Santuario di Bom Jesus do Matosinhos a Congonhas
Brasile

patrimonio dell'umanità dal 1985

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Alle spalle dell'antica capitale brasiliana Rio de Janeiro, diviso dalla Serra de Mantiqueira, si estende lo Stato di Minas Gerais, l'Eldorado dei portoghesi grazie alla presenza delle generose miniere del prezioso metallo. A sud di Belo Horizonte, a Congonhas do Campo, il portoghese Feliciano Mendes fece costruire nel 1757 il santuario di Bom Jesus do Matosinhos, in adempimento a un voto fatto quando era sofferente di una seria malattia contratta lavorando nelle miniere. Ispirato ai santuari di Bom Jesus do Matosinhos, nelle vicinanze di Porto, e di Bom Jesus de Braga, entrambi in Portogallo, il complesso fu completato in poco più di sessant'anni di lavoro e fu opera originale, unica nel suo stile, dei più noti artisti e artigiani brasiliani del tempo.

Immerso nella natura ancora rigogliosa degli altopiani brasiliani, il santuario è parte integrante del paesaggio come piena realizzazione dell'unione fra natura, uomo e divinità tipica della cultura brasiliana. Costruito sulla cima del Morrò do Maranhào, è composto da sette cappelle quadrangolari coperte da una cupoletta piramidale dagli spigoli leggermente curvi; dal 1974 esse sono collegate fra loro e alla chiesa da un sentiero di ciottoli ombreggiato da palme e alberi ad alto fusto tipici del Sud America. Lungo questa strada si snoda la Via Crucis. Infatti all'interno di ogni cappella sono sistemate le scene della Passione, create da figure a grandezza naturale scolpite nel legno e successivamente dipinte prima di essere collocate. La crudeltà dei centurioni, la compassione delle pie donne, il coraggio e l'abbandono di Cristo si leggono sui visi intensi e veri. Quest'opera grandiosa, iniziata nel 1796 e terminata nel 1799, è da attribuirsi all'artista brasiliano Antonio Francisco Lisboa, noto come "Aleijadinho". Lo scultore, assistito da colleghi e apprendisti, produsse ben sessantasei statue. Le scene dell'Ultima cena, della Preghiera nell'orto del Getsemani e dell'Arresto furono dipinte da un altro abile artigiano, Manoel da Costa Athayde, tra il 1808 e il 1819.  

Il sagrato fu edificato rialzando il terreno intorno alla chiesa, che fu costruita per prima, e creando un terrazzo con basamento a profilo curvilineo, a cui si giunge percorrendo una doppia scalinata a due rampe. La scala fu opera di Thomaz de Maia Brito e fu portata a termine tra il 1777 e il 1790. Le statue dei dodici profeti del Vecchio Testamento che annunciarono gli eventi rappresentati nelle cappelle, scolpite a grandezza naturale in pietra saponaria e distribuite simmetricamente lungo il parapetto, sono anch'esse opera di Aleijadinho, che vi lavorò tra il 1800 e il 1805.

Al progetto della chiesa furono chiamati l'architetto Francisco Lima Cerqueira e i capomastri Domingos Antonio Dantas e Antonio Rodrigues Falcado, che terminarono l'edificio nel 1773. In particolare Cerqueira fu l'apportatore delle innovazioni presenti nell'architettura della chiesa, tanto da creare una scuola di architettura nella regione. 

La pianta dell'edificio si sviluppa lungo una singola e ampia navata terminante in una cappella principale dove è sistemato l'altare. Ai fianchi della struttura centrale sorgono due alte torri campanarie arretrate rispetto alla linea di facciata, coperte da cupole simili a quelle delle cappelle, ma più piccole. 

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La facciata è un semplice quadrato in cui si aprono un portale dagli stipiti finemente ornati e due finestre. La parte superiore termina in un frontone dal profilo ondulato. Esternamente il complesso è intonacato da un candido bianco spezzato dai rilievi in pietra saponaria che ne delineano i profili lungo il parapetto della scala, gli spigoli delle torri, le mensole aggettanti che dividono la parte principale della facciata dal frontone, i rilievi del portale e del frontone stesso. I motivi si ripetono più semplici per le cappelle.

Se l'esterno rappresenta lo stile del barocco brasiliano, l'interno rimanda alla cultura italiana con la decorazione in stile rococò lussureggiante che ricopre le pareti e il soffitto e ispira l'intaglio dell'altare, delle statue e dei dipinti che rivestono le pareti dell'aula e della tribuna principale.

Nel 1985, dopo uno studio approfondito sviluppato e promosso da Myriam Andrade Ribeiro de Oliveira, l'Unesco riconobbe il santuario di Bom Jesus come testimonianza della cultura artistica e religiosa del Brasile e lo inserì nella lista del Patrimonio dell'umanità.

Antonio Francisco Lisboa, arichitetto, pittore e scultore - Praticamente sconosciuto al mondo occidentale, Antonio Francisco Lisboa è il più importante artista brasiliano dell'età moderna, paragonabile all'italiano Gian Lorenzo Bernini. Nacque intorno al 1730 a Ouro Preto da un artigiano di origine portoghese e da una schiava nera. Nel 1770 circa iniziò a soffrire di un morbo debilitante che lo rese zoppo. Il suo soprannome Aleijadinho, tradotto, significa infatti "piccolo zoppo". 

Si trattava probabilmente di sifilide o lebbra, che peggiorò con il tempo fino a privarlo dell'uso delle dita delle mani e parzialmente degli arti inferiori. Nonostante il fisico disabilitato, fu un artista prolifico e pieno di talento, creatore della più bella arte barocca del Brasile, conosciuta come Barroco Mineiro poiché sviluppatasi nello Stato minerario di Minas Gerais.  

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Giunto a Rio de Janeiro, Lisboa ebbe modo di vedere immagini e libri sull'arte europea e riuscì a incorporare nella sua arte tradizionale il barocco e il rococò con accenni di classico e gotico, utilizzando solo materiali indigeni come la pietra saponaria e il legno. I suoi lavori più importanti sono la chiesa di Sào Francisco de Assis del 1766 a Ouro Preto, la chiesa di Sào Francisco de Assis a Sào Joào del Rei nel 1774 e le meravigliose sculture del santuario di Congonhas do Campo. 

Le due chiese barocche, caratterizzate da un sapiente uso della simmetria, esprimono equilibrio e armonia. Al contrario le statue, tra le sue ultime opere, possiedono una forza espressionistica notevole, probabilmente ispirata dalle sofferenze causate dalla malattia. L'artista morì nel 1814.