Parco nazionale Doñana
Spagna
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1994 - 2005

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Il parco nazionale di Doñana, noto anche come Coto de Doñana, è un'area naturale protetta della Spagna sud-occidentale.

Si tratta di uno degli spazi naturali più importanti del continente europeo. È un’importantissima area di svernamento, transito e nidificazione per numerose specie di uccelli. Allo stesso tempo, è una delle ultime roccaforti di specie faunistiche a rischio di estinzione, come l'aquila imperiale o la lince iberica. Tra le caratteristiche che rendono Doñana uno spazio unico, possiamo citare il suo clima mediterraneo con influenza atlantica, la sua posizione geografica a cavallo tra due continenti, la sua grande produttività, la sua inaccessibilità e la grande varietà di ambienti che contiene.

Il Parco Nazionale di Doñana si estende su una superficie di 54.251 ha nei territori dei Comuni di Almonte e Hinojos (Huelva), e di Aznalcázar e La Puebla del Río, nella provincia di Siviglia. Nel suo territorio è ricompreso un mosaico di ecosistemi di grande valore ecologico: maremme, dune mobili, riserve o sabbie stabilizzate, pinete, spiagge e uno spazio ecotonale o di transizione tra le sabbie e l’argilla denominato “La Vera”.

Fu, si dice, una delusione d'amore a spingere Ana de Silva y Mendoza, duchessa di Medina Sidonia, a isolarsi nella spoglia residenza che sorge nel delta del Guadalquivìr, dove i reali di Castilla avevano stabilito una riserva di caccia. Fatto è, comunque, che da allora gli abitanti dei vicini villaggi di pescatori fecero riferimento alla zona come alla foresta di Dona Ana: o, più semplicemente, Dofiana. Molti secoli più tardi, nel 1969, il governo spagnolo ha istituito il Parque Nacionàl de Coto Donana, 35.000 ettari di superficie che corrispondono, in pratica, proprio a quello che fu il delta del "grande fiume", il Wada-i-Kebir dei Mori, l'odierno Guadalquivìr. 

Delta singolare, peraltro, tanto che alcuni preferiscono definirlo "estuario" perché un solo braccio fluviale sbocca nell'Oceano Atlantico, a nord di Sanlùcar de Barrameda. Gli altri sono stati progressivamente bloccati dall'imponente barriera sabbiosa, modellata dai venti oceanici in una complessa formazione di alte dune, che si spinge dalla bocca del Rio Tinto, presso Palos, fino alla sponda opposta di Sanlùcar. Oltre quella barriera si estendono le marismas, le paludi che fanno di Donana un'area unica in Europa. 

Attualmente le Arenas Gordas, le "sabbie grasse" che delimitano gli acquitrini di Donana, si estendono da nord a sud per circa 70 chilometri, tagliate dalla foce del fiume nel punto più meridionale, mentre le marismas coprono nell'insieme un'area di 1150 chilometri quadrati. 

Il complesso ecosistema di dune costiere, acquitrini e pozze d'acqua dolce ospita una vegetazione tipicamente mediterranea, che comprende erica, lentischio, rosmarino e lavanda; oltre quest'area si estendono foreste di querce da sughero. Per 12 mesi all'anno il Parque Nacionàl de Coto Doniana è il rifugio d'elezione di oltre 300 specie di uccelli, alcune delle quali sono stanziali, mentre altre migrano dall'Europa settentrionale durante l'inverno e altre ancora arrivano dall'Africa per passare qui l'estate.  

Solo alcuni ettari delle migliaia che formano la maremma del delta del Guadalquivir, a sud di Siviglia, appartengono al Parco di Donana, quelli che costeggiano la sua riva destra. La maremma mostra in ogni stagione dell'anno un aspetto diverso: durante il mese di agosto si presenta completamente secca e arida, con il suolo argilloso frammentato da crepe. 

All'inizio dell'autunno, all'arrivo delle prime piogge, le pozze si riempiono e la terra ritorna fango mescolato alla paglia secca della vegetazione palustre. 

In inverno la maremma si inonda (alcuni anni di più, altri di meno), per trasformarsi, a primavera, in un tappeto verde sul quale appaiono, disseminate a perdita d'occhio, le macchie azzurre delle ultime pozze d'acqua. Proprio queste pozze, vere piccole lagune, essendo le ultime a seccare e le prime a raccogliere l'acqua, acquistano grande importanza per la sopravvivenza delle specie animali nei mesi in cui le acque scendono di livello o scompaiono del tutto.

Anche le diverse lagune che si trovano all'interno sono veri rifugi faunistici: infatti offrono ambienti ideali per gli uccelli migratori e stanziali, con cibo in abbondanza e ottime possibilità di nidificazione in ogni stagione. Su questa fascia pianeggiante, ricoperta di sabbie che assumono un aspetto ondulato, si trova il Parco Nazionale di Donana, caratterizzato da una folta vegetazione mediterranea in cui predominano i boschi di sughere e il cisto bianco.

Nelle sugherete, che un tempo occupavano tutta la regione, gli esemplari rimasti sono ormai pochi, raccolti ai margini della maremma. Si tratta per lo più di antichi relitti vegetali, all'ombra dei quali il sottobosco di felci raggiunge il suo massimo splendore all'inizio dell'estate. Alcune di queste sughere sono conosciute come le "uccelliere di Donana" poiché i loro rami offrono rifugio a vaste colonie di trampolieri, spatole e cicogne. Qua e là nella boscaglia sorgono macchie di pinete che, scendendo verso sud, si fanno più ampie e più ricche di sottobosco.

Accanto alla pineta costiera si estende un vasto sistema di dune mobili. La costa è continuamente esposta al forte vento di sudovest, ma le onde dell'Atlantico depositano costantemente nuova sabbia, che il vento battente sospinge all'interno disperdendola nella maremma determinando il continuo mutamento del paesaggio. 

Le dune di Donana, che raggiungono altezze superiori ai dieci metri e una lunghezza di vari chilometri, sono costituite da silice bianca finissima. In alcuni punti penetrano profondamente all'interno, fino a quando non sono contrastate dalla pineta e dal suo folto sottobosco.

Avanzando formano i famosi corrales, gruppi di pini circondati da dune. A poco a poco le sabbie finiscono col soffocare la vegetazione e seppellirla: terminata la loro opera di devastazione, lasciano sul terreno solo i caratteristici tronchi spezzati e mutilati. 

Presto queste aree torneranno alla vita, grazie ai semi di graminacee che, mescolati alla sabbia, si incaricheranno di fissare il terreno e prepararlo affinché si possa riformare una nuova pineta, che col tempo sarà nuovamente abbattuta dalle sabbie della costa.

Una fauna eccezionale - Due sono i mammiferi tipici della Penisola Iberica che vivono stabilmente nel Parco Nazionale. Si tratta di due predatori che in Spagna sono inclusi nella lista delle specie protette. Il primo è la linee pardina, animale simbolo di Donana, un felino un po' più piccolo della cugina europea, con il manto finemente maculato e con la testa ornata dai tipici ciuffi simili a pennelli che arrivano fino alla punta delle orecchie. La linee trova il suo habitat ottimale nella macchia, dove vivono i conigli selvatici che sono alla base della sua dieta. L'altro mammifero molto diffuso è la mangosta icneumone, chiamata in Spagna melón o meloncillo, l'unico rappresentante della famiglia delle mangoste in Europa. Anch'essa vive nella macchia e, come la linee, si nutre prevalentemente di conigli. 

Oltre alla linee e alla mangosta, tra i mammiferi si ricordano il cervo, che qui possiede corna di dimensioni ridotte rispetto a quelle degli altri cervi che vivono nella Penisola Iberica; il daino, che di solito preferisce gli spazi aperti in prossimità di lagune e maremme, e il cinghiale, che si può incontrare anche in tutti i biotopi del parco. Ma l'animale più importante, vero signore dei cieli azzurri di Donana, è l'aquila imperiale spagnola, un grande rapace caratterizzato da macchie bianche sulle piume del dorso, oggi a rischio di estinzione.

Tra gli uccelli spiccano poi i numerosi stormi di fenicotteri, che ogni anno puntualmente arrivano a soggiornare in questi terreni umidi, frequentando assiduamente le pozze della laguna. Un altro uccello degno di nota è il pollo sultano, non solo per il ridotto numero di esemplari, ma anche perché in Spagna si trova la più importante area di riproduzione europea di questa specie.

I volatili che popolano la maremma variano a seconda della stagione. Da luglio a settembre il paesaggio si trasforma in una steppa arida: compaiono le calandre e le ganghe. A metà settembre dalle lontane terre del Nord giungono a migliaia le oche selvatiche. Circa l'80% della popolazione di oche selvatiche dell'Europa occidentale si concentra nella maremma del Guadalquivir per svernare. Si calcola che la media annuale di oche svernanti oscilli intorno agli 80 000 esemplari. 

Insieme a esse arriva un gran numero di anatidi migratori che scelgono questa zona ricca di pozze d'acqua per tra­scorrere l'inverno: circa 170 000 alzavole, 120 000 marzaiole, 80 000 mestoloni e 20 000 codoni.

Palazzi e villaggi - L'origine del nome Donana si ricollega alla triste vicenda di Dona Ana Gomez de Mendoza y Silva, che sposò un duca di Medina-Sidonia, cui chiese espressamente di acqui­stare queste terre per ritirarsi in solitudine, sconvolta dalla vita scandalosa che conduceva sua madre, la principessa di Eboli. 

Il palazzo di Donna Anna fu edificato nel XVI secolo e ampliato nel 1624 in occasione della visita del re Filippo IV.

Nella pineta del Faro si trovano i due villaggi storici di Plancha e Faginado, formati da capanne risalenti al XIV secolo. Le abitazioni sono piccole costruzioni costituite da un unico locale; le pareti sono formate da un intreccio di giunchi, mentre i tetti hanno una struttura costituita di arbusti (sabina) e legnetti.  


  

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