Il parco
nazionale di Doñana, noto anche come Coto de Doñana, è un'area
naturale protetta della Spagna sud-occidentale.
Si tratta
di uno degli spazi naturali più importanti del continente europeo. È
un’importantissima area di svernamento, transito e nidificazione per
numerose specie di uccelli. Allo stesso tempo, è una delle ultime
roccaforti di specie faunistiche a rischio di estinzione, come l'aquila
imperiale o la lince iberica. Tra le caratteristiche che rendono Doñana
uno spazio unico, possiamo citare il suo clima mediterraneo con influenza
atlantica, la sua posizione geografica a cavallo tra due continenti, la
sua grande produttività, la sua inaccessibilità e la grande varietà di
ambienti che contiene.
Il Parco
Nazionale di Doñana si estende su una superficie di 54.251 ha nei
territori dei Comuni di Almonte e Hinojos (Huelva), e di Aznalcázar e La
Puebla del Río, nella provincia di Siviglia. Nel suo territorio è
ricompreso un mosaico di ecosistemi di grande valore ecologico: maremme,
dune mobili, riserve o sabbie stabilizzate, pinete, spiagge e uno spazio
ecotonale o di transizione tra le sabbie e l’argilla denominato “La
Vera”.
Fu,
si dice, una delusione d'amore a spingere Ana de Silva y Mendoza, duchessa
di Medina Sidonia, a isolarsi nella spoglia residenza che sorge nel delta
del Guadalquivìr, dove i reali di Castilla avevano stabilito una riserva
di caccia. Fatto è, comunque, che da allora gli abitanti dei vicini
villaggi di pescatori fecero riferimento alla zona come alla foresta di
Dona Ana: o, più semplicemente, Dofiana. Molti secoli più tardi, nel
1969, il governo spagnolo ha istituito il Parque Nacionàl de Coto Donana,
35.000 ettari di superficie che corrispondono, in pratica, proprio a
quello che fu il delta del "grande fiume", il Wada-i-Kebir dei
Mori, l'odierno Guadalquivìr.
Delta singolare, peraltro, tanto che alcuni
preferiscono definirlo "estuario" perché
un solo braccio fluviale sbocca nell'Oceano Atlantico, a nord di Sanlùcar
de Barrameda. Gli altri sono stati progressivamente bloccati
dall'imponente barriera sabbiosa, modellata dai venti oceanici in una
complessa formazione di alte dune, che si spinge dalla bocca del Rio
Tinto, presso Palos, fino alla sponda opposta di Sanlùcar. Oltre quella
barriera si estendono le marismas, le paludi che fanno di Donana un'area
unica in Europa.
Attualmente le Arenas Gordas, le "sabbie
grasse" che delimitano gli acquitrini di Donana, si estendono da nord
a sud per circa 70 chilometri, tagliate dalla foce del fiume nel punto più
meridionale, mentre le marismas coprono nell'insieme un'area di 1150
chilometri quadrati.
Il complesso ecosistema di dune costiere, acquitrini
e pozze d'acqua dolce ospita una vegetazione tipicamente mediterranea, che
comprende erica, lentischio, rosmarino e lavanda; oltre quest'area si
estendono foreste di querce da sughero. Per 12 mesi all'anno il Parque
Nacionàl de Coto Doniana è il rifugio d'elezione di oltre 300 specie di
uccelli, alcune delle quali sono stanziali, mentre altre migrano
dall'Europa settentrionale durante l'inverno e altre ancora arrivano
dall'Africa per passare qui l'estate.
Solo alcuni ettari delle migliaia che formano la maremma
del delta del Guadalquivir, a sud di Siviglia, appartengono al Parco di
Donana, quelli che costeggiano la sua riva destra. La maremma mostra in
ogni stagione dell'anno un aspetto diverso: durante il mese di agosto si
presenta completamente secca e arida, con il suolo argilloso frammentato
da crepe.
All'inizio dell'autunno, all'arrivo delle prime piogge, le
pozze si riempiono e la terra ritorna fango mescolato alla paglia secca
della vegetazione palustre.
In inverno la maremma si inonda (alcuni anni di più, altri
di meno), per trasformarsi, a primavera, in un tappeto verde sul quale
appaiono, disseminate a perdita d'occhio, le macchie azzurre delle ultime
pozze d'acqua. Proprio queste pozze, vere piccole lagune, essendo le
ultime a seccare e le prime a raccogliere l'acqua, acquistano grande
importanza per la sopravvivenza delle specie animali nei mesi in cui le
acque scendono di livello o scompaiono del tutto.
Anche le diverse lagune che si trovano all'interno sono
veri rifugi faunistici: infatti offrono ambienti ideali per gli uccelli
migratori e stanziali, con cibo in abbondanza e ottime possibilità di
nidificazione in ogni stagione. Su questa fascia pianeggiante, ricoperta
di sabbie che assumono un aspetto ondulato, si trova il Parco Nazionale di
Donana, caratterizzato da una folta vegetazione mediterranea in cui
predominano i boschi di sughere e il cisto bianco.
Nelle sugherete, che un tempo occupavano tutta la regione,
gli esemplari rimasti sono ormai pochi, raccolti ai margini della maremma.
Si tratta per lo più di antichi relitti vegetali, all'ombra dei quali il
sottobosco di felci raggiunge il suo massimo splendore all'inizio
dell'estate. Alcune di queste sughere sono conosciute come le
"uccelliere di Donana" poiché i loro rami offrono rifugio a
vaste colonie di trampolieri, spatole e cicogne. Qua e là nella boscaglia
sorgono macchie di pinete che, scendendo verso sud, si fanno più ampie e
più ricche di sottobosco.
Accanto alla pineta costiera si estende un vasto sistema di
dune mobili. La costa è continuamente esposta al forte vento di sudovest,
ma le onde dell'Atlantico depositano costantemente nuova sabbia, che il
vento battente sospinge all'interno disperdendola nella maremma
determinando il continuo mutamento del paesaggio.
Le dune di Donana, che
raggiungono altezze superiori ai dieci metri e una lunghezza di vari
chilometri, sono costituite da silice bianca finissima. In alcuni punti
penetrano profondamente all'interno, fino a quando non sono contrastate
dalla pineta e dal suo folto sottobosco.
Avanzando formano i famosi corrales, gruppi di pini
circondati da dune. A poco a poco le sabbie finiscono col soffocare la
vegetazione e seppellirla: terminata la loro opera di devastazione,
lasciano sul terreno solo i caratteristici tronchi spezzati e mutilati.
Presto queste aree torneranno alla vita, grazie ai semi di graminacee che,
mescolati alla sabbia, si incaricheranno di fissare il terreno e
prepararlo affinché si possa riformare una nuova pineta, che col tempo
sarà nuovamente abbattuta dalle sabbie della costa.
Una fauna eccezionale - Due sono i mammiferi tipici della Penisola Iberica
che vivono stabilmente nel Parco Nazionale. Si tratta di due predatori che
in Spagna sono inclusi nella lista delle specie protette. Il primo è la
linee pardina, animale simbolo di Donana, un felino un po' più piccolo
della cugina europea, con il manto finemente maculato e con la testa
ornata dai tipici ciuffi simili a pennelli che arrivano fino alla punta
delle orecchie. La linee trova il suo habitat ottimale nella macchia, dove
vivono i conigli selvatici che sono alla base della sua dieta. L'altro
mammifero molto diffuso è la mangosta icneumone, chiamata in Spagna melón
o meloncillo, l'unico rappresentante della famiglia delle mangoste in
Europa. Anch'essa vive nella macchia e, come la linee, si nutre
prevalentemente di conigli.
Oltre alla linee e alla mangosta, tra i
mammiferi si ricordano il cervo, che qui possiede corna di dimensioni
ridotte rispetto a quelle degli altri cervi che vivono nella Penisola
Iberica; il daino, che di solito preferisce gli spazi aperti in prossimità
di lagune e maremme, e il cinghiale, che si può incontrare anche in tutti
i biotopi del parco. Ma l'animale più importante, vero signore dei cieli
azzurri di Donana, è l'aquila imperiale spagnola, un grande rapace
caratterizzato da macchie bianche sulle piume del dorso, oggi a rischio di
estinzione.
Tra gli uccelli spiccano poi i numerosi stormi di
fenicotteri, che ogni anno puntualmente arrivano a soggiornare in questi
terreni umidi, frequentando assiduamente le pozze della laguna. Un altro
uccello degno di nota è il pollo sultano, non solo per il ridotto numero
di esemplari, ma anche perché in Spagna si trova la più importante area
di riproduzione europea di questa specie.
I
volatili che
popolano la maremma variano a seconda della stagione. Da luglio a
settembre il paesaggio si trasforma in una steppa arida: compaiono le
calandre e le ganghe. A metà settembre dalle lontane terre del Nord
giungono a migliaia le oche selvatiche. Circa l'80% della popolazione di
oche selvatiche dell'Europa occidentale si concentra nella maremma del
Guadalquivir per svernare. Si calcola che la media annuale di oche
svernanti oscilli intorno agli 80 000 esemplari.
Insieme a esse arriva un
gran numero di anatidi migratori che scelgono questa zona ricca di pozze
d'acqua per trascorrere l'inverno: circa 170 000 alzavole, 120 000
marzaiole, 80 000 mestoloni e 20 000 codoni.
Palazzi e villaggi - L'origine del nome Donana si ricollega alla triste
vicenda di Dona Ana Gomez de Mendoza y Silva, che sposò un duca di
Medina-Sidonia, cui chiese espressamente di acquistare queste terre per
ritirarsi in solitudine, sconvolta dalla vita scandalosa che conduceva sua
madre, la principessa di Eboli.
Il palazzo di Donna Anna fu edificato nel XVI
secolo e
ampliato nel 1624 in occasione della visita del re Filippo IV.
Nella pineta del Faro si trovano i due villaggi storici di
Plancha e Faginado, formati da capanne risalenti al XIV
secolo. Le
abitazioni sono piccole costruzioni costituite da un unico locale; le
pareti sono formate da un intreccio di giunchi, mentre i tetti hanno una
struttura costituita di arbusti (sabina) e legnetti.
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