Courmayeur
(Aosta)

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Courmayeur è una rinomata località turistica invernale ed estiva delle Alpi.

Posto ai piedi del Monte Bianco è l'ultimo comune che si incontra prima di arrivare in Francia tramite il Traforo del Monte Bianco (che lo unisce a Chamonix); è attraversato dalla Dora Baltea, fiume che nasce dalla confluenza di due torrenti, ciascuno dei quali attraversa una delle due valli che è possibile raggiungere da Courmayeur: la Val Ferret e la Val Veny. Dista circa 27 chilometri a nord-ovest da Aosta.

È il comune più occidentale della regione Valle d'Aosta, e il secondo per estensione. È inoltre l'unico comune d'Italia a confinare sia con la Francia sia con la Svizzera, sebbene non siano presenti vie di transito che conducono direttamente in territorio elvetico. Assieme a Curon VenostaMalles Venosta e Tarvisio è uno dei quattro comuni italiani a confinare con due Stati esteri.

La frana del Mont de La Saxe, sopra la frazione omonima e visibile anche dalle frazioni di Entrèves e La Palud, è ritenuta una delle frane più interessanti d'Italia (8,4 milioni di metri quadrati) ed è sotto osservazione da parte di geologi di tutto il mondo, soprattutto dopo la recente accelerazione del suo movimento.

Courmayeur è citato come Curia majori tra il 1233 e il 1381. Nel XVII secolo, Magini e Sanson lo chiamano Corte Maggiore (1620) e Cormoyeu (1648) rispettivamente. Si attesta in seguito Cormaior (Borgonio, 1680), Cormaior (Vissher, 1695), Cormaggior (L'Isle, 1707), Cormaior (Stagnoni, 1772) e Cormaieur (Martinel, 1799). La grafia attuale è fissata a partire dal 1860, secondo la celebre opera La Vallée d'Aoste di Édouard Aubert, come conferma l'abbé Henry (Histoire populaire de la Vallée d'Aoste, 1929) e l'abbé Gorret (Guide de la Vallée d'Aoste, 1877).

Le carte di Ortelius (1579) e di Parergon (1590) citano Courmayeur come Auri Fodinæ, cioè « miniere aurifere », per l'oro diffuso all'epoca in val Ferret. Jean-Dominique-Marie Mollo, medico giurato del ducato di Aosta, vede nel toponimo Courmayeur la voce latina Curia Mayor basandosi sulla latinizzazione medievale Curia majori, in virtù dell'esistenza di una corte di giustizia ivi presente sin dall'epoca romana. L'abbé Henry (Histoire populaire de la Vallée d'Aoste, 1929) indica l'ipotesi secondo cui Courmayeur deriverebbe dal latino Culmen majus, "«grande cima", per la sua vicinanza al Monte Bianco. Indica inoltre che la forma Curia majori potrebbe derivare da una trascrizione medievale errata di Curtis mayor, ovvero fattoria maggiore.

Jules Brocherel riprende questa ipotesi, come latinizzazione errata di Cortem Majorem. In Essai de toponymie de la Suisse romande, Henri Jaccard cita una località del comune di Vollèges chiamata Cormayeux, che significa « grande fattoria ». Amilcar Bertolin affirma che la forma in patois valdostano Corméyaou indicherebbe una radice preromana * korm, assai diffusa nelle Alpi. A seguito dell'italianizzazione dei toponimi dei comuni in Piemonte e in Valle d'Aosta, in epoca fascista, il paese prende il nome di Cormaiore dal 1939 fino al 1946, mentre il toponimo Courmayeur è ristabilito nel 1946 con l'avvento della Repubblica Italiana. Un decreto firmato dal presidente della giunta regionale Augusto Rollandin il 31 dicembre 2013 ha previsto l'organizzazione di un referendum il 1º giugno 2014 per modificare l'articolo 1, comma 1 della legge regionale del 9 dicembre 1976, numero 61 per cambiare il nome del comune in "Courmayeur-Mont-Blanc" denominazione che però non è stata modificata a causa del quorum non raggiunto in tale referendum.

La popolarità di Courmayeur fu legata inizialmente al turismo termale nel XVII secolo, grazie alle quattro fonti di acqua solforosa. Verso la seconda metà del XVIII secolo ebbero inizio l'esplorazione e lo studio delle montagne del massiccio del Monte Bianco alla ricerca di una via per raggiungere la vetta del Monte Bianco. Dopo alcuni tentativi di ricognizione effettuati dall'alpinista e naturalista ginevrino Horace Bénédict de Saussure insieme alla guida Jean-Laurent Jordaney, originario di Pré-Saint-Didier, la prima ascensione fu compiuta nel 1786 dal versante francese accompagnato dalle guide Michel Paccard e Jacques Balmat di Chamonix. Courmayeur, insieme a Chamonix e Zermatt divenne in seguito una delle capitali dell'alpinismo mondiale e fu sede della prima compagnia di guide alpine d'Italia, la Società Guide Alpine di Courmayeur nel 1850 (formalizzata però nel 1868).

Durante il XIX secolo, i reali vi soggiornavano regolarmente. A partire dal XX secolo, in seguito alla costruzione di impianti sciistici, è diventato una delle più importanti stazioni sciistiche dell'arco alpino. 

Monumenti e luoghi d'interesse

CHIESA PARROCCHIALE DI SAN PANTALEONE - La chiesa di San Pantaleone è il principale luogo di culto cattolico di Courmayeur, ed è situata in piazza abbé Henry (l'entrata è rivolta verso la strada del Villair).

Si ha notizia di un precedente luogo di culto, ad una sola navata, fin dal 1227, parzialmente demolito, poi, perché pericolante e sostituito dall'attuale chiesa. Di esso resta il campanile, databile tra XI e XII secolo, sormontato da una cuspide più tarda (fine XIV - inizio XV secolo. L'edificio attuale, consacrato il 13 luglio 1742 da Pierre-François de Sales, vescovo di Aosta, è opera di maestranze provenienti dalla Valsesia guidate da Michel e Jean-Pierre Mourqua e Pierre Caristia.

Nel corso di interventi di consolidamento delle strutture, effettuati negli anni 1997-1999, è stato possibile verificare come la chiesa, e gli edifici sottostanti di III secolo, poggino tutti sull'instabile terreno di un'antica frana, causa principale del danneggiamento del primitivo luogo di culto.  

La facciata, molto semplice e ricoperta da intonaco, si presenta asimmetrica, per l'inserimento del campanile subito a lato del portale d'ingresso. Quest'ultimo, sormontato da un rosone circolare, è preceduto da una scalinata culminante in un protiro. A metà del fianco destro dell'edificio, una doppia scalinata conduce al piccolo balcone coperto dal quale, un tempo, al termine della Messa, veniva data pubblica lettura di bandi ed editti. Da questo balcone, inoltre, si può anche accedere alla chiesa tramite una piccola porta. In alto, cinque finestre rettangolari danno luce all'interno della chiesa.  

A pianta rettangolare e priva di abside, la chiesa si articola in tre navate a sala, scandite da sei pilastri rettangolari con lesene sui quali poggiano archi a tutto sesto. L'interno dell'edificio, decorato agli inizi del XVIII secolo da Giacomo Gnifetti, fu nuovamente decorato nel 1957 dal pittore Nino Pirlato. 

Nel 1941 la Pala d'altare posta sull'altar maggiore, realizzato nel XVIII secolo in marmi policromi, venne sostituita con un crocifisso, opera dello scultore torinese Emilio Musso. Sopra l'altare è una finestra rettangolare chiusa da una vetrata policroma raffigurante san Pantaleone. Ai lati del presbiterio si trovano due altari settecenteschi, dedicati l'uno alla Madonna del Rosario e l'altro a san Giuseppe e sant'Antonio abate

Altri due altari, realizzati nel XIX secolo, chiudono le navate laterali, dedicati rispettivamente a santa Rita e al Sacro Cuore di Gesù. Allo scampato pericolo della peste del 1630 è legato il quadro raffigurante san Sebastiano che si trova nella navata sinistra, che ospita anche un ex-voto del 1704 donato dalla comunità per non aver subito saccheggi durante le invasioni francesi del 1691 e 1704: si tratta di un quadro in cui sono raffigurati gli invasori che scendono dal Piccolo San Bernardo, un angelo e gli abitanti di Courmayeur raccolti in preghiera alle porte del paese. Lungo i muri perimetrali della chiesa sono posti i quadri della Via Crucis, realizzati nel XIX secolo. All'interno della chiesa si trova pure un fonte battesimale moderno (1949).  

Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne Vegezzi-Bossi opus 363, costruito nel 2012.  

SANTUARIO DI NOTRE DAME DE GUERISON - Sulla strada per la Val Veny, sullo sfondo del maestoso ghiacciaio della Brenva, sorge questo caratteristico santuario, in un luogo che fin dal Seicento è stato teatro di numerose guarigioni miracolose.

Già in epoca antica infatti, nella zona era venerata una statua dedicata alla Vierge du Berrier, dapprima esposta in una semplice nicchia, poi trasferita all’interno di un vicino oratorio, costruito sulla roccia (“berrier”in patois, il dialetto locale); seguì un nuovo spostamento in una cappella intitolata alla Visitazione della Vergine, poco a monte dell’attuale tempio.

Nel 1816 la piccola costruzione fu abbattuta dall‘inesorabile avanzata del ghiacciaio; rimase intatta solo la statua della Madonna. In seguito a tale avvenimento, ritenuto miracoloso, si deliberò di innalzare un nuovo luogo di culto, cosa che fu realizzata nel 1867, quando fu eretto l’attuale edificio, ingrandito nel tempo grazie a pie donazioni.

Consacrata dal vescovo Jans nel 1868, la chiesa presenta una pianta a forma di croce latina. Gli altari, eseguiti dallo scultore Fumasoli di Lugano, conservano dipinti di Giuseppe Stornone, testimonianza della secolare devozione rivolta alla Madonna qui venerata. 

La fama taumaturgica della Vergine ha fatto di questo santuario un frequentatissimo luogo di culto; all’interno le pareti sono interamente tappezzate di stampelle, ex voto e doni portati dai fedeli miracolati.

Le guide alpine della valle vi fanno celebrare periodicamente una messa propiziatrice.

MonteChetif.jpg (212672 byte)Una delle vette intorno a Courmayeur è il MONTE CHETIF, molto frequentato per il trekking e caratterizzato da una STATUA DELLA VERGINE MARIA sulla cima, visibile dalla vallata, posta da Giovanni Paolo II.  

Il CASTELLO DI COURMAYEUR è in rovina ma restano altri interessanti edifici di epoca medievale.

La CASAFORTE PASSERIN D'ENTREVES - La casaforte Passerin d'Entrèves è una casaforte medievale che sorge al centro del borgo di Entrèves. Prende il nome dalla famiglia dei Passerin d'Entrèves et Courmayeur, ramo dei Passerin, che l'abita tuttora. La struttura pertanto non è visitabile.

La casaforte Passerin d'Entrèves venne costruita per volere di Jean de Curia Majori (forse de la Cour) nel 1351. Nel primo documento che ne attesti l'esistenza, Huguenot de Curia Majori, figlio di Jean, mette a disposizione degli inviati dei Savoia la casaforte, per le Udienze generali dello stesso anno. Nel documento, Ugoneto riferisce di consegnarla per la prima volta in quella occasione perché appena costruita dal padre.

La storia della casaforte è legata a quella del feudo di Courmayeur e di Entrèves, che appartenne dal 1359 a Giovanni de Curia Majori per investitura di Amedeo VI di Savoia e circa nel 1420 venne ereditato via matrimonio da Yblet de Sarriod d'Introd. A partire dal 1562, Roux Favre, vicebalivo di Aosta, lo acquistò dai fratelli Sarriod d'Introd François, Louis e Jean-Antoine.

Nel 1631, la casaforte passò in mano ai Roncas, marchesi di Caselle.

A dispetto del toponimo, i Passerin entrarono in possesso della casaforte che porta il loro nome solo nel 1711; da allora fa parte dei beni di famiglia. Il cognome dei Passerin è stato trasmesso anche ad altre proprietà di famiglia: il Castello Passerin d'Entrèves di Châtillon e il castello Passerin d'Entrèves di Saint-Christophe.

La casaforte fu costruita nel XIV secolo come casaforte rurale, diventando col tempo dimora aristocratica. I primi cambiamenti si ebbero per volere del nobile Roux Favre che, divenuto signore di Courmayeur, la fece ricostruire quasi completamente.

All'interno della casaforte si accede ai piani superiori attraverso uno scalone a chiocciola, mentre l'accesso ad alcune stanze è decorato da archi ogivali.

TORRE MALLUQUIN - Situato in piazza Petigax, a pochi passi dalla chiesa evangelica valdese, questo edificio nel Medioevo appartenne ai signori Malluquin, la cui presenza è stata attestata a Courmayeur sin dal XIII secolo.

TorreMalluquin.JPG (307643 byte)La dimora è citata per la prima volta in un verbale di consegna dei castelli ai Savoia del 1351: in occasione delle Udienze Generali, ovvero dell’incontro del Conte di Savoia con i feudatari e la popolazione, i proprietari locali di dimore fortificate consegnavano le loro abitazioni nelle mani di emissari del Conte, che le prendevano in custodia per tutto il periodo in cui egli si tratteneva in Valle, ponendovi all’interno una piccola guarnigione. A tale rituale, detto “redditio castrorum” (letteralmente “consegna dei castelli”) si sottopose anche “Hugonetus Maluquini de Curia Majori”, cioè Ugoneto Malluquin di Courmayeur.

Nel XV secolo la torre divenne proprietà della famiglia D’Avise, a cui appartenne fino al XVIII secolo.

Attualmente al suo interno vengono organizzate mostre di varia natura.

L’edificio, a pianta quadrata, è composto da sette piani molto bassi divisi da solai in legno; l’accesso al piano terreno è recente, mentre quello originale, sul lato opposto a circa otto metri da terra, è sormontato da un architrave con arco di scarico a tutto sesto.

La CASAFORTE PIQUART DE LA TOUR, oggi trasformata in un hotel.  

A Courmayeur vi sono alcune ville d'interesse storico protette dalla regione Valle d'Aosta come:

VILLA LA FREIDOLINA (1916), in via Luigino Henry 1.  

VILLA BAGNARA (1935), a cui si può accedere sia da via XVI luglio 3, che da viale Monte Bianco 60. La villa fu fatta costruire da Ermilio Bagnara noto imprenditore genovese e divenne particolarmente nota per aver ospitato il 16 luglio del 1965 Giuseppe Saragat e Charles De Gaulle in occasione dell'apertura del Traforo del Monte Bianco.  

VILLA MARONE CINZANO (1925), in via Le Volpi 1, conosciuta per aver ospitato Umberto II e Maria José del Belgio durante il loro viaggio di nozze.  

VILLA TONDARI (1930), in via Donzelli 2, località Pussey, un grande edificio ispirato ad uno stile medioevale. La villa è arricchita anche da altri elementi architettonici che si trovano nel vasto parco, oltre a una cappella ed un campanile.

In località Dolonne restano tracce della CASA DEI FAVRE, un'antica famiglia nobile del Vallese. La casa ha subito notevoli trasformazioni, ma spicca l'architrave in cui è incisa la data 1610 e varie incisioni. Si possono ammirare a sinistra lo stemma sabaudo, a destra lo stemma dei Favre, inoltre appaiono la croce di Malta, il giglio di Francia, il monogramma di Cristo e varie altre figure.

Sempre in località Dolonne si trova la CASA DERRIARD appartenuta all'omonima famiglia nobile valdostana. Si tratta di un antico casato il cui blasone appare nella Salle des écussons della Tour de Ville a Gressan.

GIARDINO BOTANICO ALPINO SAUSSUREA - Il giardino alpino Saussurea si trova a 2173 m di altitudine, nel comune di Courmayeur, in Valle d'Aosta, ed è il giardino alpino più alto d'Europa. Il giardino Saussurea è uno dei quattro giardini botanici alpini della Valle d'Aosta, e sui suoi 7000 metri quadrati accoglie la flora alpina tipica del Monte Bianco. Il suo nome deriva da quello di Horace-Bénédict de Saussure, che compì la prima ascensione conosciuta al Monte Bianco nel 1786 e da cui prende il nome anche il fiore Saussurea alpina. È aperto da giugno a settembre.

Il giardino Saussurea si estende per 7000 m² sul Pavillon du Mont Fréty, una sella naturale tra il ghiacciaio e la morena del Mont Fréty e quelli dell'Aiguille de Toula, dal lato sud del massiccio del Monte Bianco, nel territorio di Courmayeur; la sella morenica del Pavillon du Mont Fréty è in parte ricoperta da una paleofrana di sassi granitici. È raggiungibile con la Funivia dei Ghiacciai, oppure a piedi con il sentiero nº 20 da La Palud (Courmayeur) al rifugio Pavillon. Nei pressi è possibile visitare l'oasi naturalistica del Pavillon du Mont Fréty.  

Il giardino, in cui sono ospitate 900 specie, si presenta come una scenografia che raccoglie i principali ambienti valdostani, e in questo senso promuove la valorizzazione del patrimonio botanico locale, unendola alla fruizione da parte del pubblico. In una prima parte del Giardino, le roccere ospitano le specie botaniche secondo la logica della provenienza geografica; nel settore più interno ci sono invece le ricostruzioni degli ambienti montani.  

Il giardino è strutturato in due parti: da un lato gli ambienti naturali e dall'altro le roccere artificiali con le specie suddivise e ambientate per provenienza geografica. Sulle roccere sono riprodotti vari habitatValle d'Aosta, Zona officinaleAlpi occidentaliAlpi orientali, Penisola ibericaEurasiaEmisfero australeNord America e Flora calcicola. Gli ambienti naturali riprodotti sono invece: il pascolo alpino, gli ambienti umidi, il macereto, la valletta nivale, l'alneto e il rododendro-vaccinieto.

Sono in fase di allestimento il muretto delle felci, un erbario e la spermatoteca, mentre è già presente un index seminum.

Il giardino botanico è stato fondato nel 1984 dalla Fondazione Donzelli, Gilberti e Ferretti, dedicata alla protezione e allo studio della flora del Monte Bianco, con il sostegno della regione autonoma Valle d'Aosta e del Corpo forestale dello Stato, ma venne inaugurato solo tre anni più tardi. Con il passare del tempo l'aspetto di studio e di tutela delle specie ha preso il sopravvento sull'aspetto turistico. Dal 1987 è attivo anche il progetto “Espace Mont Blanc”, progetto che cerca di creare le condizioni per la nascita di un futuro parco internazionale.

Oggi il giardino alpino Saussurea è gestito dalla Fondazione Saussurea, un tempo nominata Fondazione Donzelli, Gilberti e Ferretti, dai nomi del suo promotore, il Conte Giovanni Battista Gilberti, e del suo fondatore, Laurent Ferretti.

Attualmente è in corso il censimento dei Licheni.

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