Il paesaggio
culturale
ghedeo è
un'area
della zona
Ghedeo,
parte
dello Stato
regionale
dell'Etiopia
meridionale
nell'Etiopia
centro-meridionale.
Si
estende
lungo
il
fianco
orientale
della Rift
Valley
etiopica,
tra
1 307
e
3 072
metri
sul
livello
del
mare.
Nella
regione
abitano
circa
250 000 ghedeo.
Punteggiata
di
foreste
sacre
e
monumenti megalitici,
la
regione
è
stata
per
migliaia
di
anni
la
patria
del
popolo
ghedeo,
che
vi
pratica
l'agroforestazione tradizionale.
A
causa
di
queste
pratiche
tradizionali,
della
sua
lunga
storia
insediativa
e
della
sua
importanza
culturale,
il
paesaggio
culturale
ghedeo
è
stato
iscritto
nella lista
del
patrimonio
mondiale dell'UNESCO il
17
settembre
2023.
La
regione
ghedeo
è
popolata
da
millenni:
le
prime
testimonianze
di
insediamenti
umani
risalgono
al Neolitico.
Migliaia
di
monumenti
in
pietra
(stele)
in
circa
cento
siti
sono
stati
registrati
in
tutto
il
territorio
del paesaggio
culturale.
Le
stele
più
grandi
misurano
circa
8
metri
di
altezza
e
1
metro
di
diametro
e
raffigurano
immagini
antropomorfe
e
falliche.
Sono
stati
trovati
anche
diversi
luoghi
di
sepoltura
e
una necropoli e
sono
comuni incisioni
rupestri e petroglifi.
Le
prime
indagini
archeologiche
europee
nell'area
furono
condotte
negli
anni
'20
e
'30.
Il
vulcanismo
del Miocene e
del Quaternario e
i
numerosi
fiumi
rendono
la
regione
molto
fertile:
oltre
il
90%
del
territorio
della
zona
ghedeo
è
utilizzato
per
attività
agroforestali.
I
principali
prodotti
agricoli
sono
l'enset e
il caffè;
le
coltivazioni
sono
stratificate
verticalmente,
con
le
piante
di
enset
e
di
caffè
coltivate
sotto
alberi
autoctoni
maturi.
Gli
ortaggi
a
radice
come
la manioca e
i legumi vengono
coltivati
sotto
le
principali colture
da
reddito.
Per
evitare
gli
effetti
negativi
dell'erosione sul
paesaggio terrazzato,
non
viene
quasi
utilizzata
alcuna
lavorazione
e
i
coltivatori
spesso
attuano
la rotazione
delle
colture,
consentendo
ad
alcune
parcelle
di
rimanere incolte.
La
conoscenza
culturale
su
come
gestire
e
conservare
il
sistema
agroforestale
deriva
dai
costumi
e
dalle
credenze
del
popolo
ghedeo,
che
hanno
generato
un
rapporto
mutualistico
tra
uomo
e
ambiente.
L'area
contiene
diverse
foreste
sacre
di
cui
è
vietato
il
taglio.
All'interno
di
queste
fattorie
tradizionali
sono
state
rinvenute
cinquanta
specie
diverse
di
piante
legnose
autoctone,
ventidue
delle
quali
sono
di
particolare
interesse
conservazionistico.
Le
piante
autoctone
più
comuni
sono
la Millettia e
la Cordia
africana;
all'interno
di
queste
foreste
cresce
anche
il ciliegio
africano.
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