Kairouan
Tunisia

patrimonio dell'umanità dal 1988

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Kairouan, o più precisamente Al-Kayrawan, doveva, secondo il desiderio del suo fondatore, Okba Ibn Nafaa, "perpetuare la gloria dell'Islam fino alla fine dei tempi". Questo desiderio sembra essere stato esaudito. Kairouan, prima città santa dell'Islam in Africa, è stata circondata da un'aureola di santità dalla sua nascita e lo è ancora ai nostri giorni. Fondata da Okba nel 671, Kairouan unisce all'importanza storica e religiosa dei suoi monumenti la tradizione di una popolazione radicata nella cultura arabo-mussulmana. 

Affascinante, accogliente, segreta, Kairouan è uno dei gioielli del patrimonio Tunisino. L'antica capitale degli emiri aglabiti, lontana dalla costa, in una austera regione stepposa, è ricca di ricordi storici e di monumenti importanti. Kairouan è la quarta città santa dopo la Mecca, Medina e Gerusalemme. Essa è altresì una città dal fascino intatto dove autenticità fa rima con ospitalità. 

La città vecchia di Kairouan ha affascinato molti artisti. Essa vanta una bellezza particolare e misteriosa tra le sue stradine, passaggi, volte e cupole scanalate di colore bianco, che si collegano tra loro sotto la benevola protezione della Grande Moschea e del suo maestoso minareto. l souks, strade dedicate al commercio, suddivise per attività, brulicano di vita. Accanto, in stradine silenziose, tra i bianchi muri intervallati da porte di colore blu pallido, si affrettano delle figure femminili avvolte in veli immacolati, che incrociano talvolta bande di bambini che giocano. Questi quartieri storici sono circondati da mura di mattoni di biondi, merlati e puntellati da torri e bastioni, danno alla città vecchia un aspetto venerabile e fuori dal tempo.

Una delle più antiche moschee del mondo e monumento tra i più impressionanti del Maghreb, la Grande Moschea, o Jamaa Sidi Okba, è il simbolo di Kairouan, sia per il suo prestigio religioso, sia per la sua importanza storica e la sua architettura. Questo monumento, di 135 m di lunghezza e 80 di larghezza, è celebre, fra l'altro, per il minareto voluminoso e massiccio, di pianta quadrata, a tre piani che vanno rimpicciolendosi e di cui l'ultimo è coronato da una cupola. 

Altrettanto imponenti sono le dimensioni del maestoso cortile circondato da arcate magnificamente disegnate e le alte porte di legno preziosamente scolpito che si aprono sulla sala della preghiera. All'interno di questa, archi innumerevoli sostenuti da decine di colonne romane prelevate da siti in rovina, si stagliano nella penombra.

L'edificio fu fondato nel 670 dal generale arabo Oqba lbn Nafi, che edificò la prima moschea del Maghreb. Esso è stato ricostruito nella sua forma attuale nel 836, sotto la dinastia degli Aglabiti, epoca di prosperità in cui Kairouan era la capitale di una vasta provincia. Questo capolavoro architettonico ha ispirato le altre moschee del Maghreb e rappresenta una testimonianza eccezionale dei primi secoli di presenza musulmana in questa regione del mondo.

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Il monumento ha una pianta a forma di rettangolo irregolare e comprende due parti: una sala di preghiera la cui navata centrale, perpendicolare al muro di fondo e più alta delle sei navate che la circondano, è ricoperta da due piccole cupole, situate rispettivamente sopra l'atrio e davanti al mihrab. Il mihràb (nicchia di preghiera), assai profondo, rivestito di lastre di marmo scolpito o traforato, presenta i primi esempi di piastrelle in maiolica dai riflessi metallici, importate da Baghdad, che vengono alternate a mattonelle di fabbricazione locale. 

Il minbar in legno di teak, fatto a Baghdad e senza dubbio il più antico conservato (fine del IX secolo), è una tra le più belle realizzazioni dell'arte islamica per i suoi pannelli e i suoi rampanti scolpiti a giorno con motivi geometrici e floreali

All'esterno l'edificio è di linea severa e nobile nonostante alcuni contrafforti assai tozzi che sostengono le mura. La disposizione del cortile, austero, è bellissima, e in particolare la sala è un vero capolavoro. La maggior parte dei sostegni, interni ed esterni, sono pezzi di reimpiego, giunti soprattutto da Cartagine: la loro messa in opera è comunque magistrale, così come l'organizzazione spaziale. 

Kairouan fu per due secoli una delle più grandi metropoli del Mediterraneo per la sua ricchezza e la sua influenza, che si estendeva fino alla Sicilia musulmana e gran parte del Magnreb. La città ha conservato numerose testimonianze di quest'epoca d'oro. La dinastia degli Aglabiti, fondata nell'800 e dipendente dal califfato abbaside, fece di Kairouan la capitale di una provincia indipendente, l'ifriqiya - l'Africa dei Romani.
Il nome degli emiri aglabiti è rimasto legato ai larghi bacini circolari situati nella periferia della città, il più grande dei quali ha un diametro di 128 metri, vestigia di un sistema complesso di serbatoi d'acqua che destarono l'ammirazione di storici del Medio Evo. 

Sotto il regno degli aglabiti furono costruite la Grande Moschea e la piccola Moschea delle Tre Porte. La moschea delle Tre Porte (moschea Thlàtha Blyban, 866, restaurata durante il XV e XVI secolo) è un santuario senza cortile, a tre navate e a tre campate, delimitate da archi a ferro di cavallo sostenuti da antiche colonne. L'edificio è caratteristico soprattutto per la sua semplice facciata, con tre aperture di diverse altezze, ornata con una decorazione floreale e con epigrafi. 

A esso può essere preferito quello della moschea delle Sciabole, la cui costruzione è stata portata a termine verso il 1871. Tra le numerose zawiya, quella conosciuta con il nome di madrasa Sldl 'Abld al-Rharyànl (XIV secolo) è la più elegante.  

Dopo gli aglabiti, seguirono i regni dei fatimidi e dei principi ziridi. Kairouan, non fu più però la capitale dei nuovi sovrani, restò una città raffinata, abbellendo la Grande Moschea, producendo dei magnifici manoscritti calligrafici e pezzi di valore in ceramica, in bronzo, in vetro e in legno scolpito. l numerosi oggetti delle epoche aglabita e fatimide possono essere ammirati al museo di Raqqada, costruito non lontano da Kairouan sul sito di un'antica residenza principesca.

Kairouan è soprannominata la "città delle trecento moschee". Vista dall'alto, la Medina offre uno spettacolo sorprendente di una moltitudine di cupole bianche disseminate tra terrazze e che segnalano delle tombe di santi musulmani e di "Zaouias", edifici dedicati a dei maestri spirituali che hanno dispensato insegnamenti religiosi a Kairouan. La città, saccheggiata, durante l'invasione dei nomadi predatori, conosce un certo declino dopo l'Xl secolo. Ma, resterà fino ai nostri giorni un centro religioso di primo piano. 

Una delle cupole della Medina, ospita un venerato pozzo antico quanto la città stessa, il pittoresco Bir Barrouta, la cui acqua è sacra: l'acqua è pescata ancora oggi da una "noria" azionata da un dromedario. 

Si possono visitare inoltre l'antichissima Zaouia de Sidi Abid el-Ghariani, con il suo patio elegante a portico e i suoi plafoni di legno finemente decorati, e la splendida Zaouia de Sidi Amor Abada coperta da cupole, in cui sono esposte oggetti giganti coperti di scrittura pia. Ma la più eccezionale di queste Zaouias è quella di Sidi Saheb, soprannominata "Moschea del Barbiere"che ospita la tomba del compagno del Profeta, che, si dice, aveva conservato in una reliquia tre peli della barba di quest'ultimo. In questo vasto edificio del XVlI secolo, graziose corti e gallerie adornate di pannelli in ceramica e stucco scolpito traducono un melange d'influenze andaluse e turche.

Ville santa, città mitica, Kairouan ha il fascino ammaliante di una città plasmata dalla storia e dalla devozione, gelosa del suo patrimonio e delle sue tradizioni. Un'atmosfera particolare impregna i vecchi quartieri. Nei souks, si scoprono dei tesori. Una bancarella vende dei mergoums, questi tappeti rasati tessuti con motivi geometrici multicolore, un'altra grandi piatti in rame cesellato, un'altra ancora dei sandali in cuoio o delle selle da parata ed oggetti in vimini o degli abiti tradizionali ricamati con la seta.

Degli scaffali presentano mucchi di pane di varie forme, dei bigné al miele, della pasticceria ai datteri a forma di piccole losanghe, i makroudhs, che sono una specialità della città. Kairouan è soprattutto famosa per i tappeti che portano il suo nome. Questo tipo di tappeto, a punto annodato, utilizza una tecnica particolare, il punto Gordes, dandole una forte tenuta. Sparsi in tutta la città i laboratori di tessitura permettono di assistere al paziente lavoro di artigiane dalle mani esperte. Queste realizzano punto per punto immensi quadri dalla decorazione caratteristica dei tappeti di Kairouan, dai calori cangianti e talvolta colori sobri, quali le tinte naturali della lana di montone.

Kairouan rappresenta pure la tradizione. La fama del "makroudh", dolce tipico della città, è antica. A forma di losanga, questi piccoli dolci di pasta farciti di datteri e bagnati nel miele si vendono dappertutto sia all'interno che all'esterno delle mura. Sono pure rinomati gli arazzi di Kairouan la cui fama ha ampiamente superato i confini della Tunisia.

Durante le feste religiose, a Kairouan affluiscono ininterrottamente i visitatori tunisini e stranieri. Le notti del mese del Ramadan, mese di digiuno, sono memorabili. Il "mouled", anniversario della nascita del profeta, è celebrato con particolare splendore.

Queste feste religioso sono spesso accompagnate da cerimonie di circoncisione organizzate per centinaia di ragazzi all'interno del mausoleo di Sidi Saheb.

Kairouan possiede inoltre mura in mattoni che datano, nel loro aspetto attuale, intorno al XVIII secolo. Alcuni cimiteri, esterni alla città, evidenziano antiche pietre tombali, che presentano a volte belle epigrafi.

Durante il XVII e il XVIII secolo, architetti e tecnici europei, soprattutto italiani, collaborarono alla costruzione di alcuni edifici. Tuttavia, tra il XVIII e il XIX secolo, incominciarono ad apparire numerose reminiscenze andaluse che, sebbene decadenti, diedero vita a un'arte spesso di grande fascino.