Isola di Saint-Louis
Senegal

patrimonio dell'umanità dal 2000

Video - Video 2 

Saint-Louis, o Ndar come è chiamata in Wolof, è il capoluogo della regione omonima della Repubblica del Senegal. La caratteristica architettura coloniale con il suo impianto regolare, la posizione della città su un'isola alle foci del Senegal e il sistema di banchine, nonché il particolare contesto naturale ha dato a Saint-Louis una apparenza singolare che ha convinto il World Heritage Commitee a erigere l'Isola di Saint-Louis a Patrimonio dell'Umanità nel 2000.

Fondata su un’isola in posizione strategica presso l’imboccatura del fiume Senegal, tra il continente e la Langue de Barbarie, una stretta striscia di terra che si slancia nell’oceano Atlantico, Saint Louis è una città ricca di storia.  

Il luogo della città fu scoperto nel 1659 da colonizzatori arrivati dalla Francia che gli diedero il nome di Saint-Louis-du-Fort in onore del re Luigi IX. I francesi vi fondarono la prima colonia permanente nel territorio del Senegal. Divenne ben presto un centro per la tratta degli schiavi e il commercio della gomma arabica.

SaintLouis.jpg (106388 byte)   SaintLouis3.jpg (784313 byte)   SaintLouis4.jpg (190904 byte)   SaintLouis5.jpg (55370 byte)

Punto di partenza della colonia francese in Africa, Saint Louis fu dagli anni 1790 un porto dinamico ed un importante polo commerciale. In questa agglomerazione allora di una decina di migliaia d’abitanti, si contavano Africani, Europei e numerosi meticci. I matrimoni misti erano frequenti tra mercanti europei e donne meticcie, le "signares", simbolo d’eleganza e di raffinatezza, e di cui gli abitanti di Saint Louis perpetuano ancora le tradizioni con le processioni di “fanali” organizzate ogni anno. 

Divenne dunque capitale del Senegal nel 1840, le venne riconosciuto lo statuto di Comune di Francia nel 1872 e nel 1895 venne elevata a capitale dell’intera Africa Occidentale Francese (AOF)

Il declino della città cominciò quando perse lo status di capitale prima dell’AOF (1902) e poi del Senegal stesso (1957). Mentre la popolazione e i militari francesi si ritiravano la maggior parte dei negozi, degli uffici e dei commerci locali chiuse battenti. Gli investimenti e l’interesse coloniale diminuirono drasticamente, creando una situazione di degrado perdurata anche dopo l’indipendenza del Senegal .

Oggi la città si estende su una parte della Langue de Barbarie, sull’isola e sul continente. Il ponte Faidherbe, autentica opera d’arte, scavalca il fiume Senegal su una lunghezza di 500 m e collega l’isola al quartiere di Sor. Quanto alla Langue de Barbarie, è occupata da una comunità di pescatori molto attivi, a Guet N’dar, e da numerosi centri turistici.

Tra i siti e monumenti da visitare, possiamo citare il palazzo del governatore, un forte costruito nel diciottesimo secolo di fronte al quale si trova la Piazza Faidherbe, dal nome del famoso governatore coloniale la cui statua è eretta al centro. A nord ed a sud di questa piazza, delle case risalenti al periodo coloniale, con balconi in ferro battuto e verande, finora rimaste intatte.

Alla punta sud dell’isola, il museo presenta interessanti immagini antiche della città ed esposizioni fotografiche sul nord del Senegal. Scendendo sulla Langue de Barbarie, più a sud, si raggiunge l'Idroscalo.