Palazzi
Le
principali architetture civili della città sono ubicate entro il perimetro del
centro storico. In tal senso, il patrimonio architettonico di Catanzaro è
composto da numerosi palazzi signorili, il cui passato è riconducibile
principalmente a famiglie nobiliari del luogo, che ne favorirono l'edificazione
a scopo abitativo privato, e dalle quali prendono il nome: tra questi, Palazzo
Doria, Palazzo Ferrari-De Riso, Palazzo Anania, Palazzo Rocca-Grimaldi, Palazzo
Gironda-Veraldi. Presso
Palazzo Ruggero-Raffaelli aveva anticamente sede il convento dei Padri
Minimi di San
Francesco di Paola.
La
maggior parte è sita negli antichi
rioni del centro
storico, altri hanno sede lungo Corso Mazzini e si caratterizzano per i loro
saloni affrescati sfarzosamente, i dettagli decorativi che adornano i vari
ambienti e le ampie corti centrali. Alcuni,
come Palazzo Menichini, risentono ancora dei danni provocati dai bombardamenti
che colpirono la città durante la seconda guerra mondiale, nel 1943. Altri
invece sono considerati veri e propri simboli di Catanzaro, come Palazzo
Fazzari, uno dei maggiori esempi di architettura
eclettica in
Calabria.
Ex
Palazzo dell'Amministrazione Provinciale - Situato
nell'odierna Piazza Prefettura, che ospita anche la Basilica
dell'Immacolata, il Palazzo di vetro e il Palazzo delle poste, è stato edificato nel 1926 sul
terreno ove sorgeva Palazzo Larussa, demolito nella prima parte del Novecento.
In origine ospitava l'Amministrazione
Provinciale di Catanzaro.
Costruito secondo le norme sismiche del tempo, è costituito da un pian terreno,
da un piano nobile e da un secondo piano.
Il
palazzo, eclettico,
presenta stili differenti, dal liberty al barocco al rinascimentale.
La sala del consiglio è adornata da stucchi e bassorilievi artistici mentre
nella tribuna riservata al pubblico era collocato il dipinto del pittore
calabrese Andrea
Cefaly "Bruto che condanna i figli", che trova oggi posto presso
Palazzo di vetro, la nuova sede della Provincia a partire dagli anni
sessanta.
In
virtù dello spostamento degli uffici provinciali, nello stesso periodo fu
acquistato dalla Prefettura che ne stabilì la propria sede.
Palazzo
Fazzari - Considerato
uno dei simboli di Catanzaro, la sua storia è legata indissolubilmente agli
sviluppi che ebbe, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento il centro storico cittadino. Esso infatti fu stravolto dal Piano
Manfredi, il piano regolatore comunale approvato nel 1870 che
ebbe come principale effetto l'apertura di un asse viario principale, Corso
Vittorio Emanuele (odierno Corso Mazzini), tramite l'abbattimento, la
costruzione o l'arretramento della facciata di alcuni palazzi. Proprio nel 1870
iniziarono i lavori di costruzione di Palazzo Fazzari, situato nell'antico
quartiere ebraico della Giudecca, terminati nel 1874.
La costruzione fu permessa dall'abbattimento di alcune strutture già esistenti
sul sito.
Il
progetto fu redatto presumibilmente dall'architetto fiorentino Federico
Andeotti. L'edificio rappresenta un unicum nel panorama architettonico della
città, sicché fondi in maniera eclettica elementi caratteristici della cultura
locale con elementi fiorentini, traendo anche alcune caratteristiche da palazzi
calabresi cinquecenteschi.
Il
palazzo fu acquistato dall'imprenditore e politico Achille Fazzari,
originario di Stalettì, il 31 agosto 1870. La scelta all'acquisto fu
dettata dal desiderio di possedere una dimora di una certa importanza nel cuore
della città, per evidenziare il suo prestigio di uomo di un certo livello
sociale e, anche, perché più vicina alla sede del potere burocratico i cui
edifici si trovavano sull'asse viario Porta di Mare – Piazza Grimaldi. Per la
realizzazione, venne scelto un architetto fiorentino per la presenza in città
dell'ingegnere Giacomo Romoli, inviato da Firenze subito dopo l'unità.
Il
piano superiore, fino all'aprile del 2015 ospitava il Circolo Unione, un centro
di aggregazione culturale attivo dal 1961. La storica dell'arte Emilia
Zinzi ha condotto diverse battaglie per il restauro delle pitture che
decorano le sale dell'ex Circolo Unione.
Il
palazzo presenta tre facciate di cui la principale sul Corso Mazzini,
caratterizzate da un alto basamento a bugnato rustico in diorite di Stalettì
che comprende il primo piano, e i due piani superiori, digradanti in altezza,
con conci regolari dello stesso materiale e si conclude con un tetto aggettante
su staffe sagomate in legno. La costruzione, nella facciata, mostra i caratteri
tipici del primo rinascimento fiorentino che sono da riscontrare nell'uso
delle bugne e dei conci di pietra che ci rimandano ad edifici come il Palazzo
Medici Riccardi di Firenze. Una prerogativa di Palazzo Fazzari sono
gli angoli smussati che non ritroviamo nello stile fiorentino.
All'interno,
le ampie sale del piano superiore conservano soffitti in stile liberty,
affrescate dal catanzarese Alfonso Frangipane, studente dell'Accademia di
Belle Arti di Napoli, con eleganti figure femminili volteggianti. Si ritrovano
alcuni dipinti di Federico Andreotti e gli arredi erano arricchiti da
grandi tele dell'artista Tony Pileggi, acquistate da privati dopo la chiusura
del Circolo.
Pregevole
sul piano stradale è la presenza della ex Farmacia Leone, voluta nel 1893 dal
Commendator Federico Leone che la rivestì d'intagli lignei, opera dei migliori ebanisti dell'epoca.
Per anni fu luogo d'incontro di poeti e artisti provenienti perfino dall'estero.
I soffitti della farmacia sono decorati da Alfonso Frangipane.
Sulla
porta d'ingresso, l'insegna in marmo, legno e ferro battuto raffigura un grifone,
ora gravemente danneggiata.
Il
palazzo ospita, al piano terra, la storica farmacia Leone, una delle più
antiche della città, realizzata a cavallo fra il 1893 e
il 1895.

Palazzo
Grimaldi-Montuori - Risale
al XVII secolo e attualmente ospita la CCIA (Camera di commercio) di Catanzaro, che qui vi ha sede a partire dal 1862, anno in cui fu ultimata l'ultima consistente ristrutturazione. Sorge su
Corso Mazzini, nei pressi del Duomo della
città.
Nel 1644,
Gregorio Grimaldi acquistò una parte del palazzo, che rimase di proprietà
dell'omonima famiglia fino al 1851, anno in cui lo stabile fu venduto a Pasquale Montuori, il quale aveva
precedentemente acquistato un'altra porzione del fabbricato nel 1840.
L'edificio
subì un primo deciso restyling a partire dagli anni settanta dell'Ottocento; in
quel frangente venne allargato, sfruttando lo spazio libero lasciato dalla
demolizione di alcuni fabbricati attigui. Proprio come Palazzo Fazzari, fu
interessato dai lavori inseriti nell'ambito dell'edificazione di Corso Vittorio
Emanuele. Non a caso, l'aspetto esteriore della facciata principale, arretrata
per permettere l'apertura del nuovo asse viario, richiama la tradizione
ottocentesca che caratterizza le costruzioni dell'epoca, integrata agli elementi
tipici dell'architettura rinascimentale fiorentina e romana che identifica
l'intero fabbricato.
Palazzo
Doria - Anche
Palazzo Doria, proprio come Palazzo Fazzari, sorge nei pressi dell'antica
Giudecca. Fu edificato nel XIX secolo ed è di notevoli dimensioni. Fu
interessato dai lavori di riassetto del centro storico e di costruzione di Corso
Vittorio Emanuele iniziati nel 1870. In particolare, l'abbassamento della sede
stradale in alcuni punti attigui all'edificio e l'innalzamento in altri causò
una depressione degli ingressi rispetto allo stesso asse viario. Ciò causò non
poche vertenze a carico del Municipio che vide come parte lesa la famiglia
Doria, proprietaria dell'immobile, e la famiglia Maltese, proprietaria di altri,
che chiesero all'Amministrazione una rivalutazione dell'esproprio subito proprio
in fase di preparazione ai lavori. La facciata principale del palazzo affaccia
sull'odierno Corso Mazzini, la facciata opposta, caratterizzata da tre piani,
invece, sul Teatro
Politeama.
Palazzo
dell'Intendenza di Finanza - Opera
più recente rispetto a molti dei palazzi di rilevanza storica che
impreziosiscono il centro storico, fu costruito nel 1910.
Sorge sul Corso Mazzini, precisamente in Piazza Santa Caterina, ove fino ai
primi anni del Novecento sorgeva
l'omonima chiesa e convento dei Padri Liguorini. Essi furono espulsi dalle
rispettive strutture in seguito al provvedimento del 17 febbraio 1861 che
prevedeva la soppressione di tutte le case religiose. Sul sito dell'allora
Chiesa di Santa Caterina sorge oggi l'edificio che ospita gli uffici della
Questura.
Il
Palazzo dell'Intendenza di Finanza fu edificato nell'ambito dei lavori volti
alla ricollocazione logistica dei vari rami amministrativi della città.
L'edificio ha quattro lati ed è caratterizzato dalla presenza di un ampio
cortile interno corredato dalle scale in marmo. La facciata, in particolar modo,
riprende la concettualità dello stile fiorentino del Quattrocento, presentando
dunque elementi comuni dei celebri palazzi Strozzi, Gondi e Guadagni del capoluogo toscano.
Palazzo
Ruggero-Raffaelli - L'imponente
edificio sorge alla fine di Corso Mazzini, all'incrocio con Via De Seta.
Affaccia dunque sulla balconata di Bellavista, uno degli scorci più suggestivi
della città. Sul sito occupato oggi dal palazzo sorgeva, fino all'Ottocento,
l'antico convento dei Padri
Minimi di San
Francesco di Paola, prima
del decreto murattiano del 7 agosto 1809 che ne deliberò la soppressione. In seguito, l'edificio fu totalmente
stravolto, tanto che oggi è il risultato del rifacimento di quegli anni.
Presenta inoltre, delle peculiarità che lo rendono unico; le due facciate sono
caratterizzate da stili totalmente differenti, tanto da far sembrare il palazzo
diviso in due unità. La facciata posta su Corso Mazzini ho un'impostazione
ottocentesca, più ricercata. Il prospetto che guarda verso Via De Seta è
invece tardo
barocco.
Nel 1881,
l'edificio fu interessato, come molti altri, dai lavori previsti dal Piano
Manfredi per l'apertura dell'asse viario dell'odierno Corso Mazzini; per questo,
la facciata interessata fu tagliata in modo tale da permettere l'allineamento
dello stabile con l'attigua Chiesa
di San Francesco di Paola.
Palazzo
Alemanni - È uno dei principali palazzi che caratterizza il consistente
patrimonio di edilizia privata di cui dispone il centro
storico cittadino. Ha
ospitato la Giunta
regionale della Calabria fino
al 2015, anno in cui fu inaugurato il moderno Palazzo degli Italia, nel
quartiere Germaneto.
Sorge nel rione Montecorvino. Fu edificato presumibilmente a cavallo fra
il XVIII e il XIX
secolo e presenta
prevalentemente uno stile neoclassico, osservabile specialmente nella grande
corte che sorge al centro dell'edificio, corredata da n giardino terrazzato.
Probabilmente,
non fu fin da subito residenza della famiglia Alemanni. Presumibilmente,
infatti, l'omonima famiglia acquistò l'edificio intorno al 1850,
anno in cui fu sottoposto a un'importante ristrutturazione che diede allo
stabile l'attuale conformazione.
Il
palazzo fu danneggiato pesantemente dai bombardamenti che il 27 agosto 1943 colpirono
duramente il centro storico di Catanzaro.

Palazzo
Morano - Risale
al XVI secolo. A partire dal 1594, ospitò la Regia
Udienza la quale precedentemente aveva sede a Reggio
Calabria ma fu spostata a Catanzaro per motivi di sicurezza.
Il
6 aprile 1596 fu acquistato dall'Università di Catanzaro (da non confondere con l'attuale istituzione
universitaria) dalla famiglia Morano che lo possedeva. Fu danneggiato, in
seguito, in occasione del terremoto del 1783.
In occasione dei lavori di ripristino fu dunque deciso di allungare lo stabile
sfruttando lo spazio lasciato libero da alcuni immobili confinanti col lato nord
dell'edificio.
L'aspetto
odierno dell'edificio è da ricondurre agli ultimi rifacimenti datati anni
trenta del Novecento.
In occasione della costruzione del confinante Palazzo della Provincia, fu
aggiunto un piano e la facciata fu rifatta in maniera eclettica secondo un gusto
liberty con dettagli neorinascimentali e neobarocchi.
Palazzina
Scandale - Piccolo
edificio in stile liberty che affaccia, oltre che su Corso Mazzini, su Piazza
Grimaldi. È dunque dirimpettaio al palazzo della Camera di commercio.
Palazzo
Vercillo - Caratteristico
edificio di fine Ottocento.
Palazzo
Anania - Il
palazzo sorge nell'antico rione Cocole,
precisamente sull'antica strada dei Coppolari (odierna Via De Grazia) e risale
al 1622.
Appartenne all'omonima nobile famiglia e reca, sul portone d'ingresso, lo stemma
della casata, caratterizzato da una testa di serafino e
dalla blasonatura "BALDASAR ANANIA anno MDCXXII", indicante il nome di
Baldassarre Anania, il quale fu il committente del palazzo.
Fu
danneggiato dal terremoto che colpì la città il 24 marzo del 1744 e
conseguentemente subì dai rifacimenti che gli dettero la conformazione odierna.
Se all'esterno, in virtù dei fatti storici, ha un aspetto settecentesco,
all'interno il palazzo presenta elementi barocchi e seicenteschi osservabili
dalla corte interna e dalla loggia della scalinata. Nel 1632 vi
fu costruita anche una cisterna, ora non più esistente, che caratterizzava il
sistema di approvvigionamento idrico dello stabile, comune a molte edifici
nobiliari cittadini dell'epoca.
Palazzo
Menichini - Il
palazzo fu edificato nel XVI
secolo, sulla spinta
dell'intensa attività urbanistica che contraddistinse il periodo a cavallo fra
il XIII e il XVI
secolo nella città di
Catanzaro, contraddistinto da un'intensa attività serica che rese la città
celebre in tutto il mondo tramite il commercio dei suoi preziosi damaschi.
L'edificio
è stato sottoposto a numerosi rifacimenti nel corso degli anni, gli ultimi a
causa dei danneggiamenti subiti in seguito ai bombardamenti del 1943. Nonostante
tutto, conservo ancora quelle peculiarità che permettono di accostarlo ad
esempi architettonici napoletani.
Palazzo
Rocca-Grimaldi - Fu
edificato presumibilmente nel XVII secolo, non escludendo tuttavia che risalga
ad un'epoca precedente. Ciò che è certo è che il palazzo era di proprietà
della famiglia Rocca e fu acquistato dalla famiglia Grimaldi nel XIX secolo,
allorquando lo stabile divenne la dimora di Bernardino
Grimaldi, politico
catanzarese che ricoprì i ruoli di Ministro
del tesoro e di Ministro
dell'agricoltura, dell'industria e del commercio del Regno d'Italia per
otto volte e che per vent'anni fece parte dell'Amministrazione comunale della
città. Presenta elementi classicheggianti e neoclassici. Sul soffitto dello
scalone interno, sono collocati il motto della famiglia Grimaldi ("non per
più non poter né quanto posso") e il blasone della stessa.
Palazzo
De Nobili - Palazzo
di rappresentanza dell'Amministrazione comunale dal 1863,
anno del suo acquisto da parte del Municipio. Fu edificato nel 1784 nell'allora
antico rione di Santa Chiara. Affaccia sulla villa comunale, Villa
Margherita, ed era la
residenza della famiglia De Nobili. Edificio settecentesco, è dotato di due
piani, in virtù delle imposizioni governative conseguenti al terremoto
del 1783. La sua principale
caratteristica è la corte centrale su cui si affaccia l'ampio scalone che
conduce al piano superiore.
Dal
24 al 26 aprile 1806, qui vi fu in visita il re
di Napoli Giuseppe
Bonaparte.
Nel 1912 il
Municipio intraprese una grande opera di ristrutturazione che si protrase, a
fasi alterne, fino al secondo dopoguerra. In tale frangente, il palazzo assunse
l'attuale configurazione neorinascimentale,
in linea con lo stile ottocentesco che caratterizza altri edifici della città.
La sala del consiglio comunale è caratterizzata dalla presenza di un grande
affresco, intitolato "L'esaltazione della storia della città di Catanzaro
nei suoi vari aspetti", realizzato nel 1961 da Tarcisio
Bedini.

Palazzo
Ferrari-De Riso - Il
palazzo risale al XVI secolo e sorge nei pressi dell'attuale Chiesa
di Sant'Omobono. Fu di
proprietà della famiglia Ferrari, che possedeva diversi palazzi in città, fin
dal 1579. Fu interessato da due considerevoli ristrutturazioni nel 1755,
allorquando fu ampliato attraverso l'inglobamento di alcune caso attigue di
proprietà della famiglia Marincola, e a cavallo fra il 1870 e il 1875, periodo
in cui avvenne il livellamento della sede stradale che interessò la parte
occidentale del centro storico. Il palazzo, dallo stile eclettico, presenta
classicismi diffusi, a partire dalla prima metà dell'Ottocento, nel Regno
di Napoli e fa del portale tardo cinqucentesco una delle sue principali
peculiarità. La scalinata presente nella corte si rifà ai monumentali scaloni
creati da Ferdinando
Sanfelice, uno dei
principali architetti del Settecento napoletano, e in particolare a quello di Palazzo
Sanfelice, risalente al 1728.
Palazzo
Ricca - Il
palazzo, appartenuto alla nobile famiglia Ricca, di origine spagnola, è ubicato
nell'antico quartiere Pianicello. Risale all'ultima parte del XVI secolo. La
peculiarità dello stabile sono i due portali gemelli che caratterizzano la
facciata e che sono comuni ad altri numerosi palazzi cittadini edificati nel
medesimo periodo. il palazzo assunse uno stile eclettico a cavallo tra il XVIII
e il XIX secolo, allorquando subì un restyling volto principalmente alla
costruzione di uno scalone frontale all'androne di ingresso.
Palazzo
Pecorini-Manzoni - Sorge
nell'antico rione di Montecorvino ed è parte di un complesso architettonico che
risale all'ultima parte del XVIII secolo. Nonostante ciò, il rione, antico
quartiere di vasai, fu stravolto già a partire dal XVII secolo da una serie di
interventi che portarono all'edificazione di residenze nobiliari appartenenti a
numerose famiglie dell'epoca.
L'origine
del palazzo origine è incerta, tuttavia acquisì presumibilmente il nome col
quale è conosciuto oggi a partire dalla metà dell'Ottocento, allorquando il
conte Carlo Pecorini Manzoni sposò Nicolina Marincola, rampolla della famiglia
dei baroni Marincola. Nonostante le sue origini incerte, l'opera presenta delle
visibili caratteristiche tipiche di ville e palazzi napoletani, in particolar
modo è caratterizzato da numerosi elementi stilistici comuni alle opere
dell'architetto Giovan Battista Vinci, nato a Vibo
Valentia nel 1772.
Architetture
militari
Fin
dalla sua fondazione la città fu costruita con precisi scopi difensivi, capace
di resistere a lunghi assedi. Era una città fortezza dotata di torri, bastioni,
porte civiche e racchiusa in una cinta muraria di circa 7 km. L'impianto
difensivo era di tipo complesso, la città era difesa dalla sua stessa
posizione, accerchiata da profonde e ripide valli ed inoltre in prossimità
delle mura c'erano fossati e trincee fortificate. In realtà la struttura
difensiva iniziava fin dalla costa, infatti sulle colline che fiancheggiano la
valle dove oggi sorgono i quartieri Sala, Santa
Maria e Lido,
erano costruite un susseguirsi di torri d'avvistamento fino alla costa, una
delle quali è ancora visibile sulle colline del quartiere Aranceto. Le
porte di accesso erano 6:
Porta
Marina (o Granara), sicuramente la porta principale perché consentiva l'accesso
dalla costa ed era utilizzata per il commercio del frumento, secondo il D'Amato
qui erano posizionate 4 torri di guardia, tre bastioni con cannoni e poco
distante il Baluardo dei Palmeti;
Porta
di San Giovanni (o Castellana o Montanara), posizionata nei pressi dell'attuale
piazza Matteotti, adiacente a questa porta vi era un profondo fossato, chiamato
fosso rivellino, attraversabile tramite un ponte levatoio;
Porta
Pratica (o Prattica o di San Leonardo), consentiva l'accesso da Occidente al rione
Paradiso, oggi
quartiere Case
Arse, di fianco a
difesa della porta vi era il Bastione di San Nicola Caracitano;
Porta
Stratò, situata nell'omonimo rione ad Oriente del
centro storico, era una porta civica ad arco a sesto chiuso nascosta dalla
chiesetta di Santa Maria della Portella, che svolgeva la duplice funzioni di
luogo di culto e di postazione di avvistamento, in quanto in caso di pericolo
veniva suonata la campana che avvertiva la popolazione della chiusura delle
porte. È tuttora visibile il sentiero che sale dalla valle del Musofalo e
giunge fino alla chiesetta. Il nome stesso "Stratò" deriverebbe dal
toponimo greco che
significa occulto, nascosto;
Porta
del Gallinaio, era una porta civica secondaria, utilizzata per l'accesso del
bestiame;
Porta
Silana, anch'essa porta civica secondaria, utilizzata per il passaggio di
bestiame, consentiva l'accesso alla città dal retrostante altopiano
della Sila.
In
posizione rialzata rispetto al resto dell'antica città, sul colle
del Castello fu
costruito il Castello Normanno o d'Altavilla, oggi complesso monumentale San
Giovanni, sotto il quale erano costruiti lunghi cunicoli sotterranei, i quali
possono essere visitati ancora oggi.
Siti
archeologici
Durante
i lavori per la costruzione delle fondamenta della Cittadella della regione
Calabria, nel quartiere Germaneto,
sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici risalenti ai periodi greco
e romano, che testimoniano la presenza di villaggi sparsi lungo tutta la valle
del Corace appartamenti
alla parte settentrionale dell'antica Scolacium.
Proprio nella storia dell'antica città di "Minerva Scolacium"
è radicata l'origine del capoluogo calabrese.
Il
parco archeologico di Scolacium si trova nella frazione di Roccelletta, nel
comune di Borgia,
località
tuttavia completamente conurbata con il quartiere
marinaro del
comune di Catanzaro. Reperti sono stati recuperati anche nel quartiere di Santa
Maria di Catanzaro.
Dell'abitato preromano rimangono parte delle strade lastricate, degli
acquedotti, dei mausolei, di altri impianti sepolcrali, della basilica, di un
impianto termale ma soprattutto del teatro, il quale poggia naturalmente pendio
di una collina.
Il
parco archeologico è anche teatro di importanti eventi, come ad esempio
"Intersezioni", rassegna di arte contemporanea che si svolse fino ai
primi anni
duemiladieci e
coinvolgeva artisti di fama internazionale, e
il festival musicale, di danza e teatro "Armonie d'arte festival".
Teatro
La
tradizione teatrale della città risale al tardo Seicento quando
in occasione della nascita dell'erede al trono spagnolo, ci furono quasi due
mesi di rappresentazioni che animarono piazza San Giovanni. Le attività
teatrali si continuarono a svolgere nelle piazze cittadine e in un piccolo
teatro in piazza Duomo, distrutto dal terremoto del 1783.
In
seguito venne costruito lo storico teatro comunale, progettato dall'architetto Vincenzo
De Grazia nel 1818 e
terminato nel 1830.
Il teatro rappresentava opere di Pergolesi, Rossini, Goldoni, Giacosa e D'Annunzio,
Scribe, Sardou, Mirabeau, dumas, Ibsen, Tolstoj, Shakespeare, Dostoevskij.
Ne calcarono il palcoscenico i più noti artisti del tempo, da Ermete
Novelli a Ermete
Zacconi, da Giovanni
Emanuel a Gustavo
Salvini.
In
seguito alla crisi economica e sociale che investì la città dopo la prima
guerra mondiale, il
teatro declinò e venne infine demolito nel 1938,
mentre l'attività teatrale continuò in modo diseguale con il teatro Masciari,
inaugurato nel 1923,
che raggiunse l'apice del suo splendore negli anni
quaranta, e
con il teatro Comunale, inaugurato nel 1953. Nel 2002 fu
inaugurato il Teatro
Politeama, situato nel
centro storico, su progetto di Paolo
Portoghesi. Occupa lo
spazio dove si trovava l'omonimo cinema e teatro costruito negli anni
trenta e un vicino
mercato coperto della stessa epoca. L'edificio, importante per dimensioni, è
caratterizzato da un'architettura
organica dalle
forme armoniose e dal palcoscenico fra i più avanzati in Italia dal punto di
vista tecnologico. La sala centrale a forma di ferro di cavallo, intorno a cui
si articola l'edificio, riprende la tradizione del teatro
classico all'italiana.
La
maschera tipica è Giangurgolo;
nata in città nel tra il XI e il XII secolo,
al tempo della Commedia
dell'arte, divenne
famosa in quanto rappresentava la figura del Capitano di origine spagnola,
vanitoso e bugiardo, che ha più del furfante che dell'uomo d'armi.

Musei
Museo
d'arte moderna e contemporanea di Catanzaro (MARCA):
sito nel centro
storico, ospita
collezioni di vario genere, facenti capo all'arte
antica come all'arte
contemporanea. Il
nucleo principale del museo, fondato nel 2008, raccoglie oggetti d'arte otto-novecenteschi e
ospita una gipsoteca.
Museo
storico militare Brigata Catanzaro (MUSMI):
sito nel Parco
della Biodiversità mediterranea,
è un museo specialistico dedicato alla Brigata
Catanzaro che
custodisce armi, divise, documenti, cartine geografiche e altri cimeli
utilizzati nelle varie guerra dal periodo napoleonico alla seconda
guerra mondiale.
Museo
archeologico numismatico provinciale (MARCH): inaugurato nel 1879, è sito
all'interno di Villa
Margherita. È la più
antica istituzione museale calabrese. Ospita numerosi reperti archeologici e una
collezione di oltre 8000 monete che spazia dal periodo greco sino all'età
moderna.
Museo
diocesano d'arte sacra (MUDAS): aperto nel 1997 (sede di Catanzaro), è un'unica
realtà museale in seguito alla fusione con la sede di Squillace (1984).
Sito nel Palazzo Arcivescovile (in Piazza Duomo), ha il suo nucleo centrale di
riferimento nel "Tesoro della cattedrale", costituito da numerosi
suppellettili di origine francese e napoletana che fungono da testimonianza di
quella che fu la cultura manifatturiera tessile della città.
Museo
del rock: unico museo dedicato al rock in
Italia. Inaugurato nel 2011 e successivamente nel 2015 nella nuova sede, sita
alle porte del centro storico. Strutturato su due piani, ospita circa diecimila
vinili e altri cimeli che raccontano il rock dagli anni cinquanta fino agli anni
novanta. Ospita anche numerosi live e concerti.
Parco
Internazionale della Scultura:
un museo a cielo aperto (primo di questo genere nel Meridione
d'Italia) parte
integrante del Parco della Biodiversità mediterranea. Accoglie le opere degli
artisti di fama internazionale che dal 2005 al 2010 hanno preso parte al
progetto di scultura contemporanea Intersezioni, che si svolgeva
ogni anno nel periodo estivo al Parco
archeologico di Scolacium,
patrocinata dalla Provincia di Catanzaro e dal MARCA.
Casa
della Memoria Mimmo Rotella: inaugurato nel 2005 nel centro storico, in quella
che fu la casa di Mimmo
Rotella, nativo di
Catanzaro, considerato come uno dei protagonisti della scena artistica della
seconda metà del XX secolo. Ha come obiettivo principale la promozione
dell'arte contemporanea.
Museo
delle carrozze: sito
nel quartiere Siano in un edificio in stile medievale, documenta l'evoluzione
dei mezzi di trasporto non motorizzate tramite l'esposizione di 25 pezzi
d'epoca. Al museo è annessa un'esposizione permanente sugli attrezzi
rurali.
Museo
del Risorgimento: ospitato all'interno dei locali della caserma del distretto
militare "Florestano Pepe", è l'unico museo della storia
risorgimentale del Sud Italia. Vi sono esposte divise, fotografie, armi e altri
cimeli di particolare rilevanza.
Museo
dei vigili urbani: inaugurato nel 2013 all'interno del comando "Rattà-Procopio",
ospita una collezione di vari cimeli che hanno caratterizzato l'attività dei
vigli urbani della città a partire dal 1872.
Museo
del Patrimonio dell’Accademia di Catanzaro (MUPAC): è il museo dell'Accademia
di belle arti di Catanzaro,
ospitato presso l'edificio storico dell'ex Educandato, nel centro storico della
città, sede dell'Accademia.
Tradizioni
e folclore
Il
culto di San
Vitaliano da Capua venne
introdotto, con la traslazione delle reliquie del santo, giunte dal santuario
di Montevergine e da Benevento,
in un'apposita cappella della cattedrale voluta dal conte Pietro Ruffo nel 1311.
Dopo la rovina della cappella le reliquie furono trasferite ufficialmente dal
vescovo Nicolò Orazio nel 1583.
Secondo la tradizione dal suo sepolcro sarebbe trasudato un liquido miracoloso
detto "manna".
Il
santo è ricordato il 16 luglio, in ricordo probabilmente della prima
traslazione delle reliquie, ma viene celebrato a Catanzaro anche in occasione
della domenica in
albis. Nel 1922 fu
celebrato solennemente il settimo centenario dell'arrivo delle reliquie.
Il
culto della Madonna
di Porto Salvo ha
origini antiche e la festa della protettrice dei pescatori e dei caduti del mare
è una ricorrenza molto sentita soprattutto a Catanzaro Lido. La statua della
Madonna è portata in processione su un grande peschereccio al cui seguito vi
sono centinaia di barche addobbate a festa.
Il
capoluogo calabrese è una città ricca di tradizioni folkloristiche che si sono
conservate a lungo nel corso dei secoli e che trovano occasione di riemergere in
momenti particolari della vita catanzarese.
Tutto ciò non è nient'altro che
l'eredità lasciata dalle tante popolazioni che si sono succedute
nell'insediamento del territorio, influenzandone vistosamente la cultura e
lasciando tracce ben visibili ancora oggi. La Naca è
l'evento principe della settimana
santa e uno dei più
attesi in città durante tutto l'anno. È una caratteristica processione del venerdì
santo le cui
origini si fanno risalire al medioevo che
ogni anno richiama centinaia di fedeli provenienti anche dalla provincia.
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Fonte:
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