Catanzaro

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Palazzi

Le principali architetture civili della città sono ubicate entro il perimetro del centro storico. In tal senso, il patrimonio architettonico di Catanzaro è composto da numerosi palazzi signorili, il cui passato è riconducibile principalmente a famiglie nobiliari del luogo, che ne favorirono l'edificazione a scopo abitativo privato, e dalle quali prendono il nome: tra questi, Palazzo Doria, Palazzo Ferrari-De Riso, Palazzo Anania, Palazzo Rocca-Grimaldi, Palazzo Gironda-Veraldi. Presso Palazzo Ruggero-Raffaelli aveva anticamente sede il convento dei Padri Minimi di San Francesco di Paola.

La maggior parte è sita negli antichi rioni del centro storico, altri hanno sede lungo Corso Mazzini e si caratterizzano per i loro saloni affrescati sfarzosamente, i dettagli decorativi che adornano i vari ambienti e le ampie corti centrali. Alcuni, come Palazzo Menichini, risentono ancora dei danni provocati dai bombardamenti che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale, nel 1943. Altri invece sono considerati veri e propri simboli di Catanzaro, come Palazzo Fazzari, uno dei maggiori esempi di architettura eclettica in Calabria.  

Ex Palazzo dell'Amministrazione Provinciale - Situato nell'odierna Piazza Prefettura, che ospita anche la Basilica dell'Immacolata, il Palazzo di vetro e il Palazzo delle poste, è stato edificato nel 1926 sul terreno ove sorgeva Palazzo Larussa, demolito nella prima parte del Novecento. In origine ospitava l'Amministrazione Provinciale di Catanzaro. Costruito secondo le norme sismiche del tempo, è costituito da un pian terreno, da un piano nobile e da un secondo piano.

Il palazzo, eclettico, presenta stili differenti, dal liberty al barocco al rinascimentale. La sala del consiglio è adornata da stucchi e bassorilievi artistici mentre nella tribuna riservata al pubblico era collocato il dipinto del pittore calabrese Andrea Cefaly "Bruto che condanna i figli", che trova oggi posto presso Palazzo di vetro, la nuova sede della Provincia a partire dagli anni sessanta.

In virtù dello spostamento degli uffici provinciali, nello stesso periodo fu acquistato dalla Prefettura che ne stabilì la propria sede.

Palazzo Fazzari - Considerato uno dei simboli di Catanzaro, la sua storia è legata indissolubilmente agli sviluppi che ebbe, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento il centro storico cittadino. Esso infatti fu stravolto dal Piano Manfredi, il piano regolatore comunale approvato nel 1870 che ebbe come principale effetto l'apertura di un asse viario principale, Corso Vittorio Emanuele (odierno Corso Mazzini), tramite l'abbattimento, la costruzione o l'arretramento della facciata di alcuni palazzi. Proprio nel 1870 iniziarono i lavori di costruzione di Palazzo Fazzari, situato nell'antico quartiere ebraico della Giudecca, terminati nel 1874. La costruzione fu permessa dall'abbattimento di alcune strutture già esistenti sul sito.

Il progetto fu redatto presumibilmente dall'architetto fiorentino Federico Andeotti. L'edificio rappresenta un unicum nel panorama architettonico della città, sicché fondi in maniera eclettica elementi caratteristici della cultura locale con elementi fiorentini, traendo anche alcune caratteristiche da palazzi calabresi cinquecenteschi. 

Il palazzo fu acquistato dall'imprenditore e politico Achille Fazzari, originario di Stalettì, il 31 agosto 1870. La scelta all'acquisto fu dettata dal desiderio di possedere una dimora di una certa importanza nel cuore della città, per evidenziare il suo prestigio di uomo di un certo livello sociale e, anche, perché più vicina alla sede del potere burocratico i cui edifici si trovavano sull'asse viario Porta di Mare – Piazza Grimaldi. Per la realizzazione, venne scelto un architetto fiorentino per la presenza in città dell'ingegnere Giacomo Romoli, inviato da Firenze subito dopo l'unità.

Il piano superiore, fino all'aprile del 2015 ospitava il Circolo Unione, un centro di aggregazione culturale attivo dal 1961. La storica dell'arte Emilia Zinzi ha condotto diverse battaglie per il restauro delle pitture che decorano le sale dell'ex Circolo Unione.

Il palazzo presenta tre facciate di cui la principale sul Corso Mazzini, caratterizzate da un alto basamento a bugnato rustico in diorite di Stalettì che comprende il primo piano, e i due piani superiori, digradanti in altezza, con conci regolari dello stesso materiale e si conclude con un tetto aggettante su staffe sagomate in legno. La costruzione, nella facciata, mostra i caratteri tipici del primo rinascimento fiorentino che sono da riscontrare nell'uso delle bugne e dei conci di pietra che ci rimandano ad edifici come il Palazzo Medici Riccardi di Firenze. Una prerogativa di Palazzo Fazzari sono gli angoli smussati che non ritroviamo nello stile fiorentino.

All'interno, le ampie sale del piano superiore conservano soffitti in stile liberty, affrescate dal catanzarese Alfonso Frangipane, studente dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, con eleganti figure femminili volteggianti. Si ritrovano alcuni dipinti di Federico Andreotti e gli arredi erano arricchiti da grandi tele dell'artista Tony Pileggi, acquistate da privati dopo la chiusura del Circolo.

Pregevole sul piano stradale è la presenza della ex Farmacia Leone, voluta nel 1893 dal Commendator Federico Leone che la rivestì d'intagli lignei, opera dei migliori ebanisti dell'epoca. Per anni fu luogo d'incontro di poeti e artisti provenienti perfino dall'estero. I soffitti della farmacia sono decorati da Alfonso Frangipane.

Sulla porta d'ingresso, l'insegna in marmo, legno e ferro battuto raffigura un grifone, ora gravemente danneggiata.

Il palazzo ospita, al piano terra, la storica farmacia Leone, una delle più antiche della città, realizzata a cavallo fra il 1893 e il 1895.

Palazzo Grimaldi-Montuori - Risale al XVII secolo e attualmente ospita la CCIA (Camera di commercio) di Catanzaro, che qui vi ha sede a partire dal 1862, anno in cui fu ultimata l'ultima consistente ristrutturazione. Sorge su Corso Mazzini, nei pressi del Duomo della città.

Nel 1644, Gregorio Grimaldi acquistò una parte del palazzo, che rimase di proprietà dell'omonima famiglia fino al 1851, anno in cui lo stabile fu venduto a Pasquale Montuori, il quale aveva precedentemente acquistato un'altra porzione del fabbricato nel 1840.

L'edificio subì un primo deciso restyling a partire dagli anni settanta dell'Ottocento; in quel frangente venne allargato, sfruttando lo spazio libero lasciato dalla demolizione di alcuni fabbricati attigui. Proprio come Palazzo Fazzari, fu interessato dai lavori inseriti nell'ambito dell'edificazione di Corso Vittorio Emanuele. Non a caso, l'aspetto esteriore della facciata principale, arretrata per permettere l'apertura del nuovo asse viario, richiama la tradizione ottocentesca che caratterizza le costruzioni dell'epoca, integrata agli elementi tipici dell'architettura rinascimentale fiorentina e romana che identifica l'intero fabbricato.

Palazzo Doria - Anche Palazzo Doria, proprio come Palazzo Fazzari, sorge nei pressi dell'antica Giudecca. Fu edificato nel XIX secolo ed è di notevoli dimensioni. Fu interessato dai lavori di riassetto del centro storico e di costruzione di Corso Vittorio Emanuele iniziati nel 1870. In particolare, l'abbassamento della sede stradale in alcuni punti attigui all'edificio e l'innalzamento in altri causò una depressione degli ingressi rispetto allo stesso asse viario. Ciò causò non poche vertenze a carico del Municipio che vide come parte lesa la famiglia Doria, proprietaria dell'immobile, e la famiglia Maltese, proprietaria di altri, che chiesero all'Amministrazione una rivalutazione dell'esproprio subito proprio in fase di preparazione ai lavori. La facciata principale del palazzo affaccia sull'odierno Corso Mazzini, la facciata opposta, caratterizzata da tre piani, invece, sul Teatro Politeama.

Palazzo dell'Intendenza di Finanza - Opera più recente rispetto a molti dei palazzi di rilevanza storica che impreziosiscono il centro storico, fu costruito nel 1910. Sorge sul Corso Mazzini, precisamente in Piazza Santa Caterina, ove fino ai primi anni del Novecento sorgeva l'omonima chiesa e convento dei Padri Liguorini. Essi furono espulsi dalle rispettive strutture in seguito al provvedimento del 17 febbraio 1861 che prevedeva la soppressione di tutte le case religiose. Sul sito dell'allora Chiesa di Santa Caterina sorge oggi l'edificio che ospita gli uffici della Questura.

Il Palazzo dell'Intendenza di Finanza fu edificato nell'ambito dei lavori volti alla ricollocazione logistica dei vari rami amministrativi della città. L'edificio ha quattro lati ed è caratterizzato dalla presenza di un ampio cortile interno corredato dalle scale in marmo. La facciata, in particolar modo, riprende la concettualità dello stile fiorentino del Quattrocento, presentando dunque elementi comuni dei celebri palazzi StrozziGondi e Guadagni del capoluogo toscano.

Palazzo Ruggero-Raffaelli - L'imponente edificio sorge alla fine di Corso Mazzini, all'incrocio con Via De Seta. Affaccia dunque sulla balconata di Bellavista, uno degli scorci più suggestivi della città. Sul sito occupato oggi dal palazzo sorgeva, fino all'Ottocento, l'antico convento dei Padri Minimi di San Francesco di Paola, prima del decreto murattiano del 7 agosto 1809 che ne deliberò la soppressione. In seguito, l'edificio fu totalmente stravolto, tanto che oggi è il risultato del rifacimento di quegli anni. Presenta inoltre, delle peculiarità che lo rendono unico; le due facciate sono caratterizzate da stili totalmente differenti, tanto da far sembrare il palazzo diviso in due unità. La facciata posta su Corso Mazzini ho un'impostazione ottocentesca, più ricercata. Il prospetto che guarda verso Via De Seta è invece tardo barocco.

Nel 1881, l'edificio fu interessato, come molti altri, dai lavori previsti dal Piano Manfredi per l'apertura dell'asse viario dell'odierno Corso Mazzini; per questo, la facciata interessata fu tagliata in modo tale da permettere l'allineamento dello stabile con l'attigua Chiesa di San Francesco di Paola.

Palazzo Alemanni - È uno dei principali palazzi che caratterizza il consistente patrimonio di edilizia privata di cui dispone il centro storico cittadino. Ha ospitato la Giunta regionale della Calabria fino al 2015, anno in cui fu inaugurato il moderno Palazzo degli Italia, nel quartiere Germaneto. Sorge nel rione Montecorvino. Fu edificato presumibilmente a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo e presenta prevalentemente uno stile neoclassico, osservabile specialmente nella grande corte che sorge al centro dell'edificio, corredata da n giardino terrazzato.

Probabilmente, non fu fin da subito residenza della famiglia Alemanni. Presumibilmente, infatti, l'omonima famiglia acquistò l'edificio intorno al 1850, anno in cui fu sottoposto a un'importante ristrutturazione che diede allo stabile l'attuale conformazione.

Il palazzo fu danneggiato pesantemente dai bombardamenti che il 27 agosto 1943 colpirono duramente il centro storico di Catanzaro.

Palazzo Morano - Risale al XVI secolo. A partire dal 1594, ospitò la Regia Udienza la quale precedentemente aveva sede a Reggio Calabria ma fu spostata a Catanzaro per motivi di sicurezza.

Il 6 aprile 1596 fu acquistato dall'Università di Catanzaro (da non confondere con l'attuale istituzione universitaria) dalla famiglia Morano che lo possedeva. Fu danneggiato, in seguito, in occasione del terremoto del 1783. In occasione dei lavori di ripristino fu dunque deciso di allungare lo stabile sfruttando lo spazio lasciato libero da alcuni immobili confinanti col lato nord dell'edificio.

L'aspetto odierno dell'edificio è da ricondurre agli ultimi rifacimenti datati anni trenta del Novecento. In occasione della costruzione del confinante Palazzo della Provincia, fu aggiunto un piano e la facciata fu rifatta in maniera eclettica secondo un gusto liberty con dettagli neorinascimentali e neobarocchi.

Palazzina Scandale - Piccolo edificio in stile liberty che affaccia, oltre che su Corso Mazzini, su Piazza Grimaldi. È dunque dirimpettaio al palazzo della Camera di commercio.

Palazzo Vercillo - Caratteristico edificio di fine Ottocento.

Palazzo Anania - Il palazzo sorge nell'antico rione Cocole, precisamente sull'antica strada dei Coppolari (odierna Via De Grazia) e risale al 1622. Appartenne all'omonima nobile famiglia e reca, sul portone d'ingresso, lo stemma della casata, caratterizzato da una testa di serafino e dalla blasonatura "BALDASAR ANANIA anno MDCXXII", indicante il nome di Baldassarre Anania, il quale fu il committente del palazzo.

Fu danneggiato dal terremoto che colpì la città il 24 marzo del 1744 e conseguentemente subì dai rifacimenti che gli dettero la conformazione odierna. Se all'esterno, in virtù dei fatti storici, ha un aspetto settecentesco, all'interno il palazzo presenta elementi barocchi e seicenteschi osservabili dalla corte interna e dalla loggia della scalinata. Nel 1632 vi fu costruita anche una cisterna, ora non più esistente, che caratterizzava il sistema di approvvigionamento idrico dello stabile, comune a molte edifici nobiliari cittadini dell'epoca.

Palazzo Menichini - Il palazzo fu edificato nel XVI secolo, sulla spinta dell'intensa attività urbanistica che contraddistinse il periodo a cavallo fra il XIII e il XVI secolo nella città di Catanzaro, contraddistinto da un'intensa attività serica che rese la città celebre in tutto il mondo tramite il commercio dei suoi preziosi damaschi.

L'edificio è stato sottoposto a numerosi rifacimenti nel corso degli anni, gli ultimi a causa dei danneggiamenti subiti in seguito ai bombardamenti del 1943. Nonostante tutto, conservo ancora quelle peculiarità che permettono di accostarlo ad esempi architettonici napoletani.

Palazzo Rocca-Grimaldi - Fu edificato presumibilmente nel XVII secolo, non escludendo tuttavia che risalga ad un'epoca precedente. Ciò che è certo è che il palazzo era di proprietà della famiglia Rocca e fu acquistato dalla famiglia Grimaldi nel XIX secolo, allorquando lo stabile divenne la dimora di Bernardino Grimaldi, politico catanzarese che ricoprì i ruoli di Ministro del tesoro e di Ministro dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia per otto volte e che per vent'anni fece parte dell'Amministrazione comunale della città. Presenta elementi classicheggianti e neoclassici. Sul soffitto dello scalone interno, sono collocati il motto della famiglia Grimaldi ("non per più non poter né quanto posso") e il blasone della stessa.

Palazzo De Nobili - Palazzo di rappresentanza dell'Amministrazione comunale dal 1863, anno del suo acquisto da parte del Municipio. Fu edificato nel 1784 nell'allora antico rione di Santa Chiara. Affaccia sulla villa comunale, Villa Margherita, ed era la residenza della famiglia De Nobili. Edificio settecentesco, è dotato di due piani, in virtù delle imposizioni governative conseguenti al terremoto del 1783. La sua principale caratteristica è la corte centrale su cui si affaccia l'ampio scalone che conduce al piano superiore.

Dal 24 al 26 aprile 1806, qui vi fu in visita il re di Napoli Giuseppe Bonaparte.

Nel 1912 il Municipio intraprese una grande opera di ristrutturazione che si protrase, a fasi alterne, fino al secondo dopoguerra. In tale frangente, il palazzo assunse l'attuale configurazione neorinascimentale, in linea con lo stile ottocentesco che caratterizza altri edifici della città. La sala del consiglio comunale è caratterizzata dalla presenza di un grande affresco, intitolato "L'esaltazione della storia della città di Catanzaro nei suoi vari aspetti", realizzato nel 1961 da Tarcisio Bedini.

Palazzo Ferrari-De Riso - Il palazzo risale al XVI secolo e sorge nei pressi dell'attuale Chiesa di Sant'Omobono. Fu di proprietà della famiglia Ferrari, che possedeva diversi palazzi in città, fin dal 1579. Fu interessato da due considerevoli ristrutturazioni nel 1755, allorquando fu ampliato attraverso l'inglobamento di alcune caso attigue di proprietà della famiglia Marincola, e a cavallo fra il 1870 e il 1875, periodo in cui avvenne il livellamento della sede stradale che interessò la parte occidentale del centro storico. Il palazzo, dallo stile eclettico, presenta classicismi diffusi, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, nel Regno di Napoli e fa del portale tardo cinqucentesco una delle sue principali peculiarità. La scalinata presente nella corte si rifà ai monumentali scaloni creati da Ferdinando Sanfelice, uno dei principali architetti del Settecento napoletano, e in particolare a quello di Palazzo Sanfelice, risalente al 1728.

Palazzo Ricca - Il palazzo, appartenuto alla nobile famiglia Ricca, di origine spagnola, è ubicato nell'antico quartiere Pianicello. Risale all'ultima parte del XVI secolo. La peculiarità dello stabile sono i due portali gemelli che caratterizzano la facciata e che sono comuni ad altri numerosi palazzi cittadini edificati nel medesimo periodo. il palazzo assunse uno stile eclettico a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, allorquando subì un restyling volto principalmente alla costruzione di uno scalone frontale all'androne di ingresso.

Palazzo Pecorini-Manzoni - Sorge nell'antico rione di Montecorvino ed è parte di un complesso architettonico che risale all'ultima parte del XVIII secolo. Nonostante ciò, il rione, antico quartiere di vasai, fu stravolto già a partire dal XVII secolo da una serie di interventi che portarono all'edificazione di residenze nobiliari appartenenti a numerose famiglie dell'epoca.

L'origine del palazzo origine è incerta, tuttavia acquisì presumibilmente il nome col quale è conosciuto oggi a partire dalla metà dell'Ottocento, allorquando il conte Carlo Pecorini Manzoni sposò Nicolina Marincola, rampolla della famiglia dei baroni Marincola. Nonostante le sue origini incerte, l'opera presenta delle visibili caratteristiche tipiche di ville e palazzi napoletani, in particolar modo è caratterizzato da numerosi elementi stilistici comuni alle opere dell'architetto Giovan Battista Vinci, nato a Vibo Valentia nel 1772.

Architetture militari

Fin dalla sua fondazione la città fu costruita con precisi scopi difensivi, capace di resistere a lunghi assedi. Era una città fortezza dotata di torri, bastioni, porte civiche e racchiusa in una cinta muraria di circa 7 km. L'impianto difensivo era di tipo complesso, la città era difesa dalla sua stessa posizione, accerchiata da profonde e ripide valli ed inoltre in prossimità delle mura c'erano fossati e trincee fortificate. In realtà la struttura difensiva iniziava fin dalla costa, infatti sulle colline che fiancheggiano la valle dove oggi sorgono i quartieri Sala, Santa Maria e Lido, erano costruite un susseguirsi di torri d'avvistamento fino alla costa, una delle quali è ancora visibile sulle colline del quartiere Aranceto. Le porte di accesso erano 6:

Porta Marina (o Granara), sicuramente la porta principale perché consentiva l'accesso dalla costa ed era utilizzata per il commercio del frumento, secondo il D'Amato qui erano posizionate 4 torri di guardia, tre bastioni con cannoni e poco distante il Baluardo dei Palmeti;

Porta di San Giovanni (o Castellana o Montanara), posizionata nei pressi dell'attuale piazza Matteotti, adiacente a questa porta vi era un profondo fossato, chiamato fosso rivellino, attraversabile tramite un ponte levatoio;

Porta Pratica (o Prattica o di San Leonardo), consentiva l'accesso da Occidente al rione Paradiso, oggi quartiere Case Arse, di fianco a difesa della porta vi era il Bastione di San Nicola Caracitano;

Porta Stratò, situata nell'omonimo rione ad Oriente del centro storico, era una porta civica ad arco a sesto chiuso nascosta dalla chiesetta di Santa Maria della Portella, che svolgeva la duplice funzioni di luogo di culto e di postazione di avvistamento, in quanto in caso di pericolo veniva suonata la campana che avvertiva la popolazione della chiusura delle porte. È tuttora visibile il sentiero che sale dalla valle del Musofalo e giunge fino alla chiesetta. Il nome stesso "Stratò" deriverebbe dal toponimo greco che significa occulto, nascosto;

Porta del Gallinaio, era una porta civica secondaria, utilizzata per l'accesso del bestiame;

Porta Silana, anch'essa porta civica secondaria, utilizzata per il passaggio di bestiame, consentiva l'accesso alla città dal retrostante altopiano della Sila.

In posizione rialzata rispetto al resto dell'antica città, sul colle del Castello fu costruito il Castello Normanno o d'Altavilla, oggi complesso monumentale San Giovanni, sotto il quale erano costruiti lunghi cunicoli sotterranei, i quali possono essere visitati ancora oggi.  

Siti archeologici

Durante i lavori per la costruzione delle fondamenta della Cittadella della regione Calabria, nel quartiere Germaneto, sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici risalenti ai periodi greco e romano, che testimoniano la presenza di villaggi sparsi lungo tutta la valle del Corace appartamenti alla parte settentrionale dell'antica Scolacium. Proprio nella storia dell'antica città di "Minerva Scolacium" è radicata l'origine del capoluogo calabrese.

Il parco archeologico di Scolacium si trova nella frazione di Roccelletta, nel comune di Borgia, località tuttavia completamente conurbata con il quartiere marinaro del comune di Catanzaro. Reperti sono stati recuperati anche nel quartiere di Santa Maria di Catanzaro. Dell'abitato preromano rimangono parte delle strade lastricate, degli acquedotti, dei mausolei, di altri impianti sepolcrali, della basilica, di un impianto termale ma soprattutto del teatro, il quale poggia naturalmente pendio di una collina.

Il parco archeologico è anche teatro di importanti eventi, come ad esempio "Intersezioni", rassegna di arte contemporanea che si svolse fino ai primi anni duemiladieci e coinvolgeva artisti di fama internazionale, e il festival musicale, di danza e teatro "Armonie d'arte festival".

Teatro

La tradizione teatrale della città risale al tardo Seicento quando in occasione della nascita dell'erede al trono spagnolo, ci furono quasi due mesi di rappresentazioni che animarono piazza San Giovanni. Le attività teatrali si continuarono a svolgere nelle piazze cittadine e in un piccolo teatro in piazza Duomo, distrutto dal terremoto del 1783.

In seguito venne costruito lo storico teatro comunale, progettato dall'architetto Vincenzo De Grazia nel 1818 e terminato nel 1830. Il teatro rappresentava opere di Pergolesi, Rossini, Goldoni, Giacosa e D'Annunzio, Scribe, Sardou, Mirabeau, dumas, Ibsen, Tolstoj, Shakespeare, Dostoevskij. Ne calcarono il palcoscenico i più noti artisti del tempo, da Ermete Novelli a Ermete Zacconi, da Giovanni Emanuel a Gustavo Salvini.

In seguito alla crisi economica e sociale che investì la città dopo la prima guerra mondiale, il teatro declinò e venne infine demolito nel 1938, mentre l'attività teatrale continuò in modo diseguale con il teatro Masciari, inaugurato nel 1923, che raggiunse l'apice del suo splendore negli anni quaranta, e con il teatro Comunale, inaugurato nel 1953. Nel 2002 fu inaugurato il Teatro Politeama, situato nel centro storico, su progetto di Paolo Portoghesi. Occupa lo spazio dove si trovava l'omonimo cinema e teatro costruito negli anni trenta e un vicino mercato coperto della stessa epoca. L'edificio, importante per dimensioni, è caratterizzato da un'architettura organica dalle forme armoniose e dal palcoscenico fra i più avanzati in Italia dal punto di vista tecnologico. La sala centrale a forma di ferro di cavallo, intorno a cui si articola l'edificio, riprende la tradizione del teatro classico all'italiana.

La maschera tipica è Giangurgolo; nata in città nel tra il XI e il XII secolo, al tempo della Commedia dell'arte, divenne famosa in quanto rappresentava la figura del Capitano di origine spagnola, vanitoso e bugiardo, che ha più del furfante che dell'uomo d'armi.  

Musei

Museo d'arte moderna e contemporanea di Catanzaro (MARCA): sito nel centro storico, ospita collezioni di vario genere, facenti capo all'arte antica come all'arte contemporanea. Il nucleo principale del museo, fondato nel 2008, raccoglie oggetti d'arte otto-novecenteschi e ospita una gipsoteca.

Museo storico militare Brigata Catanzaro (MUSMI): sito nel Parco della Biodiversità mediterranea, è un museo specialistico dedicato alla Brigata Catanzaro che custodisce armi, divise, documenti, cartine geografiche e altri cimeli utilizzati nelle varie guerra dal periodo napoleonico alla seconda guerra mondiale.

Museo archeologico numismatico provinciale (MARCH): inaugurato nel 1879, è sito all'interno di Villa Margherita. È la più antica istituzione museale calabrese. Ospita numerosi reperti archeologici e una collezione di oltre 8000 monete che spazia dal periodo greco sino all'età moderna.

Museo diocesano d'arte sacra (MUDAS): aperto nel 1997 (sede di Catanzaro), è un'unica realtà museale in seguito alla fusione con la sede di Squillace (1984). Sito nel Palazzo Arcivescovile (in Piazza Duomo), ha il suo nucleo centrale di riferimento nel "Tesoro della cattedrale", costituito da numerosi suppellettili di origine francese e napoletana che fungono da testimonianza di quella che fu la cultura manifatturiera tessile della città.

Museo del rock: unico museo dedicato al rock in Italia. Inaugurato nel 2011 e successivamente nel 2015 nella nuova sede, sita alle porte del centro storico. Strutturato su due piani, ospita circa diecimila vinili e altri cimeli che raccontano il rock dagli anni cinquanta fino agli anni novanta. Ospita anche numerosi live e concerti.

Parco Internazionale della Scultura: un museo a cielo aperto (primo di questo genere nel Meridione d'Italia) parte integrante del Parco della Biodiversità mediterranea. Accoglie le opere degli artisti di fama internazionale che dal 2005 al 2010 hanno preso parte al progetto di scultura contemporanea Intersezioni, che si svolgeva ogni anno nel periodo estivo al Parco archeologico di Scolacium, patrocinata dalla Provincia di Catanzaro e dal MARCA.

Casa della Memoria Mimmo Rotella: inaugurato nel 2005 nel centro storico, in quella che fu la casa di Mimmo Rotella, nativo di Catanzaro, considerato come uno dei protagonisti della scena artistica della seconda metà del XX secolo. Ha come obiettivo principale la promozione dell'arte contemporanea.

Museo delle carrozze: sito nel quartiere Siano in un edificio in stile medievale, documenta l'evoluzione dei mezzi di trasporto non motorizzate tramite l'esposizione di 25 pezzi d'epoca. Al museo è annessa un'esposizione permanente sugli attrezzi rurali.

Museo del Risorgimento: ospitato all'interno dei locali della caserma del distretto militare "Florestano Pepe", è l'unico museo della storia risorgimentale del Sud Italia. Vi sono esposte divise, fotografie, armi e altri cimeli di particolare rilevanza.

Museo dei vigili urbani: inaugurato nel 2013 all'interno del comando "Rattà-Procopio", ospita una collezione di vari cimeli che hanno caratterizzato l'attività dei vigli urbani della città a partire dal 1872.

Museo del Patrimonio dell’Accademia di Catanzaro (MUPAC): è il museo dell'Accademia di belle arti di Catanzaro, ospitato presso l'edificio storico dell'ex Educandato, nel centro storico della città, sede dell'Accademia.

Tradizioni e folclore

Il culto di San Vitaliano da Capua venne introdotto, con la traslazione delle reliquie del santo, giunte dal santuario di Montevergine e da Benevento, in un'apposita cappella della cattedrale voluta dal conte Pietro Ruffo nel 1311. Dopo la rovina della cappella le reliquie furono trasferite ufficialmente dal vescovo Nicolò Orazio nel 1583. Secondo la tradizione dal suo sepolcro sarebbe trasudato un liquido miracoloso detto "manna".

Il santo è ricordato il 16 luglio, in ricordo probabilmente della prima traslazione delle reliquie, ma viene celebrato a Catanzaro anche in occasione della domenica in albis. Nel 1922 fu celebrato solennemente il settimo centenario dell'arrivo delle reliquie.

Il culto della Madonna di Porto Salvo ha origini antiche e la festa della protettrice dei pescatori e dei caduti del mare è una ricorrenza molto sentita soprattutto a Catanzaro Lido. La statua della Madonna è portata in processione su un grande peschereccio al cui seguito vi sono centinaia di barche addobbate a festa.

Il capoluogo calabrese è una città ricca di tradizioni folkloristiche che si sono conservate a lungo nel corso dei secoli e che trovano occasione di riemergere in momenti particolari della vita catanzarese.

Tutto ciò non è nient'altro che l'eredità lasciata dalle tante popolazioni che si sono succedute nell'insediamento del territorio, influenzandone vistosamente la cultura e lasciando tracce ben visibili ancora oggi. La Naca è l'evento principe della settimana santa e uno dei più attesi in città durante tutto l'anno. È una caratteristica processione del venerdì santo le cui origini si fanno risalire al medioevo che ogni anno richiama centinaia di fedeli provenienti anche dalla provincia.  

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