L'isola di Yaku si trova nella parte
meridionale del Giappone, a sud di Kyushu, la più
meridionale delle isole maggiori. Qui la
vegetazione è influenzata dalle intense
precipitazioni monsoniche estive, che arrivano
fino a
10.000 millimetri
all'anno e fanno di quest'isola la più piovosa
dell'arcipelago; allo stesso tempo, le alte
temperature provocano un notevole aumento
dell'umidità. Grazie a questi fattori si è
potuta sviluppare una foresta eccezionalmente
fitta nella quale si contano 1900 specie e
sottospecie diverse di piante. Fra queste, 94 sono
endemiche e sono in massima parte concentrate sui
rilievi della parte centrale dell'isola.
Le zone costiere ospitano una foresta
temperata di latifoglie; alle medie altitudini si
trovano boschi di conifere (costituiti
essenzialmente da abeti, tsughe e cedri del
Giappone); infine, alle quote più alte, dove la
temperatura è più bassa, cresce il magnifico
bosco di bambù. Caratteristica peculiare della
vegetazione è la straordinaria abbondanza di
epifite, soprattutto alle quote più elevate.
La zona centrale dell'isola, protetta
dal 1924, è stata dichiarata Parco Nazionale nel
1964. In
seguito, 4300 ettari
sono stati dichiarati Monumento della Natura e,
nel 1992, è stata creata la Riserva
dell'ecosistema forestale, che oltre a includere i
10.747 ettari
dichiarati nel 1993 Patrimonio dell'Umanità,
comprende diverse aree limitrofe. In qualunque
altro luogo del Giappone basterebbe la varietà di
specie che crescono alle diverse altitudini per
richiamare l'attenzione di un popolo tanto amante
degli alberi come quello nipponico.
Tuttavia sull'isola di Yaku vi è un
elemento che, per importanza, supera di gran lunga
tutti gli altri e che è diventato il polo di
attrazione per gli oltre otto milioni di
visitatori che vi si recano ogni anno: la presenza
del sugi, conosciuto anche come cedro del
Giappone. Questo tipo di conifera è considerato
dai Giapponesi stessi uno dei simboli del loro
Paese ed è, assieme all'immagine del monte
Fujiyama, il soggetto maggiormente rappresentato
nelle arti decorative tradizionali.
Il sugi è una conifera dal tronco
rosso-arancio e dalle piccole foglie d'un verde
brillante distribuite su rami orizzontali, che si
caratterizza per la sua rapida crescita. In
Giappone si trova con facilità nei giardini, nei
parchi e in piccoli boschi naturali, ma è
nell'isola di Yaku che vivono gli esemplari più
antichi. Secondo quanto ritiene la maggior parte
dei visitatori alcuni esemplari di cedri di Yaku
dovrebbero avere circa 7000 anni; in realtà i
botanici hanno accertato che i più longevi si
avvicinano all'età, comunque veneranda, di 3000
anni, cioè hanno incominciato a crescere circa
250 anni prima che Romolo fondasse Roma.
Oltre ad avere una vita lunghissima,
questi alberi sono anche giganteschi: infatti non
sono rari gli esemplari che superano i
50 metri
d'altezza. Per la loro imponenza i sugi sono stati
paragonati alle famose sequoie nordamericane. Essi
si trovano nel cuore della zona protetta, vale a
dire in un luogo che da moltissimi anni non è
alterato dall'intervento dell'uomo. Quando nel
1868 le frontiere del Giappone furono aperte agli
stranieri, una delle maggiori sorprese per il
mondo occidentale fu scoprire lo straordinario
amore che i Giapponesi nutrono nei confronti della
natura. Da allora in Europa cominciarono ad
apparire alberi ornamentali meravigliosi
provenienti dal Paese del Sol Levante. Fra questi
sono molto diffusi anche in Italia i ciliegi dai
fiori bianchi e i cedri del Giappone, nella varietà
Cryptomeria japonica elegans, caratterizzata da
una forma arbustiva dal fogliame verde-blu che si
tinge di porpora in inverno.
La relazione fra il popolo giapponese
e le piante si può percepire quasi in ogni
aspetto della vita quotidiana, come per esempio
nel gran numero di visitatori che fanno ingresso
ogni giorno nei moltissimi giardini del Paese. Di
fatto i "costruttori di giardini" sono
personaggi molto stimati che attingono gran parte
delle proprie conoscenze da un'opera, il
Sakuteiki, compilata quasi mille anni fa, nell'XI
secolo, da Tachibanano Toshitsuna. Proprio grazie
al rispetto per gli alberi, al quale i giovani
giapponesi vengono educati fin dalla tenera età,
sono frequenti i casi in cui un bosco venga
trasformato in un elemento sacro.
Questo è quanto è accaduto
all'isola di Yaku e ai suoi meravigliosi esemplari
di cedro del Giappone, che peraltro si trovano
integrati in un paesaggio davvero spettacolare,
che dal mare arriva fino alla cima più alta
dell'isola, con torrenti caratterizzati da
abbondanti acque limpide, cascate, falesie a
strapiombo in prossimità di delicate pendici e
piante sempre in fiore. Non stupisce quindi che,
nonostante la pioggia quasi costante e la
persistente della foschia, Yakushima continui a
essere una delle mete preferite dei Giapponesi
durante i loro viaggi di nozze.
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