Harar Jugol (chiamata a volte
solo
Harar,
Harrar,
Hārer
o
Harer)
è
una
città
che
si
trova
nella
parte
orientale
dell'Etiopia,
nell'odierna
regione
dell'Harari.
Essa
è
situata
sulla
cima
di
un
monte
ad
un
altezza
di
1.885
metri
sul
livello
del
mare,
nella
parte
orientale
dell'altopiano
etiopico,
a
circa
500
chilometri
dalla
capitale
Addis
Abeba.
Secondo
il
censimento
del
1994
la
popolazione
era
composta
da
76.378
abitanti.
Per numerosi secoli Harar è
stata
un
importante
centro
commerciale,
collegata
per
mezzo
di
importanti
vie
di
comunicazione
con
il
resto
dell'Etiopia,
con
il
Corno
d'Africa
e
con
la
Penisola
araba.
Harar Jugol è considerata la
quarta
città
santa
dell'Islam,
con
82
moschee,
tre
delle
quali
risalgono
al
X
secolo,
e
102
luoghi
sacri.
La città è anche famosa per
la
produzione
di
un
pregiato
caffè
che
porta
il
suo
nome.
Chiamata
Gey
(cioè
"la
città")
dai
suoi
abitanti,
Harar
venne
fondata
fra
il
VII
e
l'XI
secolo
(a
seconda
delle
fonti)
ed
emerse
come
centro
principale
della
religione
e
cultura
islamica
nel
Corno
d'Africa.
Rimase
indipendente
dal
resto
dell'Etiopia
per
secoli,
e
nel
1520
divenne
la
capitale
di
un
regno
musulmano
indipendente
guidato
da
Abu
Bakr.
Nel
XVI
secolo
Ahmad
ibn
Ibrihim
al-Ghazi
lanciò
da
Harar
una
guerra
di
conquista
che
estese
di
molto
il
suo
territorio
e
arrivò
a
minacciare
persino
l'esistenza
del
regno
cristiano
d'Etiopia.
Il
suo
successore,
Emir
Nur
ibn
Mujahid,
circondò
la
città
di
un
muro
alto
4
metri
e
dotato
di
5
porte
d'accesso.
Questo
muro,
chiamato
Jugol,
è
giunto
pressoché
intatto
fino
a
noi
ed
è
uno
dei
simboli
della
città
e
dei
suoi
abitanti.
Il XVI secolo fu il periodo
d'oro
di
Harar:
la
cultura
fiorì
e
numerosi
poeti
vivevano
e
scrivevano
qui.
I
regnanti
di
Harar
coniarono
le
proprie
monete,
probabilmente
a
partire
dall'anno
islamico
615,
che
corrisponde
al
1218/19
del
calendario
gregoriano.
Sicuramente
esse
furono
coniate
in
modo
massiccio
a
partire
dal
1789
e
per
tutto
il
XIX
secolo.
La città riuscì a rimanere
indipendente
fino
al
1875,
quando
venne
conquistata
dall'Egitto.
In
questo
periodo,
Arthur
Rimbaud
visse
ad
Harar
Jugol
(la
sua
casa
è
stata
oggi
trasformata
in
un
museo).
Nel
1885
la
città
riuscì
a
riguadagnare
la
propria
indipendenza,
ma
essa
durò
poco
poiché
il
6
gennaio
18
87,
in
seguito
alla
battaglia
di
Chelengo,
Menelik
II
incorporò
Harar
nel
nascente
Impero
etiopico
basato
a
Shewa.
Harar perse parte della sua
importanza
commerciale
con
la
costruzione
della
ferrovia
che
collegava
Gibuti
ad
Addis
Abeba:
inizialmente
essa
doveva
passare
per
la
città,
ma
venne
deviata
a
nord
delle
montagne
su
cui
sorge
Harar
per
risparmiare
denaro.
Il
risultato
fu
che
nel
1902
venne
fondata
la
città
di
Dire
Dawa,
intesa
come
Nuova
Harar.
Nel 1995 Harar Jugol divenne
una
regione
etiopica
a
tutti
gli
effetti.
Attualmente
è
in
costruzione
una
condotta
per
trasportare
l'acqua
in
città
da
Dire
Dawa.
Il
centro
storico
di
Harar
Jugol
ospita
numerosissime
moschee
e
luoghi
sacri
all'Islam.
I
più
importanti
sono
la
cattedrale
di
Medhane
Alem
e
la
moschea
cinquecentesca
di
Jami.
Qui
si
trova
anche
un
frequentatissimo
mercato.
Negli anni
'60
nacque
uno
spettacolo
a
beneficio
dei
turisti,
in
cui
durante
la
notte
viene
dato
cibo
alle
iene.
L'origine
di
questo
spettacolo
va
ricercato
in
un'antica
tradizione
locale,
che
si
teneva
però
solamente
una
volta
l'anno.
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