Palazzi,
ville, torri e fontane
PALAZZO
SAN NICOLA - Palazzo
San Nicola (1932),
sede attuale del municipio, venne progettato nel 1915 dall'architetto Vittorio
Alberto Storchi.
La
struttura è ubicata nella piazza Municipio, nel centro storico
cittadino.
Il
precedente edificio, realizzato nel XIX
secolo,
ospitava tra l'altro i locali del Regio Ginnasio istituito il 28 luglio 1889 con
decreto n°
6321 del re Umberto
I. La
struttura venne danneggiata dal terremoto
del 1894,
che colpì la città di Palmi la
sera del 16 novembre. Per questo il palazzo comunale venne chiuso fino 1902 a
seguito dell'interessamento da parte dell'onorevole Giovanni
Bovi.
Venne
seriamente danneggiato dal terremoto
del 28 dicembre 1908.
Dopo il sisma, molti edifici pubblici che erano stati danneggiati furono
demoliti e ricostruiti e tra questi vi fu anche la «casa comunale». Il nuovo
Palazzo di città venne progettato nel 1915 dall'architetto
Vittorio Alberto Storchi e venne costruito nel periodo compreso tra il 1915 ed
il 1932,
anno in cui fu inaugurato. Sempre nel 1932,
nel giardino antistante l'edificio, venne inaugurato il monumento ai Caduti.
Alla cerimonia del 10 giugno presenziarono i Principi
di Piemonte Umberto
di Savoia e
consorte Maria
José del Belgio. La
realizzazione dell'opera era stata affidata allo scultore Michele
Guerrisi.
Subito
dopo l'inaugurazione la struttura ospitò la biblioteca
comunale "Domenico Topa", ricostituita
anch'essa dopo il terremoto, sotto la direzione di Luigi
Lacquaniti e
con le donazioni effettuate da Francesco
Cilea, Benedetto
Croce, Francesco
Pentimalli e Leonida
Repaci. Negli
anni successivi la struttura ospitò anche il museo
di etnografia e folklore "Raffaele Corso" (a
partire dal 1955,
dichiarato successivamente di importanza internazionale dall'UNESCO e,
nel suo genere, il più importante del sud
Italia),
la gipsoteca
"Michele Guerrisi" (a
partire dal 1960),
il museo
musicale "Francesco Cilea e Nicola Manfroce" (dal 1962)
e l'antiquarium
"Nicola De Rosa". Tutti
i musei restarono a Palazzo San Nicola fino al 1982,
anno in cui venne inaugurato il nuovo complesso polifunzionale della Casa
della cultura,
e nel quale vennero trasferiti.
Il
30 aprile 2013,
davanti all'ingresso del Palazzo, è stato inaugurato il "monumento al
Lavoro", opera
dell'artista Maurizio Carnevali, nel luogo in cui sorgeva un antico albero di
palma, piantato nella ricostruzione della città dopo il 1908, come «simbolo di
gloria e vittoria».
Il
palazzo sorge di fronte al duomo
cittadino con
l'ingresso principale rivolto verso la piazza Municipio. Ha la
pianta a corte aperta ed è costituito da due piani fuori terra. Le facciate,
aventi spazi marcati da bugnati lisci che arrivano fin sotto i cornicioni, sono
concluse in alto dalle aggettanti falde inclinate della copertura. Sopra il
portale è collocato il "balcone delle bandiere", sul quale affaccia
la sala del consiglio
comunale.
Sulle
facciate del palazzo la data di realizzazione dell'edificio è riportata, con il Sistema
di numerazione romano,
secondo tre calendari differenti.
Difatti vi è impresso l'anno MCMXXXII del calendario
gregoriano,
l'anno X del calendario fascista e l'anno XXIV di un calendario che fa
riferimento al periodo seguente il terremoto
del 1908.
Per
tradizione durante i festeggiamenti della Varia
di Palmi,
dal 2013 inserita
nel Patrimonio
orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO,
il sindaco ha il compito di annunciare alla città, dal "balcone delle
bandiere", i nomi delle tre bambine candidate per l'elezione dell'Animella della
Varia. Nelle ultime due edizioni della festa tale annuncio è avvenuto anche per
comunicare i nomi dei candidati al ruolo di Padreterno della
Varia.
PIAZZA
DEL MUNICIPIO - Antistante
Palazzo San Nicola vi è la piazza Municipio, composta da un
giardino alberato, scalinate e da opere monumentali. La piazza confina a nord
con il suddetto palazzo, ad ovest con la via Cesare Battisti, ad est
con la via Rocco Pugliese e a sud con la via Roma.
Su di essa prospettano, oltre alla casa comunale, anche il palazzo sede delle
poste centrali cittadine e l'edificio che ospita la Società Operaia di
Mutuo Soccorso.
Tra
gli eventi svolti nella piazza vi sono alcune celebrazioni della Varia
di Palmi,
in quanto la stessa è il luogo di ritrovo della corporazione
degli artigiani per
partecipare al corteo storico, ed è anche lo spazio prescelto per lo
svolgimento della festa della corporazione.
MONUMENTO
AI CADUTI - Il Monumento
ai Caduti di Palmi fu
realizzato da Michele
Guerrisi, su
commissione della giunta
comunale guidata
da Giuseppe Sigillò, in ricordo delle vittime cittadine causate dalla prima
guerra mondiale.
L'Istituto Luce realizzò
un documentario sull'inaugurazione. Alla
cerimonia presenziarono, oltre alle numerose autorità cittadine, il vescovo
della diocesi
di Mileto mons. Paolo
Albera,
la madre della medaglia d'oro Nicola
Pizi e
lo stesso scultore.
Annualmente, nella Giornata
dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate,
le massime autorità cittadine civili, militari e religiose pongono ai piedi del
monumento una corona d'alloro in memoria di tutte le vittime della guerra.
La
scultura è costituita da una base in blocchi di granito posti
a forma di croce
greca,
sui quali sorgono due gruppi di figure in bronzo.
Il primo gruppo scultoreo è formato da due figure maschili affiancate: un soldato che
ripone la spada nel
fodero, simboleggiando "l'addio alle armi" ed
un fante,
ritornato contadino,
nell'atto di seminare i campi per avere il nuovo pane,
quale simbolo di pace.
Il
secondo gruppo scultoreo è rappresentato da due donne unite nel loro dolore e
nella fede. La vecchia madre, che mestamente piega la testa pensosa per il
figlio caduto, è nell'atto di consolare la vedova del martire che allatta il
bambino quale simbolo dell'avvenire e della continuazione della vita.
Al
centro del monumento vi sono due alte colonne di marmo
bianco di Carrara (riutilizzate
a seguito della demolizione nel 1909 della
vecchia Chiesa
Madre) che
sono sormontate da due bracieri, sorretti ciascuno da quattro aquile
romane.
Alla base delle due colonne, che simboleggiano la guerra e
la pace, sono
incisi i nomi dei 203 cittadini di Palmi caduti
per la patria nella prima
guerra mondiale del 1915-1918.
MONUMENTO
AL LAVORO - Il Monumento
al Lavoro è un'opera realizzata dallo scultore Maurizio
Carnevali con
progetto autonomo, su commissione della locale Società Operaia di Mutuo
Soccorso. Il monumento rappresenta una pianta di palma, in ricordo
dell'antico albero che sorgeva in quel punto. Il fusto, in marmo scolpito,
sviluppa una composizione figurale. La parte superiore in acciaio costituisce
ancora parte del tronco e la corona di rami di palma. La base, in marmo di
Carrara, raffigura scene di lavoro e della famiglia.
MAUSOLEO
DI FRANCESCO CILEA - In piazza Pentimalli, è ubicato il mausoleo
di Francesco Cilea (1962),
opera realizzata anch'essa da Michele Guerrisi e dall'architetto Nino Bagalà
per ospitare la salma dell'artista palmese. Il mausoleo è costituito da una
parete in muratura sulla quale sono disposti dei bassorilievi con raffigurazioni
di scene del mito di Orfeo
ed Euridice,
il tutto attorno ad una scultura bronzea che rappresenta la musa Erato. Il
mausoleo contiene una cripta decorata da mosaici contenente le spoglie dei
coniugi Cilea. Sopra di esso vi è un piccolo orologio a ricordo dell'antica
torre distrutta,
con lo sbancamento di parte del rione Spirito Santo, per realizzare l'opera.
TORRE
CIVICA - Torre
civica (1954),
detta anche "torre dell'orologio". La torre, sorgendo accanto al duomo
cittadino ed essendo dotata di campane, svolge anche la funzione di campanile.
Con i suoi quaranta metri d'altezza è l'edificio più alto della città;
PALAZZO
DEGLI UFFICI (XX secolo), in stile neoclassico, risulta essere un complesso
architettonico di particolare interesse storico. Eseguito da maestranze
provinciali, il palazzo propone una costruzione massiccia ed equilibrata, che
evidenzia la sua funzione pubblica di marcata derivazione classica. L'immobile
è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per
i Beni Culturali;
PALAZZO
DEL TRIBUNALE (XX secolo), architettura
del periodo fascista,
venne realizzato per ospitare il tribunale, la pretura e la corte d'assise del
circondario giudiziario di Palmi. Attualmente
è ancora sede alcuni uffici del tribunale civile;
PALAZZO
DELLA CASERMA DEI CARABINIERI (XX secolo), in stile neoclassico, è un modello
della tipologia edilizia tipica degli edifici pubblici realizzati nella
Provincia di Reggio Calabria. Contrassegnato da elementi decorativi della
manualità di maestranze provinciali qualificate, l'immobile risulta tra i beni
vincolati della Regione Calabria ed
è catalogato nell'elenco dei "luoghi della cultura" del Ministero per
i Beni Culturali;
PALAZZO
DI GIUSTIZIA (anni
ottanta),
esempio di architettura moderna che ospita gran parte degli uffici del tribunale
di Palmi;
VILLA
PIETROSA, chiamata anche "Villa Repaci" in quanto appartenuta all'omonimo
scrittore,
fu ristrutturata nel 2008 dal Comune di Palmi tramite concorso. Nelle
vicinanze dell'edificio, immerso tra gli ulivi, vi è una piccola grotta ed una
"guardiola", osservatorio per la caccia al pescespada piantata sullo
sprone di una roccia, in un luogo dal quale è visibile tutta la Costa Viola.
Altri
palazzi e ville di interesse sono il Palazzo Bovi, imponente
edificio con mura rosse e aperture in marmo bianco al cui interno vi nacque Nicola
Antonio Manfroce, il Palazzo
Mezzatesta, sulla cui facciata principale è collocata un'edicola con una
riproduzione della Madonna del Carmelo a ricordo dell'evento miracoloso del terremoto
del 1894 ed
il Palazzo Rossi, antico edificio in stile liberty, nel quale lo
scrittore Leonida Repaci ambientò un suo romanzo.
TEATRO
ALL'APERTO - Il
Teatro
all'aperto in località Motta (2000),
che sorge adagiato su un terrazzo dal quale è ammirabile lo stretto e i centri
di Scilla e
Bagnara Calabra. La
struttura, progettata dagli architetti Rosaria Zoccali e Domenico Abbia, ospita
numerosi eventi dell'"Estate
Palmese" ed ha una capienza di 1.000 posti;
ANTICA
FONTANA DELLA PALMA - L'antica
fontana della Palma, o «del Mercato», era un monumento che ricordava tanti
avvenimenti storici per la città di Palmi.
Sorgeva al centro dell'attuale piazza
I Maggio.
Fu
realizzata nel 1670 per
volere del marchese Andrea
Concublet,
feudatario di Palmi,
a completamento della costruzione della piazza
del Mercato nel 1669.
A seguito del terremoto
del 1783,
che distrusse totalmente la città, gli storici narrano che la fontana fu
l'unico manufatto rimasto illeso, tra tutto ciò che era edificato a Palmi fino
ad allora. Inoltre
la ricostruzione della città avvenne riprogettandola attorno al monumento,
poiché la maggioranza della popolazione volle prendere come «favorevole
augurio» il fatto che la fontana fosse rimasta in piedi malgrado che «i
terremoti la facessero dimenare come l'albero di una nave in tempesta».
L'antica
fontana fu però demolita nei primi giorni di maggio del 1886,
come conseguenza di un progetto di miglioramento del corso
Giuseppe Garibaldi promosso
dall'amministrazione
comunale guidata
da Pasquale Suriano. Il
monumento venne diroccato di notte, poiché si temeva l'impedimento da parte dei
cittadini i quali, eccetto pochi, si erano manifestati contrari all'opera di
distruzione del manufatto.
L'antica
fontana era alta sei metri e si formava da una base ottagonata, di quattro
gradini, sui quali sorgeva (con altezza di qualche metro) un'ampia ed anch'essa
ottagonata vasca di granito, con un elegante sagoma nella parete esterna. In
mezzo a questa vasca inoltre sorgeva, con altezza di più di tre metri, un
cumulo di piccoli scogli anfrattuosi e sul vertice di esso s'innalzava, per
altri due metri, una palma di
marmo. Dalla cima della palma di marmo si lanciava, all'altezza di quasi mezzo
metro, un perenne e abbondante getto di acqua. Tal getto d'acqua, ricadendo in
una vaschetta sita nella corona delle foglie della palma, veniva per mezzo di
particolari condutture, a sgorgare incanalata dalle bocche di quattro delfini di
marmo. Ciascuno dei delfini era adagiato su uno dei quattro lati del cumulo di
scogli, con la coda diretta in alto, toccante la base della palma, e con la
testa rivolta in basso. A mezzo metro, inferiormente alla testa del delfino,
sporgeva orizzontalmente dal cumulo di scogli, una pila per ogni delfino;
e si estendeva tanto da non far ricadere, fuori di essa, il getto dell'acqua che
usciva dalla bocca del delfino, ma era comunque tanto vicino, alla sponda della
vasca suddetta, da poter far attingere alla popolazione l'acqua corrente già
fin dalla bocca dei delfini. Ciascuno spazio tra i delfini era fregiato di uno
stemma scolpito in marmo. In principio tre di questi portavano lo scudo con le
insegne della famiglia Concublet mentre
uno portava lo scudo di Palmi,
con la corona che si assumevano le città e le terre di dominio "ossia
regie", la quale era somigliante alla corona marchesale, e per insegna la
palma e il motto: «Nondum in auge».
Ciò
che rimane dell'opera monumentale, riassemblato, è collocato nella parte
retrostante della Casa
della Cultura "Leonida Repaci" e,
sempre nello stesso complesso museale, vi è custodita una riproduzione in scala
plasmata dallo scultore Nicola
Gullì.
NUOVA
FONTANA DELLA PALMA - Era
il 15 ottobre 1922 quando
la nuova fontana monumentale, progettata dall'architetto Jommi e costruita dal
professor Giovanni Sutera, venne consegnata alla città di Palmi con
una cerimonia inaugurale a cui partecipò il gerarca fascista Michele
Bianchi.
La fontana venne eretta nell'area ove fino a pochi anni prima sorgeva l'antica chiesa
madre,
demolita a seguito della sistemazione urbanistica prevista dopo il terremoto
del 1908.
L'architetto Jommi disegnò la fontana in stile barocco berniniano
moderno, ispirandosi all'antica «fontana del Mercato».
Il
nuovo monumento fece anche da suggellamento alla creazione del nuovo acquedotto
cittadino, denominato Acquedotto Vina, che venne inaugurato lo stesso giorno e
che risolse il problema di carenza idrica in città. Completò la festa il
cambio di denominazione della piazza che venne intitolata al politico reggino Giuseppe
De Nava,
accogliendo le istanze del sindaco di Palmi Michele
Guardata, poiché questi si era prodigato per far pervenire i finanziamenti
governativi per la realizzazione delle suddette opere.
L'evento
fu illustrato in forma cartacea su un numero unico, nel quale vi
erano articoli a firma di Felice
Battaglia, Domenico
Antonio Cardone, Vincenzo
Migliorini, Pietro
Milone, Luigi
Parpagliolo e Francesco
Topa.
Il
palmese Antonino Zappone, dirigente del Provveditorato Generale dello Stato, nel 1977 si
adoperò affinché la fontana venisse riprodotta in un francobollo ed
inserita nella serie «Fontane d'Italia». Pertanto il 18 ottobre dello stesso
anno il francobollo, con disegno di Eros
Donnini,
fu stampato dall'Istituto
Poligrafico e Zecca dello Stato con
una tiratura di 15.000.000 di copie.
La
fontana venne restaurata nel 1999 dall'architetto
Carmelo Bagalà.
FONTANE
DEI CANALI - Fontane
dei Canali (1838),
manufatto posto in piazza Lo Sardo che serviva a convogliare le
acque provenienti dalle contrade Olmo e Vitica, da cui prendono il nome le varie
fontane. Il monumento è stato ristrutturato nel 2011 dall'Associazione
Prometeus, con l'inserimento di immagini bronzee raffiguranti scene cittadine e
contadine dei secoli passati, ad opera degli artisti Fabio Belloni, Maurizio
Carnevali e Achille Cofano;
FONTANA
MONUMENTALE (XX secolo), sorge in piazza Matteotti e al suo
centro è collocata una colonna romana proveniente dai ruderi dell'antica Tauriana;
FONTANA
MUTA (XX secolo), opera ubicata nel rione Ajossa, in piazza Carmine
Fiorino, composta da un muro di sostegno davanti al quale, centralmente, è
collocata la fontana mentre ai due lati di quest'ultima partono due scalinate
per accedere al soprastante rione Pille;
FONTE
DI SAN ROCCO - La
Fonte di San Rocco è una fontana monumentale dedicata
all'omonimo
santo.
L'opera venne promossa, nel 2009,
dall'associazione cittadina denominata "Prometeus", per
realizzare un nuovo monumento nello stesso luogo dove, fino al XIX
secolo,
sorgeva il "pozzo di San Rocco", fontana che serviva per
l'approvvigionamento idrico di gran parte della città.
La
fontana venne realizzata nel 2010 dall'artista
Maurizio Carnevali su progetto dell'architetto Carmelo Bagalà. I
fondi vennero reperiti tramite donazioni volontarie della popolazione o grazie a
iniziative di vario genere. Lo
slogan della raccolta fondi fu: «Quando il sogno di un piccolo gruppo diventa
il sogno della collettività, è molto probabile che possa trasformarsi in realtà». La
sua inaugurazione avvenne il 12 agosto dello stesso anno, all'interno
degli eventi della festa di San Rocco.
La
fontana riproduce una scultura bronzea di San Rocco adagiato, con il cagnolino,
nell'atto di abbeverarsi. La
scultura è posizionata sopra una base di granito.
TORRE
SARACENA - La Torre
aragonese di Pietrenere di Palmi,
volgarmente
detta torre saracena, è
una delle antiche torri d'avvistamento cinquecentesche che
sorgono sul litorale della Costa
Viola. La struttura si erge sulla sommità del pianoro di Taireama,
a ridosso di una falesia che
sovrasta la spiaggia del Lido
di Palmi. Costruita nel 1565,
anticamente era denominata "Torre di Pietrenere"' (o de "Le
Pietre Negre") per
distinguerla dall'altra torre d'avvistamento di Palmi,
chiamata Torre
di San Francesco, attualmente scomparsa.
La
torre è tutelata tramite notifica del 16 agosto 1913 e,
dall'11 settembre 2011, fa
parte del complesso del Parco
archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo".
Nel 1549,
avvenne la distruzione di Palmi ad
opera del corsaro turco Dragut
Rais. A
seguito di tale devastazione il duca di Seminara Carlo
II Spinelli, che era divenuto feudatario della città nel 1555,
decise di riedificare la «terra di Palma» e di fortificarla. Pertanto
decise di costruire anche due torri
di guardia costiera. Una fu chiamata di «San
Francesco», ed
era ubicata nella località ancora oggi denominata Torre, e l'altra,
costruita presso la Chiesa
di San Fantino, fu detta «di Pietrenere»,
dal nome della marina sottostante. La
costruzione della Torre di Pietrenere, come indica l'iscrizione riportata a
tutt'oggi, risale al 1565.
Da
un atto del 1747 la
torre risultava allora di proprietà di Bruno Ubaldo, quale «Capitano
proprietario della Reggia Torre delle Pietre Negre in giurisdizione della Città
di Seminara»
Il
16 agosto 1913 venne
emesso un decreto di tutela della torre. Dall'11
settembre del 2011 la
torre fa parte del Parco
Archeologico dei Tauriani "Antonio De Salvo", inaugurato a
seguito degli scavi archeologici che avvengono dal 1995 nell'area
vicina al manufatto e che hanno portato alla luce le rovine dell'antica Tauriana.
La
torre ha una circonferenza alla base di circa 22 metri, una larghezza di 8
metri, un'altezza
di 15 metri e
la porta d'entrata è collocata ad un'altezza di 7 metri dal suolo, e conduce ad
una camera provvista di feritoie sui muri perimetrali. I materiali usati per
realizzarla sono pietre naturali e mattoni.
L'unica
finestra della torre è collocata dalla parte che guarda verso l'interno,
lasciando la parte rivolta verso il mare senza aperture, in modo che le navi
nemiche non potessero avvistare l'eventuale luce del torriero.
FORTINO
DI PIETRENERE -
L'unica
architettura militare della frazione è il fortino di Pietrenere.
La
struttura fu progettata ad inizio del XIX
secolo dai francesi,
per ordine del re
di Napoli e di Spagna Giuseppe
Bonaparte, durante il periodo di Gioacchino
Murat e delle truppe del generale Jean
Reynier. Nel progetto il fortino, avente mura grigie di pietra
levigata, doveva essere collegato ad una batteria di cannoni, collocati
vicino ad una torre. Nella mura, a distanza calcolata, le lastre di pietra
rivelano una serie di feritoie che corrono lungo il perimetro e che sono
realizzate a cornici di pietra più chiara, senza spigoli. La struttura,
che serviva in quanto la zona fu un teatro di lotte tra inglesi, francesi e
filoborbonici, non venne completata poiché i Borbone ripresero
il comando del Regno
di Napoli.
BELVEDERE
MANAGO' - Al
di fuori del centro storico, nel belvedere Managò sulla cima del Sant'Elia,
è collocato un complesso monumentale composto da: il monumento a Domenico
Antonio Cardone,
una grande croce di ferro (illuminata di notte e visibile da tutta la piana) ed
il monumento delle tre croci (XX secolo). Il monumento delle tre croci fu
realizzato ad inizio del XX secolo e rappresenta tre croci bianche, con quella
centrale più grande, a ricordo del monte calvario dove Gesù venne
crocifisso. Il monumento subì una parziale distruzione durante i bombardamenti
della seconda guerra mondiale per essere ricostruito nel 1949,
a cura del corpo cantonieri comunali. Nel 2014 il complesso è stato oggetto di
restauro ad opera del Rotaract Club di Palmi.
Completa
l'elenco dei monumenti cittadini una serie di busti in marmo, collocata
all'interno della Villa
comunale Giuseppe Mazzini,
di personaggi nazionali e locali del passato. Tra questi vi sono Giuseppe
Garibaldi, Vittorio
Emanuele III e Nicola
Antonio Manfroce.
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