Monte Emei e il Buddha gigante di Leshan
(Cina)

PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1996

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Il monte Emei, chiamato anche “Monte della grande luce”, si trova nella zona centro-meridionale della provincia del Sichuan, nella Cina occidentale, nella cintura di transizione fra il bacino del Sichuan e l’altopiano Qinghai-Tibet. La cima più alta è quella dei Diecimila Budda, di 3099 metri . Il monte è famoso in Cina e nel mondo per il paesaggio naturale e la sua tradizione buddista, con una perfetta combinazione di bel paesaggio e cultura storica, da cui l’appellativo di “più bello del mondo”. 

I suoi paesaggi sono molto vari, caratterizzati da colline ondulate, valli aperte, torrenti profondi e cime impervie. Tutta la zona è spesso coperta da fitte nubi frequentemente accompagnate da precipitazioni intense. Data la sua ubicazione al confine tra due regioni biogeografiche la flora è estremamente ricca: finora sono state censite più di 3200 specie, il 10% delle quali endemiche, oltre a 1000 piante medicinali che fanno del Monte Emei un importante centro per la medicina naturale.

La vegetazione occupa il 97% dell'area protetta, distribuita secondo cinque fasce di altitudine che vanno dalle foreste subtropicali con alberi a foglia perenne, situate nella parte più bassa, fino agli arbusti subalpini che si trovano oltre quota 2800 metri.  

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Anche se la fauna non è abbondante quanto la flora, l'area protetta offre rifugio ad alcune importanti specie di vertebrati a rischio di estinzione come il panda minore, il gatto di Temminck, il macaco del Tibet o la salamandra gigante della Cina.

Il Monte Emei, una delle quattro montagne sacre del Buddhismo in Cina, possiede inoltre resti archeologici che provano che la regione era abitata già diecimila anni fa.

La sua storia, perfettamente documentata per quanto riguarda gli ultimi 2000 anni, è contrassegnata dall'equilibrio tra l'inestimabile patrimonio culturale buddhista e una natura ricca e varia, con paesaggi di eccezionale bellezza.

L'importanza culturale della regione risiede nel fatto che il Buddhismo si affermò prima di tutto qui, per poi diffondersi in Cina e in tutto l'Estremo Oriente. Nel primo secolo dopo Cristo il Buddhismo, proveniente dall'India, penetrò in Cina attraverso la Via della Seta e approdò sul Monte Emei. In questa stessa epoca Pugong, un coltivatore di piante medicinali, costruì sulla Cima Dorata la Hall Puguang. Nel III secolo, quando la dottrina dominante sul monte era il Buddhismo Paxian, il monaco Huichi ricevette l'incarico di far edificare il tempio Puxian, l'attuale tempio Wannian, ai piedi della terrazza di Guanxinpo.

Verso la metà del VI secolo la Cina divenne il principale centro di diffusione del Buddhismo e la provincia di Sichuan, dove furono costruiti più di cento templi, fu la sede della scuola buddhista cinese di Chan. Tre secoli dopo, l'imperatore Song Zhao Kuangyin inviò in India una missione guidata dal maestro Jyke, che al suo ritorno ottenne l'autorizzazione a costruire diversi templi sul Monte Emei, con l'obiettivo di predicare e tradurre le scritture buddhiste indiane. Da allora, il monte è divenuto uno dei principali luoghi sacri del Buddhismo accumulando progressivamente, nel corso della sua storia, numerosi tesori culturali, tra i quali spicca il Grande Buddha. La costruzione di questa gigantesca statua fu intrapresa all'inizio dell'VIII secolo scolpendo direttamente il fianco della montagna, e fu condotta a termine solo novanta anni dopo.  

I cinesi lo chiamano Da Fo, "Grande Buddha". E il Buddha di Leshan, in realtà la statua rappresenta Maitreya, il suo discepolo che tornerà sulla Terra come una specie di messia - è davvero il più grande del mondo. Si erge solenne per 71 metri aggrappato alla roccia della collina di Lingyun, alla confluenza dei fiumi Minjiang, Dadu e Qingyi. La testa è lunga 14,7 metri e alta 10, i capelli sono acconciati a spirale in 1021 enormi riccioli di pietra; le orecchie -  con i lobi allungati, secondo l'iconografia tradizionale - sono lunghe 7 metri . E su un piede potrebbero comodamente trovare posto cento persone. Le ciclopiche dimensioni sono solo una parte del fascino della statua, che ha una storia tanto antica quanto bizzarra. 

Fu iniziata nel 713, durante il primo anno del regno dell'imperatore Xuanzong dei Tang, e completata nell'803, sotto Dazong, imperatore della stessa dinastia. Ma se furono i sovrani a finanziare l'opera, a volerla a ogni costo fu il saggio maestro Haitong, del monastero di Lingyun. Costui reputava che soltanto la protezione di un enorme Buddha avrebbe salvato la vita dei pescatori che navigavano su quei fiumi dall'ira di un drago che faceva affondare tutte le barche avviluppandole in gorghi mostruosi. Haitong, assediato dai predoni che anelavano al denaro destinato alla costruzione, venne accecato da uno di essi e morì prima di portare a compimento l'opera, terminata poi sotto la supervisione dei monaci Zang Chou e Wei Gao, i più fedeli tra i suoi discepoli. E così, miracolosamente, il drago cessò di chiedere il tributo di sangue alla gente della zona. In realtà, il materiale di scarto della costruzione, gettato alla confluenza dei fiumi, ne aveva modificato il letto, facendo sparire i gorghi. 

Il Buddha di Leshan è circondato da antichissime testimonianze di fede: su uno sperone roccioso che ne sovrasta il capo sorge un monastero, mentre la collina è punteggiata da 2400 immagini del Buddha che risalgono all'epoca della dinastia Han. I suoi occhi, inoltre, sono rivolti al monte Emei, una delle cinque montagne sacre della Cina, dal cui picco più elevato, a 3077 metri di altezza, si ammira un'alba straordinaria. 

La luce del Sole nascente che emerge dalla nebbia è, secondo la tradizione, un miracolo che si perpetua ogni giorno, permettendo ai pellegrini di scorgere l'alone sacro dell'aureola del Buddha. La montagna è ricoperta da una foresta millenaria, con alberi dalle forme pittoresche, riprodotti migliaia di volte sulla carta di riso dagli antichi artisti cinesi. Questo paesaggio incantevole è protetto già dal X secolo, quando il monastero di Wannian venne designato come custode dell'ambiente del monte Emei.  

Situato ai piedi della cima Guanxin, il tempio Wannian (Puxian), è il più importante del complesso del Monte Emei. Il suo nome attuale gli venne conferito nel 1600 dall'imperatore Ming Shenzong. Tra i suoi numerosi tesori spicca un Buddha Puxian di bronzo, alto 7,85 metri e del peso di 62 tonnellate, le cui parti furono fuse a Chengdu nel X secolo, e il Wliang Zhuandian, un eccezionale edificio con il soffitto a volta, costruito in mattoni nel XVI secolo, soprav­vissuto a numerosi terremoti, che riveste un'enorme importanza per lo studio dell'architettura e delle costruzioni dell'antica Cina.

Ai piedi della cima Niuxin si trova il padiglione Qingyin, formato da un insieme di ambienti, torri e piattaforme tra i quali si conservano alcuni elementi, addossati alla montagna, risalenti al VI secolo. Il tempio Baoguo, dell'inizio del XVII secolo, costruito ai piedi delle terrazze Songhuang, costituisce un eccezionale esempio dei templi-giardini presenti nella regione.

Alla base della cima Fuhu si trova poi il giardino Ligou, conosciuto anche come tempio Fuhu. Realizzato nel XII secolo, esso si armonizza pienamente con la lussureggiante vegetazione che lo circonda.

Un altro notevole esempio dell'equilibrio tra l'architettura e la natura è costituito dal monastero Qianfo, del IX secolo, che si eleva ai piedi della vetta Tianchi. È conosciuto anche con il nome di Terrazza Hongchum per gli antichissimi alberi hongchum che lo circondano.

Altri edifici singolari di questo eccezionale paesaggio panoramico sono il tempio Tiangiwang, costruito nei secoli XII e XIV addossato alla collina Feilai, che fu residenza dell'imperatore; lo stagno Xixiang o "bagno dell'elefante", un tempio del XV secolo situato in una posizione elevata sul fianco del picco Zuantian, e il tempio Huazang, costruito sulla Cima Dorata con il nome di Hall Puguang nel I secolo. Il suo attuale nome risale al 1614.  

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Realizzato sulla vetta Xiluo del monte Lingyun, da dove si diramano i fiumi Miujiang, Dadu e Qingyi, il Grande Buddha raggiunge i 71 metri d'altezza, di cui 59,96 metri costituiti dal solo corpo. Si tratta della statua di Buddha più grande del mondo, costruita in uno stile che risponde alla più pura tradizione della dinastia Tang, che regnò in Cina dal 618 al 907. 

L'autore di questa gigantesca è conosciuto: fu costruita infatti dall'inviato imperiale Wei Ben. Intorno a questo colosso, una serie di templi da vita a uno straordinario paesaggio culturale, dove ancora una volta do­mina l'armonia tra le costruzioni umane e la natura che le circonda. Così, sul picco Lingbao nel IX secolo venne edificata in mattoni la pagoda Lingbao o Lingyin; i suoi 38 metri d'altezza sono suddivisi su 13 piani.

Il primo tempio Lingyun, edificato nel VII secolo tra le cime Jifeng e Xiluan, è detto anche tempio Dao o Grande Buddha. Addossato alla collina, non è stato coinvolto dalle distruzioni dei secoli XIII e XVII; la sua attuale struttura risale all'inizio del dominio della dinastia Qing che governò questo grande paese dal 1644 fino al 1911.

Il raffinato tempio Wuyou si trova in un punto panoramico, sulla montagna che porta il suo stesso nome. Fu fondato nel VII secolo con il nome di tempio Zhengjue; la sua attuale denominazione risale all'epoca della dinastia Ming, che dominò la Cina dal 1368 al 1644. Ospita due importanti statue: il Buddha Dashi, in bronzo, del IX secolo, e il gruppo di statue di Amithabha, dell'XI secolo. Sul Monte Wuyou si può ancora osservare l'originale sistema di irrigazione costruito nel III secolo da Li Bing, il rappresentante imperiale della regione. La torre che si erge sulla cima Xiluan, dell'XI secolo, inizialmente denominata Zaijiu, fu ribattezzata con il nome di torre Dongpo all'inizio della dinastia Ming, in onore del grande poeta cinese autore di numerose poesie dedicate al monte Emei. Infine, in questo superbo paesaggio culturale si erge la rocca Mahao, dove si trovano più di cinquecento tombe risalenti all'epoca della dinastia Hau, tra il I e il IV secolo, famose per la bellezza e raffinatezza delle loro incisioni e delle iscrizioni.