Parco nazionale del Nanda Devi
Parco nazionale della Valle dei fiori
India

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1988 - 2005

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Per gli indiani il Nanda Devi è, prima che la seconda montagna più alta del Paese, la manifestazione sulla Terra della dea Parvati, consorte di Shiva. Gli Hindu della regione himalayana del Gharwal venerano questa montagna imponente sin dal XII secolo e, per loro, violarne la cima equivale a commettere un terribile sacrilegio. 

Per i più pragmatici sudditi di Sua Maestà britannica, invece, il Nanda Devi, con i suoi 7817 metri di altitudine, ha rivestito l'importante ruolo di picco più elevato dell'impero, esercitando come tale un fascino particolare sugli esploratori. Sono stati numerosi, dalla fine dell'Ottocento, i tentativi di forzare una via per superare l'impervia corona di montagne - quasi tutte superiori ai 6000 metri di altitudine - che attornia il Nanda Devi lungo una circonferenza di circa 130 chilometri. Numerosi ma inutili: sembrava che la leggenda della sua inviolabilità avesse davvero origini divine. 

Passarono almeno quattro decenni dalla prima impresa perché gli inglesi Bill Tilman e Eric Shipton trovassero, attraverso la strettissima gola del fiume Rishi Ganga, una strada per giungere alla base della montagna. Era il 1934, e due anni dopo lo stesso Tilman, questa volta accompagnato da Noél Odell, riuscì ad arrivare in cima. 

Così Tilman e Odell passarono alla storia per aver toccato l'altitudine maggiore mai raggiunta fino a quei tempi, primato che mantennero fino al 1950, quando fu violata la più maestosa vetta dell'Annapurna, in Nepal. Da quella prima impresa sono state numerose le spedizioni sul Nanda Devi. Tanto che il governo indiano, preoccupato per l'impatto ambientale dell'uomo sull'area, ha istituito nel 1982 il Nanda Devi National Park, ponendo così fine all'uso indiscriminato della montagna come palestra per sport estremi. 

Con un'estensione di 63.033 ettari , l'area protetta è considerata uno dei più spettacolari e selvaggi ambienti dell'intera catena dell'Himalaya. Il parco comprende tutto il vasto bacino glaciale del Rishi Ganga, che si articola in una serie di creste orientate sull'asse nord-sud; alcune fra queste formano la già citata corona del Nanda Devi e comprendono il Dunagiri ( 7066 metri ), il Changbang ( 6864 metri ) e il Trisul ( 7120 metri ). 

La valle alta del Rishi, chiamata anche "Santuario Interno", racchiude quattro ghiacciai ed è separata dalla valle bassa - il cosiddetto "Santuario Esterno" - dalla gola vertiginosa che aveva dato tanto filo da torcere agli scalatori. Alle quote più alte il bacino del Rishi è coperto di neve per sei mesi l'anno, mentre nelle zone più basse la protezione offerta dalle montagna ha creato un microclima insolitamente umido per queste regioni, favorendo la crescita di una vegetazione piuttosto ricca e varia.

In prossimità della gola, un'area forestale di abeti (Abies pindrow) e rododendri (Rhododendron campanulatum) si spinge fino a 3350 metri di altitudine. Oltre questo limite una cintura di betulle introduce a comunità vegetative alpine a basso fusto: all'imbocco del Santuario interno predominano i ginepri, sostituiti più in alto da piante erbacee, muschi e licheni. La fauna del parco non è ancora stata studiata in modo sistematico. 

Sono numerosi gli uccelli e, tra i mammiferi, predominano gli ungulati. Si suppone l'esistenza di una folta comunità di buoi muschiati himalayani e di svariati esemplari di orso bruno, ma, soprattutto, sembra che il mitico leopardo delle nevi sia "molto comune", come affermano le popolazioni che vivono ai margini dell’area protetta. Per questo motivo nel 1987 il Nanda Devi National Park è stato incluso nel progetto governativo per la salvaguardia di questo animale.