Le
Cascate Vittoria (Victoria
Falls) sono tra le cascate
più spettacolari del mondo.
Si trovano lungo il corso del
fiume Zambesi (o Zambezi), che
in questo punto demarca il
confine geografico e politico
tra lo Zambia e lo Zimbabwe.
Il fronte delle cascate è
molto lungo, più di un
chilometro e mezzo, mentre la
loro altezza media è di 128
metri.
La
loro spettacolarità è dovuta
alla geografia particolare del
luogo nel quale sorgono, una
gola profonda e stretta, che
permette quindi di ammirare
tutto il fronte della cascata
dall'altra sponda, esattamente
davanti al salto.
I
primi abitanti dell'area
limitrofa alle cascate furono
i Khoisan, un popolo di
cacciatori-raccoglitori. Essi
furono seguiti dal popolo
Tokaleya, che chiamò le
cascate Shongwe.
Successivamente, i Ndebele la
chiamarono aManza Thunqayo,
e i Makololo Mosi-oa-Tunya,
che vuol dire "Il fumo
che tuona".
Era l'inizio del novembre 1855
quando un gruppo di indigeni
Kololo condusse il dottor
David Livingstone nel luogo
che chiamavano Mosioa-Tunya,
"il fumo che tuona".
Dopo una breve navigazione
lungo lo Zambezi,
l'esploratore osservò per la
prima volta quello che "a
distanza di una decina di
chilometri sembrava il fumo
che si alza, in Africa, quando
vengono bruciati vasti tratti
di savana". Si trattava
invece della grande nube
d'acqua vaporizzata, prodotta
dal fiume che si getta dal
Makgadikgadi Pan nelle gole
basaltiche sottostanti.
Livingstone dedicò alla
regina Vittoria quello
spettacolo della natura, ma ne
divulgò la scoperta solo
quattro anni più tardi,
quando fece ritorno a Londra.
E il 3 agosto 1860 William
Baldwin fu il secondo
viaggiatore a raggiungere le
Victoria Falls che, da allora,
divennero una delle principali
mete turistiche dell'Africa.
La gente vi arrivava a piedi,
a cavallo o su carri trainati
dai buoi, seguendo la rotta
che dal Transvaal imboccava la
"strada dei
cacciatori", lungo
l'attuale confine tra Botswana
e Zimbabwe. Poi tutto divenne
più facile grazie a Cecil
Rhodes, che nel 1900, pur non
avendo mai visitato il luogo,
vi fece arrivare la ferrovia e
volle che fosse costruito un
ponte a valle delle cascate,
abbastanza vicino perché le
carrozze fossero raggiunte
dagli spruzzi.

La Victoria Falls
Reserve fu istituita dal
governo coloniale nel 1934,
per essere sostituita nel 1972
dai due parchi nazionali
(Mosioa-Tunya e Victoria
Falls, appunto, per
un'estensione totale di
8.860 ettari
) che garantiscono la tutela
delle cascate nei territori
dello Zambia e dello Zimbabwe.
Formatesi circa due milioni di
anni fa in seguito
all'innalzamento della sponda
sinistra del fiume, le
Victoria Falls costituiscono
il più largo fronte fluviale
di cascate del mondo, ampio
quasi due chilometri e alto
99 metri
.
A
monte delle cascate il fiume
Zambesi è costellato di
numerose isolette coperte di
vegetazione, il cui numero
incrementa man mano che ci si
avvicina alle cascate. Queste
ultime iniziano quando lo
Zambesi precipita in uno
stretto dirupo largo circa 120
metri, e la cui altezza varia
dagli 80 metri sul lato
destro, ai 105 metri nella
parte centrale; circa il
doppio dell'altezza delle
cascate del Niagara. La grande
massa d'acqua, cadendo nel
dirupo, genera una nebbia di
gocce d'acqua che sale ad
oltre 1.600 metri di altezza,
ed è visibile da una distanza
di 40 km.
Sul
limite del precipizio vi sono
numerose isolette che dividono
il flusso dell'acqua e formano
quattro cascate. Dalla riva
destra del fiume inizia una
prima cateratta di 35 metri
chiamata Leaping Water
(Acqua che salta), seguita
dall' Isola Boaruka,
larga circa 300 metri, e che
divide la prima cateratta
dalla cascata principale, che
si estende per 460 metri. L'Isola
di Livingstone divide la
cascata principale da un altro
ampio canale d'acqua di circa
530 metri, infine sulla riva
sinistra si trova la Cateratta
Orientale.

Nei
secoli, il fronte delle
cascate è retrocesso in
direzione opposta alla
corrente, a causa
dell'erosione causata dallo
scorrimento dell'acqua.
Nella
stagione delle piogge, il
fiume scarica una quantità
d'acqua pari a 9.100 m³/s.
Nella stagione secca le
cascate si posso ridurre a
soli due flussi principali,
con una quasi assenza di
spruzzi d'acqua e una portata
ridotta a poco più di 350 m³/s.
In questo periodo è possibile
vedere le profondità della
gola, normalmente oscurata
dalla foschia degli spruzzi.
Il livello del fiume della
gola varia di 20 metri tra la
portata massima che si ha in
aprile e la fine della
stagione secca in ottobre.
L'unica
via d'uscita dal baratro in
cui cadono le acque è uno
stretto canale che si apre
nella parete di fronte, a
circa due terzi della sua
lunghezza a partire dal lato
occidentale. Questo canale è
largo circa 30 metri, e
l'intero volume del fiume si
riversa in esso per 120 metri
prima di emergere in una serie
di gole a zig-zag lunghe circa
80 km che conduce il fiume
fuori dall'altopiano
basaltico.
Alla
fine della prima gola, il
fiume ha formato una laguna
profonda chiamata Boiling
Pot (Pentola bollente).
Ampia circa 150 metri, la sua
superficie è calma nella
parte bassa, ma nella parte
alta è segnata da enormi e
lenti vortici che creano un
effetto visivo di acqua in
ebollizione.
Come
il fiume esce dal Boiling
Pot, il canale gira
velocemente verso ovest ed
entra nella prima delle gole a
zig-zag. Le pareti delle gole
sono alte più di 120 metri.



Sebbene l'area non presenti
particolari attrazioni dal
punto di vista faunistico, la
sua contiguità con lo Zambezi
National Park fa sì che sia
frequentato da elefanti,
facoceri, giraffe, zebre e
leoni, mentre nelle anse
tranquille del fiume oziano
colonie di ippopotami e
coccodrilli.
È invece degna di nota la
fauna fluviale, in quanto le
cascate agiscono come una
barriera evolutiva tra diversi
insiemi di specie. Altrettanto
interessante è la stretta
fascia di foresta pluviale sul
versante dello Zimbabwe, che
prospera in corrispondenza
della zona irrorata dall'acqua
in forma di pulviscolo. La
foresta comprende numerose
specie tipiche di latitudini
più vicine all'equatore, come
l'ebano (Diospyros
mespiliformis), la palma da
dattero (Phoenix reclinata) e
diverse specie di Ficus.
A un secolo e mezzo dalla
scoperta, le Victoria Falls
continuano a esercitare un
fascino irresistibile su
migliaia di visitatori. E
l'antica leggenda di
Yami-Yami, il dio delle
cascate che pochi eletti
riuscirebbero a intravedere
nel ribollire delle acque, è
diventata un buon affare: il
simbolo del nume pagano
scolpito su frammenti di
basalto è il più comune dei
souvenir, e alimenta
l'economia locale, la più
prospera dello Zimbabwe.
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