Area lappone
Svezia
 
PATRIMONIO DELL'UMANITÀ DAL 1996

  Video -   Video 2 -   Video 3

     

Il primo insediamento umano nella regione risale all'epoca paleolitica, alla fine dell'ultima glaciazione, circa 9000 anni a.C. Si trattava di popolazioni nomadi che vivevano della raccolta e della caccia, la cui risorsa principale erano le renne. Gli attuali abitanti, i Lapponi, o Suomi, si insediarono in questa zona tra il 3500 e il 2000 a.C. Come i loro predecessori, si dedicarono alla caccia e alla pesca, e già duemila anni prima della nostra era avevano perfezionato sistemi di trappole per la cattura delle renne. 

Nel XVII e XVIII secolo l'addomesticamento della renna si affermò su grande scala, per cui i Lapponi cominciarono a praticare il nomadismo basato sull'allevamento delle renne.  

Lapponia.jpg (330856 byte)Dal 1942 nella cittadina lappone di Jokkmokk esiste la Folkhògskola, una scuola in cui i giovani Sami, oltre a studiare le materie previste dal normale ordinamento scolastico svedese, frequentano lezioni nella loro lingua, imparano a produrre oggetti d'artigianato tradizionale e, soprattutto, studiano la storia dell'allevamento delle renne - pratica che è alla base del loro modo di vivere - dalle origini a oggi.

Attualmente i Suomi praticano una transumanza che li conduce in montagna d'estate e nei fitti boschi di conifere d'inverno. In estate la vita in montagna si svolge soprattutto nella parte occidentale del loro territorio, presso i grandi laghi. I gruppi familiari occupano piccole capanne che hanno sostituito i caratteristici goahte, le loro abitazioni tradizionali. 

Nella parte orientale della regione non esistono accampamenti estivi, per cui i proprietari dei branchi vivono in piccoli villaggi vicini, in quanto nell'intera zona dichiarata Patrimonio dell'Umanità non vi sono insediamenti umani permanenti. 

Oggi circa 250 lapponi continuano a vivere in modo tradizionale, soprattutto nell'area occidentale, trascorrendo l'estate nell'area protetta e allevando oltre 30.000 renne. Il loro diritto alla terra, all'acqua, alla pesca e alla caccia è regolato e tutelato per legge. L'unico aspetto per il quale si differenziano dai loro antenati è l'uso della tecnologia per l'allevamento delle renne, come per esempio l'utilizzo di piccoli velivoli e motoslitte per riunire i branchi e distribuirli nei pascoli.  

La regione della Lapponia è una delle ultime zone, e indubbiamente la più estesa e meglio conservata, dove viene ancora praticata la transumanza dei grandi branchi di ungulati. In questa regione spiccano le magnifiche montagne coperte di neve di Sarek e di Sulitelma, punto di riferimento obbligato per la geomorfologia glaciale; i grandi laghi alpini di Padjelanta, la cui incredibile bellezza ha come sfondo le montagne che segnano il confine tra Svezia e Norvegia; la grande valle di Rapa e la dinamica zona del delta, circondata da scoscesi dirupi. La presenza di zone a differente altitudine in questo insieme di aree protette permette la presenza di un'ampia gamma di habitat (nella maggior parte dei casi poco alterati dall'uomo) per una grande varietà di specie animali, alcune delle quali si trovano in grave pericolo di estinzione nel resto del continente.  

Nonostante la presenza di circa 40.000 renne, la pastorizia non ha sensibili ripercussioni sullo stato di equilibrio ambientale: di conseguenza il territorio della Lapponia svedese - insieme a quello norvegese e finlandese, ovvero la terra denominata "Sàpmi" - è una delle ultime e più vaste aree di wilderness in Europa. Questa regione ospita, tra l'altro, la Riserva Naturale di Sjaunja e il delta della valle di Rapa, racchiuso nel Parco Nazionale di Sarek; si tratta di due aree umide che, secondo la convenzione Ramsar, rivestono importanza internazionale.

Di notevole interesse sono anche la regione montuosa compresa nel Parco Nazionale di Stora-Sjòfallet - che vanta più di 200 cime di altitudine superiore ai 1800 metri e un centinaio di ghiacciai -e il Parco Nazionale di Padjelanta, una tundra ricca di rare specie vegetali, in cui si trova il Virihaure, noto come il lago più bello di Svezia. Infine, la foresta di conifere del Parco Nazionale di Muddus ospita esemplari di pini vecchi 700 anni e in estate abbonda di mirtilli rossi (Vaccinum vitis idaea) e di more artiche (Rubus chamaemorus), frutti dal colore arancio che in tutta la Scandinavia vengono usati per la preparazione di marmellate e di un liquore. 

Oltre alla presenza dei grandi branchi di renne, tra i mammiferi spiccano numerose alci, che a queste latitudini trovano le condizioni ideali per il loro sviluppo. Tra gli animali da pelliccia i più presenti sono la linee, la volpe artica, la lontra, la martora e il ghiottone. Il lupo si è estinto nella zona già da anni, mentre l'orso bruno conta numerosi esemplari, che sono stati studiati a fondo a partire dal 1984, quando grazie all'applicazione di un radiocollare è stato possibile seguire gli spostamenti e individuare le abitudini di un primo maschio adulto. Ma la fauna non si limita soltanto ai grandi mammiferi. Nella regione della Lapponia sono state infatti individuate più di 150 specie di uccelli, tra cui il gallo cedrone, il cigno cantore, l'oca granaiola, il girifalco e l'aquila di mare dalla coda bianca.  

LE RENNE, GLI ABITANTI DELLA TUNDRA - La renna è diffusa in tutti i territori subartici dell'emisfero settentrionale. La varietà presente nell'America settentrionale si chiama karibu. Le renne hanno una straordinaria capacità di resistenza al freddo, ma - quando la temperatura diventa troppo rigida e il cibo scarseggia in modo preoccupante - le mandrie, di solito composte da migliaia di esemplari, migrano verso sud.

Per i sami la renna rappresenta da centinaia di anni il principale sostentamento, come lo fu il bisonte per gli indiani dell'America settentrionale. Oltre al latte e alla carne, le corna e le ossa venivano utilizzate per la realizzazione di utensili e monili, mentre la lavorazione della pelle forniva il cuoio. Da un punto di vista zoologico, la renna è una varietà di cervo. Questi animali possono raggiungere un'altezza al garrese di circa 140 cm e un peso di 300 kg. Si tratta di una particolare varietà di cervo, caratterizzata dal fatto che sia i maschi sia le femmine possiedono i palchi, sebbene quelli delle femmine siano di dimensioni decisamente più piccole.

Le mandrie dei sami sono semidomestiche, essendo infatti abituate all'aspetto e alla presenza umana, ma vivono comunque in libertà e possono muoversi senza costrizioni. In determinati periodi le mandrie vengono raggruppate, i nuovi nati marchiati e alcuni esemplari macellati. In passato i sami conducevano le mandrie, seguendo gli animali in lunghe migrazioni da nord verso sud, talvolta per migliaia di chilometri. Oggi invece le mandrie, che sono controllate tramite elicottero, motoslitta o fuoristrada, vengono raggiunte solo per la marcatura o la macellazione.