Isola vulcanica di Jeju e tunnel di lava
Corea del Sud

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2007

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Jeju-do è un'isola vulcanica situata 130 chilometri a sud della costa coreana. È la più grande isola e la più piccola provincia coreana.

Una delle principali attrazioni di Jeju è l'Hallasan, la più alta montagna sud-coreana e vulcano estinto che si eleva 1950 metri sul livello del mare. Altri 360 piccoli vulcani sono sparsi per l'isola. L'attività vulcanica di Jeju iniziò approssimativamente nel Cretacico e proseguì fino all'inizio del Cenozoico. L'ultima eruzione registrata è avvenuta 800 anni fa. L'isola è ricoperta da rocce vulcaniche prodotte dall'Hallasan. Baengnokdam, il cratere ed il lago al suo interno, si trovano in cima all'Hallasan, che si formò 25 000 anni fa.

Jeju-do fu un'isola indipendente, chiamata Tamna finché divenne un protettorato nel 662. Nel 1105 Tamna perse la sua autonomia ed entrò a far parte di una provincia sotto la dinastia Goryeo. Quando la Corea venne colonizzata dal Giappone, nel 1910, Jeju divenne nota con il nome di Saishu, che altro non è che la trascrizione della pronuncia nipponica della scritta "Jeju" in alfabeto Hanja. Dopo la sconfitta dei giapponesi Jeju entrò a far parte ufficialmente della nuova Repubblica di Corea. Il 1 luglio 2006 Jeju divenne la prima e unica Provincia Speciale Autogovernata della Corea.

Jeju è scientificamente importante per i suoi tunnel di lava. Questi condotti naturali attraverso cui fluiva il magma sono ad oggi delle grotte vuote, tra le più grandi del mondo. Le grotte offrono l'opportunità di svolgere ricerche scientifiche e sono popolari mete turistiche. Vicino alla città di Seogwipo si trovano numerose rocce a forma di colonna, tipici esempi della bellezza dell'isola. In quest'area sono stati trovati numerosi fossili animali, anche di pesci. Le isole di Beomseom e Moonseom, al largo delle coste cittadine, sono ben conservate. 

I numerosi animali e piante presenti su Jeju sono un altro motivo che ha permesso di trasformare l'isola in riserva naturale. Metà delle piante coreane crescono spontaneamente sull'isola, mentre altre 200 specie endemiche coreane vi sono state portate. Metà di queste specie rischiano l'estinzione. Le piante polari provenienti dalle zone meridionali durante un glaciazione sopravvivono sulle cime più alte. Anche le piante della foresta subtropicale e delle pianure sottostanti sono a rischio.

Hallasan si trova al centro dell'isola. Nel 1966 tutto il terreno situato ad almeno 800 metri sul livello del mare è stato trasformato in riserva naturale. Il parco è per buona parte incontaminato, attrezzato con percorsi per l'escursionismo ed edifici per la gestione del parco, unici oggetti artificiali presenti nell'area.

La flora del parco nazionale del monte Hallasan è unica. 1565 specie di piante sono state classificate finora, la maggior parte delle quali nelle regioni montuose, 33 delle quali sono endemiche dell'isola. A differenza di altri ecosistemi coreani di montagna, Hallsan è composta da tre differenti zone: subtropicana, temperata e frigida.

Oltre 17 mammiferi, 198 uccelli, 8 anfibi, 8 rettili e 947 insetti sono stati trovati nella riserva naturale. Tra le specie a rischio ci sono il capreolus capreolus pygargus ed il Felis bengalensis manchuria. Dal momento che l'isola era collegata alla penisola coreana 10 000 anni fa, gli animali endemici dell'isola apparvero in quel periodo.

Uno dei punti più famosi del monte Hallasan è la Grotta Pillemot, un sito risalente al paleolitico. Le grotte sono importanti anche per i resti archeologici rinvenuti che proverebbero l'esistenza di uomini che le abitarono durante il paleolitico.