Il monte Emei, chiamato anche “Monte della grande
luce”, si trova nella zona
centro-meridionale della provincia
del Sichuan, nella Cina
occidentale, nella cintura di
transizione fra il bacino del
Sichuan e l’altopiano
Qinghai-Tibet. La cima più alta
è quella dei Diecimila Budda, di
3099 metri
. Il monte è famoso in Cina e nel
mondo per il paesaggio naturale e
la sua tradizione buddista, con
una perfetta combinazione di bel
paesaggio e cultura storica, da
cui l’appellativo di “più
bello del mondo”.
I
suoi paesaggi sono molto vari,
caratterizzati da colline
ondulate, valli aperte, torrenti
profondi e cime impervie. Tutta la
zona è spesso coperta da fitte
nubi frequentemente accompagnate
da precipitazioni intense. Data la
sua ubicazione al confine tra due
regioni biogeografiche la flora è
estremamente ricca: finora sono
state censite più di 3200 specie,
il 10% delle quali endemiche,
oltre a 1000 piante medicinali che
fanno del Monte Emei un importante
centro per la medicina naturale.
La
vegetazione occupa il 97%
dell'area protetta, distribuita
secondo cinque fasce di altitudine
che vanno dalle foreste
subtropicali con alberi a foglia
perenne, situate nella parte più
bassa, fino agli arbusti subalpini
che si trovano oltre quota 2800
metri.
Anche
se la fauna non è abbondante
quanto la flora, l'area protetta
offre rifugio ad alcune importanti
specie di vertebrati a rischio di
estinzione come il panda minore,
il gatto di Temminck, il macaco
del Tibet o la salamandra gigante
della Cina.
Il
Monte Emei, una delle quattro montagne sacre del Buddhismo in Cina, possiede inoltre
resti archeologici che provano che
la regione era abitata già
diecimila anni fa.
La sua storia, perfettamente
documentata per quanto riguarda
gli ultimi 2000 anni, è
contrassegnata dall'equilibrio tra
l'inestimabile patrimonio
culturale buddhista e una natura
ricca e varia, con paesaggi di
eccezionale bellezza.
L'importanza culturale della regione
risiede nel fatto che il Buddhismo
si affermò prima di tutto qui,
per poi diffondersi in Cina e in
tutto l'Estremo Oriente. Nel primo
secolo dopo Cristo il Buddhismo,
proveniente dall'India, penetrò
in Cina attraverso la Via della
Seta e approdò sul Monte Emei. In
questa stessa epoca Pugong, un
coltivatore di piante medicinali,
costruì sulla Cima Dorata la Hall
Puguang. Nel III secolo, quando la
dottrina dominante sul monte era
il Buddhismo Paxian, il monaco
Huichi ricevette l'incarico di far
edificare il tempio Puxian,
l'attuale tempio Wannian, ai piedi
della terrazza di Guanxinpo.
Verso la metà del VI secolo la Cina
divenne il principale centro di
diffusione del Buddhismo e la
provincia di Sichuan, dove furono
costruiti più di cento templi, fu
la sede della scuola buddhista
cinese di Chan. Tre secoli dopo,
l'imperatore Song Zhao Kuangyin
inviò in India una missione
guidata dal maestro Jyke, che al
suo ritorno ottenne
l'autorizzazione a costruire
diversi templi sul Monte Emei, con
l'obiettivo di predicare e
tradurre le scritture buddhiste
indiane. Da allora, il monte è
divenuto uno dei principali luoghi
sacri del Buddhismo accumulando
progressivamente, nel corso della
sua storia, numerosi tesori
culturali, tra i quali spicca il
Grande Buddha. La costruzione di
questa gigantesca statua fu
intrapresa all'inizio dell'VIII
secolo scolpendo direttamente il
fianco della montagna, e fu
condotta a termine solo novanta
anni dopo.
I cinesi
lo chiamano Da Fo, "Grande
Buddha". E il Buddha di
Leshan, in realtà la statua
rappresenta Maitreya, il suo
discepolo che tornerà sulla Terra
come una specie di messia - è
davvero il più grande del mondo.
Si erge solenne per
71 metri
aggrappato alla roccia della
collina di Lingyun, alla
confluenza dei fiumi Minjiang,
Dadu e Qingyi. La testa è lunga
14,7 metri
e alta 10, i capelli sono
acconciati a spirale in 1021
enormi riccioli di pietra; le
orecchie - con
i lobi allungati, secondo
l'iconografia tradizionale - sono
lunghe
7 metri
. E su un piede potrebbero
comodamente trovare posto cento
persone. Le ciclopiche dimensioni
sono solo una parte del fascino
della statua, che ha una storia
tanto antica quanto bizzarra.
Fu iniziata nel 713, durante
il primo anno del regno
dell'imperatore Xuanzong dei Tang,
e completata nell'803, sotto
Dazong, imperatore della stessa
dinastia. Ma se furono i sovrani a
finanziare l'opera, a volerla a
ogni costo fu il saggio maestro
Haitong, del monastero di Lingyun.
Costui reputava che soltanto la
protezione di un enorme Buddha
avrebbe salvato la vita dei
pescatori che navigavano su quei
fiumi dall'ira di un drago che
faceva affondare tutte le barche
avviluppandole in gorghi
mostruosi. Haitong, assediato dai
predoni che anelavano al denaro
destinato alla costruzione, venne
accecato da uno di essi e morì
prima di portare a compimento
l'opera, terminata poi sotto la
supervisione dei monaci Zang Chou
e Wei Gao, i più fedeli tra i
suoi discepoli. E così,
miracolosamente, il drago cessò
di chiedere il tributo di sangue
alla gente della zona. In realtà, il materiale di
scarto della costruzione, gettato
alla confluenza dei fiumi, ne
aveva modificato il letto, facendo
sparire i gorghi.
Il Buddha di Leshan è
circondato da antichissime
testimonianze di fede: su uno
sperone roccioso che ne sovrasta
il capo sorge un monastero, mentre
la collina è punteggiata da 2400
immagini del Buddha che risalgono
all'epoca della dinastia Han. I
suoi occhi, inoltre, sono rivolti
al monte Emei, una delle cinque
montagne sacre della Cina, dal cui
picco più elevato, a
3077 metri
di altezza, si ammira un'alba
straordinaria.
La luce del Sole nascente che
emerge dalla nebbia è, secondo la
tradizione, un miracolo che si
perpetua ogni giorno, permettendo
ai pellegrini di scorgere l'alone
sacro dell'aureola del Buddha. La
montagna è ricoperta da una
foresta millenaria, con alberi
dalle forme pittoresche,
riprodotti migliaia di volte sulla
carta di riso dagli antichi
artisti cinesi. Questo paesaggio
incantevole è protetto già dal X
secolo, quando il monastero di
Wannian venne designato come
custode dell'ambiente del monte
Emei.
Situato ai piedi della cima Guanxin,
il tempio Wannian (Puxian), è il
più importante del complesso del
Monte Emei. Il suo nome attuale
gli venne conferito nel 1600
dall'imperatore Ming Shenzong. Tra
i suoi numerosi tesori spicca un
Buddha Puxian di bronzo, alto 7,85
metri e del peso di 62 tonnellate,
le cui parti furono fuse a Chengdu
nel X secolo, e il Wliang
Zhuandian, un eccezionale edificio
con il soffitto a volta, costruito
in mattoni nel XVI secolo, sopravvissuto
a numerosi terremoti, che riveste
un'enorme importanza per lo studio
dell'architettura e delle
costruzioni dell'antica Cina.
Ai piedi della cima Niuxin si trova
il padiglione Qingyin, formato da
un insieme di ambienti, torri e
piattaforme tra i quali si
conservano alcuni elementi,
addossati alla montagna, risalenti
al VI secolo. Il tempio Baoguo,
dell'inizio del XVII secolo,
costruito ai piedi delle terrazze
Songhuang, costituisce un
eccezionale esempio dei
templi-giardini presenti nella
regione.
Alla base della cima Fuhu si trova
poi il giardino Ligou, conosciuto
anche come tempio Fuhu. Realizzato
nel XII secolo, esso si armonizza
pienamente con la lussureggiante
vegetazione che lo circonda.
Un altro notevole esempio dell'equilibrio tra
l'architettura e la natura è
costituito dal monastero Qianfo,
del IX secolo, che si eleva ai
piedi della vetta Tianchi. È
conosciuto anche con il nome di
Terrazza Hongchum per gli
antichissimi alberi hongchum che
lo circondano.
Altri edifici singolari di questo
eccezionale paesaggio panoramico
sono il tempio Tiangiwang,
costruito nei secoli XII e XIV
addossato alla collina Feilai, che
fu residenza dell'imperatore; lo
stagno Xixiang o "bagno
dell'elefante", un tempio del
XV secolo situato in una posizione
elevata sul fianco del picco
Zuantian, e il tempio Huazang,
costruito sulla Cima Dorata con il
nome di Hall Puguang nel I secolo.
Il suo attuale nome risale al
1614.
Realizzato sulla vetta Xiluo del
monte Lingyun, da dove si diramano
i fiumi Miujiang, Dadu e Qingyi,
il Grande Buddha raggiunge i 71
metri d'altezza, di cui 59,96
metri costituiti dal solo corpo.
Si tratta della statua di Buddha
più grande del mondo, costruita
in uno stile che risponde alla più
pura tradizione della dinastia
Tang, che regnò in Cina dal 618
al 907.
L'autore di questa gigantesca è
conosciuto: fu costruita infatti
dall'inviato imperiale Wei Ben.
Intorno a questo colosso, una
serie di templi da vita a uno
straordinario paesaggio culturale,
dove ancora una volta domina
l'armonia tra le costruzioni umane
e la natura che le circonda. Così,
sul picco Lingbao nel IX secolo
venne edificata in mattoni la
pagoda Lingbao o Lingyin; i suoi
38 metri d'altezza sono suddivisi
su 13 piani.
Il primo tempio Lingyun, edificato
nel VII secolo tra le cime Jifeng
e Xiluan, è detto anche tempio
Dao o Grande Buddha. Addossato
alla collina, non è stato
coinvolto dalle distruzioni dei
secoli XIII e XVII; la sua attuale
struttura risale all'inizio del
dominio della dinastia Qing che
governò questo grande paese dal
1644 fino al 1911.
Il raffinato tempio Wuyou si trova in
un punto panoramico, sulla
montagna che porta il suo stesso
nome. Fu fondato nel VII secolo
con il nome di tempio Zhengjue; la
sua attuale denominazione risale
all'epoca della dinastia Ming, che
dominò la Cina dal 1368 al 1644.
Ospita due importanti statue: il
Buddha Dashi, in bronzo, del IX
secolo, e il gruppo di statue di
Amithabha, dell'XI secolo. Sul
Monte Wuyou si può ancora
osservare l'originale sistema di
irrigazione costruito nel III
secolo da Li Bing, il
rappresentante imperiale della
regione. La torre che si erge
sulla cima Xiluan, dell'XI secolo,
inizialmente denominata Zaijiu, fu
ribattezzata con il nome di torre
Dongpo all'inizio della dinastia
Ming, in onore del grande poeta
cinese autore di numerose poesie
dedicate al monte Emei. Infine, in
questo superbo paesaggio culturale
si erge la rocca Mahao, dove si
trovano più di cinquecento tombe
risalenti all'epoca della dinastia
Hau, tra il I e il IV secolo,
famose per la bellezza e
raffinatezza delle loro incisioni
e delle iscrizioni.