Il primo insediamento umano nella regione risale all'epoca
paleolitica, alla
fine dell'ultima
glaciazione, circa
9000 anni a.C. Si
trattava di
popolazioni nomadi
che vivevano della
raccolta e della
caccia, la cui
risorsa principale
erano le renne.
Gli attuali
abitanti, i
Lapponi, o Suomi,
si insediarono in
questa zona tra il
3500 e il 2000
a.C. Come i loro
predecessori, si
dedicarono alla
caccia e alla
pesca, e già
duemila anni prima
della nostra era
avevano
perfezionato
sistemi di
trappole per la
cattura delle
renne.
Nel XVII e XVIII secolo
l'addomesticamento
della renna si
affermò su grande
scala, per cui i
Lapponi
cominciarono a
praticare il
nomadismo basato
sull'allevamento
delle renne.
Dal
1942 nella
cittadina lappone
di Jokkmokk esiste
la Folkhògskola,
una scuola in cui
i giovani Sami,
oltre a studiare
le materie
previste dal
normale
ordinamento
scolastico
svedese,
frequentano
lezioni nella loro
lingua, imparano a
produrre oggetti
d'artigianato
tradizionale e,
soprattutto,
studiano la storia
dell'allevamento
delle renne -
pratica che è
alla base del loro
modo di vivere -
dalle origini a
oggi.
Attualmente i Suomi praticano una transumanza che li
conduce in
montagna d'estate
e nei fitti boschi
di conifere
d'inverno. In
estate la vita in
montagna si svolge
soprattutto nella
parte occidentale
del loro
territorio, presso
i grandi laghi. I gruppi
familiari occupano
piccole capanne
che hanno
sostituito i
caratteristici
goahte, le loro
abitazioni
tradizionali.
Nella
parte orientale
della regione non
esistono
accampamenti
estivi, per cui i
proprietari dei
branchi vivono in
piccoli villaggi
vicini, in quanto
nell'intera zona
dichiarata
Patrimonio
dell'Umanità non
vi sono
insediamenti umani
permanenti.
Oggi
circa 250 lapponi
continuano a
vivere in modo
tradizionale,
soprattutto
nell'area
occidentale,
trascorrendo
l'estate nell'area
protetta e
allevando oltre
30.000 renne. Il
loro diritto alla
terra, all'acqua,
alla pesca e alla
caccia è regolato
e tutelato per
legge. L'unico
aspetto per il
quale si
differenziano dai
loro antenati è
l'uso della
tecnologia per
l'allevamento
delle renne, come
per esempio
l'utilizzo di
piccoli velivoli e
motoslitte per
riunire i branchi
e distribuirli nei
pascoli.
La regione della Lapponia è una
delle ultime zone,
e indubbiamente la
più estesa e
meglio conservata,
dove viene ancora
praticata la
transumanza dei
grandi branchi di
ungulati. In
questa regione
spiccano le
magnifiche
montagne coperte
di neve di Sarek e
di Sulitelma,
punto di
riferimento
obbligato per la
geomorfologia
glaciale; i grandi
laghi alpini di
Padjelanta, la cui
incredibile
bellezza ha come
sfondo le montagne
che segnano il
confine tra Svezia
e Norvegia; la
grande valle di
Rapa e la dinamica
zona del delta,
circondata da
scoscesi dirupi.
La presenza di
zone a differente
altitudine in
questo insieme di
aree protette
permette la
presenza di
un'ampia gamma di
habitat (nella
maggior parte dei
casi poco alterati
dall'uomo) per una
grande varietà di
specie animali,
alcune delle quali
si trovano in
grave pericolo di
estinzione nel
resto del
continente.
Nonostante
la presenza di
circa 40.000
renne, la
pastorizia non ha
sensibili
ripercussioni
sullo stato di
equilibrio
ambientale: di
conseguenza il
territorio della
Lapponia svedese -
insieme a quello
norvegese e
finlandese, ovvero
la terra
denominata "Sàpmi"
- è una delle
ultime e più
vaste aree di
wilderness in
Europa. Questa
regione ospita,
tra l'altro, la
Riserva Naturale
di Sjaunja e il
delta della valle
di Rapa, racchiuso
nel Parco
Nazionale di
Sarek; si tratta
di due aree umide
che, secondo la
convenzione
Ramsar, rivestono
importanza
internazionale.
Di
notevole interesse
sono anche la
regione montuosa
compresa nel Parco
Nazionale di
Stora-Sjòfallet -
che vanta più di
200 cime di
altitudine
superiore ai 1800
metri e un
centinaio di
ghiacciai -e il
Parco Nazionale di
Padjelanta, una
tundra ricca di
rare specie
vegetali, in cui
si trova il
Virihaure, noto
come il lago più
bello di Svezia.
Infine, la foresta
di conifere del
Parco Nazionale di
Muddus ospita
esemplari di pini
vecchi 700 anni e
in estate abbonda
di mirtilli rossi
(Vaccinum vitis
idaea) e di more
artiche (Rubus
chamaemorus),
frutti dal colore
arancio che in
tutta la
Scandinavia
vengono usati per
la preparazione di
marmellate e di un
liquore.

Oltre alla presenza dei grandi
branchi di renne,
tra i mammiferi
spiccano numerose
alci, che a queste
latitudini trovano
le condizioni
ideali per il loro
sviluppo. Tra gli
animali da
pelliccia i più
presenti sono la
linee, la volpe
artica, la lontra,
la martora e il
ghiottone. Il lupo
si è estinto
nella zona già da
anni, mentre
l'orso bruno conta
numerosi
esemplari, che
sono stati
studiati a fondo a
partire dal 1984,
quando grazie
all'applicazione
di un radiocollare
è stato possibile
seguire gli
spostamenti e
individuare le
abitudini di un
primo maschio
adulto. Ma la
fauna non si
limita soltanto ai
grandi mammiferi.
Nella regione
della Lapponia
sono state infatti
individuate più
di 150 specie di
uccelli, tra cui
il gallo cedrone,
il cigno cantore,
l'oca granaiola,
il girifalco e
l'aquila di mare
dalla coda bianca.
LE
RENNE, GLI
ABITANTI DELLA
TUNDRA - La
renna è diffusa in tutti i territori subartici
dell'emisfero
settentrionale. La
varietà presente nell'America settentrionale si chiama
karibu. Le renne
hanno una
straordinaria
capacità
di resistenza al
freddo, ma -
quando la
temperatura
diventa troppo
rigida e il cibo
scarseggia in modo
preoccupante - le
mandrie, di solito
composte da
migliaia di
esemplari, migrano
verso sud.
Per
i sami la renna
rappresenta da
centinaia di anni
il principale
sostentamento,
come lo fu il
bisonte per gli
indiani
dell'America
settentrionale.
Oltre al latte e
alla carne, le
corna e le ossa
venivano
utilizzate per la
realizzazione di
utensili e monili,
mentre la
lavorazione della
pelle forniva il
cuoio. Da un punto
di vista
zoologico, la
renna è una varietà di cervo. Questi animali possono raggiungere
un'altezza al
garrese di circa
140 cm e un peso
di 300 kg. Si
tratta di una
particolare varietà di cervo, caratterizzata dal fatto che sia i
maschi sia le
femmine possiedono
i palchi, sebbene
quelli delle
femmine siano di
dimensioni
decisamente più piccole.
Le
mandrie dei sami
sono
semidomestiche,
essendo infatti
abituate
all'aspetto e alla
presenza umana, ma
vivono comunque in
libertà
e possono muoversi
senza costrizioni.
In determinati
periodi le mandrie
vengono
raggruppate, i
nuovi nati
marchiati e alcuni
esemplari
macellati. In
passato i sami
conducevano le
mandrie, seguendo
gli animali in
lunghe migrazioni
da nord verso sud,
talvolta per
migliaia di
chilometri. Oggi
invece le mandrie,
che sono
controllate
tramite
elicottero,
motoslitta o
fuoristrada,
vengono raggiunte
solo per la
marcatura o la
macellazione.
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