L'approccio
del resto del mondo con l'America è avvenuto in un'epoca molto recente:
sino a 500 anni fa i nostri avi ne ignoravano l'esistenza e non
conoscevano certi prodotti alimentari, importati nel Vecchio Mondo dopo
la Scoperta, quali il mais, il cacao, la patata e il pomodoro.
Da
tempo sono in corso numerose ricerche per rispondere all'interrogativo
concernente il popolamento delle Americhe: l'uomo vi emigrò da qualche
altro luogo, oppure è autoctono? Quando e come raggiunse quelle terre?
Diversamente rispetto al passato, oggi gli archeologi non lavorano più
da soli per svolgere le ricerche in questo campo, ma si avvalgono della
collaborazione di antropologi, genetisti e linguisti. Tuttavia, allo
stato attuale delle ricerche, l'unico dato comprovato in questo campo
consiste nel fatto che l'uomo americano non è autoctono, ma di
provenienza asiatica: nessuno ha potuto stabilire ancora con certezza
quando e in quali condizioni gli antichi gruppi umani, definiti
scientificamente "paleoindiani", migrarono dall'Asia e quante
furono queste migrazioni. Recentemente si sono create diverse correnti
di pensiero tra gli specialisti.
Durante
l'ultima glaciazione, là dove oggi si trova il braccio di mare che
divide la Siberia dall'Alaska, lo stretto di Bering, esisteva una terra
priva di ghiacci, chiamata Beringia, che univa i due continenti ed era
ricoperta di vegetazione e abitata da animali di grossa taglia e da
cacciatori nomadi provenienti dalla Siberia. Molti ricercatori
sostengono che, quando i ghiacci cominciarono a sciogliersi e a
sommergere la Beringia, intorno al 10.000 a.C., avvenne la prima di tre
ondate migratorie di popoli che cercarono nuove terre per vivere e
cacciare; questi colonizzatori sarebbero scesi lungo un passaggio
naturale - una sorta di "corridoio" libero dai ghiacci che si
era formato in seguito ai mutamenti climatici - e sarebbero così
arrivati nelle grandi pianure del Nord America. Questa ipotesi, basata
su studi di tipo genetico, archeologico e linguistico, non trova
consenso presso altri studiosi che hanno svolto ricerche molto
specifiche di comparazione genetica basata sul DNA mitocondriale:
costoro fanno risalire l'arrivo dei primi uomini in America molto più
indietro nel tempo, addirittura al 30.000 a.C.
Ciò
che rende il tutto ancora più complicato e interessante, sono i recenti
ritrovamenti di reperti umani nell'America del Sud, che le analisi al
Carbonio 14 hanno rivelato assai più antichi del 10.000 a.C: ciò
lascia presupporre anche eventuali apporti migratori avvenuti per via
marittima, in epoche non precisate.
Il
nostro itinerario vuole ripercorrere le tappe più significative della
storia precolombiana e seguire le impronte lasciate dalle più
importanti tra le culture che si svilupparono nel continente americano
prima dell'arrivo degli europei. I principali siti archeologici non sono
descritti solo da un punto di vista architettonico e dei tesori che essi
celavano, dal momento che per ciascuno di essi è spiegato in quali
circostanze furono scoperti e sotto quale luce apparvero ai primi
esploratori europei.
Il
percorso prende inizio nell'America del Nord, tra le culture più
rappresentative di questa vasta area geografica è stata scelta quella
degli Anasazi, un gruppo etnico di origine molto antica chiamato
"Pueblo" dagli spagnoli. Tra il 250 e il 1200 d.C. questo
popolo edificò lungo i canyon dell'altopiano di Mesa Verde vasti
villaggi, città e palazzi dall'aspetto fiabesco molti dei quali sorgono
a strapiombo su speroni rocciosi: oggi questi siti costituiscono
un'attrattiva archeologica di vasta portata, inserita in un contesto
naturalistico protetto e un patrimonio culturale mondiale.
Scendendo
verso sud, l'itinerario comprende numerose tappe nell'area
geografico-culturale che gli archeologi definiscono oggi con il nome di
Mesoamerica. Qui, negli odierni stati del Messico, Belize, Guatemala e
Honduras, sono state riportate alla luce innumerevoli testimonianze
lasciate da popoli i cui nomi sono divenuti oggi famosi, quali i Maya e
gli Aztechi, ma anche da altri meno conosciuti, la cui storia si
presenta tuttora ricca di enigmi e interrogativi.
Teotihuacan,
edificata sull'Altopiano del Messico alcuni secoli dopo da genti la cui
etnia rimane sconosciuta, fu la più vasta città del Centroamerica,
nonché una delle più fiorenti e "moderne" dal punto di vista
urbanistico: non a caso, gli aztechi la consideravano la "Città
degli Dei". Chiunque compia un'escursione in queste terre, non può
prescindere dal soffermarsi tra le sue giganteschi piramidi, le sue
lunghe strade, i suoi palazzi dai muri coperti di affreschi, impregnati
di simboli religiosi e cosmogonici comuni all'intero mondo
mesoamericano.
Grazie
soprattutto alle recentissime scoperte in campo epigrafico, la civiltà
maya ha cominciato a dischiudere agli studiosi gran parte dei suoi
misteri: tra le numerose città maya che sono state strappate alla
vegetazione della foresta tropicale, Tikal e Palenque rivestono un ruolo
particolare. La prima, per le sue altissimi piramidi e le sue stele
ricche di iscrizioni che, una volta decodificate, hanno rivelato gran
parte della storia e delle vicende dinastiche succedutesi durante il
Periodo Classico. La seconda, per l'impressionante segreto celato sotto
la base di uno dei suoi templi e riportato alla luce solo negli anni
Cinquanta: la tomba del celebre re Kin Pacal, lo "Scudo del
Sole", sepolto insieme a un prezioso corredo funerario.
Quando
la civiltà maya cominciò a decadere, nella regione dello Yucatan si
svilupparono nuovi centri urbani dalle caratteristiche architettoniche
diverse rispetto alle città fiorite nei secoli precedenti: tra queste,
Uxmal è divenuta celebre per la raffinatezza dei fregi che ne decorano
i palazzi, nei quali spicca l'immagine ossessiva del dio della pioggia.
La presenza di questo culto costituisce un elemento importante anche a
Chichén Itzá, edificata dopo l'anno 1000 della nostra era: qui, dove
l'arte maya appare commista con gli apporti culturali di un popolo
invasore, quello tolteco, termina l'itinerario mesoamericano.
In
Perù, il viaggio archeologico raggiunge dapprima una metà fondamentale
nella storia delle civiltà che fiorirono prima degli Inca: una città
della costa nord, chiamata Chan Chan, "capitale" del popolo
chimù, dagli edifici decorati con magnifici fregi di stucco: Chan Chan
costituisce il complesso archeologico più antico sino ad ora rinvenuto
nell'area peruviana, risalente a molti secoli prima dell'avvento
dell'Impero Inca.
In
Bolivia, presso le sponde del lago Titicaca, si trovano le vestigia
ciclopiche di un altro sito a carattere religioso, la cui storia è in
qualche modo legata a quella delle civiltà che nacquero sugli altipiani
peruviani: Tiahuanaco, antichissimo centro di un culto legato ai
movimenti degli astri e i cui monumenti ricordano i megaliti dell'Europa
preistorica.
Il
panorama archeologico del Perù precolombiano termina tra le rovine
imponenti lasciate dai rappresentanti del vastissimo impero chiamato
nella loro lingua "Tawantisuya", comunemente noto con
il nome di "Inca". Dello splendore dell'antica capitale,
Cuzco, restano solo poche tracce a causa della distruzione operata dai
Conquistatori che nel 1533, con l'uccisione del sovrano Atahualpa,
posero fine all'indipendenza dei popoli andini. Oggi, edifici di epoca
coloniale e postcoloniale si sovrappongono ai templi, ai palazzi e alle
abitazioni dell'antico popolo. Tuttavia, altri siti dalla struttura
ciclopica e dalla funzione ancora misteriosa, come Ollantaytambo,
Sacsahuaman e Macchu Picchu, le cui mura e le cui scalinate si ergono
tra aspre montagne, testimoniano la potenza degli Inca e l'abilità
raggiunta nelle tecniche di lavorazione della pietra.
Le
storie manoscritte dei cronisti narrano che uno dei sovrani che si
succedettero sul trono di Cuzco, chiamato Inca Topa, intraprese alcuni
viaggi esplorativi per mare; probabilmente, con le imbarcazioni di legno
di balsa si spinse sino agli arcipelaghi della Polinesia. Questa vicenda
legata al mondo incaico apre una serie di interessanti questioni: anche
qui, tra la miriade di isole che formano il continente Oceania, la
storia è ricca di enigmi e le ipotesi formulate dai diversi studiosi
risultano contrastanti.
In
base ai risultati delle ricerche ottenute seguendo i metodi
dell'archeologia e dell'antropologia ufficiali, le isole della Polinesia
furono popolate a partire dal 4000 a.C. dall'ultima ondata migratoria di
genti provenienti dal Sudest asiatico, che molto tempo prima avevano
iniziato la navigazione verso le terre del Pacifico servendosi di un
tipo di zattera chiamato in lingua tamil "Kattumaram",
antenato degli odierni catamarani. Tuttavia alcuni insigni studiosi - il
più celebre dei quali è forse il norvegese Thor Heyerdahl - basandosi
su svariati elementi (tra cui figurano anche i dati raccolti dalla
ricerca botanica), sostengono che vi furono contatti tra la Polinesia e
l'America del Sud in epoche remote. Secondo tale ipotesi, gruppi di
genti preincaiche avrebbero attraversato l'oceano Pacifico su zattere di
balsa, portando in quelle isole lontane piante, culti e la loro stessa
eredità culturale. Il viaggio del "Kon Tiki", compiuto nel
1947 da Heyerdahl dalla costa del Cile alle isole Tuamotu, costituisce
una prova innegabile dell'effettiva possibilità di navigare a grandi
distanze e per lunghi periodi con le fragili imbarcazioni di balsa
fabbricate dagli antichi peruviani.
A
questo proposito, l'enigma più affascinante di queste terre sperdute è
rappresentato da Rapa Nui, meglio conosciuta come Isola di Pasqua.
Questo lembo di terra isolato nel mezzo del Pacifico, situato a 4000
chilometri dalla costa cilena, è così chiamato poiché fu avvistato
per la prima volta dall'ammiraglio olandese Jacob Roggeveen la domenica
di Pasqua del 1722. L'isola fu in seguito visitata da altri navigatori,
tra i quali James Cook; ciò che colpì la loro attenzione e li riempì
di stupore furono le statue gigantesche disseminate nell'isola, chiamate
moai dagli indigeni.
Chi
erano questi uomini e perché eessero i colossi di tufo ricavato dai
fianchi del vulcano Ranu Raraku? Un ipotesi accreditata sostiene che i
primi abitanti di Rapa Nui giunsero dalle lontanissime isole Marchesi
tra il 400 e il 500 d.C., anche se le numerose datazioni effettuate con
il radiocarbonio non coincidono con esattezza, non deve quindi stupire
che sulle fasi di civilizzazione dell'isola sussistano parecchie altre
teorie, in genere discordanti tra loro. Gli stessi moai sono
stati da molti interpretati come le rappresentazioni degli antenati,
venerati alla stregua di divinità, ma anche in questo caso esistono
ipotesi contrastanti.
Heyerdahl,
basandosi soprattutto sulla tradizione orale e su motivi iconografici,
propende per una sorta di "colonizzazione" dell'isola di
Pasqua da parte di genti provenienti dalle aree costiere peruviane,
forse gli stessi Inca, che avrebbero importato laggiù il culto del dio
Viracocha.
Come
si può facilmente comprendere, per quanto gli archeologi dispongano
oggi di mezzi estremamente sofisticati, lo studio delle civiltà del
passato non di rado deve confrontarsi con il mistero. E' sempre stato
così e così continuerà a essere: alcuni enigmi sono già stati
risolti, altri sono in fase di risoluzione, altri rimangono irresolubili
almeno nei termini in cui sono stati posti. In fondo, è proprio questo
che rende l'archeologia tanto affascinante.
- - Presunto
inizio della colonizzazione umana nelle Americhe (40.000 -
30.000 a.C.)
- - Fase della
sedentarizzazione dei popoli mesoamericana (2000 - 1500 a.C.)
- - Nascita della civiltà
maya, Mesoamerica (2000 a.C.)
- - Sviluppo del centro
cerimoniale olmeco di San Lorenzo, Mesoamerica (1200 a.C. circa)
- - Nascita delle prime
civiltà andine, Sudamerica (1200 a.C.)
- - Distruzione di San
Lorenzo e nascita del centro di La Venta, Mesoamerica (900 a.C.
circa)
- - Nascita della civiltà
di San Augustin, Sudamerica (700 - 100 a.C.)
- - Fioritura della civiltà
di Chavin de Huantar, Sudamerica (700 - 100 a.C.)
- - Presunta fondazione di
Monte Albàn, Mesoamerica (600 a.C.)
- - Iscrizione su pietra pi
antica della Mesoamerica (600 a.C.)
- - Inizio del declino della
civiltà olmeca, Mesoamerica (8400 a.C. circa)
- - Fioritura di
Teotihuacan, Mesoamerica (200 d.C.)
- - Apogeo di Teotihuacan,
Mesoamerica (250 - 700 circa)
- - Apogeo della civiltà
maya, Mesoamerica (250 - 800 circa)
- - La più antica data
registrata su di un'iscrizione maya (Stele 29 di Tikal) (292)
- - Massimo splendore della
civiltà mochica, Sudamerica (300 - 800)
- - Nascita della civiltà
anasazi, Nordamerica (350)
- - Presunto sbarco dei
primi colonizzatori sull'Isola di Pasqua (500 circa)
- - Apogeo della civiltà di
El Tajin, Mesoamerica (600 - 900)
- - Distruzione violenta di
Teotihuacan, Mesoamerica (725)
- - Graduale abbandono di
Monte Albàn e fondazione di Mitla da parte dei Mixtechi,
Mesoamerica (800 circa)
- - Fioritura dello stile
maya Puuc nello Yucatàn, Mesoamerica (800 - 1000)
- - Declino delle città
maya dei bassopiani, Mesoamerica (800 circa)
- - Conquista tolteca delle
città maya dello Yucatàn, Mesoamerica (900)
- - Massimo splendore della
civiltà di Tiahuanaco, Sudamerica (900 - 1000)
- - Fondazione di Macchu
Picchu, Sudamerica (1150)
- - Nascita dell'Impero
Chimu, Sudamerica (1200 circa)
- - La civiltà mochica
viene assorbita nell'Impero Chimu, Sudamerica (1250 circa)
- - Apogeo della civiltà
tairona, Sudamerica (1200 circa)
- - Nascita della civiltà
azteca, Mesoamerica (120 circa)
- - Chichén Itzà viene
abbandonata, Mesoamerica (1200 circa)
- - Declino della civiltà
anasazi e abbandono dei pueblos, Nordamerica (1300 circa)
- - Fondazione di
Tenochtitlan, capitale dell'Impero Azteco, Mesoamerica (1345)
- - Nascita dell'Impero
Inca, Sudamerica (1438)
- - L'impero Chimu viene
sottomesso dagli Inca, Sudamerica (1465)
- - Cristoforo Colombo
scopre le Americhe (1492)
- - Arrivo di Cortés in
Messico (1519)
- - Assassinio di Moctezuma
II; il Messico viene annesso alla Corona di Spagna (1521)
- - I Maya Quichè vengono
definitivamente sconfitti dagli spagnoli a Utatlan, Mesoamerica (1524)
- - L'Impero Inca raggiunge
la sua massima espansione sotto Huayna Capac, Sudamerica (1527)
- - Sbarco di Francisco
Pizarro in Perù (1532)
- - L'imperatore inca
Atahualpa viene fatto assassinare da Pizarro (29 agosto 1533)
- - Manco Capac II, ultimo
sovrano inca, viene assassinato dagli spagnoli; fine della
resistenza Inca (1544)