Isole di Amami-Ōshima, Tokunoshima, Okinawa, Iriomote 
Giappone

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 2021

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Comprendendo 42.698 ettari di foreste pluviali subtropicali su quattro isole, su una catena situata nel sud-ovest del Giappone, il sito seriale forma un arco al confine tra il Mar Cinese Orientale e il Mar delle Filippine il cui punto più alto, il Monte Yuwandake sull'isola di Amami-Oshima, sorge a 694 metri sul livello del mare. 

Interamente disabitato dall’uomo, il sito ha un alto valore di biodiversità con un'altissima percentuale di specie endemiche, molte delle quali minacciate a livello globale. Il sito ospita piante endemiche, mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci delle acque interne e crostacei decapodi, tra cui, ad esempio, il coniglio Amami in via di estinzione e il ratto a pelo lungo Ryukyu in via di estinzione che rappresentano antichi lignaggi e non hanno parenti viventi in nessuna parte del mondo. 

Cinque specie di mammiferi, tre specie di uccelli e tre specie di anfibi nella proprietà sono state identificate globalmente come specie evolutivamente distinte e in pericolo di estinzione.

Isola di Amami Ōshima

Amami Ōshima è un'isola subtropicale del Giappone; è la maggiore del gruppo delle isole Amami, che fa parte dell'arcipelago delle Ryūkyū, nell'estremo sud del paese.  

Il territorio dell'isola è suddiviso in cinque municipalità:
- Città di Amami, nel nord di Amami Ōshima
- Cittadina di Tatsugō, nel nord-est
- Villaggio di Yamato, nel nord-ovest
- Villaggio di Uken, nell'ovest
- Cittadina di Setouchi, che comprende i territori meridionali di Amami Ōshima e quelli delle isole di Kakeromajima, Yoroshima, Ukeshima ed altre minori

Amami Ōshima è localizzata poco più a nord del tropico del Cancro, circa 300 km a nord dell'isola di Okinawa e 380 km a sud di Kyūshū. È circondata verso ovest dal mar Cinese Orientale e verso est dall'Oceano Pacifico. Con una superficie di 712,35 kmq è la seconda isola per estensione dell'arcipelago Ryūkyū e la settima di tutto il Giappone. I rilievi più alti sono ad ovest il Monte Yuwan, con i suoi 694 m s.l.m., ed il monte Yui, alto 484 m. Insieme alle altre isole del gruppo, Amami Ōshima è inserita nel parco quasi nazionale Amami Guntō, inaugurato nel 1974.  

Il fascino di Amami Ōshima è dato principalmente dai suoi paesaggi naturali verdissimi e selvaggi, sospinti dalla brezza del mare.

La sua foresta vergine copre il 95% della superficie dell’isola ed è attraversata da una vasta rete di sentieri escursionistici che permettono di osservare specie vegetali e animali autoctone, tra cui la famosa lepre nera Amamino-kurousagi che popola questi luoghi.

Ma Amami Ōshima offre anche qualcosa di unico: la seconda foresta di mangrovie più grande in Giappone dopo quella dell’isola Iriomote a Okinawa. Le mangrovie si concentrano vicino alla costa centro-orientale dell’isola, e i turisti possono scoprire questo gioiello in kayak.  

Oltre alla bellezza della natura, Amami Ōshima ha alle spalle una lunga e affascinante storia che ha lasciato in eredità tradizioni e una gastronomia unica. Come le vicine isole di Okinawa, anche Amami Ōshima faceva un tempo parte del Regno delle Ryukyu e questo la rende un mondo culturale a parte, per certi versi lontano dal Giappone che siamo abituati a conoscere. 

Isola di Tokunoshima

L'isola di Tokunoshima, la seconda delle isole Amami, si trova a metà strada tra Amami Ōshima e Okinoerabujima. Nonostante la sua distanza dalla terraferma, l'isola fa ancora parte della Prefettura di Kagoshima. 

Il territorio dell'isola è suddiviso in tre municipalità:
- Cittadina di Tokunoshima, nella parte orientale dell'isola
- Cittadina di Amagi, nella parte occidentale
- Cittadina di Isen, nella parte meridionale

Le cittadine, assieme ad altre municipalità delle Amami, formano il distretto di Ōshima. Il distretto a sua volta forma, con la città di Amami, la Sottoprefettura di Ōshima, che comprende tutti i territori delle Amami e cade sotto la giurisdizione della Prefettura di Kagoshima.  

Tokunoshima è isolata dalle altre Amami e si trova a metà strada tra le isole di Amami Ōshima e Okinoerabujima, dalle quali dista diverse decine di chilometri. Nel centro dell'isola si trova il Monte Inokawa (645 m) ed a nord il monte Amagi (533 m), coperti da foreste di laurisilva. I rilievi lasciano posto ad un'area coltivabile piuttosto estesa, la più grande delle Amami. Vi sono molte grotte, la più lunga delle quali misura 2.052 m e si trova nella zona di Isen.

L'isola ospita diverse specie rare endemiche dell'isola stessa o più in generale delle Ryūkyū. Solo a Tokunoshima e ad Amami Ōshima si trova il pentalagus furnessi, detto coniglio di Amami, che con i suoi 3.000/5.000 esemplari è considerato a rischio di estinzione. 

Endemico dell'isola è il tokudaia tokunoshimensis, detto ratto spinoso di Tokunoshima, un roditore della famiglia dei Muridi anch'esso a rischio di estinzione. Altro topo di Tokunoshima è il ratto arboricolo delle Ryukyu, che si trova anche nelle Okinawa e ad Amami Ōshima. 

L'echinotriton andersoni è una specie di salamandra tipica delle Amami, di Okinawa e di Taiwan. Anche la velenosa vipera Ovophis okinavensis ed il ragno heptathela kanenoi sono specie rare che si trovano nell'isola.

Fra le varie attrazioni vi è la possibiltà di fare snorkeling, immersioni e assistere a una forma di corrida conosciuta come togyu o sumo tra tori. Mentre l'idea della corrida evoca immagini di matodor spagnoli e avversari insanguinati, questo evento, più delicato, vede i tori impegnati in una breve lotta per il dominio. Il togyu viene praticato sull'isola da oltre 500 anni.

Tokunoshima vanta una bellissima costa corallina e le spiagge dell'isola non hanno rivali. Le spiagge dell'isola sono splendide, tra cui quella di Aze Prince e le grotte della spiaggia di Innojofuta. 

A nord dell'isola si trova la spiaggia di Mushiroze, un ottimo punto dove pescare costituito da lastre di pietra piatte.

Isola di Okinawa

L’isola di Okinawa si trova nelle Ryukyu, arcipelago che prende anche il nome dalla sua isola principale, Okinawa, sgranato come una collana tra Oceano Pacifico e Mar Cinese Orientale, più vicino a Taiwan che a Tokyo: 160 isole, solo 49 abitate, che disegnano un Giappone unico, incontaminato e, soprattutto, tropicale. Alla stessa latitudine della Florida, ne condivide la bellezza dei paesaggi, fatti di acque cristalline, spiagge candide ombreggiate da palme e mangrovie, foresta primaria. Con una superba barriera corallina, tra le più belle al mondo. E un clima formidabile: gli inverni sono miti e la temperatura media del mare è di 25 gradi.

Questo grande arcipelago, chiamato spesso anche col suo antico nome “Arcipelago delle isole Ryukyu”, ospita località turistiche con splendide spiagge di sabbia bianca e bellissimi resort sul mare.

Da un punto di vista geografico, le isole dell’arcipelago sono in buona parte ricoperte da fitte foreste. Il clima subtropicale permette ad una grandissima varietà di piante di crescere ad Okinawa, dal tipico pino giapponese al ciliegio sakura, fino ad arrivare addirittura agli ananas (il “frutto simbolo” della prefettura). La posizione estremamente isolata rende inoltre queste isole habitat naturali perfetti per specie rarissime di animali come uccelli, serpenti e scimmie. Fra questi vanno senza dubbio ricordati il picchio di Okinawa e la volpe volante di Bonin, una rara specie di pipistrello.

Okinawa faceva un tempo parte del Regno delle Ryukyu, nato nel XV secolo e diventato presto vassallo della Cina.

Nel 1609, le armate giapponesi del clan Shimazu, che controllava i territori dell’odierna prefettura di Kagoshima, invasero Ryukyu, tuttavia la sovranità del regno fu rispettata per non innescare un conflitto con la Cina, che continuò quindi ad imporre i propri tributi al regno.

Nel 1879 l’arcipelago fu annesso al Giappone, che approfittò dell’indebolimento della Cina in seguito alle guerre dell’oppio.

Il 1º aprile 1945 iniziò la sanguinosa battaglia di Okinawa, nel corso della quale perse la vita un quarto della popolazione civile.

Gli americani sconfissero i giapponesi e da quel momento l’isola, assieme ad altre dell’arcipelago Ryukyu, passò sotto il loro controllo, rimanendovi sino al 1972.

Nonostante la riconsegna delle isole al governo giapponese, le molte basi militari che gli americani hanno disseminato nell’arcipelago sono rimaste. Ne è nato di conseguenza un forte movimento di opposizione della popolazione giapponese locale contro la presenza militare e navale americana ad Okinawa.

Nel 2006 i governi giapponese ed americano hanno firmato un accordo per riorganizzare la presenza Usa, con lo scopo di ridurre proprio il personale americano impiegato nell’isola, ma ad oggi nella pratica non si sono ottenuti grandi risultati, a causa di alcuni interventi contrari attuati dallo stesso governo nipponico.

Okinawa ha tre parchi nazionali e nove centri abitati che hanno acquisito lo status di città.

Statisticamente, la popolazione dell’isola di Okinawa è la più longeva del mondo, seguita a ruota dai sardi.

Alcuni medici ritengono che ciò sia dovuto all’interazione di una dieta sana e limitata (ciotola di riso, pesce crudo, vegetali, frutta e tofu), allo stile di vita rilassato e a un basso livello di inquinamento, oltre alle favorevoli caratteristiche genetiche degli abitanti.

L’arte più famosa esportata da Okinawa è quella del karate, nato nell’arcipelago come sintesi tra il kung fu cinese e le tradizionali arti marziali di Okinawa, di cui ne esistono diversi stili, tra i quali lo Shotokan e lo Shorin-Ryu.

Il karate ebbe un notevole impulso nella zona dopo la proibizione di portare armi, imposta dal governo di Tokyo nel XIX secolo, dopo l’occupazione delle Riukiu.

Per rimanere in tema, di Okinawa era originario Miyagi, il maestro di karate interpretato dall’attore scomparso Pat Morita, protagonista di 4 film della famosa saga di Karate Kid.

Inoltre l’isola è rinomata per la varietà del suo artigianato, comprendente tessuti, ceramiche, vetro, lacca e strumenti musicali tradizionali, nonché per la produzione di legname e per diverse attività legate alla pesca.

Okinawa conserva infine i resti di molti castelli tipici della sua tradizione, chiamati gusuku, che secondo alcuni sono stati il modello a cui si sono ispirati per la costruzione dei tipici castelli giapponesi.

Isola di Iriomote

Iriomote è la più grande delle Isole Yaeyama e la seconda per estensione tra quelle appartenenti alla Prefettura di Okinawa, dopo l'Isola di Okinawa stessa.

Nonostante abbia un'estensione di 289 km², la popolazione totale dell'isola è inferiore ai 2000 abitanti e le infrastrutture sono limitate ad una singola strada costiera che collega i villaggi del nord alle coste orientali. Sull'isola non è presente nessuna pista d'atterraggio, e la maggior parte dei visitatori - più di 150.000 nel 2003 - arrivano da Ishigaki col traghetto. Dal punto di vista amministrativo l'isola appartiene alla Città di Taketomi, della Prefettura di Okinawa, in Giappone.

Fino alla fine della seconda guerra mondiale, Iriomote era quasi completamente disabitata, dato che era infestata dalla malaria, e veniva utilizzata soprattutto per la coltivazione del riso. Inoltre, durante la guerra, degli abitanti di Ishigaki furono costretti a rifugiarsi su Iriomote e alcuni di questi contrassero la malaria.

Dopo la guerra, le Forze Armate USA in Giappone sradicarono completamente la malaria dall'isola. Oltre che sul turismo, l'economia dell'isola si basa sulla produzione agricola, soprattutto di ananas, e sulla pesca.

La maggior parte dell'isola è ricoperta da una fitta giungla subtropicale e da paludi di mangrovie. L'80% dell'isola è protetto ed il 34,3% costituisce il Parco nazionale di Iriomote-Ishigaki. La vetta più elevata è il Monte Komi, alto 470 metri.

La flora e la fauna sono ricche e varie. Il Granchio del cocco che vive sull'Isola è davvero impressionante: si tratta del più grande crostaceo terrestre, in grado di raggiungere un metro di larghezza per 17 chili. Il Granchio può arrampicarsi sugli alberi e rompere una noce di cocco con le sue chele. Il gatto di Iriomote, scoperto durante il XX secolo, è un felino che vive esclusivamente sull'isola e assomiglia a un incrocio tra un gatto e un leopardo. É molto raro e pauroso: sono presenti sull'isola circa cento esemplari e avvistarne uno rappresenta un colpo di fortuna.  

La sabbia presente nelle spiagge, a prima vista sembrerebbe identica in ogni luogo, ma se la analizziamo più da vicino, possiamo renderci conto che a volte presenta delle caratteristiche tali da sorprenderci.

È il caso ad esempio di una spiaggia del Giappone, i cui granelli di sabbia, hanno una forma davvero unica e originale, che ricorda molto quella di una stella.

Stiamo parlando della spiaggia della piccola baia di Hoshizuna, nell’isola di Iriomote, la più grande delle Isole Yaeyama e la seconda per estensione tra quelle appartenenti alla Prefettura di Okinawa, dopo l’Isola di Okinawa stessa.

Nonostante abbia un’estensione di 289 kmq, la popolazione totale dell’isola è inferiore ai 2000 abitanti e le infrastrutture sono limitate ad una singola strada costiera che collega i villaggi del nord alle coste orientali.

Sull’isola non è presente nessuna pista d’atterraggio e la maggior parte dei visitatori, arrivano ogni anno da tutto il mondo, generalmente utilizzando il traghetto dall’isola di Ishigaki, soltanto per la particolarità della sua spiaggia.

Oltre ad Iriomote, è possibile ammirare questo fenomeno anche nella spiaggia della cittadina di Taketomi, sempre nella prefettura di Okinawa, dove vi sono sistemati appositi cartelli, che segnalano la presenza di queste stelle microscopiche.

I giapponesi l’hanno chiamata “Hoshizuna no Hama" (sabbia a forma di stella) ed hanno addirittura creato delle leggende che spiegherebbero la sua origine.

La tradizione vuole infatti, che la spiaggia, sia il risultato dell’incontro fra la Stella Polare e la Croce del Sud e cioè gli antipodi del firmamento.

Da un punto di vista naturale, la sabbia in questione, è considerata speciale, perché oltre al quarzo tipico, contiene anche milioni di esoscheletri di Foraminifera Baculogypsina Sphaerulata, cioè protozoi marini, dalle dimensioni di qualche millimetro.

L’organismo vive attaccato alle alghe e quando muore, il suo particolare guscio a stella, viene trasportato dalle onde, fino a che approda sulla spiaggia, mescolandosi all’arenile.

Tale processo, svoltosi durante i secoli, dunque sarebbe alla base dell’aspetto insolito di questa sabbia.