Arnad
è un comune che
comprende zone
pianeggianti,
zone di collina,
dove si trovano
i vigneti e zone
di montagna.
Da
Arnad, in epoca
romana, passava
la via
delle Gallie, strada
romana consolare fatta
costruire da Augusto per
collegare la Pianura
Padana con
la Gallia.
Durante
l'epoca
fascista, il
comune fu
accorpato a
quello di Castel
Verres.
Chiesa
parrocchiale
dedicata a San
Martino di Tours
La chiesa
di San Martino ad Arnad costituisce
una interessante
testimonianza di architettura
romanica in valle
d'Aosta risalente
ai secoli XI e XII,
nonché delle
trasformazioni quattrocentesche avvenute
nel contesto
culturale
dominato dalla
figura di Giorgio
di Challant.
Per
scoprire le
origini della
chiesa occorre
risalire
verosimilmente
al IX
secolo quando
essa venne
edificata nella
piana di
Arnad-Le-Vieux
come cappella
del monastero
ivi eretto dai benedettini di Fruttuaria. Di
tale periodo
rimangono tracce
nelle fondazioni
murarie e
nell'abside centrale.
Nel
corso dell'XI
secolo una
delle periodiche
inondazioni
distrusse la parrocchiale dedicata
a Saint-Germain
di Auxerre situata
più a valle. Fu
allora deciso di
trasformare la
cappella del
monastero nella
nuova
parrocchiale del
borgo. L'antico
edificio fu
quasi
interamente
ricostruito ed
ingrandito, ed
assunse una struttura
basilicale a
tre navate che
ha poi
conservato nel
tempo. Le
strutture
murarie della
chiesa romanica
realizzate tra i
secolo XI e XII
sono quasi
interamente in
pietra: furono
impiegati
infatti
essenzialmente
ciottoli di
fiume e conci di tufo.
La
copertura della
chiesa era
probabilmente
assicurata da un
tetto a capriate sulla
navata centrale
e da volti
a botte su
quelle laterali. È
verosimile, per
comparazione con
moltissime altre
basiliche
romaniche, che
sotto la zona
absidale fosse
presente una cripta.
La
chiesa era
dotata di un campanile di
cui sono rimaste
oggi le murature
romaniche che
arrivano fino al
livello delle
prime monofore (il
resto è il
risultato di
interventi
successivi).
Nel 1181 i
benedettini
lasciarono la
Valle d'Aosta
cedendo la
chiesa al priore
di Saint-Gilles a Verrès.
Interventi
sulla chiesa
vennero
effettuati
all'inizio del XV
secolo per
rimediare ai
danni di
un'altra
alluvione
eccezionale che
aveva
danneggiato il
tetto e parti
della torre
campanaria.
Trasformazioni
più importanti
avvennero negli
ultimi decenni
del
Quattrocento, ai
tempi del grande
fervore di
rinnovamento
culturale ed
artistico
valdostano
condizionato da Giorgio
di Challant.
In
quegli anni -
come avvenne
anche nella cattedrale
aostana e
nella collegiata
di Sant'Orso -
si creò al di
sotto del tetto
una copertura
con volte a
crociera segnate
da pronunciati costoloni.
Sulla facciata fu
rifatto il portale d'ingresso
adottando una
elegante
decorazione in
tufo (oggi
ancora visibile)
che forma un
arco a stemma
rovesciato
culminante in
motivo formato
da due tronchi
d'albero
intrecciati.
Tale intreccio
intendeva
verosimilmente
simboleggiare
l'unione di due
casate: esso
sarebbe stato
realizzato in
omaggio al
matrimonio tra
una baronessa
dei Vallaise,
antichi signori
di Arnad, ed un
conte dei Challant di Issogne,
nipote di
Giorgio di
Challant, priore
della collegiata
di Sant'Orso.
Molti
interventi
ulteriori hanno
avuto luogo nel Seicento.
Proprio
all'inizio del
secolo il
campanile fu
ristrutturato ed
irrobustito per
poi innalzare la guglia ottagonale
con la quale
esso culmina.
Gli
interventi
seicenteschi più
radicali
modificarono
profondamente
l'aspetto
esterno ed
interno della
chiesa. Furono
demolite le
ultime due campate verso
l'altare, l'arco
trionfale ed il
catino
dell'abside
centrale per far
posto, sopra il
presbiterio, ad
un alto tiburio con cupola ottagonale.
Sulla facciata
davanti al
portale
d'ingresso fu
costruito un
portichetto con colonne in
pietra e volta a
spicchi che
nascondeva le
decorazioni del
portale stesso.
Vennero
abbattute le
absidiole e
sfondate le
pareti laterali
per far posto
alle due grandi
cappelle
laterali con tamburo e
cupola, aventi
altezza
superiore a
quella delle
navatelle
laterali,
realizzando in
tal modo le
sembianze di un transetto.
Tali cappelle
(tuttora
esistenti)
furono
realizzate,
rispettivamente,
quella di
sinistra dai
Baroni di
Vallaise, e
quella di destra
dalla
Confraternita
del Rosario.
Anche la
decorazione
interna fu
profondamente
rimaneggiata con
l'impiego di
stucchi ed
arredi di gusto
tipicamente barocco,
secondo il gusto
artistico del
tempo.
Gli
interventi di
restauro
eseguiti negli
anni 1949-52 -
resi necessari
per porre
rimedio alle
precarie
condizioni
statiche della
chiesa
attraverso un
consolidamento
delle fondazioni
ed altri
interventi
strutturali -
hanno mirato
anche, sul piano
estetico, a
restituire alla
chiesa la sua
fisionomia
romanica e tardo
gotica.
Furono dunque
riedificate le
absidi laterali
(pur conservando
le due cappelle
costruite tra
XVII e XVIII
secolo);
si provvide ad
abbattere il
tiburio
innalzato
sull'abside ed a
ricostruire le
volte a crociera
delle due ultime
campate verso
l'altare, si
rimosse il
porticato in
facciata ed
altro ancora.
Vennero
anche soppresse
in gran parte le
decorazioni e
gli stucchi
interni (già
ripetutamente
rimaneggiati nel
corso del
tempo), si
eliminò l'intonaco che
copriva le
pareti dentro e
fuori dalla
chiesa. In
questo progetto
di ritorno
all'antico solo
le (modeste)
decorazioni
delle due
cappelle
laterali sono
state tenute in
vita.
Gli
affreschi
- Uno
degli elementi
di maggiore
interesse della
chiesa è
costituito dal
superstite ciclo
di affreschi antichi.
Gli
affreschi meglio
conservati
(normalmente non
visitabili per
ragioni di
sicurezza) si
trovano nello
spazio tra il
tetto e le volte
della navata di
sinistra: vi si
riconoscono
raffigurazioni
di San
Giorgio e il
drago, del Banchetto
di Erode,
poi le figure
degli Apostoli,
una Crocifissione,
un San
Maurizio a
cavallo e
la scena del Martirio
di Santo Stefano.
Altri
dipinti dello
stesso anonimo
frescante,
convenzionalmente
denominato
"Maestro di
Arnad" si
trovano
all'esterno
della chiesa,
sulla parete
destra; essi
occupavano
l'intero spazio
tra la facciata
e la porta
laterale, ma
solo alcuni sono
ancora
relativamente
leggibili. Vi si
riconoscono una Messa
di San Gregorio e, ai lati della porta, le due grandi figure di San Cristoforo e
di San
Pietro.
Il
linguaggio
pittorico del
"Maestro di
Arnad" si
connota per una
evidente
persistenza di
modelli tardo
gotici, ed in
particolare per
un marcato
espressionismo
dei tratti. Lo
stesso
linguaggio è
rinvenibile
negli affreschi
osservabili
sulla facciata
della cappella
dei Santi
Fabiano,
Sebastiano e
Solutore a
Fleuran di
Issogne che sono
databili 1428.
In un intorno
degli stessi
anni si
collocano quindi
anche affreschi
di Arnad.
Altri
affreschi
antichi sono
rinvenibili
nella navata
destra, nei
pressi della
porta laterale
(si tratta delle
scene ormai
quasi
illeggibili del Martirio
di Sant'Agata e
del Martirio
di San Lorenzo)
e nell'infradosso di
un'arcata
(figura di Sant'Antonio
abate),
opere di
frescati più
tardi del
"Maestro di
Arnad" e
diversi tra
loro.
Organo
a canne -
Su
una cantoria lignea
in
controfacciata
è collocato l'organo a canne, costruito nel 2004 dalla
ditta Brondino
Vegezzi Bossi di Centallo.
Lo
strumento, a
trasmissione
mista (meccanica
per la consolle
in tribuna,
elettrica per
quella in navata),
ha due tastiere di
58 tasti e una pedaliera piana
parallela di 30
note.
Il
museo
parrocchiale
- La
chiesa conserva
al proprio
interno, in
alcune vetrine
poste vicino al
grande altare
ligneo in stile
barocco della
cappella di
destra, una
collezione di statue lignee, bassorilievi, reliquari,
lavori d'oreficeria, paramenti
sacri,
libri liturgici ed
altri oggetti di
arte sacra.
Particolarmente
meritevoli di
attenzione sono
un crocefisso
risalente alla
seconda metà
del XIII
secolo e
due bassorilievi
(provenienti da
un flügelaltar di
manifattura
tedesca)
rappresentanti
un San
Rocco ed
un San
Sebastiano,
attribuiti alla
bottega dello
scultore Michael
Parth (attivo
nella seconda
meta del XVI
secolo).
Santuario
di
Notre-Dame-des-Neiges
Il santuario
di
Notre-Dame-des-Neiges
sorge in località
Machaby a 696 m
s.l.m. e fa
parte degli
antichi santuari
valdostani posti
in località
isolate e meta
di processioni
devozionali.
In
un vallone
profondo e fitto
di castagni,
abbandonata la
carrozzabile che
parte da Arnad,
una strada
sterrata,
l'antica
mulattiera Pavià
du Bioley,
conduce al
suggestivo
santuario
dedicato alla Madonna
delle Nevi posto
a mezza costa,
prima di
arrivare al
villaggio di
Machaby e al forte recentemente
ristrutturato.
All'inizio
del sentiero un
cartello di
informazione per
i turisti ci
fornisce le
seguenti
notizie:
«Si
sa per certo che
il santuario
esisteva già
nel 1503,
ma era di
dimensioni molto
ridotte rispetto
a quelle
attuali. Nel 1687 l’edificio
fu ricostruito
mantenendo
intatto il
vecchio presbiterio;
nel 1689 vennero
aggiunte le navate laterali
e la sacrestia.
L'architrave
della porta
d'ingresso è
datato 1687 ed
il portico 1735;
il campanile fu
costruito nel 1723.
Il
presbiterio
presenta una
volta a cupola
affrescato dai
pittori Artari e
sorretta da
tamburo
ottagonale.
L'edificio è a
tre navate
suddivise da
colonne in
pietra e da due
pilastri in
prossimità
dell'altare
maggiore. Le
pareti interne
sono ricoperte
da ex
voto,
tra cui un gran
numero di
stampelle.
L'altare
maggiore, con
quattro colonne
lisce a base
tortile e
architrave ad
arco spezzato,
risale al XVII
secolo. Nella
nicchia centrale
era posta la
statua in legno
scolpito e
dipinto della
Madonna, ora
conservata nella
chiesa
parrocchiale di
Arnad. Nelle
navate laterali
si trovano due
altari databili
al XVIII
secolo.
Degno
di nota è il pulpito in
pietra sorretto
da colonnine,
forse del XVII
secolo. In un
corpo separato,
dietro il
santuario, sono
affrescati,
all'interno
delle nicchie, i Misteri
del Rosario.
Nel piazzale
antistante vi
sono una croce
in pietra e le
statue litiche
di San
Grato e di San
Girolamo. In
prossimità del
sagrato si
trovano due
grandi edifici
costruiti nel XIX
secolo per
ospitare i
pellegrini.»
Ogni
anno, come si
ricava dalle
memorie degli
abitanti del
luogo riguardo
all'arco di
tempo tra 1800 e
1900 fino agli
anni 60, la
prima domenica
del mese di
maggio, il 5
agosto e la
domenica più
vicina a tale
data vi si
celebrava la
festa della
Madonna delle
Nevi, i
pellegrini
giungevano a
piedi anche da
luoghi lontani
per l'epoca: per
esempio tutti
gli anni
proveniva da Biella un nutrito gruppo di pellegrini che trovava rifugio nelle strutture
preposte nei
pressi del
santuario e nel
pianoro
sovrastante
denominato Praduegne che
fungevano anche
da luoghi di
ristoro dove si
poteva pranzare.
Entrambe le date
di Maggio e di
Agosto
riconnettono il
luogo come anche
la pietra della
fertilità agli
antichi rituali
(primaverili e
del raccolto)
delle feste
celtiche di
Beltane (a
Maggio ) e di
Lughnasa
(Agosto).
Un'antica leggenda vuole che il Santuario sia stato costruito sul luogo in
cui fu rinvenuta
la statua lignea
della Madonna:
secondo tale
leggenda, i
pastori che
l'avevano
trovata in un
cespuglio la
sistemarono
subito
nell'oratorio
del villaggio
sovrastante; ma,
miracolosamente,
il giorno dopo,
la statua era di
nuovo nel
medesimo
cespuglio, come
ad indicare il
luogo prescelto
per il sacro
edificio.
La
famiglia di
pittori Artari
era originaria
di Campione
d'Italia e
attiva già nel
XVII secolo;
troviamo
discendenti di
tale famiglia in
molti paesi
europei (Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Inghilterra). Un suo rappresentante, Maria Luigi Artari, si stabilì in Valle d'Aosta (1832); i suoi tre figli, Alessandro, Augusto ed Antonio, ebbero modo di formarsi
alla Accademia
Albertina di Torino e di affermarsi poi tra i protagonisti dell'arte sacra in Valle
d'Aosta nella
seconda metà
del XIX
secolo.
Sono loro gli
autori degli
affreschi della
cupola del
santuario (1856).
Alcune
guide turistiche
parlano della
presenza di
altre statue
litiche - coeve
di quelle,
tuttora
presenti, di San
Grato (patrono
della Valle
d'Aosta) e di San
Girolamo -
poste prima
dell'arrivo al
santuario: esse
avrebbero
costituito il
gruppo mutilo di
un Calvario
scolpito in
pietra nera.
Tale gruppo
scultoreo,
assieme alle
nicchie con i
Misteri del
Rosario,
qualifica il
santuario di
Machaby come
abbozzo di Sacro
Monte.
Castello
superiore di
Arnad
Il castello
di Arnadè un castello in
rovina nel
comune di Arnad risalente al XII
secolo; è uno dei più antichi castelli
della Valle
d'Aosta ed
è situato su un
promontorio
naturale che
domina il
villaggio di
Ville con le sue
caseforti, a
controllo sia
dell'antica via
Francigena che della strada che, attraverso il colle del vallone di Machaby,
collegava la
valle centrale
alla valle
di Gressoney.
Il
castello viene
nominato per la
prima volta in
una bolla papale
del 1207 nella
quale viene
citata la
relativa
cappella
intitolata a santa
Maria Maddalena ed
a san
Michele Arcangelo, ma non ci sono certezze sulle sue origini e sui suoi primi proprietari.
Una
prima ipotesi
storiografica
sostiene che il
castello fu
fatto costruire
da Saverio di
Arnad (Xavier
d'Arnad, o
in generale
dalla famiglia de
Arnado) nel XII o
forse XIII
secolo.
Una
seconda ipotesi
sostiene invece
che il castello
apparteneva già
nel XII secolo
ai signori di Bard,
e che sia stato
Guillaume de
Bard a riceverlo
in dono dai Savoia. Secondo questa ipotesi, divenne di proprietà di Guillaume de Bard
insieme al castello
di
Pont-Saint-Martin
dopo
le pesanti lotte
che lo videro
impegnato in
scontri armati
col fratello
Ugo. Nel 1239, per ragioni economiche, metà del castello di Arnad venne infeudato a
Ruffino de
Arnado e dal 1293 l'intero complesso venne venduto ai signori di Vallaise.
La
famiglia dei
Vallaise vi abitò
per tutto il XIV
secolo e viene ricordato dalle cronache che nel 1351 vi
ospitarono a
pranzo Amedeo
VI di Savoia. Al dominio dei Vallaise risale la parte centrale che è composta da un
fabbricato del XIV
secolo,
merlato, dotato
di grandi camini
e stemmi
dell'epoca
affrescati e
graffiti alle
pareti ed
affiancato da
una slanciata
torre che ospita
le latrine, un
unicum nella
Valle d'Aosta
dell'epoca,
probabilmente
ispirata alla
torre con la
stessa
destinazione
costruita
qualche anno
prima nel
Palazzo dei Papi
di Avignone. Per
l'inadeguatezza
della struttura
e l'ormai
oltrepassata
funzione
bellica, la
struttura venne
abbandonata a
partire dal XV
secolo e
dal XVII la
famiglia si
trasferì nel palais
de la Côte,
sempre ad Arnad ma
a una latitudine
inferiore, il
che dettò la
fine dello
splendore della
rocca superiore,
che ha
conservato tutte
le sue
caratteristiche
romaniche senza
alcuna
contaminazione
successiva,
tanto da
costituire
insieme al
contemporaneo castello
di Ussel,
a Châtillon, un
raro esempio
storico ed
architettonico.
Oggi
il castello non
è fruibile e
resta di
proprietà
privata, a
differenza del castello
inferiore di
Arnad noto
come castello
Vallaise,
acquisito nel
2010 dalla
Regione Autonoma
Valle d'Aosta.
Castello
inferiore di
Arnad o
Castello
Vallaise;
Il castello
inferiore di
Arnad, detto anche castello Vallaise (fr. Château Vallaise), palais
de la Costetta o château
inférieur de la
Côte, è situato nel comune di Arnad,
in Valle
d'Aosta.
A
lungo
abbandonato o di
proprietà
privata, è uno
dei castelli
della Valle
d'Aosta meno
studiati.
Si
trova a metà
della collina
sulla quale
sorge anche il castello
superiore di
Arnad.
Il castello
Vallaise è
circondato da
terrazzamenti,
forse a
suggerire
l'antica
presenza di una
cinta muraria,
anche se per la
totale assenza
di documenti
anteriori al XVII
secolo non
è possibile ad
oggi avere
informazioni
certe.
Il
castello
inferiore di
Arnad ha origini medievali ed
ha subito
numerose
modificazioni
strutturali e
decorative nel
tempo; tra
ampliamenti e
cambiamenti
nella
destinazione
d'uso, le varie
fasi costruttive
del castello
sono ancora
leggibili
nell'architettura
giunta fino a
noi, mentre gli
affreschi,
danneggiati dal
tempo, si
stratificano in
alcuni casi a
seconda dei
gusti delle
epoche.
Venne
costruito a Arnad dalla famiglia
Vallaise nel XVII
secolo. La casata era già proprietaria del castello
superiore,
di epoca
medioevale,
collocato nello
stesso paese,
che però nel
Seicento si
presentava
fuorimano,
diroccato e
ormai
strategicamente
inutile.
Il
palazzo Vallaise
venne costruito
nei pressi di
altre rovine di
un precedente
maniero, al
quale venne
collegato. Il
palazzo, in
questo primo
periodo, era
composto da due
blocchi di
edifici ancora
distinguibili,
che vennero a
lungo occupati
da due diversi
rami della
casata, i
Vallaise-Romagnano
e i
Vallaise-Montalto.
Risale
al XVII
secolo la
definizione del
castello come palais
de la Costetta: nel decennio 1660-1670 fu il barone Félix-Charles-François, l'allora discendente del ramo
Vallaise-Romagnano,
che gli conferì
l'aspetto di castello,
mentre fu Alexandre
de Vallaise a conferirgli l'aspetto attuale di residenza di villeggiatura.
Alexandre de
Vallaise, morto
nel 1823, come
Ministro degli
Esteri sotto Vittorio
Emanuele I Re di
Sardegna fu senza dubbio il più celebre dei Vallaise e il personaggio di
maggior spicco
della famiglia.
Verso
la metà
dell'Ottocento,
la casata dei
Vallaise era in
declino, il ramo
maschile della
famiglia
estinto. Il
castello fu
residenza fino
al 1852
dell'ultima
Vallaise,
Rosalie de
Vallaise figlia
di Alexandre: poco prima, nel 1848, il castello era stato venduto al commerciante
torinese
Giacobini, e
successivamente
passò di mano
in mano fino al 1926,
quando venne
acquistato dagli
ultimi
proprietari
privati, i De
Bernardi.
Il
castello,
attualmente
chiuso al
pubblico, è
stato acquisito
nell'estate 2010 dall'amministrazione
regionale che
sta procedendo
ai restauri,
nell'ottica
della Restitution dei
castelli
valdostani. L'amministrazione, a restauro completato, prevede di aprire alle visite
una parte del
castello, e di
adibire parte
degli ambienti a
museo, mentre
un'altra parte
sarà a
disposizione di
operatori
privati e
operatori
commerciali del
territorio che
potranno
usufruirne per
promuovere le
proprie attività.
Il
blocco edificato
dai Vallaise e
tutt'oggi
esistente venne
realizzato su un
totale di tre
piani,
affiancato da
due torri
quadrangolari
poste a scopo
decorativo.
Internamente, si
trova un piccolo
cortile con
loggiato a
colonne in
pietra. Il
castello ha
sette torri
merlate ad
indicare gli
angoli della
corte
occidentale,
alla quale si
aggiunge una
corte più
ristretta,
adibita a zona
di comando, dal
lato orientale
del castello.
Sebbene
non siano ancora
stati pubblicati
studi
approfonditi su
questo castello,
è stata
realizzata una
perizia
stilistica dalla
dott.ssa Sandra
Barberi. È dato
per certo che
gli affreschi
giunti fino a
noi siano
caratteristici
del gusto della
nobiltà
provinciale del Ducato
sabaudo del secolo XII, mentre molte decorazioni pittoriche risalgono agli
interventi
voluti in
seguito dal
barone Félix-Charles-François
de Vallaise.
Pregevoli gli
affreschi del
salone
principale
interno, ove
sono illustrate
alcune vedute
dei feudi di
possedimento
della famiglia
Vallaise. Nella
galleria al
primo piano si
conserva ancora
il ciclo
pittorico
dedicato
all'epopea
femminile, in
cui sfilano
varie eroine di
varie epoche, a
partire dalle
figure bibliche
di Agar e Tamar.
Lungo
la strada di
accesso al
castello si
costeggia una
cappella,
dedicata a San
Giuseppe e
voluta da Amedée
de Vallaise-Côte, del 1566. All'esterno, la facciata mostra i segni dell'apertura ad arco originaria,
sostituita da
una porta oggi
sormontata da un
affresco della
Crocefissione e
affiancata da
due finestre.
L'interno della
cappella si
caratterizza per
una volta a
crociera a
costoloni,
risalente ad
epoca
tardogotica,
sulla quale si
sovrappongono il
cielo stellato,
più antico, e
nuove
decorazioni del
tardo gusto
dell'Art
Nouveau.
L'altare lapideo
risale al 1670
ed aveva in
passato
collocazione
all'interno del
castello. Solo
dal 1865 in poi,
la data è
incerta, venne
spostato in
questa sede.
Intorno
al castello si
sviluppa un
parco a
terrazza, a
dominare la
vallata
sottostante. Qui
si trova una
seconda cappella,
di forma
esagonale e più
piccola,
dedicata ai
santi Giuseppe,
Antonio ed alla
Vergine Maria
che dispone di
un altare
barocco in marmipolicromi.
Casaforte
e la torre di
Ville
Casaforte
e la torre di
Ville,
dette anche
complesso
monumentale di
Osta.
Il
complesso
monumentale di
Osta, Tor dé
l'Othà in patois,
chiamato anche casaforte
e torre di
Ville, sorge a
405 ms.l.m. Oggi
trasformato in
struttura
residenziale
rurale e non
visitabile,
risale al Medioevo.
La
casaforte di
Ville
apparteneva a
Pietro di
Vallaise nel
1295. Viene
citata in vari
documenti
testamentari dei Vallaise del
XV secolo come domus
fortis, ad
esempio nel
testamento di
Francesco di
Vallaise del
1477, in cui si
trova scritto «in
sala domus
fortis prope
turrim Plano
Arnadi».
Oggi
la struttura si
presenta
degradata ed è
caratterizzata
da numerosi
edifici su cui
spiccano due
torri.
La
torre del XII
secolo
- La
torre più
antica,
risalente al XII
secolo e di
pianta 10,30 m x
11 m, è di tre
piani, con
feritoie al
secondo e terzo
piano e i solai
in legno.
L'accesso
originario si
trova a sud, a 8
metri di
altezza, ed è
sormontato da un
architrave
coronato da un
arco cieco.
Secondo André
Zanotto e
Mauro
Cortellazzo, che
riprende il
Lange, presenta
numerose
analogie
architettoniche
con altre torri
valdostane, in
particolare con
la tour
de l'Archet di Morgex e
la torre
de la Plantaz di Gressan:
le mura di 2
metri di
spessore, la
struttura
massiccia e la
tecnica
costruttiva,
ossia l'uso di
due paramenti
con opera
centrale a
sacco.
«la Tour
Malluquin a Courmayeur,
la Tour de
l'Archet a Morgex,
la Tour
Lescours a La
Salle, la Tour
de la Planta e
la Torre di
Sant'Anselmo a
Gressan, la
torre
recentemente
scoperta al castello
di Fénis, la Tour
Néran a Châtillon,
la Tour de Ville
ad Arnad e
altre due torri
collocate nelle
valli laterali,
la Tour
Vachéry a Etroubles e
la Tour d'Hérères a Perloz.
Tutte queste
torri sono state
edificate in
zone che non
presentano alcun
elemento
morfologico che
possa facilitare
la difesa, anzi
appare chiara
lascelta di
spazi
pianeggianti,
aperti e non
sempre in
prossimità di
percorsi viari.
Tutte e dieci si
caratterizzano
quindi per la
particolare
scelta del sito.»
La
cappella della
casaforte,
dedicata a
Sant'Antonio, ha
inciso su una
trave la data
del 1785. Sulla
facciata
presenta un
affresco
dedicato a
Sant'Antonio,
mentre
all'interno
conserva degli
stucchi di epoca
barocca.
Ponte
di Échallod
Il
ponte di
Echallod è
un ponte
pedonale in
pietra, tra i più
pittoreschi
della Valle
d’Aosta.
Restaurato
più volte nel
corso dei
secoli, collega
le frazioni di
Echallod
superiore ed
inferiore agli
altri villaggi
del comune di
Arnad, situati
sulla sinistra
orografica del
fiume Dora
Baltea.
La
struttura
simmetrica a
schiena
d’asino poggia
su tre arcate
sostenute da
robusti
contrafforti.
Sulla spalla
destra si trova
un’edicola a
protezione dei
viandanti.
Si
attraversa a
piedi
percorrendo
l’itinerario
escursionistico
Cammino Balteo (tappa
22) che qui si
sovrappone al
tracciato della
Via Francigena.
Aree
naturali
Nel
territorio
comunale, al
confine con Perloz,
si trova il sito
di interesse
comunitario del Col
de Fenêtre
a tutela della
stazione di Paeonia
officinalis subsp. officinalis, specie rara in Valle d'Aosta. Per
visitare il sito
si percorrono i sentieri
delle peonie tra Perloz e
Arnad.
Siti
archeologici
In
località
Machaby,
all'inizio del
villaggio, si
trova la pietra
della fertilità,
detta anche scivolo
delle donne o guiata,
pietra legata a
rituali magici celtici.
Presenti anche
alcune
iscrizioni
rupestri.
Via
Francigena
Nel
territorio del
comune e sul
ponte di Échallod
passa il
percorso storico
della Via
Francigena proveniente
da Verrès e
diretto poi
verso Bard e Donnas.