
Zambia - Zimbabwe
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1989
  
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Le Cascate Vittoria (Victoria Falls) sono tra le cascate più spettacolari del mondo. Si trovano lungo il corso del fiume Zambesi (o Zambezi), che in questo punto demarca il confine geografico e politico tra lo Zambia e lo Zimbabwe. Il fronte delle cascate è molto lungo, più di un chilometro e mezzo, mentre la loro altezza media è di 128 metri.

La loro spettacolarità è dovuta alla geografia particolare del luogo nel quale sorgono, una gola profonda e stretta, che permette quindi di ammirare tutto il fronte della cascata dall'altra sponda, esattamente davanti al salto.

I primi abitanti dell'area limitrofa alle cascate furono i Khoisan, un popolo di cacciatori-raccoglitori. Essi furono seguiti dal popolo Tokaleya, che chiamò le cascate Shongwe. Successivamente, i Ndebele la chiamarono aManza Thunqayo, e i Makololo Mosi-oa-Tunya, che vuol dire "Il fumo che tuona".

Era l'inizio del novembre 1855 quando un gruppo di indigeni Kololo condusse il dottor David Livingstone nel luogo che chiamavano Mosioa-Tunya, "il fumo che tuona". Dopo una breve navigazione lungo lo Zambezi, l'esploratore osservò per la prima volta quello che "a distanza di una decina di chilometri sembrava il fumo che si alza, in Africa, quando vengono bruciati vasti tratti di savana". Si trattava invece della grande nube d'acqua vaporizzata, prodotta dal fiume che si getta dal Makgadikgadi Pan nelle gole basaltiche sottostanti. 

Livingstone dedicò alla regina Vittoria quello spettacolo della natura, ma ne divulgò la scoperta solo quattro anni più tardi, quando fece ritorno a Londra. E il 3 agosto 1860 William Baldwin fu il secondo viaggiatore a raggiungere le Victoria Falls che, da allora, divennero una delle principali mete turistiche dell'Africa. La gente vi arrivava a piedi, a cavallo o su carri trainati dai buoi, seguendo la rotta che dal Transvaal imboccava la "strada dei cacciatori", lungo l'attuale confine tra Botswana e Zimbabwe. Poi tutto divenne più facile grazie a Cecil Rhodes, che nel 1900, pur non avendo mai visitato il luogo, vi fece arrivare la ferrovia e volle che fosse costruito un ponte a valle delle cascate, abbastanza vicino perché le carrozze fossero raggiunte dagli spruzzi.  

La Victoria Falls Reserve fu istituita dal governo coloniale nel 1934, per essere sostituita nel 1972 dai due parchi nazionali (Mosioa-Tunya e Victoria Falls, appunto, per un'estensione totale di 8.860 ettari ) che garantiscono la tutela delle cascate nei territori dello Zambia e dello Zimbabwe. 

Formatesi circa due milioni di anni fa in seguito all'innalzamento della sponda sinistra del fiume, le Victoria Falls costituiscono il più largo fronte fluviale di cascate del mondo, ampio quasi due chilometri e alto 99 metri .

A monte delle cascate il fiume Zambesi è costellato di numerose isolette coperte di vegetazione, il cui numero incrementa man mano che ci si avvicina alle cascate. Queste ultime iniziano quando lo Zambesi precipita in uno stretto dirupo largo circa 120 metri, e la cui altezza varia dagli 80 metri sul lato destro, ai 105 metri nella parte centrale; circa il doppio dell'altezza delle cascate del Niagara. La grande massa d'acqua, cadendo nel dirupo, genera una nebbia di gocce d'acqua che sale ad oltre 1.600 metri di altezza, ed è visibile da una distanza di 40 km.

Sul limite del precipizio vi sono numerose isolette che dividono il flusso dell'acqua e formano quattro cascate. Dalla riva destra del fiume inizia una prima cateratta di 35 metri chiamata Leaping Water (Acqua che salta), seguita dall' Isola Boaruka, larga circa 300 metri, e che divide la prima cateratta dalla cascata principale, che si estende per 460 metri. L'Isola di Livingstone divide la cascata principale da un altro ampio canale d'acqua di circa 530 metri, infine sulla riva sinistra si trova la Cateratta Orientale.

Nei secoli, il fronte delle cascate è retrocesso in direzione opposta alla corrente, a causa dell'erosione causata dallo scorrimento dell'acqua.

Nella stagione delle piogge, il fiume scarica una quantità d'acqua pari a 9.100 m³/s. Nella stagione secca le cascate si posso ridurre a soli due flussi principali, con una quasi assenza di spruzzi d'acqua e una portata ridotta a poco più di 350 m³/s. In questo periodo è possibile vedere le profondità della gola, normalmente oscurata dalla foschia degli spruzzi. Il livello del fiume della gola varia di 20 metri tra la portata massima che si ha in aprile e la fine della stagione secca in ottobre.

L'unica via d'uscita dal baratro in cui cadono le acque è uno stretto canale che si apre nella parete di fronte, a circa due terzi della sua lunghezza a partire dal lato occidentale. Questo canale è largo circa 30 metri, e l'intero volume del fiume si riversa in esso per 120 metri prima di emergere in una serie di gole a zig-zag lunghe circa 80 km che conduce il fiume fuori dall'altopiano basaltico.

Alla fine della prima gola, il fiume ha formato una laguna profonda chiamata Boiling Pot (Pentola bollente). Ampia circa 150 metri, la sua superficie è calma nella parte bassa, ma nella parte alta è segnata da enormi e lenti vortici che creano un effetto visivo di acqua in ebollizione.

Come il fiume esce dal Boiling Pot, il canale gira velocemente verso ovest ed entra nella prima delle gole a zig-zag. Le pareti delle gole sono alte più di 120 metri.

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Sebbene l'area non presenti particolari attrazioni dal punto di vista faunistico, la sua contiguità con lo Zambezi National Park fa sì che sia frequentato da elefanti, facoceri, giraffe, zebre e leoni, mentre nelle anse tranquille del fiume oziano colonie di ippopotami e coccodrilli. 

È invece degna di nota la fauna fluviale, in quanto le cascate agiscono come una barriera evolutiva tra diversi insiemi di specie. Altrettanto interessante è la stretta fascia di foresta pluviale sul versante dello Zimbabwe, che prospera in corrispondenza della zona irrorata dall'acqua in forma di pulviscolo. La foresta comprende numerose specie tipiche di latitudini più vicine all'equatore, come l'ebano (Diospyros mespiliformis), la palma da dattero (Phoenix reclinata) e diverse specie di Ficus. 

A un secolo e mezzo dalla scoperta, le Victoria Falls continuano a esercitare un fascino irresistibile su migliaia di visitatori. E l'antica leggenda di Yami-Yami, il dio delle cascate che pochi eletti riuscirebbero a intravedere nel ribollire delle acque, è diventata un buon affare: il simbolo del nume pagano scolpito su frammenti di basalto è il più comune dei souvenir, e alimenta l'economia locale, la più prospera dello Zimbabwe.