Centro storico di Agadez
Niger

patrimonio dell'umanità dal 2013

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Sia che si arrivi da Tamanrasset in Algeria o che si arrivi da Ghat in Libia dopo aver percorso svariati chilometri nel deserto la città di Agadez ci appare come una metropoli brulicante di gente ed odiosamente rumorosa.

Situata all'estremità di due mondi apparentemente opposti, il deserto del Ténéré a Ovest e il massiccio dell'Air a Nord, Agadez rappresenta ancora oggi un importante centro di scambi commerciali per i nomadi Peul e Tuareg, i commercianti Haussa e grazie anche alla vicina miniera di uranio di Arlit, i trasporti sono aumentati. 

Agadez è stata negli anni ottanta un fiorente centro commerciale, erano gli anni della Parigi-Dakar, che aveva attratto turisti e visitatori. Fu anche scelta dal regista Bernardo Bertolucci per alcune scene del film Il tè nel deserto. Oggi la città versa in condizioni economiche difficili, a seguito della scomparsa del turismo a causa della guerriglia tuareg, che ha isolato la regione. Le uniche attività che costituiscono fonte di passaggio nella città sono l'estrazione dell'uranio, di cui l'area è tra le più ricche al mondo e il notevole flusso migratorio verso nord, per lo più con destinazione l'Europa, che vede nella città un nodo di traffico fondamentale. La città è inoltre conosciuta per il mercato dei cammelli, per l'argenteria e la lavorazione della pelle.

Da ogni angolo si volga lo sguardo e persino da diversi chilometri di distanza il minareto della moschea è il simbolo della città e dell'orgoglio di un popolo. Dall'alto dei suoi 27 metri si gode di un bel panorama sui monti dell'Air e sull'immensità del deserto, nonché sulle case in terra e fango disposte a semicerchio. L'edificio religioso che risale al 1500 non è visitabile all'interno. Fu ricostruito verso la metà del 1800, ed è l'unico di tre monumenti religiosi rimasto intatto. 

Intorno le case sono in banco, così come il palazzo del sultano che è a tre piani. E' il simbolo dell'autorità locale che sopravvive ancora oggi (anno 2002). Una carica istituzionale formale, ma priva di potere esecutivo e decisionale fra i Tuareg che comunque lo interpellano come arbitro nelle beghe fra i vari gruppi. Istituito dagli stessi Tuareg, il sultano è sempre stato di razza nera, probabilmente uno schiavo. Viene eletto da tutti i capi clan dell'Air, i potenti Kel-Oui influenti politicamente e, un tempo anche militarmente. Ancora oggi riscuote i tributi provenienti principalmente dalle merci che attraversano la città e dalle carovane che trasportano il sale proveniente dalle oasi sahariane di Fachi e Bilma.

Ad Agadez si va a piedi fra le stradine polverose del vecchio quartiere, "scortati" da decine di guide improvvisate che vogliono rendersi utili e guadagnare qualche soldo. Ci sono le belle facciate di case sudanesi decorate con motivi geometrici, fregi e disegni haussa dei ricchi commercianti; al centro davanti all'ingresso alcune hanno inciso l'anno di costruzione. 

Qui è bello osservare il lavoro meticoloso degli artigiani da cui nascono le celebri croci di Agadez colate negli stampi con il metodo della cera persa, poi orecchini, anelli, i talismani "tcherot". 

Al grande mercato che si tiene tutti i giorni, non mancano il caos e l'animazione tipica della gente. Possiamo vedere nei loro vestiti tradizionali, i nomadi Peul e Tuareg, i Songhai e gli Haussa che scambiano i loro prodotti, o che molto semplicemente sono lì per incontrarsi. Inaspettatamente si trova tutto ciò che occorre per la vita ai margini del deserto ed anche qualche sciccheria come ad esempio le scarpe in vernice per le signore, o i riporti per i capelli sempre per la vanità delle donne. 

Una parte del mercato è riservato ai contadini Tuareg delle oasi dell'Air. Dai loro orti frutta e verdura a volontà. Un'altra zona è riservata agli artigiani che faranno di tutto per vendere i coloratissimi sandali samaras, o i cuscini in cuoio coussins, e le splendide selle da cammello con il pomo a forma di croce. 

In pieno centro, proprio di fronte alla moschea, l'hotel de l'Air è il posto riservato ai sahariani d.o.c. Un tempo era la residenza del sultano con l'architettura tipica in banco. All'interno grandi colonne e i muri spessi più di un metro proteggono dalla calura del giorno. 

Agadez è alla frontiera fra il Sahel e il Ténéré, è il punto d'incontro fra le popolazioni sedentarie e quelle nomadi, è e sarà sempre un luogo di contatto e di integrazione.

Nella regione sono stati ritrovati importanti reperti archeologici che attestano verso l'inizio del II millennio a.C. la presenza di una civiltà del rame.

La città è stata fondata prima del XIV secolo ed è gradualmente diventata la più importante città Tuareg, superando Assodé grazie al commercio trans-sahariano. La città vede tuttora arrivare carovane trasportanti sale da Bilma.

Nel 1449, Agadez divenne un sultanato, e attorno al 1500 fu conquistata dall'Impero Songhai. A quell'epoca la città aveva una popolazione di circa 30,000 persone ed era un passaggio cardine per le carovane che commerciavano tra le città dell'Africa occidentale di Kano e Timbuktu e le oasi dell'Africa del nord di Ghat, Ghadames, e con Tripoli, sulla costa Mediterranea. Il declino arrivò dopo l'invasione del Marocco, quando la popolazione precipitò a meno di 10,000 abitanti.

La città fu presa dai francesi attorno al 1900, che repressero ferocemente una ribellione guidata da Kaocen Ag Mohammed nel 1916. Negli anni 1990 Agadez fu un'importante centro della rivolta dei Tuareg.