Punti
panoramici
I
punti panoramici della città sono molti, grazie alla conformazione del
territorio comunale. Difatti in molti siti sono collocati dei belvederi dai
quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica compresa tra Capo
Vaticano e
lo stretto
di Messina (la
costa siciliana è spesso visibile fino al vulcano Etna) e,
sullo sfondo del mar
Tirreno,
le isole
Eolie.
Per questo, in passato, molti scrittori e poeti hanno definito Palmi una
"terrazza sullo Stretto".
Il
punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla
sommità del monte
Sant'Elia, costituito
da una serie di balconate realizzate con ringhiere e scale sopra i vari costoni
della montagna. Da
esso sono visibili tutte le zone suddette, oltre al sottostante centro cittadino
e alla Piana di Palmi. Lo stesso panorama è ammirabile, però da un'altitudine
minore, anche dal Belvedere
Torre, dalla Punta
Motta e dalla villa
comunale Giuseppe Mazzini.
Altri punti panoramici sono collocati a Taureana
di Palmi.
Precisamente dalla via del Mare, dalla strada provinciale
Palmi-Taureana e
dal Parco
Archeologico dei Tauriani si
può ammirare la sottostante rada del Lido
di Palmi,
dov'è collocato il Porto
di Palmi e
lo Scoglio
dell'Ulivo.
Anche la baia dove sorge la Marina
di Palmi offre
punti panoramici, dalla strada che conduce alla frazione; difatti da essa è
possibile ammirare sia la sottostante spiaggia in ghiaia bianca, sia gli speroni
di roccia del sovrastante bastione montuoso del monte Sant'Elia.

Archeologia
I
siti archeologici del territorio sorgono principalmente sulle rovine dell'antica Tauriana e
lungo la costa. Il più importante di essi corrisponde al Parco
Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo",
inaugurato a Taureana nel
2011 nell'area dove avvengono scavi archeologici, in modo sistematico, dal 1995.
All'interno
del parco, oltre alla Torre
Saracena,
sono evidenziabili i resti di un teatro che aveva una capacità di oltre 3.000
spettatori, una
strada romana che conduceva alla via
Popilia, un
santuario romano conosciuto come "la casa di Donna
Canfora", una
"Casa del mosaico" risalente al I
secolo a.C., un
quartiere abitativo nel quale è possibile leggere la sovrapposizione delle
strutture romane su quelle brettie ed
un villaggio protostorico con capanne risalenti all'Età
del bronzo (4.000
anni fa).
Non
lontano dal parco si trova il Complesso
di San Fantino,
luogo di culto monastico del 1857 adibito
attualmente a museo. Il complesso è costituito dalla chiesa ottocentesca, dai
ruderi di una chiesa del 1552,
da alcune tombe e dalla cripta
di San Fantino,
luogo di culto cristiano più antico della Calabria.
Testimonianze
dell'epoca medievale sono anche le Grotte
di Pignarelle,
vicino al rione Impiombato, che formano un insediamento rupestre di
origine monastica bizantina, realizzato dagli stessi monaci tra l'VI
secolo e
l'VIII
secolo,
scavando nell'arenaria.
Il complesso è formato da alcune grotte, delle quali la maggiore risulta avere
una forma di basilica a tre navate con corridoi laterali che formano un incrocio
a forma di croce greca, ed alcuni cunicoli.
Dello
stesso periodo, databile quindi all'età
imperiale, è
anche la Necropoli
di Scinà,
composta da 64 tombe con corredi funerari aventi datazione del II
secolo-III
secolo e
di epoca tardo antica o alto medievale. Nella necropoli furono rinvenuti oggetti
ceramici e monete bronzee.
Testimonianza
dell'età
preistorica è
invece la Grotta
della Pietrosa,
cavità formata da un unico grande ambiente ipogeo nel quale risulta una
frequentazione umana fin dall'Età del Bronzo e del periodo
elladico, come
dimostrato dalle ceramiche in essa rinvenute.

Tradizioni
e folclore
VARIA
DI PALMI - La
Varia di Palmi è una festa popolare che si svolge a Palmi in
onore di Maria
Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città, l'ultima domenica di agosto con
cadenza pluriennale. L'evento è la festa principale della regione,
nel 2014 ritenuta
"festa della Calabria", e
rientra nella Rete
delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita
nel Patrimonio
orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.
La Varia è
un enorme carro sacro che rappresenta l'universo e
l'assunzione in cielo della Vergine
Maria. Sopra
il carro, di altezza pari a 16 metri e
trasportato a spalla da 200 Mbuttaturi (portatori), trovano posto
figuranti umani che rappresentano la Madonna,
il Padreterno,
gli Apostoli e
gli angeli. Un
altro momento importante di fede è la processione per
le vie cittadine, il giorno precedente il trasporto della Varia, del quadro di Maria
Santissima della Sacra Lettera e del reliquiario del Sacro
Capello.
Nel giugno del 1575 scoppiò
a Messina una
epidemia di peste che
durò circa trent'anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu
portato da Levante dopo la battaglia
di Lepanto (7 ottobre 1571)
ed in breve tempo si propagò anche a Reggio
Calabria e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche
se in modo minore). I cittadini di Palmi accolsero
quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai,
mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio.
Superata
la calamità, la città di Messina con
delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi,
in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli (secondo la
tradizione) della Madonna,
che sarebbero stati portati nella città siciliana nel 42 d.C.
unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre
di Cristo. Nel 1582,
accompagnato durante la traversata da una moltitudine di barche «vestite a
festa», il vascello di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina
di Palmi un reliquiario contenente il Sacro
Capello della Vergine.
Da
quel momento, anche nel popolo palmese cominciò la venerazione verso la Madonna
appellata col titolo "della Sacra Lettera" e si adottò la sua effigie
nera racchiusa in una manta d'argento a somiglianza di quella venerata nella
città peloritana. In suo onore furono innalzate cappelle ed altari e, nella
ricorrenza dell'assunzione,
vennero tributate solenni processioni con grandi festeggiamenti, alla cui spesa
concorreva tutto il popolo pagando un balzello imposto dall'Universitas cittadina
sull'acquisto della carne. Inoltre, sul modello di Messina, si realizzò un
enorme carro votivo rappresentante l'Assunzione di Maria. Tale carro fu
introdotto da un certo "Mastro Jacopo".
Nel XVII
secolo Giovanni
Fiore da Cropani, nella sua opera denominata "Della
Calabria illustrata", così descriveva l'evento:
«Ma
sontuosissima è quella festa che si celebra in Palmi in
onore della S. Maria della Lettera, con macchina maestosa di figlioletti
in abito di Angioletti vagamente adornati che accompagnano la Vergine
trionfante nella cima di una macchina, quale porta in detto giorno
processionalmente per le strade maggiori del luogo con meraviglioso
concorso di popoli: onde si è introdotto un nobile mercato.»
Nel 1730 il
vescovo della diocesi
di Oppido Mamertina mons. Giuseppe Maria Perrimezzi riportò:
«Nella
religiosa e amena Palmi,
nella Calabria, è si grande la devozione verso la dolcissima memoria di
Maria della Lettera, che quasi pretende di gareggiare colla stessa Messina.
Onde in ciasc'un anno se ne celebra con molta pompa la festa, non già nel
terzo giorno di giugno, per non esser d'impedimento a quella della vicina
Messina, ma nell'ultima domenica d'agosto, in cui si dalla Sicilia,
si dalla Calabria,
è innumerevole il concorso di popolo.»
La
Sacra Congregazione dei Riti, con decreto del 12 settembre 1733,
elesse la Madonna
della Sacra Lettera quale patrona principale della città,
fissandone l'Ufficio Divino e la Santa messa nell'ultima domenica di agosto. Ercole Michele Ajerbi d'Aragona, vescovo della diocesi
di Mileto, il 22 marzo 1734 concedeva
40 giorni d'indulgenza a tutti i sacerdoti di Palmi che,
dopo le recita dell'Ufficio Divino, avessero letto devotamente la Sacra Lettera
di Maria al popolo. Anche Papa
Pio VI, in data 26 gennaio 1776,
dette l'indulgenza plenaria.
Nell'anno 1747,
secondo i dati del catasto
onciario cittadino, l'Universitas di Palmi previde
nel proprio bilancio la spesa di 100 ducati per per
«la festa della Sagra Lettera e Protettrice per tre volte l'anno, cioè ai 3 di
giugno, 11 gennaro ed ultima domenica di agosto».
Nel 1858 lo
storico palmese Domenico Guardata così descrisse la festa:
«La
maggiore parte di tutte le feste è quella che si celebra nell'ultima
domenica di agosto, in onore di N.S. della Lettera, resa gaia da un
numeroso concorso di popolo non solo, ma ancora da cento e cento lumi che
a sera splendono per le strade. nell'ultimo giorno, cioè domenica,
poiché la festa comincia da venerdì, si vede un arco trionfale in onore
della diva, detto volgarmente Varia (bara) che è una macchina di ferro
alta circa palmi quaranta e la quale viene dal popolo, verso le 5
pomeridiane, con incredibile entusiasmo trasportata sulle proprie spalle
per un lungo tratto di strada.»
Nel XIX
secolo il comitato festeggiamenti delle feste patronali veniva
nominato, dalla giunta
comunale, immediatamente dopo l'ultima celebrazione. Il comitato era
composto da due procuratori, uno per le festa della Sacra Lettera ed uno per
quella dell'Assunta.
La Varia antica veniva trasportata sulle spalle degli "mbuttaturi" che
percorrevano il corso principale, in terra battuta, al suono di una
caratteristica marcetta composta dal maestro Rosario
Jonata. Giunto il carro al centro della piazza
San Ferdinando, esso veniva fatto girare per tre volte intorno
alla Fontana
della Palma per poi concludere il tragitto davanti alla chiesa
madre in piazza Maria Cristina.
Nel 1872 il
trasporto della Varia fu soppresso in seguito al fatto che, nelle ultime
edizioni, erano avvenuti alcuni incidenti. La
giunta municipale, con verbale n. 2 del 3 luglio 1871,
soppresse il trasporto e confermò la scelta con l'atto n. 24 del 3
febbraio 1872,
con il quale fu decisa la vendita del ferro e
degli altri materiali componenti la Varia.
Anche dopo l'abolizione del trasporto della Varia, venne comunque festeggiata
annualmente la Madonna della Sacra Lettera con luminarie, fuochi
d'artificio e con la processione del
Sacro Capello.
Nel 1900,
dopo quasi 30 anni dalla soppressione, Palmi riprese la tradizionale
manifestazione della Varia, grazie a Giuseppe
Militano che ideò una "Varia Meccanica", simile a
quella antica, che riusciva però a camminare senza le ruote poiché non veniva
più trasportata sulle spalle dei portatori, ma scivolata a spinta sulle lastre
di granito del corso Giuseppe Garibaldi, mediante quattro pattini di ferro fissati
sotto la base della struttura.
Il percorso del trasporto cambiò, data la
demolizione della Fontana
della Palma posta al centro della piazza
Vittorio Emanuele e lo spostamento della chiesa Madre. Pertanto
il trasporto avvenne solamente lungo il tracciato del corso Giuseppe Garibaldi.
La
festa della "nuova" Varia di Palmi venne quindi celebrata in tutti gli
anni compresi tra il 1900 e l'agosto del 1908,
subendo un'interruzione di sei anni nel periodo post terremoto
del 28 dicembre 1908, che distrusse la città. Alla
ripresa della festa, avvenuta nel 1914 in
piena ricostruzione cittadina, fece seguito un'altra interruzione di cinque anni
nel periodo della prima
guerra mondiale. Nel primo dopoguerra la festa venne quindi celebrata
per tre anni consecutivi (1919, 1920, 1921),
per essere poi svolta per tre edizioni durante il periodo
fascista (1925, 1938, 1939).
Un'ulteriore interruzione di nove anni avvenne in concomitanza della Seconda
Guerra Mondiale. Nel secondo dopoguerra la festa della Varia venne
celebrata comunque senza una cadenza fissa ne frequente (1948, 1957, 1965, 1967)
subendo anche un'interruzione di venti anni, nel periodo che va dall'edizione
del 1967 a quella del 1987.
Sul finire del XX
secolo, e agli inizi del XXI
secolo, la Varia venne celebrata lo stesso senza una cadenza fissa
stabilita, ma comunque con interruzioni temporali di minore durata (1987, 1990, 1996, 2000, 2005).
Il
30 giugno 2006,
il comune di Palmi firmò, con i comuni di Sassari, Nola, Gubbio e Viterbo,
un protocollo d'intesa per un progetto d'interscambio culturale denominato
"Le Macchine a Spalla Italiane". Il progetto riguardava le principali
festività dei vari comuni che sono la Varia di Palmi, i Faradda
di li Candareri, la Festa
dei Gigli, la Festa
dei ceri e la Macchina
di Santa Rosa.
Dopo
la festa del 2008,
nel 2011 venne
avanzata la proposta, con presentazione di un dossier al Segretario generale
dell'UNESCO di
Parigi, della candidatura della Varia di Palmi, con la festa dei Gigli di Nola,
la Macchina di Santa Rosa di Viterbo e i Faradda di li Candareri di Sassari, a
«patrimonio dell'umanità». La
candidatura delle quattro feste divenne ufficiale nel 2013,
come "Rete
delle grandi macchine a spalla italiane". La designazione, unica
prevista per l'Italia nell'anno
in questione, venne presentata al Salone
internazionale del libro di Torino.
L'edizione
della festa del 2013, avvenuta alla presenza del delegato UNESCO Francisco
Morales, ebbe la partecipazione di circa 180.000 spettatori. Il
4 dicembre dello stesso anno, durante l'VIII sessione dell'UNESCO tenutasi
a Baku,
in Azerbaigian,
la Rete
delle grandi macchine a spalla italiane (del quale la Varia di
Palmi fa parte) è stata inserita nella lista del patrimonio
orale e immateriale dell'umanità.
Dal
2013 ad oggi il trasporto della Varia è stato celebrato nel 2014, nel 2016 (per
celebrare il Giubileo
straordinario della misericordia) e
nel 2019.
Come
detto, la Varia è un enorme carro votivo, del peso di 200 quintali, che
trae le sue origini sul finire del XVI
secolo quando, nell'area geografica dell'Europa centrale,
nacquero feste religiose nelle quali il popolo intendeva avvicinarsi sempre più
a Dio e,
in questo senso, si costruivano macchine trasportate a spalla, alla cui sommità
venivano poste icone, immagini o statue della Vergine
Maria o dei santi Apostoli. Perciò
le costruzioni delle macchine processionali a spalla assumevano una forma
irregolarmente conica, con un particolare impegno dedicato al migliore
allestimento in termini di altezza, quasi per dire che, più in alto si andava e
più si era vicini a Dio.
La
struttura è composta da una base in legno di quercia,
chiamata "Cippu". Il termine "cippu" deriva dal nome con cui
veniva chiamata la base circolare di granito con
la quale si macinavano le olive.
Sopra
"u Cippu" viene costruita una struttura in acciaio, simile
ad un cono con il vertice verso l'alto, sulla cui cima è collocato un
meccanismo sferico a simboleggiare il globo terrestre.
Sopra
questo globo vi è una piattaforma dove si posiziona colui che interpreta la
figura del Padreterno e,
più in alto, vi è un'asta di acciaio con
un seggiolino su cui si siederà la bambina rappresentante la Vergine
Maria, chiamata "Animella".
Questa
struttura in acciaio viene rivestita da una carta particolare, spolverata
di mica per
farle assumere l'aspetto di una nuvola. Internamente
la struttura d'acciaio è dotata di un meccanismo che consente, a due operatori,
di far muovere due dischi che rappresentano il sole e
la luna, che
sono collocati al centro della piramide, uno nella "faccia" frontale e
l'altra nella "faccia" tergale della struttura. Un altro ingranaggio
interno, cioè una ruota persiana, viene azionato da altri quattro operatori e
permette ad un carosello di bambine rappresentanti gli angioletti di
girare attorno alla Varia in movimento. Alcuni
angioletti umani sono collocati fra le pieghe della grande nuvola, insieme a
dei cherubini formati
da bambole comprate
ad inizio del XX
secolo a Norimberga.
Alla
base del carro vengono inserite e fissate cinque travi di legno,
che servono per il trasporto a spalla della Varia da parte di duecento portatori
chiamati «'mbuttaturi». Ognuna
delle cinque travi rappresenta una delle cinque antiche corporazioni cittadine
che avevano l'onere ed il privilegio del trasporto. Nell'ordine le corporazioni
sono: Artigiani, Bovari, Carrettieri, Contadini e Marinai.
In occasione della Varia 2019 U Cippu è stato sostituito con una struttura
completamente nuova, costruito dell'artigiano palmese Pasquale Foti. Sono state
apportate delle modifiche per garantirne la sicurezza. Sono stati rifatti
gl"ingranaggi della ruota principale inserendo dei cuscinetti, che ne
facilitano la rotazione.
Sopra il carro votivo trovano posto, durante il trasporto, alcuni
figuranti umani che rendono, pertanto, la macchina a spalla della Varia come
unica nel suo genere in Italia. I
figuranti rappresentano la Madonna (chiamata Animella),
il Padreterno, gli angeli e
i dodici apostoli.
Sulla sommità della Varia prende posto una bambina che simboleggia la Madonna
Assunta in cielo.
Viene chiamata "Animella" (in dialetto palmese animeddhra) come
rappresentazione dell'anima della Madonna che, abbandonate le sue spoglie, sale
al cielo.
Le
bambine candidate al ruolo di Animella sono numerose, per cui i componenti del
Comitato Varia, i consiglieri comunali e le principali personalità cittadine
effettuano una prima selezione, presso Palazzo
San Nicola, scegliendone
tre. La decisione finale della bambina che impersonerà il ruolo dell'Animella
viene effettuata invece tramite una votazione popolare che si svolge nella Villa
comunale "Giuseppe Mazzini", la domenica precedente il
trasporto della Varia. Una
volta eletta, l'Animella indossa una fascia azzurra a tracolla sopra una veste
bianca, e tale vestiario verrà utilizzato per tutte le cerimonie. Il
giorno del trasporto della Varia, per antico privilegio, l'Animella è ospitata
e vestita dalla famiglia Tigano, alla quale apparteneva Giuseppe Tigano che
trasportò la reliquia del Sacro
Capello a Palmi nel XVI
secolo. Per
poter svolgere il ruolo di Animella la bambina necessita di alcuni requisiti,
tra i quali l'età, l'altezza, il peso, le origini palmesi ecc.
La figura umana del Padreterno prende
posto anch'essa sulla cima della Varia, immediatamente sotto l'Animella. Il
suo ruolo, durante il trasporto, è quello di incoraggiare e sostenere la
bambina nonché di superare con prontezza di riflessi eventuali problemi. Dato
il ruolo delicato ed impegnativo, la scelta del Padreterno veniva operata in
passato dal Comitato Varia, con votazione a scrutinio segreto, tra i candidati
che per professione, età e prestanza fisica potessero assolvere nel migliore
dei modi il compito. Dall'edizione
del 2008 la
scelta del "Padreterno" avviene, come per l'Animella, tramite
votazione popolare a scrutinio segreto da parte della cittadinanza. Le
votazioni, sui tre candidati scelti dal comitato, avvengono nella Villa
comunale Giuseppe Mazzini. Alla proclamazione dei risultati al
vincitore viene consegnata una fascia gialla da parte del presidente del
comitato.
Gli
altri figuranti rappresentano, come detto, gli angeli e
gli apostoli.
Questi ultimi sono dodici giovani di sesso maschile che interpretano il ruolo
dei dodici apostoli,
vestiti con costumi dell'epoca. La scelta dei dodici giovani viene fatta dal
Comitato Varia e la loro collocazione sul carro votivo è sopra "u'
Cippu".
Gli
angioletti invece sono trenta bambine di età compresa tra i sette e gli undici
anni. Dodici di esse sono sistemate sul limite d'"u Cippu" e girano
sulla ruota persiana, mentre le altre sono distribuite in modo sparso sulla
nuvola. Durante il tragitto gli angeli si cimentano in uno sventolio di
bandierine. Ai raggi del sole, della luna e intorno al globo vengono fissate
invece delle bambole,
alcune col viso di ceramica,
acquistate a Norimberga da
Giuseppe Militano, prima della seconda
guerra mondiale.
I
portatori a spalla del carro votivo della Varia di Palmi sono chiamati, in gergo
locale, "mbuttaturi". Il
termine deriverebbe probabilmente dal verbo «'mbuttare» che, nel dialetto
calabrese, corrisponde al verbo italiano «spingere».
Gli
'mbuttaturi della Varia sono 200 giovani
disposti sotto le cinque travi ancorate alla base della stessa, ed appartengono
alle cinque antiche corporazioni cittadine.
La scelta dei giovani che debbono trasportare il carro, avviene tra gli iscritti
all'"Associazione 'mbuttaturi", che riunisce le cinque corporazioni.
Nel
2019 viene dedicata una canzone, che diventerà l'inno, dalla band Ragainerba
dal titolo "Mbuttaturi", viene inoltre girato un videoclip dove gli
mbuttaturi sono attori protagonisti.
L'Associazione
'mbuttaturi, nata dopo l'edizione della Varia del 2005,
è guidata da un direttivo composto da un presidente, un vicepresidente, un
segretario, un tesoriere, un collegio dei probiviri, un collegio dei revisori
dei conti e due rappresentanti di ognuna delle cinque corporazioni. Oltre alle
attività legate alla festa della Varia, l'associazione compie durante l'anno
opere di volontariato, ed ha partecipato alla sottoscrizione della
candidatura UNESCO.

PROCESSIONE
DI SAN ROCCO - Sono numerose le antiche
tradizioni che si conservano e si tramandano a Palmi nei secoli. Tra
queste vi sono la Varia
di Palmi (inserita nella lista del patrimonio
orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO),
la festa
di San Rocco con il "corteo degli spinati", le
processioni a mare per la Madonna
dell'Alto Mare, con
i cavalli per San
Fantino o per antichi sentieri montani per Sant'Elia.
Di
seguito l'elenco delle festività religiose secolari
svolte nel centro cittadino:
Festa
del Santissimo Crocifisso (XVII
secolo), il
3 maggio;
Festa
di Sant'Antonio di Padova (XIX
secolo), 13
giugno;
Festa
di Maria Santissima del Carmelo (XVII secolo), il
16 luglio;
Festa
di Maria Santissima del Soccorso (XVI
secolo), il
5 agosto;
Festa
di San Rocco e "corteo degli spinati" (XVI secolo), il
16 agosto;
Festa
di Maria Santissima della Lettera e della Varia di Palmi (XVI
secolo), l'ultima
domenica di agosto, a cadenza pluriennale;
Festa
di San Nicola, il 6 dicembre;
Festa
di Maria Santissima Immacolata (XVII secolo), l'8
dicembre.
Nelle
frazioni invece sono celebrate le seguenti festività religiose:
Festa
di Sant'Elia (XIX secolo), il
20 luglio sull'omonimo
monte;
Festa
di san Fantino (VI
secolo, ma ripristinata nel XXI
secolo), il 24 luglio a Taureana
di Palmi con processione a cavallo con cavalieri in costumi
d'epoca;
Festa
di Maria Santissima dell'Alto Mare (VI
secolo), l'ultima
domenica di luglio a Taureana di Palmi, con trasporto a mare dell'effigie della
Vergine da Pietrenere fino allo Scoglio
dell'Ulivo;
Festa
di Maria Santissima della Montagna (XX secolo), il 2 settembre
sul Monte
Sant'Elia.
Tutte
le feste religiose cittadine sono accompagnate al mattino dalla "SFILATA
DEI GIGANTI". I Giganti sono due alte figure di cartapesta che
vengono portate a spalla per le strade e le piazze facendole roteare su sé
stesse a simulazione di un ballo e al suono incalzante dei tamburi. Una
rappresenta un guerriero saraceno di nome Grifone mentre l'altra una donna
bianca di nome Mata. I
Giganti di Palmi furono esposti nel 1987, su richiesta della Regione Calabria,
al Museo di antropologia ed etnografia di Torino in rappresentanza della cultura
e delle tradizioni della Calabria. Sempre
la Regione, nel 2015,
ha fatto sfilare i Giganti a Milano lungo
i viali di Expo
2015, nella "settimana del protagonismo calabrese". Nel
corso degli anni i Giganti di Palmi hanno avuto modo di "danzare"
anche in altre città, come ad esempio Foligno, Venezia ed
ancora Milano (1990).
Infine,
tra le tradizioni folcloristiche della città vi è la particolarità del giorno
in cui viene festeggiato il CARNEVALE.
Difatti a Palmi il carnevale viene celebrato la domenica successiva al mercoledì
delle Ceneri, in periodo
quaresimale. L'evento, che prende il nome di "Ottava di
Carnevale", è tra l'altro il principale carnevale della città
metropolitana di Reggio Calabria ed uno dei più importanti
della regione. La
festa, che risale al XIX secolo, probabilmente deve la sua particolarità alla
scelta di attirare persone, e quindi di aumentare il commercio locale, in una
domenica nella quale non era più celebrato, nei centri vicini, il carnevale.
L'evento vede la partecipazione di carri mascherati provenienti da ogni parte
della Calabria e dalla Sicilia.

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