La Salle e Derby a La Salle (Borgo)
(Aosta)

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La Salle si trova nell'alta Valle d'Aosta, all'ingresso della Valdigne, il comune è bagnato dalla Dora Baltea ed è dominato dal Monte Paramont (3.300 m) a sud e da la Grande Rochère (3.326 m) a nord.  

Secondo una suggestiva ipotesi segnalata anche da storici francesi, Innocenzo V, che fu papa della Chiesa cattolica nel 1276 e venne successivamente beatificato da Leone XIII nel 1898, potrebbe essere nato a La Salle, nel castello di Écours. In relazione a questa ipotesi, una via di Aosta è intitolata a Innocenzo V Papa.

Durante la trivellazione di un pozzo antincendio a Derby nel 1952 è stata ritrovata una tomba neolitica.

Da La Salle, in epoca romana, passava la via delle Galliestrada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.

Nel 1927 venne istituita la provincia di Aosta e La Salle ne fece parte integrante. Due anni più tardi venne fuso col comune di Morgex creando un nuovo comune denominato Valdigna d'Aosta. Il comune di La Salle si ricostituì nel 1935 col nome di Sala Dora mentre Morgex venne rinominata Valdigna d'Aosta. Dal 1946 fa parte della regione Valle d'Aosta con la denominazione originaria.

Castello di Chatelard

Il castello di Châtelard (sec. XII) è un castello medievale valdostano. Ridotto a rudere, è di proprietà privata e non è visitabile.

Si trova in località Château nel comune di La Salle, su un picco roccioso dal quale domina strategicamente il paese e la Valdigne. La sua funzione era probabilmente quella di controllare la strada che scendeva dal Piccolo San Bernardo, sbarrando la strada ad eventuali invasori.

Fu edificato nella prima metà del XIII secolo, probabilmente tra il 1230 e il 1245, da Rodolfo Grossi, allora vescovo di Aosta e consigliere di Pietro II di Savoia, e appartenne a lungo alla famiglia Grossi che prese quindi il nome di Grossi du Châtelard.

Il castello venne citato per la prima volta nell'omaggio feudale del 1248, dove è definito come una torre con edifici adiacenti. Nel 1269 a nord del complesso venne costruita la cappella del castello, ma fu trasformata nel 1824 in una stanza.

A seguito di una disputa fra il duca Amedeo V ed il vescovo Roberto di Ginevra e suo cugino Amedeo II il conte, le terre di Châtelard vennero saccheggiate nel settembre 1285 dai delfinatesi. Nel 1301, Amedeo V concesse al castello delle libertà, che favorirono il commercio, fino a che, pochi anni più tardi, venne preso dal conte Odoardo di Savoia, in guerra con Amedeo V e con Amedeo III di Ginevra, figlio del precedente conte.

Il castello appartenne a più signori in consignoria e sono numerosi i passaggi di proprietà nei secoli per via non ereditaria: un documento attesta che il 17 ottobre 1323 Pierre du Châtelard cedette la sua parte al conte di Savoia, mentre nel 1371 un altro documento riporta che Jean du Châtelard vendette il suo dodicesimo a Emerico II di Quart. Nel 1558 i nobili Bernardin e Michel du Châtelard donarono la loro parte a Stéphane e Jean d'Avise. Nel 1608-1609 Gaspar e Melchior du Châtelard e la madre Françoise Gilly, vedova Châtelard, cedettero i loro diritti a Léonard d'Avise.

I nobili Châtelard si estinsero nel 1691, quando l'ultimo erede fu ucciso dai francesi durante un'invasione.

Nel 1793, le truppe rivoluzionarie francesi invasero nuovamente la Savoia e giunte in Valle d'Aosta distrussero buona parte del castello. Nel 1798 questo venne acquistato dalla famiglia Léaval, che ne conservò la proprietà fino al 1931. Alla morte di Jean-Baptiste Léaval la torre di Châtelard passò nelle mani di Elisa Donnet. Attualmente il castello è proprietà privata e appartiene alla famiglia Beneyton.

Il castello di Châtelard è composto da un alto donjon di forma circolare, al quale è addossato un corpo di abitazione squadrato circondati da un recinto murario di forma irregolare, tale da adattarsi alla conformazione del terreno. Questo tipo di fortificazione a pianta circolare e molto stretta, non comune all'epoca, era caro a Pietro II di Savoia, di cui Rodolfo Grossi era consigliere, e venne utilizzato solo per un breve periodo intorno alla metà del XIII secolo per poi essere sostituito dalla più nota pianta quadrata di ispirazione romanica, che aveva il vantaggio di presentare minori difficoltà costruttive.

La torre di Châtelard è alta circa 18 metri, ha un diametro di poco più di 5 ed è ancora oggi quasi intatta, mentre il resto del castello e la doppia cinta muraria sono ormai ridotti allo stato di rudere. L'accesso ad essa era posto ad una decina di metri dal suolo, per renderne più difficile la conquista in caso di attacco.

Per costruire il castello fu usato un sistema di piani inclinati su cui vennero trascinate, con corde o con l'ausilio di animali da soma, le pietre necessarie alla sua edificazione.

Chiesa parrocchiale di San Cassiano

La chiesa parrocchiale di San Cassiano - I primi documenti relativi a questa chiesa sono gli atti delle visite pastorali del 1413 e 1416, ma essa potrebbe essere ovviamente più antica. 

Dell’edificio quattrocentesco, tuttavia, non rimane più nulla, poiché nel 1846 la chiesa venne interamente ricostruita, per essere riconsacrata nel 1847. Il campanile nella parte inferiore dovrebbe risalire ai secoli XV-XVI, mentre la parte superiore è del 1710.

La chiesa, a tre navate suddivisa in quattro campate, custodisce uno degli organi più belli presenti in Valle d’Aosta e accoglie un piccolo museo permanenete di arte sacra nel quale sono conservati numerosi oggetti di notevole valore storico-artistico:

- una Madonna del tardo duecento (analoga a quella di Valsavarenche, Introd e Arvier)

- una Madonna dei primi del XIV secolo (sul modello della celebre Madonna Nera del Santuario di Oropa)

- un crocefisso del primo quattrocento (ispirato a quello trionfale della cattedrale di Aosta)

- una croce argentea dei primi del XV secolo

- due piccole statue raffiguranti la Maddalena e San Giovanni Evangelista, uno degli esemplari più belli ed aggraziati di opere fiamminghe eseguite a Malines tra XV e XVI secolo ed esportate in tutta Europa.

Torre di Écours o castello Lescours

Il castello di Écours, detto anche torre di Lescours o di Les Cours è uno dei castelli della Valle d'Aosta, posto nella frazione di Écours nel comune di La Salle, in Valle d'Aosta.

Il castello venne fatto costruire sul finire del XII secolo dalla famiglia aristocratica di origine notarile Lescours (de Curiis, o Les Cours), che già dal 1430 infeudò una parte dei propri possedimenti alla famiglia Châtelard, incluso il castello.

Secondo la tradizione, nel 1224 vi nacque Papa Innocenzo V, nato Pierre de Tarentaise e appartenente alla nobile famiglia Les Cours, ma alcuni studiosi, tra cui Aimé-Pierre Frutaz, non confermano questa ipotesi.

Nel 1551 il castello venne definitivamente venduto alla famiglia Bozel e nello stesso secolo pervenne poi come cosignoria alle famiglie Gal e Malliet. Nel Seicento la proprietà passò in blocco alla famiglia Passerin che la mantenne sino al 1730.

Della struttura originaria, risalente all'epoca dei Lescours, si è conservata oggi la principale torre a pianta quadra e un breve tratto dell'antica cinta muraria del complesso. Il popolare nome di Torre di Lescours, infatti, deriva proprio dal fatto che la parte più evidente è ancora oggi l'antica torre medioevale.

La frazione omonima in cui sorge la torre si trova a 1090 m s.l.m.

Nel Settecento, all'epoca dello storico Jean-Baptiste de Tillier era parzialmente in rovina. Il de Tillier ipotizza che, come altri manieri valdostani, venne fatta distruggere per la cattiva condotta dei proprietari.

Fino a pochi anni fa si conservavano alcuni affreschi nella sala che fu probabilmente la cappella interna del castello signorile.

Le mura dai 2 metri della base si vanno assottigliando verso il tetto, fino allo spessore di 80 cm. La torre, completamente vuota, è coperta da un tetto in lose.

Maison d'Aragon

MaisonAragon.JPG (187080 byte)Sita nella frazione Echarlod, appartenne agli Aragon, famiglia nobilitata nel secolo XVI.

Come testimonia la data incisa a lato della porta, fu costruita nel 1608, verosimilmente da Filiberto Aragon, che ebbe poi la disgrazia di perdere ben cinque figli durante la peste del 1630. La casata si estinse di lì a poco.

La casa forte presenta una bella serie di finestre in pietra lavorata. L’ingresso è sul lato occidentale, sormontato da caditoia.

Maison Gerbollier

La Maison Gerbollier, o Maison Viard è una casaforte medievale che sorge a monte del capoluogo di La Salle. È sede del municipio e della biblioteca.

La Maison Gerbollier, risalente al XVI secolo, appartenne alla nobile famiglia Viard, che fu presente a La Salle tra il XIII e l'inizio del XVI secolo, ma prende il nome dai Gerbollier, originari di Valgrisenche, che ne entrarono in possesso tramite il matrimonio tra l'ultima erede Viard, Stéphanie, e un nobile Gerballa: solo in seguito gli eredi della coppia modificarono il loro cognome da Gerballa a Gerbollier.

La casaforte subì importanti interventi tra il 1713 e il 1819.

L'ultimo erede, Cassien Gerbollier, cedette l'edificio al Comune nel 1859, come ricorda anche una lapide posta sull'edificio.

La Maison Gerbollier è caratterizzata da una torre, una corte circondata da vari edifici; degni di nota una finestra gotica in pietra lavorata e il portone sul lato sud, sempre in pietra.

Un più recente restauro è stato approvato dalla giunta comunale negli anni ottanta.

Durante l'estate ospita eventi e manifestazioni.

Casaforte Bovet

L'edificio appartenne ai nobili Bovet. I Boveti, così sono indicati dal de Tillier, vissero tra il XIII e il XVI secolo, ed erano una famiglia importante di La Salle: tale Aymonet Boveti, notaio imperiale (notaire impérial), è citato in un documento di compravendita del Capitolo della Cattedrale del 3 gennaio 1372. La casaforte a cui i Boveti lasciarono il nome era solo una delle tante caseforti costruite in quel periodo, seppure sia tra le più antiche.

In seguito, per un'alleanza matrimoniale la casaforte passò dai Boveti alla famiglia dei Passorio, la quale lasciò il proprio nome ad un'altra casaforte del paese.

Nel giugno 1691, quando i francesi invasero la Valdigne, la casaforte Bovet rimase lesionata.    

La casaforte Bovet, con una solida struttura in pietra a pianta quadrangolare, si sviluppa su 4 piani; le mura perimetrali sono rafforzate da contrafforti anch'essi in pietra. L'ingresso antico nella facciata nord presenta un'arcata con architrave decorato a chiglia rovesciata, e un elemento difensivo aggettante sopra l'ingresso mostra una feritoia; a fianco a questa, sulla stessa facciata, in parte tamponate, ci sono una finestra in pietra decorata, una bifora del XV secolo e una quadrifora. Due elementi difensivi aggettano dal lato del Monte Bianco.

All'interno, una imponente scala elicoidale in pietra e legno sale per tre piani.

All'esterno, nel cortile interno non visitabile, si trova un albero monumentale, un Sambucus nigra di circa 250 anni.

Riserva naturale Marais

La riserva naturale del Marais è un'area naturale protetta, creata nel 1992.

La riserva è stata istituita con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 156 del 13 febbraio 1992.

Nel 1999 una legge regionale per la valorizzazione dell'area ha stabilito alcune azioni di intervento, poi sottoscritte in un accordo di programma dai comuni di La Salle e Morgex, dalla Comunità montana Valdigne Mont Blanc e dalla Regione Valle d'Aosta: nel 2010 è stato realizzato un centro di ricerca concesso al museo regionale di scienze naturali Efisio Noussan, mentre nel 2013 sono stati soppressi con delibera altri interventi ancora da realizzare, tra cui la creazione di un ecomuseo, degli stagni e del centro didattico-ricreativo, del rospodotto, dell'osservatorio subacqueo, nonché degli impianti di fitodepurazione e compostaggio.

Dal 1º luglio 2015, per effetto della legge regionale 25 maggio 2015, n. 12, le funzioni del Museo regionale di scienze naturali sono state trasferite alla struttura Aree protette dell'Assessorato agricoltura e risorse naturali: da tale data il museo è costituito dalla sede espositiva presso il castello di Saint-Pierre e dalla sede operativa presso il centro di ricerca scientifico-naturalistico del Marais.

Il sito comprende un breve tratto di Dora Baltea e della relativa piana alluvionale.

È un'area di sosta per numerose specie di uccelli migratori.

Vi nidificano il germano reale, la gallinella d'acqua e la cannaiola verdognola; tra le specie di passo si segnalano l'airone rosso, l'airone cenerino, il tarabuso.

Derby a La Salle

Derby è una frazione del comune di La Salle in Valle d'Aosta.

Durante la trivellazione di un pozzo antincendio nel 1952 è stata ritrovata una tomba neolitica. La scoperta è stata divulgata nel 1955 dall'antropologa Savina Fumagalli che, secondo l'uso dell'epoca, descrive la tomba come dolmen di Derby. Oggi si parla più propriamente di tomba a cista litica, un tipo di sepoltura di cui si ritrovano vari esemplari nelle necropoli valdostane.  

Dalla chiesa parrocchiale di San Cassiano di La Salle si imbocca la strada che porta fuori dal borgo verso est; si oltrepassa il cimitero e il vicino torrente per arrivare a Echarlod (casaforte d’Aragon ). Uscendo quindi dal villaggio si piega verso valle grazie ad una panoramica strada che, passando nei prati, conduce alla frazione del Villair da cui, procedendo verso sinistra in direzione dell’abitato di Cré, si arriva fino alla SS 26 per attraversare in direzione di Derby, una località apparentemente defilata e priva di interesse, ma che in realtà ha una lunga storia da raccontare essendo stata feudo sia dei canonici della Cattedrale che di quelli di Sant’Orso in età medievale e basso-medievale.

Inserita oggi nel territorio del comune di La Salle, in passato Derby era indipendente anche dal punto di vista amministrativo (aveva un proprio sindaco) ed esercitava la sua giurisdizione spirituale, oltre che su tutta la zona dell’Envers, anche su tre villaggi dell’Adret (Villaret, Les Champs e Equilivaz), che pure erano sottoposti all’amministrazione comunale di La Salle. Nel 1782, un provvedimento della Royale Délégation venne a risolvere le inevitabili complicazioni nella gestione degli affari temporali e religiosi, stabilendo la definitiva unione dei due territori in un unico comune.

La storia conosciuta di Derby inizia nel 1040, anno in cui Umberto Biancamano, capostipite dei Savoia e signore del Valdigne, donò per due terzi al Capitolo della Cattedrale e per un terzo al Capitolo di Sant’Orso di Aosta, oltre a beni mobili ed immobili di vario genere, la giurisdizione su questo territorio. Il nome Delbia appare per la prima volta proprio in questo atto.

Una volta superata la Dora, il primo edificio degno di nota è la chiesa parrocchiale di Sant’Orso (XI-XII), contraddistinta da un campanile particolarmente snello e appuntito (XIII).

Proseguendo lungo la via principale, sulla destra, leggermente arretrato rispetto alla strada, sorge il castello giudiziario (XIV-XV); a ridosso della strada permane un tratto dell’originaria cinta muraria con due torrette angolari di forma circolare ed è ugualmente riconoscibile una caditoia al di sopra dell’ingresso. La denominazione del maniero si deve agli ampi scantinati che, per un certo periodo, furono adibiti a carcere; curioso invece il sinuoso camino in muratura addossato in epoca successiva alla parete nord dell’edificio.

Giunti quindi a metà del borgo, si noterà a monte della strada un altro imponente complesso noto come castello notarile in quanto probabile residenza dei notai Lachenal, attestati a Derby e in tutta la Valdigne tra XIII e XVI secolo; notevoli alcune belle finestre con architrave “a chiglia rovesciata” . Annesso all’edificio il forno comunitario.

Procedendo alla scoperta della Derby medievale ci si imbatterà nella cosiddetta Torre di giustizia o “delle prigioni” (XV-XVI), un edificio quadrangolare sulla cui facciata si aprono finestre di fattura tardo-gotica. Si consiglia di salire fino al castagno monumentale per poi tornare indietro attraverso la sterrata nei prati che fiancheggia il piccolo cimitero.

Torre di Derby

La Chiesa di Sant'Orso a Derby, nota come Torre di Derby, sorse probabilmente nei secoli XI - XII. Si trova nel centro di Derby, frazione del comune valdostano di La Salle, lungo la strada principale che porta al Castello giudiziario e al Castello notarile.

Oltre a rivestire un’importanza storico-culturale, rappresenta un simbolo identitario per la comunità locale. La struttura è tutt'oggi in funzione ed è l'unico edificio storico di Derby visitabile.

In occasione della visita pastorale del 1416 risultava da poco restaurato. Fu consacrato da Monsignor Ferragatta, Vescovo di Aosta, il 22 luglio 1567; a ricordo del fatto, rimane sul contrafforte a destra del portale una croce di consacrazione.

Tutto l’edificio ha subito un notevole intervento di restauro nel 1967 che ha restituito alla chiesa il suo aspetto cinquecentesco, rimuovendo le decorazioni ottocentesche.

Il campanile, esile ed elegante, presenta una torre quadrata in pietra. La base, che nell’interno ha tracce di muratura a lisca di pesce, risale probabilmente ad epoca anteriore. Più recente la parte superiore, che presenta due serie di bifore (secoli XVI e XVII). La porta di accesso verso la chiesa, intagliata con il monogramma di Cristo, reca la data 1671.

Vicino all’ingresso, si presenta un battistero in pietra lavorata (1688), con lo stemma dei Savoia, signori della Valdigne.

Un grande crocifisso ligneo da arco trionfale, del XVI secolo, sovrasta il coro. L’altare maggiore, in marmo policromo, è del XVII secolo; la pala sovrastante è stata rimossa in occasione dei restauri e due colonne tortili marmoree affiancano ora il tabernacolo murale.

Una nicchia nella parete accoglie un piccolo museo di arte sacra: pregevole un bel cofanetto reliquiario in lamina di argento del XV secolo.

Nel 2022 un progetto prevede la manutenzione del manto di copertura della chiesa, che risulta al momento compromesso da lose rotte e presenta problemi di infiltrazioni d’acqua, con conseguenti danni alle volte e alle travi sottostanti.

Il progetto ha incluso anche un intervento di restauro conservativo del campanile

Castello notarile di Derby

Il castello notarile di Derby o palazzo notariale, è un castello medievale.

Derby CastelloNotarile.jpg (223931 byte)Secondo varie fonti, il castello fu costruito originariamente come residenza di un notaio, tra il XII e il XVI secolo appartenne ai nobili Lachenal, divenendo quindi di proprietà del notaio Vernaz.

Per André Zanotto, invece, la struttura fortificata non dovrebbe risalire a prima del secolo XVI.

Il castello, composto di vari corpi, si presenta in buone condizioni, restaurato. Degni di nota sono sia le finestre in pietra ollare lavorata, in cui si ritrova il caratteristico arco a chiglia rovesciata, che il portone d'ingresso decorato a motivi floreali, sopra al quale si riconosce lo stemma di casa Savoia.

Il complesso fu per un certo periodo destinato a usi agricoli. Un antico forno esterno di minor pregio è stato restaurato negli anni settanta. Secondo la tradizione, una galleria sotterranea collegherebbe il castello notarile al castello giudiziario di Derby, sulla stessa strada.

Castello giudiziario di Derby

Il castello giudiziario di Derby o casaforte di Derby, in epoca medievale era il centro giurisdizionale della signoria ecclesiastica di Derby. Era solo uno degli edifici fortificati di Derby, l'unico edificio di un certo rilievo conservatosi insieme al palazzo notarile.

Costruito nel XIII secolo, il castello giudiziario in origine appartenne ai canonici di Aosta, ma non è certo se fosse sotto il controllo dei canonici di sant'Orso o dei canonici della cattedrale.

Il castello si presenta con una struttura massiccia a pianta quadrata, di tre piani; è dotato dei resti di una cinta muraria (o un recinto) con torretta angolare a sezione circolare che presenta alcune feritoie: secondo Carlo Nigra, in origine le torrette sospese erano probabilmente due. L'accesso, non rialzato se non di qualche scalino, è protetto da una caditoia. Un tempo, i vari piani erano raggiungibili solo tramite una scala alla cappuccina: la scala a chiocciola fu aggiunta successivamente.

Nei sotterranei, adibiti a prigione, venivano portati i rei in attesa di giudizio qui lasciati nel caso in cui fossero ritenuti colpevoli. Tra le cause di lite per le quali si poteva essere condotti in giudizio è citato il furto di legname.

Secondo la tradizione, una galleria sotterranea menerebbe dal castello giudiziario al palazzo notarile di Derby, sulla stessa strada.

Oggi la struttura si presenta trasformata in fattoria.

Fonte