Rovine romane di Dougga
Tunisia

patrimonio dell'umanità dal 1997

Video - Video 2 - Video 3 

Dougga è stata definita la Roma d'Africa. Eppure la città che ricevette il titolo di municipium da Settimio Severo nel 205 d.C. nonché quello - ancor più lusinghiero - di colonia onoraria da Adriano nel 261 d.C, non è una vera città romana. Situata a 550 metri di altitudine, si estende per 25 ettari e ha un aspetto che la fa somigliare di più a un borgo mediterraneo. Lo schema a scacchiera tipico delle città dell'impero è stato tradito in favore di un fantasioso intrico di vicoli scanditi da abitazioni modellate a seguire l'andamento tortuoso del terreno.

Del resto, l'impianto urbanistico e le architetture di Dougga sono un riflesso del suo destino, a sua volta idealmente legato a quello dell'uomo che, per primo, la rese grande. Sebbene, infatti, un luogo chiamato "Thukka" fosse stato citato, nel IV secolo a.C, da Diodoro Siculo come capitale di un regno libico-punico, la città balzò agli onori della storia grazie a Massinissa (circa 238 - 149 a.C), capo dei Massili e sovrano della Numidia, che vi stabilì una delle sue residenze.

Soldato valoroso e abile diplomatico, Massinissa crebbe a Cartagine e, dopo aver combattuto al fianco dei cartaginesi, li tradì in favore dei romani. E la famosa battaglia di Zama, che nel 202 a.C. segnò la fine delle ambizioni espansionistiche puniche, fu vinta dai romani grazie al contributo della sua cavalleria. 

Nonostante fosse un ammiratore di Roma, Massinissa si ispirò piuttosto a Cartagine per trasformare la Numidia in un regno forte e compatto. Concesse vasti terreni ai capi tribali, introdusse tecniche puniche per l'amministrazione del territorio così come per la coltivazione del grano e dell'ulivo. E in breve tempo Dougga - che arrivò a contare 10.000 abitanti - si trovò al centro del florido granaio di Roma. 

A testimonianza della ricchezza della città vi sono numerose dimore. Prime fra tutte, quella di Dioniso e Ulisse, così chiamata per il mosaico che raffigura l'esule di Itaca circondato dalle sirene, oggi custodito al Museo del Bardo di Tunisi, e quella del Trifolium, che ospitava il bordello cittadino, almeno a giudicare dalla statua fallica all'ingresso, recentemente rimossa dalle autorità tunisine per non urtare la sensibilità dei visitatori musulmani. 

Ma a stupire è soprattutto la raffinatezza degli edifici pubblici religiosi e civili. 

Subito dopo l'ingresso del sito archeologico si trova lo stupefacente Anfiteatro cittadino, eretto nel 188 d.C. per munifica donazione  del facoltoso Marcus Quadratus, dove anticamente venivano rappresentati i classici dell'epoca. Forse è qui che probabilmente devono aver inventato la "serale", perché altrimenti non si spiega come fosse possibile per gli spettatori resistere sotto un tale sole, ma diversamente da come è possibile ammirarlo oggi dovevano esserci delle coperture mobili magari realizzate con dei teli. Le gradinate disposte a emiciclo, circondano l'orchestra la cui parte posteriore era riservata a dei posti mobili destinati agli alti dignitari. Un muro cosparso di nicchie separa l'orchestra dalla scena. L'edificio testimonia eloquentemente la ricerca e la qualità tecnica degli edifici per gli spettacoli romani nell'Africa del Nord. 

Superato l'anfiteatro, che ancora oggi ospita migliaia di spettatori in occasione del festival internazionale di drammi classici di Dougga, si prosegue lungo la strada che porta al Campidoglio, uno dei monumenti meglio conservati e più ammirati di tutta l'epoca romana.

Si accede generalmente al campidoglio dalla piazza della Rosa dei Venti, una piazza lastricata nel cuore del quartiere pubblico e dominata a ovest dal campidoglio, circondato su tre lati dai portici dietro ai quali s'innalzano il tempio di Mercurio, il mercato e il tempio della Fortuna. Nel tratto nordest del lastricato è incisa una grande rosa sulla quale diversi ritratti segnano i limiti e il centro di ciascuna delle zone dei dodici venti i cui nomi sono scritti sulla pietra. 

Su una piattaforma rialzata, subito dopo la piazza, si erge maestoso il Campidoglio con colonne alte quasi 10 mt. Donato alla città dalla famiglia Marcia nel 166 d.C. venne eretto in onore della triade Giove, Giunone e Minerva di cui si riconoscono nel lato nord le nicchie in pietra che ne contenevano le statue.     

La facciata è sormontata da un frontone che conteneva un bassorilievo raffigurante l'apoteosi dell'imperatore Antonino Pio, portato in cielo da un'aquila. I muri della cella vennero eretti secondo la tecnica dell'opus africanum, caratterizzata dall'utilizzo di grossi pilastri in pietra intervallati, i cui interstizi sono colmati con pietre di minori dimensioni.  

Il tempio di Giunone Caelestis è stato costruito nel primo terzo del III secolo d.C. sotto il regno di Settimo Severo. Al centro di un cortile chiuso semicircolare, fiancheggiato da un portico della stessa forma, si erge il tempio elevato sopra un podio dotato di una scala di undici scalini. La cella è interamente circondata da colonne di ordine corinzio. 

Le terme ìiciniane (III secolo d.C.) sono un grande stabilimento termale i cui locali corrispondono alle esigenze dei bagnanti dell'epoca: una palestra per gli esercizi dì lotta e di riscaldamento, degli spogliatoi, delle stufe umide e secche per la traspirazione, tre caldana (sale calde), un tepidarium (sala tiepida) e un frigidarium. 

Oltre a questo grande complesso termale, la città di Dougga dispone di un altro stabilimento termale pubblico (terme di Ain Doura) e di terme private (terme dei Ciclopi). 

Le case erano costruite secondo il modello mediterraneo che si ritrova soprattutto nelle "medina" arabo-mussulmane. L'entrata a zig-zag permetteva di preservare attraverso un corridoio a gomito l'intimità della casa. Le stanze si distribuiscono attorno a un cortile con peristilio il cui centro è talvolta adornato da un giardino interno. Spesso la casa comprende un primo piano al quale si accede dall'esterno attraverso la strada superiore e che comunicava talvolta con il piano terra per mezzo di scale. I pavimenti sono ornati di bei mosaici come per esempio quelli della casa di Dioniso e di Ulisse e della casa del Trifolium.

Dougga è uno dei rari luoghi che hanno conservato un monumento straordinario della civiltà libico-punica (prima metà del II secolo a.C). Si tratta di un mausoleo a pianta quadrata, di una altezza complessiva di più di 20 m con un piedestallo di cinque scalini, che sostiene tre piani completati da una piccola piramide. 

I lati di ogni piano presentano una serie di decorazioni: pilastri con capitelli eolici, colonne ioniche, gole egiziane, statue di donne alate, un leone, ecc. Questo capolavoro dell'architettura reale numida fu l'opera di un cantiere autoctono, come indica l'iscrizione commemorativa del monumento. 

Lasciando il luogo si può ancora visitare il tempio di Saturno del 195 d. C. Sorge sull'area sacra di un santuario di Baal adorato in epoca punica. Il tempio romano si componeva all'origine di una entrata con scale completata da un portico interno a due colonne e di area lastricata circondata sui tre lati da un porticato. In fondo si vedono tre celle riservate alle statue divine.

Attorno alla Piazza dei venti si trovano in non perfetto stato di conservazione i resti di due altri edifici, il Tempio di Mercurio e il Tempio della pietà di Agostino. Mentre proseguendo verso sud si incontrano il Foro, luogo di incontro e di commercio con ancora ben visibili gli spazi riservati alle varie botteghe, e poco distante il grande Tempio della Concordia, quello di Frugifero e Liber Pater e le grandi Terme di Licinio, uno dei tanti complessi termali di cui si giovavano in ogni stagione gli antichi romani, con la stanza del frigidarium (dove si prendevano i bagni di acqua fredda ) che conserva ancora praticamente intatte le pareti perimetrali.  

Appena ai margini di una strada sterrata che chiude il lato sud del complesso archeologico, in direzione sud-est dalle Terme di Licinio, si trova la Casa del Trifoglio, l'antico bordello cittadino il cui nome attuale deriva dalla forma a fiore di trifoglio di una stanza interna. 

Di fronte si trovano le Terme dei Ciclopi ormai in rovina, ma in cui si sono conservate praticamente intatte le latrine dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, in cui evidentemente i romani erano soliti condividere anche i momenti più intimi. 

Dougga conserva anche uno dei rarissimi monumenti preromani della Numidia, il mausoleo libico-punico che fu la sepoltura di un principe di nome Ataban. Databile intorno alla metà del II secolo a.C., è alto 21 metri, culmina in un tetto a piramide ed è ornato da bassorilievi con motivi greci arcaici ed egizi. 

Al mausoleo manca l'epitaffio con l'iscrizione bilingue in libico e in punico: venne rimosso nel 1842 da Sir Thomas Reade, console inglese in Tunisia, che lo trasportò a Londra, dove grazie a esso si poté decifrare l'antica scrittura libica. Oggi quel "furto" è esposto al British Museum.

Dougga.jpg (123418 byte)  Dougga2.jpg (248815 byte)  Dougga4.jpg (322641 byte)

Dougga5.jpg (363678 byte)  Dougga6.jpg (317231 byte)  Dougga7.jpg (371324 byte)

Dougga8.jpg (372888 byte)  Forum.jpg (43683 byte)  Bagni.jpg (38517 byte)