Fèz
è
la
città
del
Marocco
più
ricca
di
storia,
ma
anche
uno
dei
grandi
centri
del
paese
in
cui
la
crescita
demografica
recente
è
stata
più
debole.
La
medina,
o
città
vecchia,
di
Fèz
è
la
più
antica
delle
quattro
città
imperiali:
le
altre
sono
Marrakesh,
Meknes
e
Rabat.
Fèz
è
situata
nel
settore
più
umido
e
popolato
del
nord-ovest
marocchino,
nel
cuore
del
bacino
del
fiume
Sebou,
sul
margine
della
ricca
pianura
del
Sais,
all'incrocio
delle
strade
che
portano
a
est
verso
Oujda
attraverso
Taza,
a
nord
verso
Tangeri
attraverso
il
Rif
e
il
Rharb,
a
ovest
verso
Meknès
e
Rabat,
a
sud
verso
il
Tafilalet
(Tafilalt).
Il
luogo
sul
quale
sorge
la
città
è
una
valle
incassata,
quella
dell'uadi
Fèz,
scavata
ai
bordi
dell'altopiano
del
Sais,
i
cui
suoli
calcarei
regolarizzano
la
portata
delle
sorgenti;
l'abbondanza
e
la
regolarità
dei
corsi
d'acqua
rappresentano
vantaggi
permanenti
dell'agglomerato.
La
città
fu
fondata
da
Idris
I
nel
789,
ma
è
il
suo
successore,
Idris
II,
che,
a
partire
dall'808,
ne
inizia
l'organizzazione,
insediando
sulla
riva
sinistra
dell'uadi
Fèz
duemila
famiglie
rifugiate
dalla
Tunisia
e
sulla
riva
destra
ottomila
famiglie
espulse
dalla
Spagna.
In
questo
modo
crea
i
due
nuclei
di
Fèz
el-Bàli
e
conferisce
alla
città,
con
i
palazzi,
le
moschee,
le
università
e
i
mercati,
i
fondamenti
del
suo
splendore
politico,
religioso,
intellettuale
e
commerciale.
Nel
XIII
secolo,
i
Marinidi,
ritenendo
di
non
avere
sufficiente
spazio
sul
versante
dell'uadi
Fèz,
costruirono,
su
un
altopiano
situato
più
a
ovest,
una
città
«nuova»,
Fèz
el-Jedid,
con
grandi
palazzi
e
caserme,
accanto
alle
quali,
nel
mellah,
gli
Ebrei
vennero
a
cercare
protezione.
Il
XIV
e
XV
secolo
videro
la
fioritura
della
città,
che
contava
allora
120
000
abitanti.
La
scelta
di
Marrakech
come
capitale
fatta
dai
Sa'diani,
quella
di
Meknès
fatta
da
Mulày
Ismàil
offuscarono
nel
XVI,
XVII
e
XVIII
secolo
lo
splendore
che
nel
secolo
seguente
i
sultani
'alawidi
restituirono
alla
città.
A
Fèz
fu
firmato
il
30
marzo
1912
il
trattato
di
protettorato.
A
partire
dal
1926,
la
città
nuova
si
estende
a
ovest
di
Fèz
el-Jedid.
Dopo
la
Seconda
Guerra
mondiale,
l'afflusso
di
popolazione
dal
Medio
Atlante
e
soprattutto
dal
Rif
e
il
desiderio
di
riassorbire
le
bidonvilles
portarono
alla
creazione
di
una
nuova
medina
a
nord
del
nucleo
primitivo.
Sotto
il
protettorato,
il
trasferimento
del
potere
politico
ed
economico
verso
Rabat
e
Casablanca,
la
preferenza
attribuita
a
Meknès
come
centro
militare
e
capitale
della
colonizzazione
rurale,
il
declino
dell'artigianato,
la
scomparsa
della
lingua
araba
di
fronte
al
francese
mantennero
Fèz
allo
stato
di
città
museo.
A
partire
dal
1956,
il
potere
pubblico
si
è
preoccupato
di
rianimare
la
«seconda
capitale»
del
paese,
in
particolare
favorendo
lo
sviluppo
dell'industria
e
del
turismo.
Il
meraviglioso
panorama
su
Fèz
el-Bàll
e
il
paesaggio
pittoresco
senza
confronti
dei
mercati
e
dei
vicoli,
la
bellezza
delle
moschee,
delle
università
e
dei
palazzi
contribuiscono
a
mantenere
il
prestigio
di
"Fèz,
città
imperiale".
Fra
i
monumenti
notevoli
la
Medersa
(Madrasa)
Bu'Inayna,
scuola
coranica
con
alloggio
per
gli
studenti,
fronteggiata
da
un
orologio
ad
acqua
e
da
un
arco
che
scavalca
la
strada.
Eretta
nel
1350-57
dal
sultano
Abū'Inān
secondo
i
canoni
architettonici
di
questo
tipo
di
costruzioni,
ha
sulla
sinistra
del
portale
maggiore
(in
legno
di
cedro
placcato
in
bronzo
lavorato)
una
più
modesta
porta
detta
"degli
scalzi",
riservata
ai
visitatori
che
si
dovevano
pulire
i
piedi
grazie
ad
una
canaletta
d'acqua
che
scorreva
vicino,
per
non
sporcare
il
luogo.
Tutti
gli
edifici
del
complesso
si
affacciano
su
un
cortile
il
cui
pavimento
è
ornato
da
marmo,
onice,
gesso
e
legno
scolpito.
Le
porte
degli
edifici
sono
finemente
decorate,
i
gradini
per
salire
al
piano
superiore,
sede
degli
alloggi,
sono
bordati
in
onice.
Al
seminterrato
si
trovano
le
aule,
lungo
un
lato
del
cortile
si
apre
la
sala
di
preghiera,
il
cui
ingresso
è
vietato
ai
non
musulmani,
e
dall'esterno
si
può
solo
sbirciare
il
mirhrāb
(nicchia
che
indica
la
direzione
della
Kaʿba,
verso
cui
si
deve
rivolgere
la
preghiera)
finemente
decorato,
le
antiche
vetrate
e
i
capitelli.
Un'altra
madrasa
è
quella
degli
'Attārīn
(profumieri),
eretta
dal
sultano
Abū
Sa'īd
nel
1323-25:
capolavoro
dell'arte
merinide
a
Fes.
La
città
ha
molte
moschee
con
relativi
minareti,
la
più
importante
è
la
Moschea
al-Qarawiyyīn
(francesizzata
Karaouine),
ossia
"Moschea
degli
abitanti
di
Qayrawān"),
fondata
nell'857
da
Fātima,
figlia
di
Muhammad
al-Fihrī,
espatriato
appunto
da
Qayrawān,
più
piccola
in
origine
ma
ampliata
nel
1135-44.
La
Moschea
è
anche
sede
della
più
antica
università
islamica,
con
una
biblioteca
di
antichi
testi
coranici
ed
è
seconda
per
prestigio
-
insieme
alla
Zaytūna
di
Tunisi
-
solo
ad
al-Azhar
del
Cairo,
fondata
nel
X
secolo.
Al
Palazzo
reale
è
impedito
l'accesso
e
di
esso
si
possono
solo
vedere
dall'esterno
le
porte
dorate
costruite
fra
il
1969
e
il
1972,
è
un
complesso
di
edifici,
giardini
cortili,
composto
da
un
serraglio,
una
moschea
una
medersa
(madrasa)
merinide
del
1320
e
una
kubba:
piccolo
edificio
cubico
sormontato
appunto
da
una
cupola
che
custodisce
il
sepolcro
di
un
personaggio
stimato
o
venerato.
In
Occidente
alcuni
chiamano
erroneamente
la
kubba
col
nome
di
marabut
invece
murābit,
o
"marabutto",
indica
un
sufi
che
si
ritirava
in
un
ribāt,
sorta
di
eremo
eretto
in
aree
non
abitate
e
spesso
lungo
i
confini
delle
aree
islamiche,
per
condurvi
vita
monastica
di
meditazione,
difendendo
al
contempo
la
dār
al-Islām,
il
territorio
sottoposto
alla
legge
islamica.
Generalmente
le
kubba
sono
mèta
di
pellegrinaggi
per
ottenere
la
"baraka"
cioè
la
"benedizione",
la
fortuna,
la
buona
sorte.
Interessante
è
la
cerchia
delle
mura
che
circonda
insieme
le
due
città
ed
è
munita
di
torri
e
di
pregevoli
porte.
FEZ,
CITTà
D'ARTE
Fèz
conserva due monumenti notevoli eretti all'epoca degli Idrìsidi (789-974), la
moschea Qarawiyyin (857) e la moschea degli Andalusi (859-60), costruita dagli
Almohadi, ma gli edifici non hanno attualmente quasi più nulla della loro
fisionomia primitiva.
Al
primo, gli Almoravidi hanno dato, tra il 1135 e il 1142, le decorazioni e
l’impianto: cortile rettangolare, più largo che profondo, stanza di
preghiera con numerose navate parallele alla facciata, divise da una galleria
assiale sopraelevata con cupole ornate da stalattiti che si alternano a cupole
nervate.
Vanno
segnalate le porte bardate in ferro, con bei martelli, che fissano già un
tipo destinato a essere tramandato, e gli splendidi pulpiti (minbar). La
moschea degli Andalusi, costruita nel 980 nello stile fàtimide, è la più
antica realizzazione di questo genere dopo quella di Kairouan; l'altra (Qarawiyyin),
un po' più recente, è d'ispirazione spagnola.
Nel
1276, l'estensione della città sprona i Marinidi a creare, a ovest del primo nucleo,
un nuovo agglomerato Fèz el-Jadid, o Fèz Nuova, circondato da una doppia
cinta. Le tre porte che vi si aprono suscitano un interesse pressoché uguale
a quelle di Rabat e di Marrakech.
La
Grande Moschea di Fèz Nuova, col cortile rettangolare, le sette navate
perpendicolari alla facciata, i soffitti e i tetti di tegole, gli archi a
ferro di cavallo, la galleria assiale sopraelevata e il transetto che
costeggia il muro di fondo, annuncia l'ordinamento delle moschee Làllà Zhar
(1358), Gharàbliyyin e Abù al-Hasan (1341). Al
contrario,
la Moschea Rossa
(al Hamrà'), anch'essa del XIV secolo, con cinque navate, l'entrata assiale,
il cortile quadrato, rivela un'influenza della scuola di Tlemcen.
Già
gli Almohadi avevano importato nel Maghreb, con un immenso successo, la
madrasa orientale (madrasa: università). Decorati con gusto e varietà,
ornati in particolare con eccezionali pezzi di falegnameria (architravi,
addobbi in cedro), questi edifici, numerosi a Fèz, rappresentano uno degli
ornamenti più belli della città. Nonostante la loro qualità, le madrasa
Mesbahya (1346), Al-Sahri
(1321) e
Attàrin (1342) - una delle opere più perfette dell'epoca - cedono il
primo posto alla monumentale madrasa Bù'Inàniyya. Costruita dal 1350 al
1357, scuola e moschea (con un minareto e un notevole minbar), la madrasa Bù'Inàniyya,
le cui due cupole e il cortile centrale possono apparire una trasposizione
occidentale della madrasa a iwàn di Siria e d'Egitto, è l'ultimo grande
capolavoro dell'arte ispano-moresca.
Dopo
un lungo periodo di relativo abbandono, Fèz conobbe un nuovo slancio
architettonico sotto la dinastia 'alawita. Nel 1670, un avo della dinastia
inizia la madrasa Sharràtin secondo l'ordinamento classico, ma destinando uno
spazio maggiore agli alloggi degli studenti. Nello stesso anno, fa costruire
un ponte sul Sebou, a monte della città.
La
tradizione dei funduk, nello stesso tempo foresterie e bazar, diventata famosa
a partire dal XIV secolo si tramanda fino al XVIII. Se gli antichi palazzi
hanno ormai perso i caratteri originari per successivi interventi, sussistono
a Fèz belle case private, fra le quali le più antiche risalgono al XIII e
XIV secolo. Sono costruite secondo un modello unico, con cortile centrale
circondato da gallerie sulle quali si aprono le camere, ornate con pavimenti e
rivestimenti con mosaici di Faenza, gessi e legni scolpiti. I giardini interni
(riyàd) costituiscono uno dei loro fascini maggiori. Fèz è altrettanto
celebre per i tessuti, soprattutto per i broccati e i ricami, di cui esistono
sfortunatamente soltanto produzioni recenti.
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