Le Montagne d'Oro dell'Altaj sono
un patrimonio
dell'umanità
dell'UNESCO situato
nella Russia asiatica,
ai confini
con
la Cina e
il Kazakistan,
che ricopre
un'area di
16.175 km².
L'Altaj russo fa parte di un sistema di montagne
asiatiche,
al quale
appartengono
anche
l'Altaj
della
Mongolia e
l'Altaj del
Gobi. In
totale sono
tre i
diversi
territori
che
rientrano
nel
patrimonio
mondiale
dell'umanità,
tutti
nella repubblica
russa
dell'Altaj:
la riserva
naturale
dell'Altaj e
una zona che
circonda
il lago
Teleckoe,
lungo circa
80 km,
la riserva
naturale di
Katun e la
zona
circostante
il monte
Belucha, e
l'altopiano
di
Ukok.
Dalla steppa fino alla vegetazione alpina, nella regione
dell'Altaj
si trovano
probabilmente
i paesaggi
più vari di
tutta
la Siberia
centrale. La
flora
infatti è
vastissima:
vi sono
oltre 2000
specie
identificate,
tra cui 212
specie
endemiche.
La fauna è
caratterizzata
dai tipici
animali
siberiani.
Vivono in queste zone più di 70 specie di mammiferi, 300
di uccelli,
11 di
rettili e
anfibi, e
oltre 20 di
pesci.
Alcuni
mammiferi
locali e
molti
uccelli sono
specie a
rischio,
come
l'aquila
reale,
l'aquila
imperiale e
il leopardo
delle nevi.

I monti
Altaj o monti
Altai sono
un complesso
sistema
montuoso
dell'Asia che
si estende
per circa 2000 km in
direzione
sud-est/nord-ovest
dal deserto
del Gobi al bassopiano
della
Siberia
occidentale,
attraverso Cina, Mongolia, Russia e Kazakistan.
Questa
frastagliata
catena
montuosa
deve il nome
al termine
turco-mongolo altan,
che
significa «dorato».
Il
sistema
viene
suddiviso in
tre zone
principali:
l'Altaj,
l'Altai
della
Mongolia e
l'Altaj del
Gobi. Un
monte
dell'Altaj,
il Belucha –
che culmina
a 4506 m –
è la vetta
più alta
della
catena. In
passato
queste
montagne
erano remote
e
scarsamente
popolate, ma
nel XX
secolo esse
si sono
aperte a un
estensivo
sfruttamento
minerario e
gli antichi
stili di
vita delle
popolazioni
locali sono
stati
rapidamente
trasformati.
Da
questa
catena
montuosa
prende il
nome la
speculata famiglia
linguistica delle lingue
altaiche.
L'Altaj
si estende
nella Repubblica
dell'Altaj della
Russia
asiatica,
nell'estremità
orientale
del
Kazakistan e
nell'estremità
settentrionale
della
regione
cinese dello Xinjiang.
Una cintura
di colline
pedemontane
settentrionali
separa gli
Altaj dal
bassopiano
della
Siberia
occidentale,
mentre a
nord-est gli
Altaj
confinano
con i monti
Saiani
Occidentali.
Dal Picco
Hùjtėn,
che culmina
a 4374 m nel
punto di
confine tra
Russia,
Mongolia e
Cina, si
dipartono:
l'Altaj
della
Mongolia,
che si
dirige verso
sud-est e
successivamente
verso est, i monti
Sajljugem (verso
nord-est) e
gli Altaj
meridionali (verso
ovest). Le
propaggini
occidentali
dell'Altaj
mongolo
costituiscono
parte del
confine tra
Mongolia e
Cina.
L'Altaj del
Gobi ha
inizio circa 500 km a
sud-ovest di Ulan
Bator, la
capitale
della
Mongolia, e
domina le
regioni
meridionali
del Paese,
svettando al
di sopra
delle
distese del
Gobi.

L'Altaj
si è
formato
durante il
grande
sollevamento
orogenetico
avvenuto tra
500 e 300
milioni di
anni fa ed
è stato
eroso, nel
corso delle
epoche
geologiche,
fino a
divenire un
penepiano
(un altopiano dolcemente
ondulato con
vette
generalmente
armoniose).
Iniziati
durante il Quaternario (gli
ultimi 2,6
milioni di
anni), nuovi
sollevamenti
crearono
magnifiche
vette di
considerevoli
dimensioni.
I terremoti sono
ancora
comuni nella
regione
lungo una faglia nella crosta
terrestre;
tra i
terremoti più
recenti
ricordiamo
quello
avvenuto nei
pressi del lago
Zajsan nel
1990. La
glaciazione
del
Quaternario
ha agito
come una
gigantesca
raspa sulle
montagne,
dando loro
contorni più
aspri, e
trasformando
le valli a
forma di V
in valli a
forma di U;
anche
l'erosione
dei fiumi è
stata
massiccia e
ha impresso
il proprio
segno sul
paesaggio.
Come
risultato di
queste
differenti
forze
geologiche,
le vette più
alte
dell'Altaj
odierno - in
particolare
i monti
del Katun, i Severo-Čujskij e
i Južno-Čujskij -
svettano a
più di 4000 m di
altitudine,
correndo
latitudinalmente
nelle zone
centrali e
meridionali
del settore
della catena
montuosa che
ricade entro
i confini
della Repubblica
dell'Altaj.
I Tabyn-Bogd-Ola,
i Mönh
Hayrhan Uul,
e altre
catene
occidentali
dell'Altaj
della
Mongolia
raggiungono
quote
leggermente
inferiori.
Le vette più
elevate sono
molto più
aspre e
rocciose
delle loro
equivalenti
alpine, ma
le catene e
i massicci
dell'Altaj
medio, a
nord e a
ovest,
presentano
creste di
circa 2500
m, i cui
contorni più
morbidi
tradiscono
le loro
origini a
partire da
antiche
superfici
levigate. Le
valli sono
comunque
frastagliate
e simili a
gole. Le
creste sono
separate da
cavità
strutturali
(tra le
quali
ricordiamo i
bacini di Čuja, Kuraj, Ujmon e
Kansk),
riempite da
depositi non
consolidati
che formano
paesaggi
tipici della
steppa. Qua
l'altitudine
è compresa
tra i 500 e
i 2000 m sul livello
del mare.
Le
dislocazioni
estreme
subite
dall'Altaj
nel corso
delle ere
geologiche
hanno
portato alla
formazione
di una gran
varietà di
tipi di
rocce, molti
dei quali
alterati da
attività
magmatiche e
vulcaniche.
Vi sono
grandi
accumuli di
sedimenti
non
consolidati,
geologicamente
giovani, in
numerose
depressioni
intermontane.
Le strutture
tettoniche
ospitano
giacimenti
commercialmente
sfruttabili
di ferro, di
alcuni
metalli non
ferrosi e
rari quali
mercurio,
oro,
manganese e
tungsteno, e
di marmo.

Remota e sconosciuta ai più, la repubblica dell'Altaj, ai
confini con
la Cina
e il
Kazakhstan,
è la
principale
fonte di
prodotti
agricoli
della grande
Russia. Sono
destinati
alla
coltivazione
-
soprattutto
di cereali -
circa sette
milioni di
ettari di
territorio,
ovvero il 27
per cento
del totale
dei terreni
agricoli
nella Russia
asiatica. Il
motivo del
primato sta
nella
fertilità
del suolo e
nell'abbondanza
d'acqua
proveniente
dalla vasta
catena
montuosa -
650
chilometri
di lunghezza
per 600 di
ampiezza -
che da il
nome alla
repubblica.
Le "Montagne d'Oro", come le chiamano qui, sono
considerate
così
preziose da
essere
protette da
leggi
ambientali
severissime,
che
consentono
l'accesso a
gran parte
del
territorio
solo agli
scienziati
per motivi
di studio.
Suddivisa
nella
Riserva
Naturale
dell'Altaisky
Zapovednik (966.000
ettari), in quella
del Katunsky
Zapovednik (392.800
ettari) e in
quella
dell'Altopiano
dell'Ukok (252.900
ettari), l'area
delle
Montagne
d'Oro
rappresenta
il punto più
alto del
bacino
idrologico
dell'Oceano
Artico e
racchiude il
corso
superiore
dell'Ob, il
principale
fiume della
Siberia
nonché uno
dei più
grandi del
mondo. Il
picco
maggiore, il
Belukha, è
alto 4506 metri
e la sua
parete nord,
la Akkemsky, è uno
spettacolare
strapiombo
verticale di
1000 metri
. Ma gran
parte delle
vette,
intervallate
da 1500
ghiacciai
che coprono
una
superficie
complessiva
di
91.000
ettari, sfiora i
4000 metri
di quota. Le
numerose
valli, ora
ripide e
profonde,
ora dolci e
aperte, sono
solcate da
ruscelli e
cascate e
ospitano
1274 laghi;
il più
grande fra
questi, il
limpidissimo
Teletskoe,
contiene
39
chilometri
cubici
d'acqua ed
è profondo
325 metri
.
Un paesaggio tanto vario sostenta una flora che conta oltre
2000 specie.
A bassa
quota
predomina la
steppa,
sostituita,
mano a mano
che si sale,
da foreste
di conifere
in cui
dominano
abeti e pini
siberiani,
da foreste
miste di
pioppi
tremuli,
betulle e da
macchie di
una specie
di ontano
che cresce
solo
nell'Altai.
A 1900 metri
di
altitudine
gli alberi
lasciano il
posto alla
tundra,
dapprima di
tipo alpino,
con piante
erbacee
delle specie
Carex
altaicus e
Festuca
krylovus,
poi di tipo
glaciale,
caratterizzata
da muschi e
licheni.
L'inaccessibilità
dei luoghi,
dovuta non
solo ai
divieti
ufficiali,
ma anche
all'accidentata
morfologia
del
territorio,
ha favorito
la
preservazione
di piante
alpine da
fiore - come
alcune
specie di
genziana -
che altrove
sono
estinte.

Sull'Altaj
si possono
distinguere
all'incirca
quattro
diverse zone
di vegetazione:
il
subdeserto
di montagna,
la steppa di
montagna, la
foresta di
montagna e
la regione
alpina. Il
primo, che
si rinviene
sulle
pendici
inferiori e
nelle
depressioni
dell'Altaj
della
Mongolia e
del Gobi,
riflette le
elevate
temperature
estive e le
scarse precipitazioni:
la flora,
piuttosto
scarsa,
comprende
piante
xerofile
(resistenti
alla siccità)
e alofile
(che
tollerano la salinità).
La
zona delle
steppe di
montagna si
spinge fino
a 600 m di
quota a nord
e a 2000 m di
quota a sud
e a est.
Prati e
steppe di
erbe miste
sono
caratterizzate
da zolle di
erba, specie
di piante
foraggere e
arbusti
tipici della
steppa. La
zona delle
foreste di
montagna è
per lo più
caratteristica
dell'Altaj
propriamente
detto; essa
ricopre
circa i
sette decimi
del
territorio,
per lo più
nelle
regioni
montuose
medie e
inferiori.
Le
foreste si
incontrano
fino a 2000 m di
quota, ma
possono
spingersi
fino a 2400 m sui
versanti più
aridi
dell'Altaj
centrale e
orientale.
Sono
costituite
soprattutto
da conifere - larici, abeti e pini (compreso
il pino
siberiano) -
ma vi sono
inoltre
vaste aree
ricoperte da
foreste
secondarie
di betulle e pioppi tremuli.
La fascia
forestale è
praticamente
inesistente
nell'Altaj
della
Mongolia e
del Gobi, ma
gruppetti
isolati di
conifere
crescono
nelle
vallate
fluviali.
La
vegetazione
alpina -
boscaglie
subalpine
che fanno
spazio prima
a prati
largamente
utilizzati
come pascoli
estivi e poi
a muschi e
rocce nude e
ghiaccio -
si rinviene
unicamente
sulle creste
più
elevate.

A godere dell'isolamento, tuttavia, è soprattutto la
fauna,
specialmente
nel caso di
un animale
ormai
considerato
mitico, ma
che nei
Monti Altaj
trova uno
degli ultimi
rifugi: il
leopardo
delle nevi. La sua presenza si è fortemente ridotta e si stima che ne
restino al
massimo 7000
esemplari.
Nonostante
il leopardo
delle nevi
sia stato
inserito
nella
"lista
rossa"
degli
animali in
via
d'estinzione,
esso
continua a
venire
cacciato
illegalmente
e la sua
folta
pelliccia
bianca e
grigia è
venduta a
caro
prezzo.
La classificazione zoologica del leopardo delle nevi,
chiamato
anche irbis,
è
controversa.
Prima era
considerato
appartenente
al genere
Panthera,
mentre oggi
costituisce
un genere a
sé stante.
Con una
lunghezza
corporea che
va dai 95 ai
130 cm.,
esse non è
del tutto
assimilabile
alla
sottofamiglia
dei
panterini
veri e
propri. La
sua coda
lunga quasi
quanto il
resto del
corpo funge
da
stabilizzatore
e permette
balzi fino a
15 m. Questa
capacità di
salto lo
rende senza
rivali fra i
cacciatori.
Le tigri,
una volta
presenti
nell'Altaj,
sono
scomparse da
molto
tempo.
Chi volesse vedere i timidi e solitari leopardi deve
armarsi di
molta
pazienza.
Anche la
nascita dei
piccoli
avviene di
nascosto:
dopo un
periodo di
gestazione
di circa 100
giorni, la
madre
nasconde i
cuccioli in
nicchie e
cavità
della
roccia,
finché essi
non
raggiungono
l'età di
due mesi e
non la
seguono nei
suoi
spostamenti.
Chi cerca un
irbis deve
seguire le
tracce delle
sue vittime:
mufloni,
stambecchi e
yak, animali
che come il
leopardo
fanno delle
fredde
altitudini
tra i 1800 e
i 6000 metri
il proprio
ambiente
d'elezione.
Le Montagne d'Oro sono popolate da una sessantina di specie
di
mammiferi,
totale che
comprende la
gazzella
della
Mongolia, lo
scoiattolo
artico, il
pica alpino
e lo
zibellino,
da 300
specie di
uccelli - 13
dei quali a
rischio di
estinzione
-, da 11 di
rettili e da
una ventina
di varietà
di pesci.

Per quanto non esistano insediamenti umani neppure ai
margini
dell'area
protetta e
benché
l'intera
popolazione
della
repubblica
dell'Altaj
ammonti ad
appena
200.000 unità,
le montagne,
sorprendentemente,
sono ricche
di
testimonianze
archeologiche.
Nella sola Riserva Naturale di Ukok si conta un centinaio
di tumuli,
eretti
intorno al V
secolo a.C.
dal popolo
Pazyryk per
custodire le
spoglie dei
capi
tribali:
questi
sepolcri
hanno
restituito
decine di
magnifici
manufatti
d'oro che
oggi
occupano una
sala del
celebre
Museo
dell'Hermitage,
a San
Pietroburgo.
Lo
studio
scientifico
dei monti
Altaij
risale
solamente al XVIII
secolo, ma
prese
slancio dopo
la corsa
all'oro del
1828.
Geologi e
geografi
russi
raccolsero
per primi
una gran
massa di
dati.
Durante
l'epoca
sovietica,
studi
cooperativi
del
territorio e
delle sue
risorse
vennero
intrapresi
dall'Accademia
delle
Scienze
dell'URSS e
dalla sua
controparte
mongola,
assieme a
università,
servizi
meteorologici
e uffici di
progettazione
di entrambi
i paesi. Con
il crollo
dell'Unione
Sovietica,
la Mongolia
nei primi anni
novanta,
scienziati
occidentali
hanno
intrapreso
una serie di
progetti di
ricerca
sulla
geologia, la geomorfologia e
la storia
naturale
della
regione.
Tutte queste
attività
hanno
portato alla
realizzazione
di mappe
topografiche
e geologiche
dettagliate,
alla
scoperta di
nuovi ricchi
giacimenti
minerari, e
a una
migliore
comprensione
dei modelli
climatici
che
interessano
le risorse
idriche e le
zone di
pascolo.
Sull'Altaj
è stata
inoltre
istituita
una vasta
riserva
naturale.
Nel
2008 nella grotta
di Denisova,
fino ad
allora nota
per gli
aspetti
naturalistici,
è stato
ritrovato il
fossile di
un ominide,
studiato e
classificato
come
appartenente
alla nuova specie Homo
di Denisova;
si è
trattato di
una
rilevante
scoperta
scientifica
che ha
aperto
l'area, e la
regione
circostante,
alla ricerca archeologica e paleontologica.