Per
il
popolo
yoruba,
la
fitta
vegetazione
del
bosco
sacro,
una
delle
ultime
foreste
vergini
nella
Nigeria
meridionale,
costituisce
la
sede
principale
del
culto
di
Osun,
dea
della
fertilità:
nella
zona
attraversata
dal
piccolo
fiume.
Ogni
anno,
ad
agosto,
gli
abitanti
organizzano
una
processione
ai
luoghi
sacri
e,
poiché
molte
località
nigeriane
hanno
perso
i
loro
boschi
sacri,
questo
evento
religioso
attira
anche
fedeli
da
altre
città
yoruba.
Un
tempo
ogni
città
possedeva
una
foresta
vergine
inviolabile
dove
si
adoravano
gli
dei,
tuttavia,
intorno
al
1950,
i
valori
tradizionali
iniziarono
a
perdere
significato
e
quasi
tutti
i
boschi
sacri
vennero
profanati
o
abbattuti,
tanto
che
persino
le
statue
di
quello
di
Oshogbo
furono
vendute
ad
antiquari.
Il
bosco
fu
sottoposto
all'autorità
agricola
e
forestale
e
in
parte
abbattuto
per
fare
spazio
alla
coltivazione
di
alberi
di
tek;
ormai
neppure
la
caccia
e
la
pesca
all'interno
del
bosco
sacro
erano
più
proibite.
Il
bosco
sacro
di
Osun
a
Oshogbo,
tuttavia,
si
è
salvato
grazie
agli
artisti
Susanne
Wenger,
Adebisi
Akanji,
Saka,
Buraimoh
Gbada-mosi
e
Ojewole
Amoo.
La
foresta
vergine
è
sopravvissuta
per
il
70%
e
il
bosco,
negli
ultimi
40
anni,
è
tornato
a
essere
un
centro
della
vita
religiosa.
I
luoghi
di
culto
sono
stati
restaurati
o
ricostruiti,
dando
vita
a
una
nuova
forma
di
arte
religiosa.
Tre
di
essi
sono
stati
trasferiti
dalla
città
al
bosco
sacro,
poiché
erano
minacciati
dal
fanatismo
e
dal
vandalismo
cristiano
e
islamico.

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