Fuerte di Samaipata
Bolivia

patrimonio dell'umanità dal 1998

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Situate nelle montagne della Bolivia centrale, a 120 chilometri dalla città di Santa Cruz, le rovine di Samaipata sono uno dei luoghi antichi più enigmatici in tutto il Sudamerica. Appollaiato a 1949 metri sopra il livello del mare, il sito fu scoperto dagli spagnoli e fu chiamato "El Fuerte" poichè si credeva avesse un significato militare. Gli archeologi non lo ritennero adibito ad uso militare ma piuttosto un luogo di importanza religiosa. 

L’etimologia del sito di Samaipata, ha origine da due vocaboli della lingua Quichua: sama e pata, che significano rispettivamente “altura” e “luogo”.

Il primo riferimento a Samaipata lo troviamo nella cronaca spagnola del padre José de Acosta, scritta nel secolo XVI, intitolata “Historia natural y moral de las Indias”. Raccogliendo la tradizione orale dei nativi il religioso narra la storia dell’Inca Yupanqui che pose il suo centro di potere nel sito, stabilendosi con un seguito di migliaia di mama qoyas (donne al servizio dell’ Inca), sacerdoti e guerreri. Tali avvenimenti accaddero nella seconda metà del XV secolo. Purtroppo non si sono trovati, fino ad ora, altri documenti coloniali sul sito di Samaipata.

Alla fine del XVIII secolo iniziarono importanti ricerche nel Complesso Archeologico cosiddetto ‘El Fuerte’, proseguite poi negli anni a venire, che hanno contribuito alla conoscenza della zona. La valenza di tali lavori si riflette nella conservazione del complesso, nella sua importanza all’interno del Paese e come patrimonio dell’umanità.

Il Complesso Archeologico “El Fuerte” è un ampio insediamento costruito intorno ad un monumento principale: La Roccia.

La Roccia Scolpita di Samaipata è lunga 240 m, larga 50 m e misura 10 m nella sua parte più alta, estendendosi per una superficie di 8,600 m2. La Roccia è completamente ricoperta da figure scolpite che raffigurano motivi zoomorfi e geometrici oltre ad elementi architettonici (nicchie, scalini, sedili). Le figure più caratteristiche sono quelle di felini (giaguaro o puma, di serpenti, dello struzzo, di pozzetti cilindrici, di sedili quadrangolari e triangolari, di piccole piscine o vasche quadrangolari e di una serie di nicchie grandi e piccole, semplici o con un riquadro attorno.

Sulla cima e al centro della Roccia si trova il cosiddetto “Coro de Sacerdotes” che consiste in un insieme di sedili scolpiti, posti in due cerchi concentrici. Il cerchio esterno è formato da 18 sedili, 9 triangolari e 9 quadrangolari alternati, quello interno ne ha 9 quadrangolari. Il Coro di Samaipata è una struttura simbolica unica nelle culture sudamericane andine e amazzoniche, prima d’ora infatti non si era trovato nulla di simile.

Sulla superficie della Roccia sono visibili due muri incaici. Il muro del Settore Ovest è orientato Nord-Sud e taglia trasversalmente questo settore. Il muro del Settore Est ha una forma ad ‘L’ e le due pareti di cui è costituito si orientano da Nord a Sud e da Est a Ovest rispettivamente. Questi muri incaici si sovrappongono a strutture in roccia più antiche, indicando una occupazione pre-Incaica. 

Tra le caratteristiche principali dell’intaglio della Roccia, vi è il “Dorso del Serpente”, che consiste in un sistema di due canali cerimoniali formati da centinaia di rombi. Esso si trova nella parte superiore della Roccia e parte da una piscina, nella quale si realizzavano i riti relazionati all’acqua o ad un altro liquido cerimoniale; tali liquidi erano poi versati nei canali. La presenza di varie vasche di diversa dimensione, suggerisce la relazione dei riti con le abluzioni di purificazione molto diffuse nelle nostre culture fin da epoche preispaniche. Inoltre le piscine, riempite d’acqua, servivano come osservatori della volta celeste.

Le nicchie, che si trovano nei settori Nord e Sud della Roccia, sono un altro elemento predominante; questi ricettacoli paiono porte che invitano ad entrare, tanto che si è diffusa la credenza popolare che La Roccia sia vuota. La leggenda, nelle sue varie versioni, parla dell’esistenza di una Città d’Oro all’interno. Tale credenza era così diffusa che diede adito ad atti di vandalismo per tentare di entrare nella Roccia: si perforarono le nicchie per collocarvi candelotti di dinamite, causando così con la loro esplosione un danno irreparabile.

Comunque, la disposizione delle nicchie come porte chiuse, si può interpretare come un ingresso simbolico all’interno della Roccia. Esse potrebbero essere la rappresentazione evidente di un’entrata ad un mondo accessibile a pochi privilegiati che fossero in uno stato animico particolare. Tale ipotesi è rafforzata dall’utilizzo di allucinogeni da parte delle culture andine e orientali (antiche e moderne), attraverso i quali si raggiunge uno stato estatico durante il quale si entra in contatto con gli dei e gli altri esseri sovrannaturali. I settori delle nicchie, disposte lungo i fianchi della Roccia, sono anche interpretabili come parte di piccoli templi adiacenti la Roccia.

Una gran quantità di sedili intagliati, rettangolari e triangolari è visibile in molte parti della Roccia, tali sedili permettono la contemplazione del paesaggio sia nel settore Nord che in quello Sud, dove sono in numero maggiore e formano una sorta di anfiteatro: la galleria di sedili del settore Sud guarda verso la piazza (un’area centrale dove non sono state rinvenute strutture e che si presenta come uno spazio aperto delimitato da costruzioni), dove, probabilmente si realizzavano vari eventi, osservabili dall’anfiteatro.

Il complesso residenziale - Il complesso archeologico fino adesso conosciuto si estende per circa quaranta ettari. In questo ambito si sono trovate 53 abitazioni di diverse dimensioni e disposizioni. Le locazioni si caratterizzano per presenza di più di un insediamento poiché si rinvengono nel medesimo luogo i resti di tre diverse culture. Per questo motivo si indica un periodo pre-Incaico e due occupazioni posteriori che corrispondono ai periodi Inca I e Inca II.

Questo stato delle costruzioni ci permette di stabilire che l’area ha subìto continue e diverse occupazioni nel tempo; le società che si sovrapposero non solo scelsero i medesimi luoghi di insediamento ma utilizzarono anche i materiali da costruzione dei loro predecessori. Anche all’epoca coloniale si scelse come strategia lo stabilirsi sopra antiche costruzioni incaiche e pre-incaiche, utilizzando i mattoni di pietra rinvenuti, per edificare edifici di modello spagnolo.

La zona presenta un’impronta multiculturale dovuta al susseguirsi durante un lungo periodo di tempo di diversi gruppi sociali, riunitisi tutti attorno allo stesso fulcro: la Roccia.

I muri incaici sulla Roccia - Sulla superficie della Roccia, gli Inca costruirono due muri sopra i sedili intagliati nella pietra dai loro predecessori appartenenti alla società locale delle Valle di Samaipata e delle zone adiacenti, uomini questi di culture Pre-Incaiche.

Nell’area ad Ovest della Roccia troviamo il Muro lineare 1 che taglia un complesso iconografico e che si sovrappone a una delle vasche del complesso.

Nell’area ad Est troviamo il Muro 2 a forma di “L” composto da una galleria di nicchie; questo muro ugualmente taglia le strutture precedenti e si sovrappone a una serie di sedili intagliati nella roccia che sembrano formare un cerchio. 

La kallanka - Il termine deriva dalla lingua quichua e significa ‘recinto maggiore’; il nome era attribuito ai grandi edifici rettangolari che potevano contenere centinaia di persone al fine di svolgere funzioni di carattere cerimoniale, amministrativo o commerciale.

La kallanka si trova al Sud della Roccia a 100 m e le sue misure sono: 68 m per 16 m, è a pianta rettangolare, i muri hanno fondamenta composte di piccole pietre di raccolta leggermente intagliate e lavorate, i muri composti con adobe si innalzano fino ad una altezza di ca. 9 m nel timpano; l’edificio ha 8 porte prospicienti l’area centrale del complesso: la cosiddetta piazza, il tetto è a due spioventi, costruito con paglia e sostenuto da grandi colonne e travi in legno.

Gruppi di recinti - Sono 10 i gruppi di recinti che presentano abitazioni incaiche e pre-incaiche, ad eccezione del recinto o settore 4 dove si trova anche una casa spagnola.

Ognuno di questi gruppi rappresenta un tipo di attività e si trova in un luogo strategico del complesso che soddisfa le sue necessità funzionali.

I complessi di abitazioni sono la parte fisico-strutturale del centro amministrativo e religioso, dove si stabilirono i gruppi dirigenti, cioè l’Inca, il suo seguito reale, i sacerdoti e i guerrieri di rango.

Le case hanno tutte piante quadrangolari o rettangolari; il muro è doppio con un canale centrale ripieno di pietre gravilla o piccoli pietre di riempimento, i muri hanno fondamenta in pietra e si innalzano fino a raggiungere i tetti a due spioventi. In due case si trovarono i resti di grossi tronchi di legno usati a sostegno del tetto e resti di intonaco che ricoprivano i muri

La casa spagnola. Si trova nel settore 4 con il gruppo di construzioni pre-incaiche e incaiche. Questa casa ha forma a “U” fu costruita sopra le abitazioni incaiche. Durante i secoli di colonizzazione XVI e XVII servì ad imprigionare i guerreri Ciriguani in lotta contro gli Spagnoli, ma anche per altri popoli pacifici come i Cianè solitamente venduti come schiavi. È probabile che da questo derivi il nome di ‘Forte’ che viene assegnato comunemente al complesso.

La chincana - Il termine deriva dalla parola quichua che significa ‘labirinto’ o anche ‘perdersi’. Nel settore sud-est del complesso si trova un pozzo intagliato nella roccia cosiddetto chincana, di cui non si conosce al momento la profondità. Purtroppo nelle ultime decadi si è riempito di sedimenti per cui la profondità attuale è di 10 m. A questo pozzo si sono attribuite diverse funzioni: rituali, punitive e idrauliche come il drenaggio o l’accumulo di riserve di acqua.

Le terrazze di coltivazione -Al sud della Roccia, all’interno dell’area archeologica, si trovano 9 livelli di terrazze di coltivazione, mentre fuori da questa zona protetta si trovano altri 5 livelli di terrazze coperte dalla vegetazione. 

Le coltivazioni tradizionali più comuni fin dai tempi preispanici sono: mais, patata, nocciola americana, manioca o yuca.


La ceramica - La ceramica inca trovata negli scavi e nel territorio di Samaipata è di un tipo regionale che imita abbastanza bene quella del centro Inca di Cuzco-Perù; si trovano forme classiche di anfore (aribali) e piatti a figure zoomorfe e altri tipi comuni di vasellame incaico, i pezzi integri sono pochi e la maggior parte sono frammenti di buona cottura a pareti sottili e di buona finitura.

La ceramica chiriguana è piuttosto spessa, a decorazione impressa o digitata; le incisioni sono lineari fatte sia con pietre adatte, bastoncini di legno, ossa e torsoli di pannocchie di mais. Inoltre i pezzi non presentano una buona cottura e non contengono alcun elemento di finitura quali smalto, vernice o brunitura.

La ceramica della Valle ha delle forme molto particolari, per esempio i vasi tripodi con raffigurazioni di giaguaro in ceramica fine, di buona cottura, con una accurata finitura di vernice e brunitura; la ceramica in generale presenta forme geometriche, zoomorfe e/o antropomorfe con colori vivi dove predomina il rosso, l’arancio e il giallo.

Il sito archeologico di Samaipata è composto da due sezioni: la collina con le sue molte sculture che si ritiene essere stata il centro rituale della città vecchia (XIV-XVI secolo), e l'area a sud della collina, che costituiva l quartiere amministrativo e residenziale.

L'enorme roccia scolpita, che domina la città sottostante, è una testimonianza assolutamente unica delle tradizioni e delle credenze pre-ispaniche, senza uguali in alcun altro luogo d'America.

Nella piantina si rilevano 5 settori:

Settore 1: alla base occidentale del monumento si trovano dei piedistalli circolari scolpiti con dei rilievi rappresentanti felini, come giaguari e puma. Si trovano poi otto buche scolpite, allineate con le strutture del settore 2.

Settore 2: più ad est, verso la cima del monte, si trovano tre sculture rettangolari lunghe 30 metri con 262 rombi scolpiti nella roccia. La scultura rappresenta un serpente ed è localmente chiamata 'el cascabel' (la schiena del serpente).

Settore 3: ad est del monumento, c'è una struttura circolare composta da 18 sedili chiamati 'il coro dei  sacerdoti' e molte fosse rettangolari.

Settore 4: a nord della cima del monte dietro una recinzione si trovano 5 larghe porte trapezoidali scolpite nella roccia, al di sopra delle quali vi sono dei solchi forse utilizzati per posizionarvi i sostegni di un tetto.

Settore 5: a sud della cima del monte ci sono numerose nicchie, terrazze ed altre strutture scolpite sulla roccia. Vi sono le rovine dei muri di diversi edifici. 500 metri a sud-est si trova un pozzo profondo, detto Chincana, dalla funzione sconosciuta.