Americhe
Introduzione

patrimonio dell'umanità dal 2014

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L'approccio del resto del mondo con l'America è avvenuto in un'epoca molto recente: sino a 500 anni fa i nostri avi ne ignoravano l'esistenza e non conoscevano certi prodotti alimentari, importati nel Vecchio Mondo dopo la Scoperta, quali il mais, il cacao, la patata e il pomodoro. 

Da tempo sono in corso numerose ricerche per rispondere all'interrogativo concernente il popolamento delle Americhe: l'uomo vi emigrò da qualche altro luogo, oppure è autoctono? Quando e come raggiunse quelle terre? Diversamente rispetto al passato, oggi gli archeologi non lavorano più da soli per svolgere le ricerche in questo campo, ma si avvalgono della collaborazione di antropologi, genetisti e linguisti. Tuttavia, allo stato attuale delle ricerche, l'unico dato comprovato in questo campo consiste nel fatto che l'uomo americano non è autoctono, ma di provenienza asiatica: nessuno ha potuto stabilire ancora con certezza quando e in quali condizioni gli antichi gruppi umani, definiti scientificamente "paleoindiani", migrarono dall'Asia e quante furono queste migrazioni. Recentemente si sono create diverse correnti di pensiero tra gli specialisti. 

Durante l'ultima glaciazione, là dove oggi si trova il braccio di mare che divide la Siberia dall'Alaska, lo stretto di Bering, esisteva una terra priva di ghiacci, chiamata Beringia, che univa i due continenti ed era ricoperta di vegetazione e abitata da animali di grossa taglia e da cacciatori nomadi provenienti dalla Siberia. Molti ricercatori sostengono che, quando i ghiacci cominciarono a sciogliersi e a sommergere la Beringia, intorno al 10.000 a.C., avvenne la prima di tre ondate migratorie di popoli che cercarono nuove terre per vivere e cacciare; questi  colonizzatori sarebbero scesi lungo un passaggio naturale - una sorta di "corridoio" libero dai ghiacci che si era formato in seguito ai mutamenti climatici - e sarebbero così arrivati nelle grandi pianure del Nord America. Questa ipotesi, basata su studi di tipo genetico, archeologico e linguistico, non trova consenso presso altri studiosi che hanno svolto ricerche molto specifiche di comparazione genetica basata sul DNA mitocondriale: costoro fanno risalire l'arrivo dei primi uomini in America molto più indietro nel tempo, addirittura al 30.000 a.C. 

Ciò che rende il tutto ancora più complicato e interessante, sono i recenti ritrovamenti di reperti umani nell'America del Sud, che le analisi al Carbonio 14 hanno rivelato assai più antichi del 10.000 a.C: ciò lascia presupporre anche eventuali apporti migratori avvenuti per via marittima, in epoche non precisate.

 

Il nostro itinerario vuole ripercorrere le tappe più significative della storia precolombiana e seguire le impronte lasciate dalle più importanti tra le culture che si svilupparono nel continente americano prima dell'arrivo degli europei. I principali siti archeologici non sono descritti solo da un punto di vista architettonico e dei tesori che essi celavano, dal momento che per ciascuno di essi è spiegato in quali circostanze furono scoperti e sotto quale luce apparvero ai primi esploratori europei.

Il percorso prende inizio nell'America del Nord, tra le culture più rappresentative di questa vasta area geografica è stata scelta quella degli Anasazi, un gruppo etnico di origine molto antica chiamato "Pueblo" dagli spagnoli. Tra il 250 e il 1200 d.C. questo popolo edificò lungo i canyon dell'altopiano di Mesa Verde vasti villaggi, città e palazzi dall'aspetto fiabesco molti dei quali sorgono a strapiombo su speroni rocciosi: oggi questi siti costituiscono un'attrattiva archeologica di vasta portata, inserita in un contesto naturalistico protetto e un patrimonio culturale mondiale. 

Scendendo verso sud, l'itinerario comprende numerose tappe nell'area geografico-culturale che gli archeologi definiscono oggi con il nome di Mesoamerica. Qui, negli odierni stati del Messico, Belize, Guatemala e Honduras, sono state riportate alla luce innumerevoli testimonianze lasciate da popoli i cui nomi sono divenuti oggi famosi, quali i Maya e gli Aztechi, ma anche da altri meno conosciuti, la cui storia si presenta tuttora ricca di enigmi e interrogativi. 

Teotihuacan, edificata sull'Altopiano del Messico alcuni secoli dopo da genti la cui etnia rimane sconosciuta, fu la più vasta città del Centroamerica, nonché una delle più fiorenti e "moderne" dal punto di vista urbanistico: non a caso, gli aztechi la consideravano la "Città degli Dei". Chiunque compia un'escursione in queste terre, non può prescindere dal soffermarsi tra le sue giganteschi piramidi, le sue lunghe strade, i suoi palazzi dai muri coperti di affreschi, impregnati di simboli religiosi e cosmogonici comuni all'intero mondo mesoamericano. 

Grazie soprattutto alle recentissime scoperte in campo epigrafico, la civiltà maya ha cominciato a dischiudere agli studiosi gran parte dei suoi misteri: tra le numerose città maya che sono state strappate alla vegetazione della foresta tropicale, Tikal e Palenque rivestono un ruolo particolare. La prima, per le sue altissimi piramidi e le sue stele ricche di iscrizioni che, una volta decodificate, hanno rivelato gran parte della storia e delle vicende dinastiche succedutesi durante il Periodo Classico. La seconda, per l'impressionante segreto celato sotto la base di uno dei suoi templi e riportato alla luce solo negli anni Cinquanta: la tomba del celebre re Kin Pacal, lo "Scudo del Sole", sepolto insieme a un prezioso corredo funerario. 

Quando la civiltà maya cominciò a decadere, nella regione dello Yucatan si svilupparono nuovi centri urbani dalle caratteristiche architettoniche diverse rispetto alle città fiorite nei secoli precedenti: tra queste, Uxmal è divenuta celebre per la raffinatezza dei fregi che ne decorano i palazzi, nei quali spicca l'immagine ossessiva del dio della pioggia. La presenza di questo culto costituisce un elemento importante anche a Chichén Itzá, edificata dopo l'anno 1000 della nostra era: qui, dove l'arte maya appare commista con gli apporti culturali di un popolo invasore, quello tolteco, termina l'itinerario mesoamericano.

In Perù, il viaggio archeologico raggiunge dapprima una metà fondamentale nella storia delle civiltà che fiorirono prima degli Inca: una città della costa nord, chiamata Chan Chan, "capitale" del popolo chimù, dagli edifici decorati con magnifici fregi di stucco: Chan Chan costituisce il complesso archeologico più antico sino ad ora rinvenuto nell'area peruviana, risalente a molti secoli prima dell'avvento dell'Impero Inca.

In Bolivia, presso le sponde del lago Titicaca, si trovano le vestigia ciclopiche di un altro sito a carattere religioso, la cui storia è in qualche modo legata a quella delle civiltà che nacquero sugli altipiani peruviani: Tiahuanaco, antichissimo centro di un culto legato ai movimenti degli astri e i cui monumenti ricordano i megaliti dell'Europa preistorica. 

Il panorama archeologico del Perù precolombiano termina tra le rovine imponenti lasciate dai rappresentanti del vastissimo impero chiamato nella loro lingua "Tawantisuya", comunemente noto con il nome di "Inca". Dello splendore dell'antica capitale, Cuzco, restano solo poche tracce a causa della distruzione operata dai Conquistatori che nel 1533, con l'uccisione del sovrano Atahualpa, posero fine all'indipendenza dei popoli andini. Oggi, edifici di epoca coloniale e postcoloniale si sovrappongono ai templi, ai palazzi e alle abitazioni dell'antico popolo. Tuttavia, altri siti dalla struttura ciclopica e dalla funzione ancora misteriosa, come Ollantaytambo, Sacsahuaman e Macchu Picchu, le cui mura e le cui scalinate si ergono tra aspre montagne, testimoniano la potenza degli Inca e l'abilità raggiunta nelle tecniche di lavorazione della pietra. 

Le storie manoscritte dei cronisti narrano che uno dei sovrani che si succedettero sul trono di Cuzco, chiamato Inca Topa, intraprese alcuni viaggi esplorativi per mare; probabilmente, con le imbarcazioni di legno di balsa si spinse sino agli arcipelaghi della Polinesia. Questa vicenda legata al mondo incaico apre una serie di interessanti questioni: anche qui, tra la miriade di isole che formano il continente Oceania, la storia è ricca di enigmi e le ipotesi formulate dai diversi studiosi risultano contrastanti. 

In base ai risultati delle ricerche ottenute seguendo i metodi dell'archeologia e dell'antropologia ufficiali, le isole della Polinesia furono popolate a partire dal 4000 a.C. dall'ultima ondata migratoria di genti provenienti dal Sudest asiatico, che molto tempo prima avevano iniziato la navigazione verso le terre del Pacifico servendosi di un tipo di zattera chiamato in lingua tamil "Kattumaram", antenato degli odierni catamarani. Tuttavia alcuni insigni studiosi - il più celebre dei quali è forse il norvegese Thor Heyerdahl - basandosi su svariati elementi (tra cui figurano anche i dati raccolti dalla ricerca botanica), sostengono che vi furono contatti tra la Polinesia e l'America del Sud in epoche remote. Secondo tale ipotesi, gruppi di genti preincaiche avrebbero attraversato l'oceano Pacifico su zattere di balsa, portando in quelle isole lontane piante, culti e la loro stessa eredità culturale. Il viaggio del "Kon Tiki", compiuto nel 1947 da Heyerdahl dalla costa del Cile alle isole Tuamotu, costituisce una prova innegabile dell'effettiva possibilità di navigare a grandi distanze e per lunghi periodi con le fragili imbarcazioni di balsa fabbricate dagli antichi peruviani. 

A questo proposito, l'enigma più affascinante di queste terre sperdute è rappresentato da Rapa Nui, meglio conosciuta come Isola di Pasqua. Questo lembo di terra isolato nel mezzo del Pacifico, situato a 4000 chilometri dalla costa cilena, è così chiamato poiché fu avvistato per la prima volta dall'ammiraglio olandese Jacob Roggeveen la domenica di Pasqua del 1722. L'isola fu in seguito visitata da altri navigatori, tra i quali James Cook; ciò che colpì la loro attenzione e li riempì di stupore furono le statue gigantesche disseminate nell'isola, chiamate moai dagli indigeni.

Chi erano questi uomini e perché eessero i colossi di tufo ricavato dai fianchi del vulcano Ranu Raraku? Un ipotesi accreditata sostiene che i primi abitanti di Rapa Nui giunsero dalle lontanissime isole Marchesi tra il 400 e il 500 d.C., anche se le numerose datazioni effettuate con il radiocarbonio non coincidono con esattezza, non deve quindi stupire che sulle fasi di civilizzazione dell'isola sussistano parecchie altre teorie, in genere discordanti tra loro. Gli stessi moai sono stati da molti interpretati come le rappresentazioni degli antenati, venerati alla stregua di divinità, ma anche in questo caso esistono ipotesi contrastanti.

Heyerdahl, basandosi soprattutto sulla tradizione orale e su motivi iconografici, propende per una sorta di "colonizzazione" dell'isola di Pasqua da parte di genti provenienti dalle aree costiere peruviane, forse gli stessi Inca, che avrebbero importato laggiù il culto del dio Viracocha. 

Come si può facilmente comprendere, per quanto gli archeologi dispongano oggi di mezzi estremamente sofisticati, lo studio delle civiltà del passato non di rado deve confrontarsi con il mistero. E' sempre stato così e così continuerà a essere: alcuni enigmi sono già stati risolti, altri sono in fase di risoluzione, altri rimangono irresolubili almeno nei termini in cui sono stati posti. In fondo, è proprio questo che rende l'archeologia tanto affascinante.

Cronologia

- Presunto inizio della colonizzazione umana nelle Americhe (40.000 - 30.000 a.C.)
- Fase della sedentarizzazione dei popoli mesoamericana (2000 - 1500 a.C.)
- Nascita della civiltà maya, Mesoamerica (2000 a.C.)
- Sviluppo del centro cerimoniale olmeco di San Lorenzo, Mesoamerica (1200 a.C. circa)
- Nascita delle prime civiltà andine, Sudamerica (1200 a.C.)
- Distruzione di San Lorenzo e nascita del centro di La Venta, Mesoamerica (900 a.C. circa)
- Nascita della civiltà di San Augustin, Sudamerica (700 - 100 a.C.)
- Fioritura della civiltà di Chavin de Huantar, Sudamerica (700 - 100 a.C.)
- Presunta fondazione di Monte Albàn, Mesoamerica (600 a.C.)
- Iscrizione su pietra pi antica della Mesoamerica (600 a.C.)
- Inizio del declino della civiltà olmeca, Mesoamerica (8400 a.C. circa)
- Fioritura di Teotihuacan, Mesoamerica (200 d.C.)
- Apogeo di Teotihuacan, Mesoamerica (250 - 700 circa)
- Apogeo della civiltà maya, Mesoamerica (250 - 800 circa)
- La più antica data registrata su di un'iscrizione maya (Stele 29 di Tikal) (292)
- Massimo splendore della civiltà mochica, Sudamerica (300 - 800)
- Nascita della civiltà anasazi, Nordamerica (350)
- Presunto sbarco dei primi colonizzatori sull'Isola di Pasqua (500 circa)
- Apogeo della civiltà di El Tajin, Mesoamerica (600 - 900)
- Distruzione violenta di Teotihuacan, Mesoamerica (725)
- Graduale abbandono di Monte Albàn e fondazione di Mitla da parte dei Mixtechi, Mesoamerica (800 circa)
- Fioritura dello stile maya Puuc nello Yucatàn, Mesoamerica (800 - 1000)
- Declino delle città maya dei bassopiani, Mesoamerica (800 circa)
- Conquista tolteca delle città maya dello Yucatàn, Mesoamerica (900)
- Massimo splendore della civiltà di Tiahuanaco, Sudamerica (900 - 1000)
- Fondazione di Macchu Picchu, Sudamerica (1150)
- Nascita dell'Impero Chimu, Sudamerica (1200 circa)
- La civiltà mochica viene assorbita nell'Impero Chimu, Sudamerica (1250 circa)
- Apogeo della civiltà tairona, Sudamerica (1200 circa)
- Nascita della civiltà azteca, Mesoamerica (120 circa)
- Chichén Itzà viene abbandonata, Mesoamerica (1200 circa)
- Declino della civiltà anasazi e abbandono dei pueblos, Nordamerica (1300 circa)
- Fondazione di Tenochtitlan, capitale dell'Impero Azteco, Mesoamerica (1345)
- Nascita dell'Impero Inca, Sudamerica (1438)
- L'impero Chimu viene sottomesso dagli Inca, Sudamerica (1465)
- Cristoforo Colombo scopre le Americhe (1492)
- Arrivo di Cortés in Messico (1519)
- Assassinio di Moctezuma II; il Messico viene annesso alla Corona di Spagna (1521)
- I Maya Quichè vengono definitivamente sconfitti dagli spagnoli a Utatlan, Mesoamerica (1524)
- L'Impero Inca raggiunge la sua massima espansione sotto Huayna Capac, Sudamerica (1527)
- Sbarco di Francisco Pizarro in Perù (1532)
- L'imperatore inca Atahualpa viene fatto assassinare da Pizarro (29 agosto 1533)
- Manco Capac II, ultimo sovrano inca, viene assassinato dagli spagnoli; fine della resistenza Inca (1544)

Tratto da Splendori delle Civiltà Perdute - Maria Longhena