Rabat, capitale moderna e città storica
Marocco

patrimonio dell'umanità dal 2012

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Rabat, la capitale amministrativa del Marocco, è situata sulla costa atlantica del paese, sulla sponda sinistra del fiume Bouregreg, di fronte alla città di Salé. 

Dopo l'insediamento di alcune popolazioni sul suo territorio, il 1150 può essere considerato l'anno della fondazione della città da parte del califfo ‛Abd al-Mù’min, che fece edificare una cittadella (la futura Kasbah des Oudaïa), una moschea e una residenza. Questo spiega l'origine del nome della città, infatti, con il nome arabo Ribāt al-Fath (ribāt della Vittoria) viene indicata una sorta di monastero-fortezza (ribat), in cui i volontari che si apprestavano a partire in età almoravide per il paese di al-Andalus, all'epoca sotto minaccia cristiana, si radunarono per procedere all'imbarco. Il complemento di specificazione "della Vittoria" (al-fath) era semplicemente benaugurante.

Sarà poi compito del nipote di ‛Abd al-Mù’min, Ya'qub al-Mansūr, ingrandire e completare la città con le mura.

Dopo il 1253 inizia un periodo di crisi, in concomitanza con l'assegnazione di capitale dello stato a Fez. Nel 1609, in seguito al decreto di espulsione di Filippo II, migliaia di Mori trovarono rifugio nella città, dando così una nuova spinta allo sviluppo della città.

Nel 1912, Lyautey dichiara Rabat capitale del protettorato del Marocco e sede del residente coloniale. Nel 1956, con l'indipendenza del Marocco, la città diventa la capitale ufficiale.

La storia urbana di Rabat, del suo sito, dei suoi monumenti è una storia lunga otto secoli, cioè il tempo intercorso fra la creazione del nucleo iniziale (il già citato Ribat d'Abd al-Mumin) e la realizzazione della residenza coloniale del protettorato francese.

È sul picco della scogliera che si estende sull'Oceano Atlantico che Abd al-Mumin fece costruire un ribat (la fortezza) per ospitare i soldati sulla via della conquista dell'Andalusia. A partire dal ribat, Abd al-Mumin e suo nipote Ya'qub al-Mansūr (erede di un impero che partiva dalla Castiglia per arrivare fino a Tripoli) progettarono una città grandiosa, racchiusa in mura imponenti, dotati di porte monumentali e con una moschea gigantesca, la moschea di Hassan, rimasta incompiuta, ma il cui progetto disegnava uno dei più grandi santuari del mondo musulmano.

Sono molte le testimonianze della grandezza architettonica e artistica di Rabat: le mura, le porte monumentali, i minareti, i resti della moschea di Hassan. È da ricordare anche il mausoleo dedicato a Mohammed V, che grazie alle sue decorazioni rimane un'incredibile prova delle capacità artistiche degli artigiani della città.

Dalla fine del XIII secolo fino all'inizio del XVII secolo, l'importanza di Rabat diminuì notevolmente.

Dal 1610, Rabat ritornò allo sviluppo: numerosi rifugiati musulmani cacciati da Al-Andalus si stabilirono nella kasbah nella parte nord-ovest della città. Per qualche decina d'anni, Rabat (ai tempi conosciuta come Salé-le-Neuf) fu sede di una piccola repubblica marinara, la Repubblica di Bou Regreg.

Alla fine del XII secolo fu costruita dagli Almohadi una imponente cinta a protezione dei lati sud e ovest della città. La cinta era composta da due lunghi muri rettilinei di una lunghezza complessiva di più di 5 chilometri, di uno spessore di più di due metri e di un'altezza media di più di otto metri.

In questo modo fu protetta un'area di circa 120 ettari, che comprendeva la piana che domina la necropoli di Chella per garantire la difesa della città inferiore. La parte ovest era dotata di quattro porte (Bâb el Alou, Bâb el Had, Bâb er-Rouah, la quarta era acclusa all'attuale Palazzo Reale). La parte sud aveva una sola porta: Bâb Zaër.

Bâb er-Rouah, capolavoro di estetica monumentale in pietra, dispiega, come la porta della kasbah, un decoro a losanghe tutt'attorno all'apertura a forma d'arco inscritto in un rettangolo. 

Come a Bâb Agnaou a Marrakech, degli archi più grandi riprendono, allargandolo, il motivo ad arco della porta, circondandolo di un'aureola sinuosa dagli angoli acuti, sormontata da un fregio con iscrizioni cufiche.

All'inizio del XVII secolo, i rifugiati musulmani scacciati dall'Andalusia si trasferirono nella kasbah e in una parte dell'area cinta dagli Almohadi, delimitandola con una nuova muraglia: partendo da Bâb el Had, quest'ultima collega la cinta del XII secolo alla scogliera che domina il Bou Regreg e al Borj Sidi Makhlouf. 

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Rettilinea e affiancata da torri, la muraglia andalusa che si estendeva per oltre 1400 metri, era in media alta 5 metri e spessa un metro e mezzo. Lungo la muraglia furono costruite tre porte: Bâb et-Then, oggi abbattuta, vicino all'odierno mercato municipale; Bâb el Bouoiiiba e Bâb Chella.

All'inizio del XIX secolo fu costruito un nuovo bastione esterno, per una lunghezza totale di 4300 metri. Esso prolungava a sud le mura di cinta almohade, e le superava ad ovest fino all'oceano Atlantico, racchiudendo così un'area di oltre 840 ettari. Questa fortificazione era alta in media 4 metri e spessa circa un metro. Su di essa di aprivano quattro porte: Bâb el Qebibât, Bâb Témara, Bâb Marrakech et Bâb el Msalla. Questo bastione fu distrutto principalmente per facilitare il trasloco dalla città europea durante il protettorato. Dalle quattro porte principali della Medina, partivano le strade che collegavano, in particolare, Rabat a Casablanca e Marrakech.

Lungo le mura di cinta almohade avevano luogo dei mercati settimanali, tra cui quelli di Souq el Had, vicino alla porta omonima. Inoltre, tra le due muraglie, si trovavano a sud l'Aguedal, collegato al palazzo reale, e a nord dei giardini d'arance i cui frutti, molto pregiati per la loro qualità, venivano esportati in Europa, come attestano i documenti dell'epoca.

La Kasba degli Oudaïa è un quartiere fortificato di Rabat, posto su uno sperone roccioso. Si entra all'interno della Kasba attraverso la Bab el Qudaia, porta monumentale di architettura Almohade. Entrati all'interno della kasba si può percorrere la strada che conduce alla moschea Jamaa el Atiq, situata in una posizione panoramica. Salendo sulla vicina cinta muraria, si può ammirare una vista sull'oceano e della vicina città di Salé.

La Torre di Hassan è il minareto di una moschea rimasta incompleta a Rabat, Marocco. Iniziata per ordine del sultano Yacoub al-Mansour, la torre doveva essere la più grande del mondo assieme alla adiacente moschea, ma i lavori si interruppero alla sua morte nel 1199. La torre raggiunse solo i 44 metri, circa la metà dell'altezza pianificata, 96 metri. Anche il resto della moschea fu lasciato incompleto, con solo la prima parte delle numerose mura e delle 200 colonne che dovevano essere innalzate. 

La torre, realizzata in mattoni rossi, i resti della moschea e il moderno Mausoleo di Mohammed VI, formano uno dei più importanti complessi storici e turistici di Rabat. La torre non ha scale, ma una rampa, che avrebbe consentito al muezzin, di salire a cavallo in cima alla torre per intonare l'invito alla preghiera, l'adhan.

Il fondatore della Torre di Hassan, Ya'qub al-Mansur, apparteneva alla dinastia berbera degli Almohadi, un regno musulmano che si estendeva dal Maghreb fino ai territori di al-Andalus. Secondo tradizione la torre fu disegnata da un architetto chiamato Jabir, che utilizzò uno schema costruttivo simile per la torre di sorella di Hassan, la Giralda di Siviglia.

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Entrambe le torri furono modellate sul progetto di un altro minareto realizzato da Jabir, per la Moschea della Kutubiyya a Marrakesh. Dopo la Riconquista, gli Spagnoli aggiunsero alla Giralda una parte sommitale in stile rinascimentale, per cui fu convertita da minareto a torre campanaria della Cattedrale di Siviglia. Ya'qub al-Mansur fece eseguire altri lavori in Rabat, i più notevoli la ricostruzione della kasbah dell'Udayas e la conversione ad uso sepolcrale dell’antico complesso di Chellah, costruito dai Fenici e Romani.

Chella è la prova della più antica presenza umana nel delta del fiume Bou Regreg, lungo le cui rive Fenici e Cartaginesi stanziarono diverse basi. A circa 3 km dal centro, il complesso si trova al di fuori delle mura della città e occupa il sito della romana Sala, su una bassa collina coperta di vegetazione, rifugio delle cicogne nella stagione riproduttiva. 

Gli scavi hanno rivelato la presenza di un importante agglomerato e infatti Chella conserva le vestigia di una città romana, con i resti del Decumano Massimo, di un foro presso il quale si riconoscono le tracce della Curia, di una fontana monumentale e di un arco di trionfo.

Il sito rimase poi in stato di abbandono per diversi secoli, fino a che i Merinidi lo scelsero per edificarvi la loro necropoli. Circondata da una cinta di mura fortificate, ad essa si accede attraverso una porta monumentale, riccamente decorata e aperta ad arco acuto, ai cui lati sono poste due massicce torri merlate semi-ottagonali. Nella parte superiore del portale è presente un’iscrizione in caratteri cufici, dalla quale si apprende che la costruzione dello stesso fu intrapresa dal sultano Abu Said (1310-31) e terminata nel 1339 sotto il regno di Abu el-Hassan, il più grande sultano della sua dinastia.

All’interno della necropoli si trovano alcune tombe di marabout e, presso una sorgente trasformata in fontana per abluzioni, la necropoli reale con la tomba di Abu el-Hassan, la cui stele, finemente decorata, è sovrastata da una tettoia a muqarnas. Nelle vicinanze sono presenti la moschea di Abu Yussef Yacub con un minareto decorato con maioliche policrome ora in rovina e una zaouia con un oratorio. Nella terrazza ai piedi del complesso si estende un incantevole giardino alimentato dalle acque della vicina sorgente Ayn Mdafa, che serpeggia nell’incavo della valletta.

MausoleoMohamedV.jpg (72463 byte)Il Museo Archeologico di Rabat è uno dei più interessanti del paese ed ospita una straordinaria collezione di reperti che permette al visitatore di tracciare la storia del Marocco fin dall’antichità attraverso gli oggetti ritrovati nei numerosi siti archeologici. 

Su due piani di esposizione, vi si trovano i bronzi di epoca romana rinvenuti nel sito di Volubilis, ma anche reperti fenici, cartaginesi e romani provenienti da ogni parte del Marocco.

Il Mausoleo di Mohammed V, è un’imponente costruzione in marmo bianco dedicata all’uomo che guidò il Marocco all’indipendenza. Fu innalzata tra il 1962 ed il 1967.