Nel 1988 è stata fotografata l'orma
lasciata da un rinoceronte di Giava, animale che,
in Thailandia, si riteneva estinto da tempo. Di
recente sono stati avvistati 24 bufali d'acqua
selvatici, altre creature di cui localmente non si
sospettava l'esistenza, e un gruppo di 50 banteng,
grossi bovini che si pensava vivessero soltanto
sull'isola di Giava. E, assicurano gli scienziati,
ci saranno presto nuove e interessanti sorprese.
Benché
la Thailandia
, il Paese più sviluppato del Sud-Est asiatico,
stia sperimentando da alcuni anni una vertiginosa
crescita delle aree urbane e industriali, la
fascia di territorio confinante con lo Stato del
Myanmar è una delle aree meno esplorate e
studiate di questa parte del continente. Proprio
in questa regione dimenticata dal progresso, i
622.200 ettari
di superficie complessiva del Thung Yai Wildlife
Sanctuary e dell'adiacente Huai Kha Khaeng
Wildlife Sanctuary compongono l'area protetta più
estesa del Paese.
Benché,
come si è detto, i rilievi sulla fauna siano
soltanto a una fase preliminare, gli scienziati
sono concordi nel sostenere che i due santuari
rappresentino il punto di contatto tra le specie
sundaiche, indocinesi, indo-burmesi e
sino-himalayane e che, dal punto di vista
faunistico, offrano una delle principali
testimonianze viventi di come il Pleistocene abbia
avuto un impatto sulla distribuzione delle specie
asiatiche.
Si ritiene inoltre che le riserve di
Thung Yai e Huai Kha Khaeng siano abbastanza
estese da sopportare l'aumento di individui
appartenenti alle specie rare di grandi mammiferi,
come il già citato rinoceronte, la tigre, il
leopardo, l'elefante asiatico, il tapiro e il
gaur.
L'elenco degli animali comprende per
il momento 120 specie di mammiferi, 400 di
uccelli, 96 di rettili, 43 di anfibi e 113 di
pesci che vivono nei quattro fiumi dell'area - il
Mae Khlong, il Kwai Yai, il Mae Kasart e il Mae
Suriat - e nei numerosi torrenti che dividono il
territorio in strette vallate e pianure
alluvionali, contribuendo alla formazione di
piccoli laghi, pozze e zone acquitrinose. L'acqua
è anche responsabile della creazione di depositi
di sali minerali, usati come alimento da molte
specie animali.
La
vegetazione del Thung Yai ("Grande
Campo" in lingua thai) è caratterizzata
dalla presenza di piante erbacee, di foreste di
bambù e di arbusti decidui, principalmente
appartenenti alla famiglia delle dipterocarpacee.
Nel settore sud-occidentale della zona e nell'area
di Huai Kha Khaeng si riscontra invece una
maggiore biodiversità, rappresentata da almeno
quattro tipologie di foresta sempreverde,
variabili per composizione a seconda
dell'altitudine, compresa tra i
250 metri
e i
1811 metri
della cima più alta dell'area protetta, il Khao
Thai Par.
I Karen, etnia che abita il
territorio da più di 300 anni, hanno sviluppato
una considerevole conoscenza di questo ecosistema,
nozione che ha permesso loro di interagire con
l'ambiente senza danneggiarlo. Ciò nonostante,
all'indomani dell'istituzione del Thung Yai, i
Karen sono stati "invitati" ad
abbandonare la zona. Se però, da un lato, il
governo thailandese tratta gli indigeni come
abusivi, dall'altro il WWF ha avviato il Thung Yai
Ecology Project, che indica nella presenza dei
Karen un elemento fondamentale tanto per lo studio
di nuove specie, quanto per un futuro
coinvolgimento dei membri dell’etnia in
operazioni volte alla conservazione.
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