Costruzioni tradizionali ashanti
Ghana

patrimonio dell'umanità dal 1980

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La genesi del Regno Ashanti risale a molti secoli prima dell'epoca in cui esso fece il suo ingresso ufficiale negli annali della storia africana. Tra i secoli XI e XII gli Akan, formati da molti gruppi etnici tra cui i più numerosi erano i Fanti e gli Ashanti, si installarono a occidente dell'attuale Lago Volta, sottomettendo le tribù locali, adottandone la lingua e formando piccoli regni che prosperarono grazie al commercio. 

Da quel momento in poi gli Ashanti si organizzarono sempre più solidamente fino a dar vita a una confederazione retta da una rigida gerarchia politica e militare sottoposta al controllo di un capo supremo (ashantehene). Dal XV secolo l'attività mercantile di questa popolazione si orientò verso gli stanziamenti europei della costa, ai quali venivano offerti oro, avorio e pelli in cambio di armi, sale e tessuti preziosi.

La leggenda del trono d'oro

Alla fine del XVII secolo la confederazione ashanti, sotto il comando del re Osai Tutù, riuscì a sconfiggere l'aggressivo Stato di Denkera che voleva invadere la regione. Il sacerdote Okomfo Anokye, consigliere di Osai Tutù, vide in questa vittoria il simbolo dell'unione e della vitalità del popolo degli Ashanti. 

Secondo la tradizione, durante una riunione dei capi alleati Okomfo invocò gli dei, i quali fecero scendere dal cielo un trono d'oro che si posò sulle ginocchia di Osai Tutù, sancendo così la sua autorità come primo ashantehene. 

Questa leggenda simboleggia l'evoluzione dagli elementari vincoli tribali a un livello organizzativo più complesso: un vero Stato i cui governanti sono investiti del potere per diritto divino e incarnano questo stesso diritto nel possesso del trono d'oro.

Nasce così il Regno Ashanti, che i successori di Osai Tutù portarono al massimo splendore durante il XVIII secolo, grazie a una fiorente economia basata sul commercio dell'oro e, soprattutto, degli schiavi, "merce" allora molto apprezzata negli insediamenti portoghesi, olandesi e inglesi della costa. La situazione cambiò drasticamente nel secolo successivo, quando le potenze europee abolirono la schiavitù, trasformando la loro politica di relazioni commerciali con gli Stati africani in aperta colonizzazione. 

Da quel momento gli Inglesi, che si erano impossessati di tutti gli insediamenti costieri, iniziarono a favorire i dissensi interni del Regno Ashanti, riuscendo infine a rovesciare l'ultimo ashantehene, che terminò i suoi giorni deportato alle Seychelles. Nel corso di questa guerra la capitale ashanti, Rumasi, fu rasa al suolo così come la maggior parte degli altri villaggi del regno.  

case per gli spiriti

Le vestigia dell'architettura ashanti sopravvissute al disastro e alla successiva decadenza si riducono ad alcuni edifici situati in dodici villaggi nella regione attorno a Rumasi, antiche residenze dei capi locali trasformate in mausolei e santuari animisti. Nella maggior parte dei casi non superano i cento anni d'età, sebbene si rifacciano a una tradizione artistica molto più remota. 

I materiali impiegati sono semplici e deperibili, il che spiega la difficoltà dei lavori di conservazione: legno, muri in mattoni crudi rinforzati con canne di bambù e intonacati con argilla, tetti in paglia di miglio. 

L'organizzazione dello spazio segue in tutti gli edifici un modello molto simile, con quattro corpi edificati intorno a un cortile centrale. 

Due di questi corpi, di livello più elevato, servono da palcoscenico ai suonatori e ai cantanti che intervengono alle cerimonie religiose; un terzo è adibito a cucina, mentre l'ultimo costituisce il santuario propriamente detto. I muri sono decorati con affreschi e sculture che rappresentano il miglior esempio di arte ashanti. Gli affreschi riproducono gli stessi modelli geometrici che si utilizzano ancora oggi in Ghana per stampare i celebri tessuti adinkra. Sono rappresentate figure simboliche tratte da detti e sentenze popolari. La scultura comprende altorilievi inseriti nei muri e placche di terracotta, con motivi geometrici o figure di animali stilizzate, usate per gli zoccoli nella parte inferiore dei muri o per incorniciare le porte interne.