I
primi
abitanti
del
Mozambico
furono
probabilmente
i
San,
un
popolo
di
cacciatori-raccoglitori
diffuso
in
gran
parte
dell'Africa
del
Sud.
Fra
il
I
e
il
IV
secolo
giunsero
nella
zona,
in
diverse
ondate
migratorie,
popoli
bantu
provenienti
dal
nord
dediti
all'allevamento
e
alla
lavorazione
del
ferro.
Da
allora
fino
all'epoca
del
Medioevo
europeo,
diversi
regni
bantu
nacquero
e
prosperarono
fra
lo
il
Mozambico
e
lo
Zimbabwe;
fra
questi
si
ricorda
in
particolare
l'Impero
di
Monomotapa,
a
cui
si
attribuisce
la
costruzione
della
città
di
Grande
Zimbabwe.
A
partire
dall'VIII
secolo
circa,
gli
Arabi
iniziarono
a
colonizzare
le
coste
e
le
isole
del
Mozambico,
stabilendovi
porti
e
insediamenti
commerciali.
Gran
parte
della
popolazione
locale
abbracciò
l'Islam,
e
l'intera
regione
fu
a
lungo
sotto
il
controllo
politico
dei
sultani.
Uno
dei
porti
più
importanti
dell'epoca
era
quello
di
Sofala,
attraverso
cui
si
commerciava
l'oro
proveniente
dall'entroterra.
Colonizzazione
portoghese
-
Vasco
da
Gama
giunse
sulle
coste
del
Mozambico
nel
1498.
A
partire
dai
decenni
successivi,
scalzando
progressivamente
gli
Arabi,
i
Portoghesi
crearono
una
serie
di
insediamenti
nella
regione,
soprattutto
come
basi
per
il
rifornimento
delle
navi
in
viaggio
verso
le
Indie
Orientali.
Il
nome
"Moçambique"
designò
dapprima
una
piccola
isola
corallina
all'imboccatura
della
baia
di
Mossuril,
in
cui
i
Portoghesi
costruirono
un
forte
(1510)
e
una
cittadina
(São
Sebastião
de
Moçambique);
in
seguito,
lo
stesso
nome
venne
a
indicare
tutto
il
sistema
di
colonie
portoghesi
sulla
costa
orientale
dell'Africa.
Nel
periodo
fra
il
1580
e
il
1640,
in
cui
la
corona
di
Portogallo
e
quella
di
Spagna
furono
unificate,
le
colonie
portoghesi
in
Africa
conobbero
un
periodo
di
decadenza
e
abbandono.
Anche
in
seguito,
gli
interessi
coloniali
del
Portogallo
furono
dirottati
principalmente
verso
il
Brasile,
e
l'espansione
in
Mozambico
ricevette
pochissimi
finanziamenti.
Nel
1752
il
Mozambico
divenne
formalmente
colonia
portoghese,
ma
il
controllo
di
Lisbona
sui
possedimenti
dell'Africa
orientale
era
minimo;
l'usufrutto
della
terra
fu
concesso
a
privati
europei
(non
necessariamente
portoghesi),
ciascuno
dei
quali
amministrava
uno
o
più
appezzamenti
(prazos).
In
questo
periodo,
i
porti
in
Mozambico
vennero
usato
estensivamente
anche
per
il
commercio
degli
schiavi.
Nel
1891,
la
corona
portoghese
concesse
diritti
sovrani
sul
Mozambico
a
una
grande
compagnia
privata,
la
Companhia
de
Mocambique,
che
era
controllata
principalmente
da
magnati
britannici.
La
compagnia
sviluppò
notevolmente
la
colonia,
costruendo
ferrovie
e
commerciando
in
manodopera
e
schiavi
con
le
colonie
britanniche,
in
particolare
il
Sudafrica.

Indipendenza
-
Dopo
la
seconda
guerra
mondiale,
la
maggior
parte
delle
grandi
nazioni
europee
diede
inizio
a
un
processo
di
decolonizzazione,
affrancando
progressivamente
le
colonie
africane
dal
potere
coloniale.
Il
Portogallo,
governato
dal
dittatore
António
de
Oliveira
Salazar,
non
seguì
questa
linea.
Ulteriori
coloni
partirono
dal
Portogallo
verso
il
Mozambico,
dove
la
popolazione
di
origine
europea
arrivò
nel
1975
a
circa
250.000
persone.
La
popolazione
locale,
tuttavia,
era
agitata
da
movimenti
indipendentisti,
gran
parte
dei
quali
confluirono,
nel
1962,
nel
movimento
armato
Fronte
per
la
liberazione
del
Mozambico
(FRELIMO).
A
partire
dal
1964,
il
FRELIMO
diede
inizio
alla
guerra
di
indipendenza.
Il
Portogallo
stava
già
sostenendo
un
conflitto
armato
contro
forze
indipendentiste
in
Angola
e
Guinea-Bissau;
l'insieme
di
questi
conflitti
viene
detto
Guerra
coloniale
portoghese.
Dopo
10
anni
di
combattimenti,
e
poco
dopo
il
ritorno
della
democrazia
in
Portogallo
con
la
Rivoluzione
dei
garofani,
il
FRELIMO
prese
la
capitale
(aprile
1974).
I
coloni
portoghesi
furono
espulsi
o
fuggirono
con
propri
mezzi,
e
il
25
giugno
1975
il
Mozambico
si
autoproclamò
indipendente.
Samora
Machel,
leader
del
FRELIMO,
fu
il
primo
presidente;
avrebbe
mantenuto
il
potere
fino
al
1986.
Rispetto
alle
altre
nazioni
europee,
il
Portogallo
ebbe
una
politica
coloniale
caratterizzata
dallo
scarso
sviluppo
dei
territori
d'oltremare.
Questo
fatto,
combinato
alla
rapida
fuga
dei
coloni
portoghesi
durante
la
guerra
di
indipendenza,
lasciò
il
Mozambico
in
uno
stato
di
crisi
economica
e
totale
mancanza
di
manodopera
qualificata
(secondo
alcuni
testi
storici,
nel
giugno
del
1975
si
trovavano
in
Mozambico
meno
di
cinque
ingegneri).
Il
FRELIMO
rispose
a
questa
situazione
e
alla
congiuntura
della
Guerra
fredda
allineandosi
politicamente
con
l'Unione
Sovietica
e
chiedendo
supporto
ai
paesi
del
blocco
comunista.
Il
Mozambico
divenne
un
paese
socialista,
con
un
solo
partito,
appoggiato
soprattutto
dall'Unione
Sovietica
e
da
Cuba.

Guerra
civile
-
Dopo
l'indipendenza,
il
Mozambico
divenne
un
punto
di
riferimento
per
i
movimenti
indipendentisti
e
anti-apartheid
dei
vicini
Sudafrica
e
Rhodesia.
Questi
paesi,
con
l'apporto
anche
degli
Stati
Uniti,
finanziarono
la
costituzione
in
Mozambico
di
un
esercito
di
liberazione
anti-comunista
detto
RENAMO.
Nei
primi
anni
'80,
il
RENAMO
iniziò
una
serie
di
attacchi
contro
le
strutture
del
paese
(inclusi
ferrovie,
scuole
e
ospedali),
trascinando
il
Mozambico
nella
guerra
civile.
Nel
1984,
il
Mozambico
firmò
col
leader
nazionalista
sudafricano
P.
W.
Botha
l'Accordo
di
Nkomati,
che
prevedeva
la
cessazione
delle
ostilità
in
cambio
dell'espulsione
dal
Mozambico
dei
membri
in
esilio
del
movimento
anti-apartheid
sudafricano
African
National
Congress
(ANC).
Il
Mozambico
tenne
fede
all'accordo,
ma
il
Sudafrica
continuò
a
finanziare
i
ribelli.
Nel
1986,
Samora
Machel
morì
in
territorio
sudafricano
in
un
incidente
aereo
di
cui
molti
attribuirono
la
responsabilità
ai
servizi
segreti
sudafricani.
A
Machel
succedette
Joaquim
Chissano.
Nel
1990,
il
regime
sudafricano
dell'apartheid
stava
crollando,
e
aveva
anche
perso
l'appoggio
degli
Stati
Uniti.
In
questo
mutato
contesto,
FRELIMO
e
RENAMO
iniziarono
a
negoziare.
A
novembre
venne
stipulata
una
nuova
costituzione,
che
decretava
la
nascita
in
Mozambico
di
una
democrazia
multipartitica.
L'accordo
fra
le
due
organizzazioni
fu
ulteriormente
sancito
dagli
Accordi
di
pace
di
Roma,
stipulati
con
l'intermediazione
diplomatica
della
Comunità
di
Sant'Egidio
e
delle
Nazioni
Unite.
Gli
accordi,
siglati
da
Chissano
e
dal
leader
RENAMO
Afonso
Dhlakama,
divennero
operativi
il
15
ottobre
1992.
Le
Nazioni
Unite
inviarono
un
contingente
di
pace
(ONUMOZ)
con
lo
scopo
di
sorvegliare
la
fase
di
transizione
alla
democrazia.
Il
passaggio
fu
completato
in
pochi
anni,
e
nel
1995
l'ONUMOZ
lasciò
il
paese.

Democrazia
-
Le
elezioni
si
tennero
nel
1994,
e
furono
accettate
come
regolari
ed
eque
dalla
maggior
parte
dei
partiti.
Vinse
il
FRELIMO;
il
RENAMO
emerse
come
principale
partito
di
opposizione.
La
politica
del
FRELIMO
dopo
le
elezioni
segnò
comunque
un
netto
cambiamento
di
rotta
rispetto
al
passato,
e
nel
1995
il
Mozambico
entrò
nel
Commonwealth
(unico
paese
membro
a
non
essere
mai
stato
parte
dell'Impero
britannico).
Diversi
milioni
di
profughi
iniziarono
a
rientrare
nel
paese.
Le
elezioni
successive
(dicembre
1999)
furono
nuovamente
vinte
dal
FRELIMO.
Questa
volta
il
RENAMO
denunciò
brogli
elettorali,
rivolgendosi
alla
Corte
Suprema,
che
tuttavia
sentenziò
a
favore
della
correttezza
delle
elezioni.
Nel
2001,
Chissano
dichiarò
di
non
volersi
presentare
per
la
terza
volta
come
candidato
alla
presidenza,
criticando
in
modo
non
troppo
velato
il
presidente
dello
Zambia
Frederick
Chiluba
e
quello
dello
Zimbabwe
Robert
Mugabe,
entrambi
rimasti
al
potere
per
diversi
mandati.
Alle
elezioni
del
dicembre
2004
Armando
Guebuza
si
presentò
come
candidato
per
il
FRELIMO,
vincendo
le
elezioni
e
diventando
presidente
il
2
febbraio
2005.

Situazione
attuale
-
Il
Mozambico
odierno
si
trova
ancora
in
una
situazione
economica
estremamente
critica,
segnata
dalla
fuga
di
capitali
esteri
durante
il
periodo
comunista
e
dai
danni
portati
dalla
guerra
civile.
Ulteriori
danni
sono
stati
portati
dal
ciclone
che
nel
2000
ha
investito
il
paese,
causando
centinaia
di
morti.
Gli
aiuti
economici
provenienti
dall'Europa,
secondo
alcuni
osservatori,
hanno
contribuito
a
creare
una
situazione
di
dipendenza
più
che
favorire
l'imprenditoria
locale.
Inoltre,
ci
sono
state
in
passato
polemiche
riguardanti
il
presunto
dirottamento
dei
fondi
internazionali
da
parte
di
funzionari
corrotti
del
FRELIMO
(un
giornalista
che
indagava
su
questi
temi,
Carlos
Cardoso,
fu
assassinato
in
circostanze
misteriose).
Gli
unici
settori
dell'economia
del
Mozambico
che
a
oggi
appaiono
stabilmente
in
crescita
sono
quelli
legati
al
turismo;
gli
investimenti
in
questo
settore
provengono
soprattutto
dal
Sudafrica
e
in
parte
dall'Asia.
Tuttavia,
gli
introiti
provenienti
dalle
attività
turistiche
non
contribuiscono
in
modo
significativo
all'innalzamento
del
tenore
di
vita
della
popolazione.
Paradigmatica
in
questo
senso
è
la
condizione
di
città
come
Beira,
in
cui
strutture
turistiche
relativamente
lussuose
si
trovano
a
pochi
chilometri
di
distanza
dalle
enormi
baraccopoli
dove
vive
la
maggior
parte
della
popolazione
locale.

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