Per gli indiani il Nanda Devi è,
prima che la seconda montagna più alta del Paese,
la manifestazione sulla Terra della dea Parvati,
consorte di Shiva. Gli Hindu della regione
himalayana del Gharwal venerano questa montagna
imponente sin dal XII secolo e, per loro, violarne
la cima equivale a commettere un terribile
sacrilegio.
Per i più pragmatici sudditi di Sua
Maestà britannica, invece, il Nanda Devi, con i
suoi
7817 metri
di altitudine, ha rivestito l'importante ruolo di
picco più elevato dell'impero, esercitando come
tale un fascino particolare sugli esploratori.
Sono stati numerosi, dalla fine dell'Ottocento, i
tentativi di forzare una via per superare
l'impervia corona di montagne - quasi tutte
superiori ai
6000 metri
di altitudine - che attornia il Nanda Devi lungo
una circonferenza di circa 130 chilometri.
Numerosi ma inutili: sembrava che la leggenda
della sua inviolabilità avesse davvero origini
divine.
Passarono almeno quattro decenni
dalla prima impresa perché gli inglesi Bill
Tilman e Eric Shipton trovassero, attraverso la
strettissima gola del fiume Rishi Ganga, una
strada per giungere alla base della montagna. Era
il 1934, e due anni dopo lo stesso Tilman, questa
volta accompagnato da Noél Odell, riuscì ad
arrivare in cima.
Così Tilman e Odell passarono alla
storia per aver toccato l'altitudine maggiore mai
raggiunta fino a quei tempi, primato che
mantennero fino al 1950, quando fu violata la più
maestosa vetta dell'Annapurna, in Nepal. Da quella
prima impresa sono state numerose le spedizioni
sul Nanda Devi. Tanto che il governo indiano,
preoccupato per l'impatto ambientale dell'uomo
sull'area, ha istituito nel 1982 il Nanda Devi
National Park, ponendo così fine all'uso
indiscriminato della montagna come palestra per
sport estremi.

Con un'estensione di
63.033 ettari
, l'area protetta è considerata uno dei più
spettacolari e selvaggi ambienti dell'intera
catena dell'Himalaya. Il parco comprende tutto il
vasto bacino glaciale del Rishi Ganga, che si
articola in una serie di creste orientate
sull'asse nord-sud; alcune fra queste formano la
già citata corona del Nanda Devi e comprendono il
Dunagiri (
7066 metri
), il Changbang (
6864 metri
) e il Trisul (
7120 metri
).
La valle alta del Rishi, chiamata
anche "Santuario Interno", racchiude
quattro ghiacciai ed è separata dalla valle bassa
- il cosiddetto "Santuario Esterno" -
dalla gola vertiginosa che aveva dato tanto filo
da torcere agli scalatori. Alle quote più alte il
bacino del Rishi è coperto di neve per sei mesi
l'anno, mentre nelle zone più basse la protezione
offerta dalle montagna ha creato un microclima
insolitamente umido per queste regioni, favorendo
la crescita di una vegetazione piuttosto ricca e
varia.
In prossimità della gola, un'area
forestale di abeti (Abies pindrow) e rododendri
(Rhododendron campanulatum) si spinge fino a
3350 metri
di altitudine. Oltre questo limite una cintura di
betulle introduce a comunità vegetative alpine a
basso fusto: all'imbocco del Santuario interno
predominano i ginepri, sostituiti più in alto da
piante erbacee, muschi e licheni. La fauna del
parco non è ancora stata studiata in modo
sistematico.
Sono numerosi gli uccelli e, tra i
mammiferi, predominano gli ungulati. Si suppone
l'esistenza di una folta comunità di buoi
muschiati himalayani e di svariati esemplari di
orso bruno, ma, soprattutto, sembra che il mitico
leopardo delle nevi sia "molto comune",
come affermano le popolazioni che vivono ai
margini dell’area protetta. Per questo motivo
nel 1987 il Nanda Devi National Park è stato
incluso nel progetto governativo per la
salvaguardia di questo animale.

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