E'
nel
1498
che
Vasco
de
Gama
arriva
a
Mombasa.
I
portoghesi
non
sono
i
benvenuti
e
decidono
quindi
di
andare
più
a
nord,
verso
Malindi.
Ma
non
è
detta
l'ultima
parola:
si
impadroniscono
di
Mombasa
con
la
forza
nel
1593.
Ritengono
allora
necessario
costruire
un
forte
per
difendere
l'ingresso
del
porto.
Poiché
navigavano
sotto
la
bandiera
dell'ordine
di
Cristo,
il
nome
di
Fort
Jesus
fu
d'obbligo.
E’
uno
dei
monumenti
principali
del
patrimonio
culturale
costiero
del
Kenya,
ma
soprattutto
testimonia
oltre
400
anni
di
storia
swahili.
Non
stupisce
quindi
che
l’Unesco
abbia
attribuito
all’antica
roccaforte
portoghese,
il
riconoscimento
di
Patrimonio
Mondiale
dell’Umanità.
Un
riconoscimento
importante
anche
sotto
il
profilo
strettamente
economico
perché
ora
Fort
Jesus
potrà
ora
ricevere
aiuti
più
consistenti
per
la
sua
conservazione
a
beneficio
non
solo
del
popolo
keniota,
ma
anche
per
le
generazioni
future.
Costruita
dai
portoghesi
tra
il
1593
e
il
1596
su
progetto
dell'architetto
italiano
Giovanni
Battista
Cairati
allo
scopo
di
proteggere
il
porto
di
Mombasa,
la
rocca
ha
visto
nei
secoli
l’avvicendarsi
delle
dominazioni
straniere.
Fu
via
via
in
mano
ai
portoghesi,
agli
arabi
di
Oman
e
poi
fu
bombardato
dai
britannici.
Infine,
nel
1895
diventò
una
prigione
governativa.
Di
forma
angolare,
il
forte
fu
realizzato
da
un
architetto
italiano
di
Goa.
Oggi,
all'interno
delle
mura
si
può
vedere
tutta
una
fila
di
cannoni,
allineati
davanti
all'edifico
principale.
Quest'ultimo
racchiude
un
piccolo
museo
che
raggruppa
oggetti
ritrovati
su
una
nave
arenata,
appartenente
al
popolo
arabo
e
musulmano.
Vi
si
scoprono
anche
alcune
bacheche
sulla
vita
dei
kenioti,
il
loro
villaggio
e
le
loro
usanze.
Più
volte
alla
settimana
è
organizzato
uno
spettacolo
di
suoni
e
luci.
Il
forte
ospita
infatti
anche
un
museo
che
illustra
le
tradizioni
Swahili
e
le
testimonianze
della
presenza
di
cinesi,
indonesiani,
malesi
e
indiani
in
città.
Una
botola
da
accesso
ad
una
sala
sotterranea
dove
gli
schiavi
venivano
fatti
ingrassare
prima
di
essere
trasferiti
verso
le
coste
arabe
o
nelle
piantagioni
di
chiodi
di
garofano
a
Zanzibar.
L'area
del
forte
con
gli
annessi
copre
un'area
di
2,36
ettari.
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