Palmi
(Reggio Calabria)

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Punti panoramici

I punti panoramici della città sono molti, grazie alla conformazione del territorio comunale. Difatti in molti siti sono collocati dei belvederi dai quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica compresa tra Capo Vaticano e lo stretto di Messina (la costa siciliana è spesso visibile fino al vulcano Etna) e, sullo sfondo del mar Tirreno, le isole Eolie. Per questo, in passato, molti scrittori e poeti hanno definito Palmi una "terrazza sullo Stretto".

Il punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla sommità del monte Sant'Elia, costituito da una serie di balconate realizzate con ringhiere e scale sopra i vari costoni della montagna. Da esso sono visibili tutte le zone suddette, oltre al sottostante centro cittadino e alla Piana di Palmi. Lo stesso panorama è ammirabile, però da un'altitudine minore, anche dal Belvedere Torre, dalla Punta Motta e dalla villa comunale Giuseppe Mazzini

Altri punti panoramici sono collocati a Taureana di Palmi. Precisamente dalla via del Mare, dalla strada provinciale Palmi-Taureana e dal Parco Archeologico dei Tauriani si può ammirare la sottostante rada del Lido di Palmi, dov'è collocato il Porto di Palmi e lo Scoglio dell'Ulivo. Anche la baia dove sorge la Marina di Palmi offre punti panoramici, dalla strada che conduce alla frazione; difatti da essa è possibile ammirare sia la sottostante spiaggia in ghiaia bianca, sia gli speroni di roccia del sovrastante bastione montuoso del monte Sant'Elia.

Archeologia

I siti archeologici del territorio sorgono principalmente sulle rovine dell'antica Tauriana e lungo la costa. Il più importante di essi corrisponde al Parco Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo", inaugurato a Taureana nel 2011 nell'area dove avvengono scavi archeologici, in modo sistematico, dal 1995.

All'interno del parco, oltre alla Torre Saracena, sono evidenziabili i resti di un teatro che aveva una capacità di oltre 3.000 spettatori, una strada romana che conduceva alla via Popilia, un santuario romano conosciuto come "la casa di Donna Canfora", una "Casa del mosaico" risalente al I secolo a.C., un quartiere abitativo nel quale è possibile leggere la sovrapposizione delle strutture romane su quelle brettie ed un villaggio protostorico con capanne risalenti all'Età del bronzo (4.000 anni fa).

Non lontano dal parco si trova il Complesso di San Fantino, luogo di culto monastico del 1857 adibito attualmente a museo. Il complesso è costituito dalla chiesa ottocentesca, dai ruderi di una chiesa del 1552, da alcune tombe e dalla cripta di San Fantino, luogo di culto cristiano più antico della Calabria.

Testimonianze dell'epoca medievale sono anche le Grotte di Pignarelle, vicino al rione Impiombato, che formano un insediamento rupestre di origine monastica bizantina, realizzato dagli stessi monaci tra l'VI secolo e l'VIII secolo, scavando nell'arenaria. Il complesso è formato da alcune grotte, delle quali la maggiore risulta avere una forma di basilica a tre navate con corridoi laterali che formano un incrocio a forma di croce greca, ed alcuni cunicoli.

Dello stesso periodo, databile quindi all'età imperiale, è anche la Necropoli di Scinà, composta da 64 tombe con corredi funerari aventi datazione del II secolo-III secolo e di epoca tardo antica o alto medievale. Nella necropoli furono rinvenuti oggetti ceramici e monete bronzee.

Testimonianza dell'età preistorica è invece la Grotta della Pietrosa, cavità formata da un unico grande ambiente ipogeo nel quale risulta una frequentazione umana fin dall'Età del Bronzo e del periodo elladico, come dimostrato dalle ceramiche in essa rinvenute.

Tradizioni e folclore

VARIA DI PALMI - La Varia di Palmi è una festa popolare che si svolge a Palmi in onore di Maria Santissima della Sacra Lettera, patrona e protettrice della città, l'ultima domenica di agosto con cadenza pluriennale. L'evento è la festa principale della regione, nel 2014 ritenuta "festa della Calabria", e rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.

La Varia è un enorme carro sacro che rappresenta l'universo e l'assunzione in cielo della Vergine Maria. Sopra il carro, di altezza pari a 16 metri e trasportato a spalla da 200 Mbuttaturi (portatori), trovano posto figuranti umani che rappresentano la Madonna, il Padreterno, gli Apostoli e gli angeli. Un altro momento importante di fede è la processione per le vie cittadine, il giorno precedente il trasporto della Varia, del quadro di Maria Santissima della Sacra Lettera e del reliquiario del Sacro Capello.

Nel giugno del 1575 scoppiò a Messina una epidemia di peste che durò circa trent'anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ed in breve tempo si propagò anche a Reggio Calabria e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di Palmi accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio.

Superata la calamità, la città di Messina con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli (secondo la tradizione) della Madonna, che sarebbero stati portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo. Nel 1582, accompagnato durante la traversata da una moltitudine di barche «vestite a festa», il vascello di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina di Palmi un reliquiario contenente il Sacro Capello della Vergine.

Da quel momento, anche nel popolo palmese cominciò la venerazione verso la Madonna appellata col titolo "della Sacra Lettera" e si adottò la sua effigie nera racchiusa in una manta d'argento a somiglianza di quella venerata nella città peloritana. In suo onore furono innalzate cappelle ed altari e, nella ricorrenza dell'assunzione, vennero tributate solenni processioni con grandi festeggiamenti, alla cui spesa concorreva tutto il popolo pagando un balzello imposto dall'Universitas cittadina sull'acquisto della carne. Inoltre, sul modello di Messina, si realizzò un enorme carro votivo rappresentante l'Assunzione di Maria. Tale carro fu introdotto da un certo "Mastro Jacopo".

Nel XVII secolo Giovanni Fiore da Cropani, nella sua opera denominata "Della Calabria illustrata", così descriveva l'evento:

«Ma sontuosissima è quella festa che si celebra in Palmi in onore della S. Maria della Lettera, con macchina maestosa di figlioletti in abito di Angioletti vagamente adornati che accompagnano la Vergine trionfante nella cima di una macchina, quale porta in detto giorno processionalmente per le strade maggiori del luogo con meraviglioso concorso di popoli: onde si è introdotto un nobile mercato.»  

Nel 1730 il vescovo della diocesi di Oppido Mamertina mons. Giuseppe Maria Perrimezzi riportò:  

«Nella religiosa e amena Palmi, nella Calabria, è si grande la devozione verso la dolcissima memoria di Maria della Lettera, che quasi pretende di gareggiare colla stessa Messina. Onde in ciasc'un anno se ne celebra con molta pompa la festa, non già nel terzo giorno di giugno, per non esser d'impedimento a quella della vicina Messina, ma nell'ultima domenica d'agosto, in cui si dalla Sicilia, si dalla Calabria, è innumerevole il concorso di popolo.»  

La Sacra Congregazione dei Riti, con decreto del 12 settembre 1733, elesse la Madonna della Sacra Lettera quale patrona principale della città, fissandone l'Ufficio Divino e la Santa messa nell'ultima domenica di agosto. Ercole Michele Ajerbi d'Aragona, vescovo della diocesi di Mileto, il 22 marzo 1734 concedeva 40 giorni d'indulgenza a tutti i sacerdoti di Palmi che, dopo le recita dell'Ufficio Divino, avessero letto devotamente la Sacra Lettera di Maria al popolo. Anche Papa Pio VI, in data 26 gennaio 1776, dette l'indulgenza plenaria.

Nell'anno 1747, secondo i dati del catasto onciario cittadino, l'Universitas di Palmi previde nel proprio bilancio la spesa di 100 ducati per per «la festa della Sagra Lettera e Protettrice per tre volte l'anno, cioè ai 3 di giugno, 11 gennaro ed ultima domenica di agosto».

Nel 1858 lo storico palmese Domenico Guardata così descrisse la festa:

«La maggiore parte di tutte le feste è quella che si celebra nell'ultima domenica di agosto, in onore di N.S. della Lettera, resa gaia da un numeroso concorso di popolo non solo, ma ancora da cento e cento lumi che a sera splendono per le strade. nell'ultimo giorno, cioè domenica, poiché la festa comincia da venerdì, si vede un arco trionfale in onore della diva, detto volgarmente Varia (bara) che è una macchina di ferro alta circa palmi quaranta e la quale viene dal popolo, verso le 5 pomeridiane, con incredibile entusiasmo trasportata sulle proprie spalle per un lungo tratto di strada.»  

Nel XIX secolo il comitato festeggiamenti delle feste patronali veniva nominato, dalla giunta comunale, immediatamente dopo l'ultima celebrazione. Il comitato era composto da due procuratori, uno per le festa della Sacra Lettera ed uno per quella dell'Assunta

La Varia antica veniva trasportata sulle spalle degli "mbuttaturi" che percorrevano il corso principale, in terra battuta, al suono di una caratteristica marcetta composta dal maestro Rosario Jonata. Giunto il carro al centro della piazza San Ferdinando, esso veniva fatto girare per tre volte intorno alla Fontana della Palma per poi concludere il tragitto davanti alla chiesa madre in piazza Maria Cristina.

Nel 1872 il trasporto della Varia fu soppresso in seguito al fatto che, nelle ultime edizioni, erano avvenuti alcuni incidenti. La giunta municipale, con verbale n. 2 del 3 luglio 1871, soppresse il trasporto e confermò la scelta con l'atto n. 24 del 3 febbraio 1872, con il quale fu decisa la vendita del ferro e degli altri materiali componenti la Varia. Anche dopo l'abolizione del trasporto della Varia, venne comunque festeggiata annualmente la Madonna della Sacra Lettera con luminarie, fuochi d'artificio e con la processione del Sacro Capello.

Nel 1900, dopo quasi 30 anni dalla soppressione, Palmi riprese la tradizionale manifestazione della Varia, grazie a Giuseppe Militano che ideò una "Varia Meccanica", simile a quella antica, che riusciva però a camminare senza le ruote poiché non veniva più trasportata sulle spalle dei portatori, ma scivolata a spinta sulle lastre di granito del corso Giuseppe Garibaldi, mediante quattro pattini di ferro fissati sotto la base della struttura. 

Il percorso del trasporto cambiò, data la demolizione della Fontana della Palma posta al centro della piazza Vittorio Emanuele e lo spostamento della chiesa Madre. Pertanto il trasporto avvenne solamente lungo il tracciato del corso Giuseppe Garibaldi.

La festa della "nuova" Varia di Palmi venne quindi celebrata in tutti gli anni compresi tra il 1900 e l'agosto del 1908, subendo un'interruzione di sei anni nel periodo post terremoto del 28 dicembre 1908, che distrusse la città. Alla ripresa della festa, avvenuta nel 1914 in piena ricostruzione cittadina, fece seguito un'altra interruzione di cinque anni nel periodo della prima guerra mondiale. Nel primo dopoguerra la festa venne quindi celebrata per tre anni consecutivi (191919201921), per essere poi svolta per tre edizioni durante il periodo fascista (1925, 1938, 1939). Un'ulteriore interruzione di nove anni avvenne in concomitanza della Seconda Guerra Mondiale. Nel secondo dopoguerra la festa della Varia venne celebrata comunque senza una cadenza fissa ne frequente (1948, 1957, 1965, 1967) subendo anche un'interruzione di venti anni, nel periodo che va dall'edizione del 1967 a quella del 1987. Sul finire del XX secolo, e agli inizi del XXI secolo, la Varia venne celebrata lo stesso senza una cadenza fissa stabilita, ma comunque con interruzioni temporali di minore durata (1987, 1990199620002005).

Il 30 giugno 2006, il comune di Palmi firmò, con i comuni di SassariNolaGubbio e Viterbo, un protocollo d'intesa per un progetto d'interscambio culturale denominato "Le Macchine a Spalla Italiane". Il progetto riguardava le principali festività dei vari comuni che sono la Varia di Palmi, i Faradda di li Candareri, la Festa dei Gigli, la Festa dei ceri e la Macchina di Santa Rosa.

Dopo la festa del 2008, nel 2011 venne avanzata la proposta, con presentazione di un dossier al Segretario generale dell'UNESCO di Parigi, della candidatura della Varia di Palmi, con la festa dei Gigli di Nola, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo e i Faradda di li Candareri di Sassari, a «patrimonio dell'umanità». La candidatura delle quattro feste divenne ufficiale nel 2013, come "Rete delle grandi macchine a spalla italiane". La designazione, unica prevista per l'Italia nell'anno in questione, venne presentata al Salone internazionale del libro di Torino.

L'edizione della festa del 2013, avvenuta alla presenza del delegato UNESCO Francisco Morales, ebbe la partecipazione di circa 180.000 spettatori. Il 4 dicembre dello stesso anno, durante l'VIII sessione dell'UNESCO tenutasi a Baku, in Azerbaigian, la Rete delle grandi macchine a spalla italiane (del quale la Varia di Palmi fa parte) è stata inserita nella lista del patrimonio orale e immateriale dell'umanità.

Dal 2013 ad oggi il trasporto della Varia è stato celebrato nel 2014, nel 2016 (per celebrare il Giubileo straordinario della misericordia) e nel 2019.

Come detto, la Varia è un enorme carro votivo, del peso di 200 quintali, che trae le sue origini sul finire del XVI secolo quando, nell'area geografica dell'Europa centrale, nacquero feste religiose nelle quali il popolo intendeva avvicinarsi sempre più a Dio e, in questo senso, si costruivano macchine trasportate a spalla, alla cui sommità venivano poste icone, immagini o statue della Vergine Maria o dei santi Apostoli. Perciò le costruzioni delle macchine processionali a spalla assumevano una forma irregolarmente conica, con un particolare impegno dedicato al migliore allestimento in termini di altezza, quasi per dire che, più in alto si andava e più si era vicini a Dio.

La struttura è composta da una base in legno di quercia, chiamata "Cippu". Il termine "cippu" deriva dal nome con cui veniva chiamata la base circolare di granito con la quale si macinavano le olive

Sopra "u Cippu" viene costruita una struttura in acciaio, simile ad un cono con il vertice verso l'alto, sulla cui cima è collocato un meccanismo sferico a simboleggiare il globo terrestre. 

Sopra questo globo vi è una piattaforma dove si posiziona colui che interpreta la figura del Padreterno e, più in alto, vi è un'asta di acciaio con un seggiolino su cui si siederà la bambina rappresentante la Vergine Maria, chiamata "Animella".

Questa struttura in acciaio viene rivestita da una carta particolare, spolverata di mica per farle assumere l'aspetto di una nuvola. Internamente la struttura d'acciaio è dotata di un meccanismo che consente, a due operatori, di far muovere due dischi che rappresentano il sole e la luna, che sono collocati al centro della piramide, uno nella "faccia" frontale e l'altra nella "faccia" tergale della struttura. Un altro ingranaggio interno, cioè una ruota persiana, viene azionato da altri quattro operatori e permette ad un carosello di bambine rappresentanti gli angioletti di girare attorno alla Varia in movimento. Alcuni angioletti umani sono collocati fra le pieghe della grande nuvola, insieme a dei cherubini formati da bambole comprate ad inizio del XX secolo a Norimberga.

Alla base del carro vengono inserite e fissate cinque travi di legno, che servono per il trasporto a spalla della Varia da parte di duecento portatori chiamati «'mbuttaturi». Ognuna delle cinque travi rappresenta una delle cinque antiche corporazioni cittadine che avevano l'onere ed il privilegio del trasporto. Nell'ordine le corporazioni sono: Artigiani, Bovari, Carrettieri, Contadini e Marinai. In occasione della Varia 2019 U Cippu è stato sostituito con una struttura completamente nuova, costruito dell'artigiano palmese Pasquale Foti. Sono state apportate delle modifiche per garantirne la sicurezza. Sono stati rifatti gl"ingranaggi della ruota principale inserendo dei cuscinetti, che ne facilitano la rotazione.

Sopra il carro votivo trovano posto, durante il trasporto, alcuni figuranti umani che rendono, pertanto, la macchina a spalla della Varia come unica nel suo genere in Italia. I figuranti rappresentano la Madonna (chiamata Animella), il Padreterno, gli angeli e i dodici apostoli.

Sulla sommità della Varia prende posto una bambina che simboleggia la Madonna Assunta in cielo. Viene chiamata "Animella" (in dialetto palmese animeddhra) come rappresentazione dell'anima della Madonna che, abbandonate le sue spoglie, sale al cielo.

Le bambine candidate al ruolo di Animella sono numerose, per cui i componenti del Comitato Varia, i consiglieri comunali e le principali personalità cittadine effettuano una prima selezione, presso Palazzo San Nicola, scegliendone tre. La decisione finale della bambina che impersonerà il ruolo dell'Animella viene effettuata invece tramite una votazione popolare che si svolge nella Villa comunale "Giuseppe Mazzini", la domenica precedente il trasporto della Varia. Una volta eletta, l'Animella indossa una fascia azzurra a tracolla sopra una veste bianca, e tale vestiario verrà utilizzato per tutte le cerimonie. Il giorno del trasporto della Varia, per antico privilegio, l'Animella è ospitata e vestita dalla famiglia Tigano, alla quale apparteneva Giuseppe Tigano che trasportò la reliquia del Sacro Capello a Palmi nel XVI secolo. Per poter svolgere il ruolo di Animella la bambina necessita di alcuni requisiti, tra i quali l'età, l'altezza, il peso, le origini palmesi ecc.

La figura umana del Padreterno prende posto anch'essa sulla cima della Varia, immediatamente sotto l'Animella. Il suo ruolo, durante il trasporto, è quello di incoraggiare e sostenere la bambina nonché di superare con prontezza di riflessi eventuali problemi. Dato il ruolo delicato ed impegnativo, la scelta del Padreterno veniva operata in passato dal Comitato Varia, con votazione a scrutinio segreto, tra i candidati che per professione, età e prestanza fisica potessero assolvere nel migliore dei modi il compito. Dall'edizione del 2008 la scelta del "Padreterno" avviene, come per l'Animella, tramite votazione popolare a scrutinio segreto da parte della cittadinanza. Le votazioni, sui tre candidati scelti dal comitato, avvengono nella Villa comunale Giuseppe Mazzini. Alla proclamazione dei risultati al vincitore viene consegnata una fascia gialla da parte del presidente del comitato.

Gli altri figuranti rappresentano, come detto, gli angeli e gli apostoli. Questi ultimi sono dodici giovani di sesso maschile che interpretano il ruolo dei dodici apostoli, vestiti con costumi dell'epoca. La scelta dei dodici giovani viene fatta dal Comitato Varia e la loro collocazione sul carro votivo è sopra "u' Cippu".

Gli angioletti invece sono trenta bambine di età compresa tra i sette e gli undici anni. Dodici di esse sono sistemate sul limite d'"u Cippu" e girano sulla ruota persiana, mentre le altre sono distribuite in modo sparso sulla nuvola. Durante il tragitto gli angeli si cimentano in uno sventolio di bandierine. Ai raggi del sole, della luna e intorno al globo vengono fissate invece delle bambole, alcune col viso di ceramica, acquistate a Norimberga da Giuseppe Militano, prima della seconda guerra mondiale.

I portatori a spalla del carro votivo della Varia di Palmi sono chiamati, in gergo locale, "mbuttaturi". Il termine deriverebbe probabilmente dal verbo «'mbuttare» che, nel dialetto calabrese, corrisponde al verbo italiano «spingere».

Gli 'mbuttaturi della Varia sono 200 giovani disposti sotto le cinque travi ancorate alla base della stessa, ed appartengono alle cinque antiche corporazioni cittadine. La scelta dei giovani che debbono trasportare il carro, avviene tra gli iscritti all'"Associazione 'mbuttaturi", che riunisce le cinque corporazioni.

Nel 2019 viene dedicata una canzone, che diventerà l'inno, dalla band Ragainerba dal titolo "Mbuttaturi", viene inoltre girato un videoclip dove gli mbuttaturi sono attori protagonisti.  

L'Associazione 'mbuttaturi, nata dopo l'edizione della Varia del 2005, è guidata da un direttivo composto da un presidente, un vicepresidente, un segretario, un tesoriere, un collegio dei probiviri, un collegio dei revisori dei conti e due rappresentanti di ognuna delle cinque corporazioni. Oltre alle attività legate alla festa della Varia, l'associazione compie durante l'anno opere di volontariato, ed ha partecipato alla sottoscrizione della candidatura UNESCO.

PROCESSIONE DI SAN ROCCO - Sono numerose le antiche tradizioni che si conservano e si tramandano a Palmi nei secoli. Tra queste vi sono la Varia di Palmi (inserita nella lista del patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO), la festa di San Rocco con il "corteo degli spinati", le processioni a mare per la Madonna dell'Alto Mare, con i cavalli per San Fantino o per antichi sentieri montani per Sant'Elia.

Di seguito l'elenco delle festività religiose secolari svolte nel centro cittadino:

Festa del Santissimo Crocifisso (XVII secolo), il 3 maggio;

Festa di Sant'Antonio di Padova (XIX secolo), 13 giugno;

Festa di Maria Santissima del Carmelo (XVII secolo), il 16 luglio;

Festa di Maria Santissima del Soccorso (XVI secolo), il 5 agosto;

Festa di San Rocco e "corteo degli spinati" (XVI secolo), il 16 agosto;

Festa di Maria Santissima della Lettera e della Varia di Palmi (XVI secolo), l'ultima domenica di agosto, a cadenza pluriennale;

Festa di San Nicola, il 6 dicembre;

Festa di Maria Santissima Immacolata (XVII secolo), l'8 dicembre.

Nelle frazioni invece sono celebrate le seguenti festività religiose:

Festa di Sant'Elia (XIX secolo), il 20 luglio sull'omonimo monte;

Festa di san Fantino (VI secolo, ma ripristinata nel XXI secolo), il 24 luglio a Taureana di Palmi con processione a cavallo con cavalieri in costumi d'epoca;

Festa di Maria Santissima dell'Alto Mare (VI secolo), l'ultima domenica di luglio a Taureana di Palmi, con trasporto a mare dell'effigie della Vergine da Pietrenere fino allo Scoglio dell'Ulivo;

Festa di Maria Santissima della Montagna (XX secolo), il 2 settembre sul Monte Sant'Elia.

Tutte le feste religiose cittadine sono accompagnate al mattino dalla "SFILATA DEI GIGANTI". I Giganti sono due alte figure di cartapesta che vengono portate a spalla per le strade e le piazze facendole roteare su sé stesse a simulazione di un ballo e al suono incalzante dei tamburi. Una rappresenta un guerriero saraceno di nome Grifone mentre l'altra una donna bianca di nome Mata. I Giganti di Palmi furono esposti nel 1987, su richiesta della Regione Calabria, al Museo di antropologia ed etnografia di Torino in rappresentanza della cultura e delle tradizioni della Calabria. Sempre la Regione, nel 2015, ha fatto sfilare i Giganti a Milano lungo i viali di Expo 2015, nella "settimana del protagonismo calabrese". Nel corso degli anni i Giganti di Palmi hanno avuto modo di "danzare" anche in altre città, come ad esempio FolignoVenezia ed ancora Milano (1990).

Infine, tra le tradizioni folcloristiche della città vi è la particolarità del giorno in cui viene festeggiato il CARNEVALE. Difatti a Palmi il carnevale viene celebrato la domenica successiva al mercoledì delle Ceneri, in periodo quaresimale. L'evento, che prende il nome di "Ottava di Carnevale", è tra l'altro il principale carnevale della città metropolitana di Reggio Calabria ed uno dei più importanti della regione. La festa, che risale al XIX secolo, probabilmente deve la sua particolarità alla scelta di attirare persone, e quindi di aumentare il commercio locale, in una domenica nella quale non era più celebrato, nei centri vicini, il carnevale. L'evento vede la partecipazione di carri mascherati provenienti da ogni parte della Calabria e dalla Sicilia.

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