Kairouan,
o
più
precisamente
Al-Kayrawan,
doveva,
secondo
il
desiderio
del
suo
fondatore,
Okba
Ibn
Nafaa,
"perpetuare
la
gloria
dell'Islam
fino
alla
fine
dei
tempi".
Questo
desiderio
sembra
essere
stato
esaudito.
Kairouan,
prima
città
santa
dell'Islam
in
Africa,
è
stata
circondata
da
un'aureola
di
santità
dalla
sua
nascita
e
lo
è
ancora
ai
nostri
giorni.
Fondata
da
Okba
nel
671,
Kairouan
unisce
all'importanza
storica
e
religiosa
dei
suoi
monumenti
la
tradizione
di
una
popolazione
radicata
nella
cultura
arabo-mussulmana.
Affascinante,
accogliente,
segreta,
Kairouan
è
uno
dei
gioielli
del
patrimonio
Tunisino.
L'antica
capitale
degli
emiri
aglabiti,
lontana
dalla
costa,
in
una
austera
regione
stepposa,
è
ricca
di
ricordi
storici
e
di
monumenti
importanti.
Kairouan
è
la
quarta
città
santa
dopo
la
Mecca,
Medina
e
Gerusalemme.
Essa
è
altresì
una
città
dal
fascino
intatto
dove
autenticità
fa
rima
con
ospitalità.
La
città
vecchia
di
Kairouan
ha
affascinato
molti
artisti.
Essa
vanta
una
bellezza
particolare
e
misteriosa
tra
le
sue
stradine,
passaggi,
volte
e
cupole
scanalate
di
colore
bianco,
che
si
collegano
tra
loro
sotto
la
benevola
protezione
della
Grande
Moschea
e
del
suo
maestoso
minareto.
l
souks,
strade
dedicate
al
commercio,
suddivise
per
attività,
brulicano
di
vita.
Accanto,
in
stradine
silenziose,
tra
i
bianchi
muri
intervallati
da
porte
di
colore
blu
pallido,
si
affrettano
delle
figure
femminili
avvolte
in
veli
immacolati,
che
incrociano
talvolta
bande
di
bambini
che
giocano.
Questi
quartieri
storici
sono
circondati
da
mura
di
mattoni
di
biondi,
merlati
e
puntellati
da
torri
e
bastioni,
danno
alla
città
vecchia
un
aspetto
venerabile
e
fuori
dal
tempo.

Una
delle
più
antiche
moschee
del
mondo
e
monumento
tra
i
più
impressionanti
del
Maghreb,
la
Grande
Moschea,
o
Jamaa
Sidi
Okba,
è
il
simbolo
di
Kairouan,
sia
per
il
suo
prestigio
religioso,
sia
per
la
sua
importanza
storica
e
la
sua
architettura.
Questo
monumento,
di
135
m
di
lunghezza
e
80
di
larghezza,
è
celebre,
fra
l'altro,
per
il
minareto
voluminoso
e
massiccio,
di
pianta
quadrata,
a
tre
piani
che
vanno
rimpicciolendosi
e
di
cui
l'ultimo
è
coronato
da
una
cupola.
Altrettanto
imponenti
sono
le
dimensioni
del
maestoso
cortile
circondato
da
arcate
magnificamente
disegnate
e
le
alte
porte
di
legno
preziosamente
scolpito
che
si
aprono
sulla
sala
della
preghiera.
All'interno
di
questa,
archi
innumerevoli
sostenuti
da
decine
di
colonne
romane
prelevate
da
siti
in
rovina,
si
stagliano
nella
penombra.
L'edificio
fu
fondato
nel
670
dal
generale
arabo
Oqba
lbn
Nafi,
che
edificò
la
prima
moschea
del
Maghreb.
Esso
è
stato
ricostruito
nella
sua
forma
attuale
nel
836,
sotto
la
dinastia
degli
Aglabiti,
epoca
di
prosperità
in
cui
Kairouan
era
la
capitale
di
una
vasta
provincia.
Questo
capolavoro
architettonico
ha
ispirato
le
altre
moschee
del
Maghreb
e
rappresenta
una
testimonianza
eccezionale
dei
primi
secoli
di
presenza
musulmana
in
questa
regione
del
mondo.

Il
monumento
ha
una
pianta
a
forma
di
rettangolo
irregolare
e
comprende
due
parti:
una
sala
di
preghiera
la
cui
navata
centrale,
perpendicolare
al
muro
di
fondo
e
più
alta
delle
sei
navate
che
la
circondano,
è
ricoperta
da
due
piccole
cupole,
situate
rispettivamente
sopra
l'atrio
e
davanti
al
mihrab.
Il
mihràb
(nicchia
di
preghiera),
assai
profondo,
rivestito
di
lastre
di
marmo
scolpito
o
traforato,
presenta
i
primi
esempi
di
piastrelle
in
maiolica
dai
riflessi
metallici,
importate
da
Baghdad,
che
vengono
alternate
a
mattonelle
di
fabbricazione
locale.
Il
minbar
in
legno
di
teak,
fatto
a
Baghdad
e
senza
dubbio
il
più
antico
conservato
(fine
del
IX
secolo),
è
una
tra
le
più
belle
realizzazioni
dell'arte
islamica
per
i
suoi
pannelli
e
i
suoi
rampanti
scolpiti
a
giorno
con
motivi
geometrici
e
floreali
All'esterno
l'edificio
è
di
linea
severa
e
nobile
nonostante
alcuni
contrafforti
assai
tozzi
che
sostengono
le
mura.
La
disposizione
del
cortile,
austero,
è
bellissima,
e
in
particolare
la
sala
è
un
vero
capolavoro.
La
maggior
parte
dei
sostegni,
interni
ed
esterni,
sono
pezzi
di
reimpiego,
giunti
soprattutto
da
Cartagine:
la
loro
messa
in
opera
è
comunque
magistrale,
così
come
l'organizzazione
spaziale.

Kairouan
fu
per
due
secoli
una
delle
più
grandi
metropoli
del
Mediterraneo
per
la
sua
ricchezza
e
la
sua
influenza,
che
si
estendeva
fino
alla
Sicilia
musulmana
e
gran
parte
del
Magnreb.
La
città
ha
conservato
numerose
testimonianze
di
quest'epoca
d'oro.
La
dinastia
degli
Aglabiti,
fondata
nell'800
e
dipendente
dal
califfato
abbaside,
fece
di
Kairouan
la
capitale
di
una
provincia
indipendente,
l'ifriqiya
-
l'Africa
dei
Romani.
Il
nome
degli
emiri
aglabiti
è
rimasto
legato
ai
larghi
bacini
circolari
situati
nella
periferia
della
città,
il
più
grande
dei
quali
ha
un
diametro
di
128
metri,
vestigia
di
un
sistema
complesso
di
serbatoi
d'acqua
che
destarono
l'ammirazione
di
storici
del
Medio
Evo.
Sotto
il
regno
degli
aglabiti
furono
costruite
la
Grande
Moschea
e
la
piccola
Moschea
delle
Tre
Porte.
La
moschea
delle
Tre
Porte
(moschea
Thlàtha
Blyban,
866,
restaurata
durante
il
XV
e
XVI
secolo)
è
un
santuario
senza
cortile,
a
tre
navate
e
a
tre
campate,
delimitate
da
archi
a
ferro
di
cavallo
sostenuti
da
antiche
colonne.
L'edificio
è
caratteristico
soprattutto
per
la
sua
semplice
facciata,
con
tre
aperture
di
diverse
altezze,
ornata
con
una
decorazione
floreale
e
con
epigrafi.
A
esso
può
essere
preferito
quello
della
moschea
delle
Sciabole,
la
cui
costruzione
è
stata
portata
a
termine
verso
il
1871.
Tra
le
numerose
zawiya,
quella
conosciuta
con
il
nome
di
madrasa
Sldl
'Abld
al-Rharyànl
(XIV
secolo)
è
la
più
elegante.

Dopo
gli
aglabiti,
seguirono
i
regni
dei
fatimidi
e
dei
principi
ziridi.
Kairouan,
non
fu
più
però
la
capitale
dei
nuovi
sovrani,
restò
una
città
raffinata,
abbellendo
la
Grande
Moschea,
producendo
dei
magnifici
manoscritti
calligrafici
e
pezzi
di
valore
in
ceramica,
in
bronzo,
in
vetro
e
in
legno
scolpito.
l
numerosi
oggetti
delle
epoche
aglabita
e
fatimide
possono
essere
ammirati
al
museo
di
Raqqada,
costruito
non
lontano
da
Kairouan
sul
sito
di
un'antica
residenza
principesca.
Kairouan
è
soprannominata
la
"città
delle
trecento
moschee".
Vista
dall'alto,
la
Medina
offre
uno
spettacolo
sorprendente
di
una
moltitudine
di
cupole
bianche
disseminate
tra
terrazze
e
che
segnalano
delle
tombe
di
santi
musulmani
e
di
"Zaouias",
edifici
dedicati
a
dei
maestri
spirituali
che
hanno
dispensato
insegnamenti
religiosi
a
Kairouan.
La
città,
saccheggiata,
durante
l'invasione
dei
nomadi
predatori,
conosce
un
certo
declino
dopo
l'Xl
secolo.
Ma,
resterà
fino
ai
nostri
giorni
un
centro
religioso
di
primo
piano.
Una
delle
cupole
della
Medina,
ospita
un
venerato
pozzo
antico
quanto
la
città
stessa,
il
pittoresco
Bir
Barrouta,
la
cui
acqua
è
sacra:
l'acqua
è
pescata
ancora
oggi
da
una
"noria"
azionata
da
un
dromedario.
Si
possono
visitare
inoltre
l'antichissima
Zaouia
de
Sidi
Abid
el-Ghariani,
con
il
suo
patio
elegante
a
portico
e
i
suoi
plafoni
di
legno
finemente
decorati,
e
la
splendida
Zaouia
de
Sidi
Amor
Abada
coperta
da
cupole,
in
cui
sono
esposte
oggetti
giganti
coperti
di
scrittura
pia.
Ma
la
più
eccezionale
di
queste
Zaouias
è
quella
di
Sidi
Saheb,
soprannominata
"Moschea
del
Barbiere"che
ospita
la
tomba
del
compagno
del
Profeta,
che,
si
dice,
aveva
conservato
in
una
reliquia
tre
peli
della
barba
di
quest'ultimo.
In
questo
vasto
edificio
del
XVlI
secolo,
graziose
corti
e
gallerie
adornate
di
pannelli
in
ceramica
e
stucco
scolpito
traducono
un
melange
d'influenze
andaluse
e
turche.

Ville
santa,
città
mitica,
Kairouan
ha
il
fascino
ammaliante
di
una
città
plasmata
dalla
storia
e
dalla
devozione,
gelosa
del
suo
patrimonio
e
delle
sue
tradizioni.
Un'atmosfera
particolare
impregna
i
vecchi
quartieri.
Nei
souks,
si
scoprono
dei
tesori.
Una
bancarella
vende
dei
mergoums,
questi
tappeti
rasati
tessuti
con
motivi
geometrici
multicolore,
un'altra
grandi
piatti
in
rame
cesellato,
un'altra
ancora
dei
sandali
in
cuoio
o
delle
selle
da
parata
ed
oggetti
in
vimini
o
degli
abiti
tradizionali
ricamati
con
la
seta.
Degli
scaffali
presentano
mucchi
di
pane
di
varie
forme,
dei
bigné
al
miele,
della
pasticceria
ai
datteri
a
forma
di
piccole
losanghe,
i
makroudhs,
che
sono
una
specialità
della
città.
Kairouan
è
soprattutto
famosa
per
i
tappeti
che
portano
il
suo
nome.
Questo
tipo
di
tappeto,
a
punto
annodato,
utilizza
una
tecnica
particolare,
il
punto
Gordes,
dandole
una
forte
tenuta.
Sparsi
in
tutta
la
città
i
laboratori
di
tessitura
permettono
di
assistere
al
paziente
lavoro
di
artigiane
dalle
mani
esperte.
Queste
realizzano
punto
per
punto
immensi
quadri
dalla
decorazione
caratteristica
dei
tappeti
di
Kairouan,
dai
calori
cangianti
e
talvolta
colori
sobri,
quali
le
tinte
naturali
della
lana
di
montone.
Kairouan
rappresenta
pure
la
tradizione.
La
fama
del
"makroudh",
dolce
tipico
della
città,
è
antica.
A
forma
di
losanga,
questi
piccoli
dolci
di
pasta
farciti
di
datteri
e
bagnati
nel
miele
si
vendono
dappertutto
sia
all'interno
che
all'esterno
delle
mura.
Sono
pure
rinomati
gli
arazzi
di
Kairouan
la
cui
fama
ha
ampiamente
superato
i
confini
della
Tunisia.
Durante
le
feste
religiose,
a
Kairouan
affluiscono
ininterrottamente
i
visitatori
tunisini
e
stranieri.
Le
notti
del
mese
del
Ramadan,
mese
di
digiuno,
sono
memorabili.
Il
"mouled",
anniversario
della
nascita
del
profeta,
è
celebrato
con
particolare
splendore.
Queste
feste
religioso
sono
spesso
accompagnate
da
cerimonie
di
circoncisione
organizzate
per
centinaia
di
ragazzi
all'interno
del
mausoleo
di
Sidi
Saheb.
Kairouan
possiede
inoltre
mura
in
mattoni
che
datano,
nel
loro
aspetto
attuale,
intorno
al
XVIII
secolo.
Alcuni
cimiteri,
esterni
alla
città,
evidenziano
antiche
pietre
tombali,
che
presentano
a
volte
belle
epigrafi.
Durante
il
XVII
e
il
XVIII
secolo,
architetti
e
tecnici
europei,
soprattutto
italiani,
collaborarono
alla
costruzione
di
alcuni
edifici.
Tuttavia,
tra
il
XVIII
e
il
XIX
secolo,
incominciarono
ad
apparire
numerose
reminiscenze
andaluse
che,
sebbene
decadenti,
diedero
vita
a
un'arte
spesso
di
grande
fascino.
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