Quando
le
prime
luci
raggiungono
le
sponde
dell'isola
sullo
specchio
delle
onde,
la
vita
nella
città
di
pietra
di
Lamu
è
già
cominciata
da
tempo.
Come
tutti
gli
abitanti
della
costa,
gli
uomini
di
Lamu
sono
esperti
navigatori,
dal
più
vecchio
al
più
giovane.
Dai
merli
del
forte
si
può
scorgere
ogni
imbarcazione
che
si
avvicina
alla
città.
La
fortezza
venne
costruita
nel
1813,
all'epoca
Lamu
strinse
un'alleanza
con
lo
scieicco
dell'Oman
che
regnò
sulla
costa
orientale
africana
sconfiggendo
la
pericolosa
Mombasa.
Ci
si
poteva
permettere
di
costruire
il
possente
bastione,
il
commercio
era
florido
e
procurava
ingenti
guadagni.
900
anni
prima
l'isola
era
già
un
famoso
mercato
per
le
merci
che
arrivavano
dalla
terraferma
e
da
altri
paesi
lontani.
Contatti
commerciali
con
gli
arabi
portavano
già
in
tempi
antici
benessere
e
religione
islamica.
Lo
stile
di
vita
arabo
e
le
tradizioni
africane
si
mescolano
e
si
uniscono
nell'antica
cultura
swahili,
che
assorbe
anche
influssi
indiani.
Gli
swahili,
la
gente
della
costa,
non
sono
legati
da
un'apparteneneza
etnica,
bensì
da
una
lingua
comune,
lo
swahili.
La
piazza
davanti
al
forte
è
il
punto
centrale
della
vita
cittadina,
palcoscenico
di
uno
spettacolo
quotidiano.
Qui
si
vedono
personaggi
importanti
della
città
e
chi
invece
vorrebbe
esserlo.
Portagonisti
sono
gli
uomini,
ognuno
ha
il
suo
posto
abituale
per
non
farsi
sfuggire
nulla
di
quello
che
accade
sulla
via
principale.
Sul
percorso
lungo
2
chilometri
si
diramano
numerose
stradine
indistinguibili
l'una
dall'altra,
stretti
passaggi
tra
le
pareti
delle
case:
un
vero
labirinto
in
cui
gli
abitanti
si
sanno
ritrovare
a
occhi
chiusi
ma,
lo
straniero,
immancabilmente
si
perde.
La
Città
vecchia
di
Lamu,
erede
di
tradizioni
di
oltre
mille
anni,
è
l'insediamento
swahili
più
antico
e
meglio
conservato
dell'Africa
orientale,
e
ha
mantenuto
le
sue
funzioni
tradizionali.
Sulle
facciate
delle
case,
quasi
prive
di
finestre,
spiccano
le
decorate
porte
in
legno
intagliato.
Le
porte
di
Lamu
sono
famose
e
ancora
oggi
gli
artigiani
tramandano
la
tradizionale
arte
di
intagliare
il
legno.
Eppure
molti
degli
antichi
capolavori
sono
stati
estratti
dal
loro
posto
originale
e
venduti.
La
struttura
architettonica
delle
case
swahili
è
ben
congeniata
e
si
adatta
perfettamente
al
clima
torrido.
Sopra
le
terrazze
aperte,
da
cui
può
circolare
l'aria,
si
ergono
tetti
spioventi
in
paglia
che
attenuano
la
canicola
estiva.
La
città
vecchia
sembra
un
luogo
magico,
nei
vicoli
della
città
di
pietra
figure
di
donne
appaiono
per
poi
sparire
misteriosamente.
Anche
le
figure
coperte
dal
velo
sono
essere
umani
in
carne
ed
ossa.
A
Lamu
non
è
una
legge
che
può
stabilire
quanto
una
donna
possa
mostrare
del
proprio
volto,
ma
le
tradizioni
famigliari.
Lamu
non
è
un
luogo
di
immagini
passate,
nella
città
ancora
vivone
uomini
nelle
case
a
4
piani.
Sono
case
costruite
200
anni
fa
da
commercianti
benestanti,
alte
costruzioni
realizzate
con
blocchi
di
corallo
e
tenute
insieme
dalla
calce.
Nella
VI
ora,
a
mezzogiorno,
risuona
il
richiamo
della
preghiera,
si
cantano
le
lodi
ad
Allah,
l'unico
Dio,
e
l'eco
si
diffonde
su
tutta
la
città.
Nella
città
di
30.000
abitanti,
9
abitanti
su
10
si
riconoscono
nella
fede
islamica;
29
moschee
sono
state
costruite
per
i
fedeli.
Molti
abitanti
dell'isola
si
devono
guadagnare
da
vivere
sull
terraferma,
ma
basta
appena
per
le
esigenze
quotidiane.
Gli
stranieri
comprano
e
restaurano
le
case
più
belle,
ma
gli
stranieri
non
vivono
qui
e
la
cultura
della
vecchia
città
si
perde
in
modo
irrimediabile.
Il
mercato
offre
molto
ma
la
situazione
economica
del
paese
è
catastrofica
e
anche
Lamu
ne
risente.
Una
parte
della
popolazione
è
in
stato
di
completo
abbandono.
Tuttavia
gli
swahili
conservano
il
loro
orgoglio
e
la
loro
dignità,
senza
essere
invadenti,
accolgono
amichevolmente
lo
straniero.
La
maggior
parte
della
popolazione
comprende
oltre
allo
swahili
anche
l'inglese,
lingua
ufficiale
del
Kenya,
così
anche
nei
piccoli
negozi
è
facile
leggere
offerte
in
più
lingue.
Tra
tradizione
e
progresso
che
avanza,
Lamu
conserva
ancora
un
po'
di
autonomia,
grazie
all'insediamento
swahili,
che
entra
nella
storia
della
città
oltre
un
millennio
addietro
come
centro
commerciale.
A
partire
dal
XIX
secolo,
Lamu
ha
ospitato
importati
feste
religiose
musulmane,
ed
è
diventato
un
centro
significativo
per
lo
studio
della
cultura
islamica
e
swahili.
La città
di
Lamu
è
indubbiamente
patrimonio
dell’umanità.
In
qualità
di
città
abitata
più
antica
del
Kenya,
Lamu
ha
una
storia
molto
ricca.
La
città
era
una
delle
colonie
Swahili
primordiali
che
andava
dalla
Somalia
al
Mozambico.
Rimase
un
porto
ricco
di
attività
anche
durante
la
turbolenta
invasione
dei
portoghesi
e
successivamente
durante
il
dominio
da
parte
dell’Oman
durante
il
XVII
secolo.
L’economia
di
Lamu
era
basata
sul
commercio
degli
schiavi
fino
al
XX
secolo.
Quando
lo
schiavismo
fu
abolito
nel
1907,
l’economia
della
città
ne
soffrì
enormemente.
Solo
recentemente
l’afflusso
di
moneta
turistica
ha
rianimato
la
crescita
della
città
senza
però
stravolgere
lo
stile
tipico modernizzandola
troppo.
Le
fogne
sono
sempre
a
cielo
aperto
e
costeggiano
le
strade
strette.
Lamu
sembra
una
zona
quasi
ferma
nel
tempo.
Lo
stile
e
la
conformazione
della
città
è
cambiato
molto
poco
durante
i
secoli.
Le
strade
strette
e
tortuose
permettono
il
passaggio
solamente
a
pedoni
e
asini.
La
popolazione
di
Lamu
è
quasi
esclusivamente
Islamica.
Gli
uomini
vestono
abiti
lunghi
noti
con
il
nome
di
khanzus
con
capelli
kofia
e
le
donne
si
coprono
totalmente
con
abiti
di
coloro
nero
come
nella
maggior
parte
dei
paesi
Islamici.
All’inizio
degli
anni
settanta,
Lamu
divenne
nota
per
la
sua
popolazione
considerata
esotica,
remota
e
riservata.
Divenne
un
centro
di
ritrovo
per
anticonformisti
attratti
dalla
cultura
e
tradizione
indisturbata
dal
tempo.
Alcuni
sostengono
che
l’aumento
del
turismo
minerà
i
valori
di
questo
popolo
antico,
altri
correttamente
sostengono
che
senza
l’industria
del
turismo,
Lamu
soffrirà
e
stagnerà
nella
povertà.
Ci sono
molti
siti
dentro
e
nei
dintorni
di
Lamu
interessanti
da
esplorare.
L’architettura
delle
case
e
dei
palazzi
è
unico
e
senza
eguali.
La
maggior
parte
dei
palazzi
sono
stati
costruiti
durante
il
XVIII
secolo
con
materiali
locali
quali
mattoni
di
corallo
per
i
muri,
pavimenti
in
legno
sostenuti
da
pali
di
mangrovia,
tetti
di
makuti
e
persiane
finemente
intarsiate
alle
finestre.
I
villaggi
turistici
di
Shela
e
Matondoni,
il
Forte
di
Lamu,
il
museo
Swahili
ed
il
santuario
degli
asini
dovrebbero
rientrare
nell’itinerario
turistico.
Lamu è
una
città
senza
eguali;
un’isola
tropicale
tranquilla
dove
la
vita
scorre
ad
un
ritmo
rilassato
e
con
una
storia
misteriosa
ed
affascinante
come
le
sue
vie
tortuose
nella
città
medievale.
L’isola
in
se
è
incantevole
con
dune
di
sabbia
e
lunghe
spiagge
e
dove
piccoli
villaggi
si
annidano
tra
piantagioni
di
cocco
e
mango
con
le
tipiche
barche
Dhow
che
solcano
le
onde.
Ma
la
vera
attrazione
di
Lamu
è
la
vecchia
città.
La città
di
Lamu
nacque
nel
XIV
secolo
come
una
colonia
Swahili
ma
ebbe
molti
visitatori
che
la
influenzarono
tra
cui
esploratori
Portoghesi,
mercanti
Turchi
e
Cinesi
e
gli
Arabi
da
Oman.
Ognuna
lasciò
un
marchio
ma
Lamu
sviluppò
la
propria
cultura
che
dura
ancora oggi.
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