Paraty e Ilha Grande
Brasile

patrimonio dell'umanità dal 2019

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Paraty è un comune che fa parte della mesoregione del Sul Fluminense e della microregione di Baía da Ilha Grande. E' il più meridionale dei comuni dello Stato di Rio de Janeiro. Di origini molto antiche, fu il porto principale dal quale i portoghesi esportavano l'oro in epoca coloniale. Posta tra due fiumi ed estesa fino all'oceano, ha un'altitudine di soli 5 metri. La città fu infatti progettata in base al flusso delle maree, in modo tale che molte strade si inondassero con l'alta marea, per poter facilitare i trasporti fino alla parte più interna della città.

Il nome viene dall'omonimo termine tupi che significa pesce bianco (riferendosi ad una specie di mugilidae che abbonda nella regione). Negli anni si trasformò da Para' ty in Paraty. Lo stesso termine tupi può essere tradotto con acqua di mare o fiume di mare.  

Anteriormente alla colonizzazione era una regione abitata dagli indigeni Guaianas, l'inizio del popolamento si data intorno alla prima metà del XVI secolo con il passaggio della spedizione di Martim Afonso de Sousa, già a conoscenza da svariati anni del cammino dei Guaianas che collegava le spiagge di Paraty al Vale do Pariba, passando per la catena della Serra do Mar. Il nucleo di popolazione iniziale fu nei pressi del fiume Perequê-Açu, la prima costruzione della quale si hanno notizie è una cappella intitolata a San Rocco. Nel 1636 Maria Jacome de Melo fece una donazione di terre nell'area tra il fiume e Patitiba per poter sistemare la popolazione in continuo aumento, a condizione che gli indigeni locali non fossero molestati e che fosse eretta una nuova chiesa in onore della Nostra Signora del Rimedio. Questo lotto corrisponde all'attuale centro storico.

A partire dal 1654 si registrarono varie ribellioni tra gli abitanti che portarono, anche ispirate dai fatti avvenuti nella vicina Angra dos Reis, al riconoscimento da parte di Alfonso VI di Portogallo di "Città della Nostra Signora del Rimedio di Paraty". Con la scoperta dell'oro nell'area del Minas Gerais, la cittadina guadagnò nuovo impulso, soprattutto quando nel 1702 il governatore decise che i mercanti potevano sì entrare dalla colonia di Rio de Janeiro, ma per portare i loro carichi sulle coste, dovevano passare per quello che fu soprannomito il "cammino dell'oro", il vecchio cammino indigeno che sbuca proprio a Paraty.

Nel 1710 fu proibito per un breve periodo il trasporto del metallo prezioso proprio in questo percorso, fu ristabilizzato e poi di nuovo abolito, causa la costruzione del Caminho Novo (collegava direttamente Rio con Minas Gerais) con conseguente diminuzione di movimento e di decrescita economica.

A partire dal XVII secolo si registrò un incremento nella coltivazione della canna da zucchero e la produzione di distillati, tanto era fiorente questa attività che il termine Paraty fu anche sinonimo di cachaça (distillato di canna da zucchero). Per poter raggirare la proibizione di traffico di schiavi, per volontà del Padre Reggente Diogo Antonio Feijò, lo sbarco degli africani fu fatto fare in Paraty: le strade per le quali circolava dapprima l'oro, furono riutilizzate per il trasporto della produzione caffearia. Ma con l'avvento della ferrovia Estrada de Ferro Central do Brasil passante per Barra do Piraì nel 1864, per Paraty cominciò un periodo di decadenza.

Solo nel 1954 la città ed il suo patrimonio furono riscoperti, con la riapertura della strada che collegava allo Stato di San Paolo, facendola fiorire come un polo di attrazione turistica. In questo modo nel 1958, le meraviglie storiche furono suggerite dall'Istituto nazionale del patrimonio storico e artistico. Il movimento turistico si intensificò con la riapertura della BR-101 che va da Rio de Janeiro a Santos nel 1973.

Oggi la città è il secondo polo turistico dello Stato di Rio de Janeiro ed il 17° di tutto il Paese. Paraty possiede circa 50 distretti e località. Il più popoloso è Parque de Mangueira con circa 7000 abitanti e Ilha de Cobras che ha circa 2000 abitanti.

Il lungo processo di paralisi che visse la città durante il XX secolo mantenne conservate le strutture coloniali del centro storico, facendo sì che diventasse una meta turistica. Per le strade fatte di pietre irregolari circolano a piedi turisti di tutto il mondo attratti dalla bellezza della tipica colonia brasiliana; le case storiche furono col tempo riqualificate come bed and breakfast, ristoranti, negozi di artigianato e musei. Le fanno da sfondo montagne ricoperte dalla verde foresta, è infatti circondata da parchi e riserve naturali. Nel suo mare cristallino ha più di 60 isole e 90 spiagge, buona parte di esse accessibili solo tramite barca o cammini sterrati. Altro aspetto di rilievo è la pratica di sport di avventura. Nei percorsi si può camminare anche per svariati giorni. Il giro tradizionale degli appassionati della camminata è la Travessia di Juatinga che costeggia l'omonima penisola in percorsi risalenti all'epoca degli schiavi e che passano per piccole comunità di pescatori che ospitano amabilmente i turisti. Le acque calme e tiepide della Bahia de Ilha Grande sono ideali per praticare canottaggio, vela e surf. Infine, Paraty raccoglie molti turisti grazie ai numerosi festival ed eventi annuali che offre annualmente la regione, ad esempio il Festival da Cachaça de Paraty e il festival internazionale della letteratura Flip.

La chiesa di Santa Rita da Cascia, eretta dalla Confraternita di Santa Rita dei Mulatti Affrancati, fu consacrata il 30 giugno 1722 con la dedicazione al Bambino Gesù, a Santa Rita e a Santa Quiteria.

Nel XVIII secolo, nella Colonia del Brasile, le chiese erano destinate a una determinata classe sociale, caratterizzata dal colore della pelle: bianchi, mulatti e negri. Anche a Paraty vigeva questa distinzione: la chiesa di Nostra Signora del Rosario e di San Benedetto era destinata ai negri, la chiesa di Nostra Signora dei Dolori era frequentata dall'élite bianca, alla chiesa matrice di Nostra Signora dei Rimedi andavano i bianchi della classi popolari; la presente chiesa di Santa Rita da Cascia fu costruita per i mulatti affrancati.

La chiesa ebbe funzioni di chiesa matrice, ancora nel XVIII secolo, in sostituzione della chiesa di Nostra Signora dei Rimedi, che si trovava allora in precario stato di conservazione ed era incapace di accogliere la crescente popolazione della città. Per questa ragione, la chiesa di Santa Rita da Cascia subì opere di restauro e ampliamento.

Dal 1952 l'edificio è sottoposto a tutela da parte dell'Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional. Dal 1967 al 1976 si svolsero campagne di restauro, e il complesso ospitò da allora il Museo di Arte Sacra di Paraty, aperto nel 1976.

La tradizionale festa di Santa Rita da Cascia è una manifestazione religiosa che ha luogo nella chiesa dalla sua fondazione, con processioni, messe, litanie, cantici e altre forme di devozione.

Il complesso è composto dalla chiesa, da una sala detta concistoro, dalla sacrestia, dal cimitero e da un cortile con giardino costruito in pietra e calce.

Nello stile gesuitico del periodo coloniale, la facciata possiede pilastri di pietra, con porte di legno lavorato, frontone curvilineo e opere in ferro nei tre balconcini della tribuna d'ingresso. Il campanile è dotato di un gallo segnavento di rame.

Sulla navata, sopra la porta d'ingresso ci è una tribuna, a cui si accede dalla scala del campanile. Nella parte opposta si trova il presbiterio, separato dalla navata da un arco trionfale posto fra due altari laterali.

È considerata una chiesa barocca, sebbene non presenti la decorazione elaborata tipica di questo stile.

Ilha Grande

L'Isola Grande si trova nel comune di Angra dos Reis nello stato di Rio de Janeiro. La principale località è Vila do Abraão, con circa 3.000 abitanti; la principale attività dell'isola è la pesca e più recentemente il turismo.  

Un’isola del tesoro, con ecosistema inalterato e un solo villaggio di stradine di ciottoli, un’arcadia tropicale di 190 chilometri quadrati che vanta lagune color topazio, scogliere a picco, cascate. Ma soprattutto un centinaio di spiagge di sabbia bianca e fine orlate dalla Mata Atlântica, foresta più antica di quella amazzonica. Per arrivarci si attraversa la Costa Verde, a sud di Rio, una sfilata di picchi rocciosi e vaste insenature, fiordi e piccoli arcipelaghi. Il viaggio dura meno di tre ore lungo la panoramica BR 101, la Rio-Santos, sospesa tra mare e montagne. Una deviazione porta invece a Paraty, gioiello coloniale protetto dall’Unesco. L’imbarco per Ilha Grande è ad Angra dos Reis, un glorioso passato per l’esportazione del caffè. A una decina di chilometri da Angra, ci si può fermare al Pestana Angra Beach, una trentina di bungalow ai piedi di un colle ricoperto da vegetazione tropicale.

Dal porto di Angra, in poco più di mezz’ora di catamarano si approda al molo di Abraão, capoluogo di Ilha Grande. Una sterrata, una sfilata di casette colorate e qualche bottega, nessun oltraggio di cemento. Sull’isola non ci sono auto, neppure strade, solo sentieri. I toni sabbia e ocra si alternano alle fiammate fucsia, arancio, viola dei fiori tropicali. Abraão è la tappa d’obbligo per salire a bordo delle imbarcazioni che salpano verso le varie spiagge. Basta una giornata per fare il giro dell’isola, fermandosi qua e là per un bagno e un picnic. Palme cariche di cocco e piscine naturali color smeraldo annunciano la Praia do Aventureiro, a nord, 500 metri di sabbia chiara, qualche barca di pescatori. A Lopes Mendes, invece, si può arrivare in barca, facendo poi una passeggiata di una ventina di minuti nella Mata Atlântica, o con un trekking di tre ore dal paese. È una cartolina tropicale Praia do Caxadaco, un tempo rifugio di pirati, mentre la baia di Aracatiba, perfetta per lo snorkeling, racchiude quattro spiagge. Si nuota tra le tartarughe alla Laguna Azzurra, mentre a Dois Rios sono visibili le rovine dell’ex penitenziario Cândido Mendes. 

Durante gran parte del XIX secolo l'isola ha ospitato un locale per mettere in quarantena coloro che, ammalati, provenivano dall'estero prima di andare a Rio de Janeiro e più tardi si trasformò in una colonia per gli ammalati di lebbra. Nel 1903 venne edificata la colonia penale Cândido Mendes in cui venivano reclusi i più pericolosi criminali del Brasile. Il penitenziario venne chiuso nel 1994 per consentire lo sviluppo turistico dell'isola.

Tra coloro che vennero messi in quarantena nell'Isola Grande vi furono nel 1896 i marinai dell'incrociatore italiano Lombardia che avendo raggiunto il 17 dicembre Rio de Janeiro, dove era in corso una epidemia di febbre gialla che stava mietendo migliaia di vittime tra la popolazione, essendosi l’equipaggio della nave adoperato per soccorrere gli ammalati, contrassero anche loro il morbo, con ben 137 marinai che morirono per essere stati contagiati e tra loro il Comandante Olivari, che fu tra i primi a soccombere, vari ufficiali e sottufficiali e il medico di bordo Fermo Zannoni, noto per essere campione di scacchi. Coloro che sopravvissero al contagio vennero messi in quarantena nell'Isola Grande e durante la quarantena gli ammalati vennero assistiti dai Salesiani.  

La sua superficie si estende su un'area di 193 km² e le coste molto frastagliate si estendono per circa 130 km con 34 punte o piccole penisole, sette insenature e centosei spiagge.

L'isola è prevalentemente montuosa, e i suoi picchi maggiori sono il Pico da Pedra d'Agua con 1031 metri sul livello del mare seguito dal Pico do Papagaio, alto 982 metri. Gran parte della superficie dell'isola si trova all'interno delle aree naturali protette del Parque Estatal de Ilha Grande e del Parque Marino de Aventureiro.