Nel 1960, dopo soltanto quattro anni
di lavori, nacque nel centro della pianura brasiliana una città
inizialmente progettata per ospitare 700.000 persone, Brasilia, vero
modello di un tipo di urbanistica e di architettura proiettato nel
futuro. Nucleo di un distretto federale compreso nello Stato di Goias,
la nuova capitale del Brasile, massimo esempio della perfetta estetica
razionalità, accoglie attualmente 300.000 persone nel centro e 900.000
nelle città satellite.
Quasi al confine con lo Stato di
Minas Gerais, Brasilia è il miraggio di ciò che sarebbe potuta
diventare, il prodigio di un'illusione. Il motivo della sua grandezza, e
anche del suo destino, sta nel fatto di essere una città sorta per
decreto in un'immensa pianura, accanto a un lago artificiale, e non il
risultato di un'evoluzione storica.
I principi razionalisti
dell'urbanistica del XX secolo, il cui massimo interprete fu Le
Corbusier, sono perfettamente rappresentati a Brasilia, edificata al
centro di un distretto federale di 5800 chilometri quadrati. L'idea di
fondare una capitale proprio nel cuore del Brasile è piuttosto antica,
dal momento che risale al XIX secolo.
Nel 1823 l'allora ministro José
Bonifacio avanzò diversi suggerimenti in merito. Nel 1891 l'idea venne
inclusa nella Costituzione dello Stato e due anni dopo iniziarono gli
studi per l'individuazione del luogo adatto. Nel 1922, in occasione
della commemorazione del centenario dell'indipendenza, venne indicata
come sede della futura capitale la regione centro-ccidentale del Paese,
e fu posata la prima pietra a pochi chilometri a nordest dell'attuale
Brasilia.

Un impegno presidenziale
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Juscelino Kubitschek, presidente
della Repubblica nel 1955, fece della costruzione della nuova capitale
il simbolo della sua politica basata sullo sviluppo economico e
industriale. Un anno dopo, Kubitschek diede ordine di avviare il
progetto con la formazione di un organismo esecutivo, la Novacap, per
l'espropriazione dei terreni e per dare inizio ai lavori di costruzione.
Quello stesso anno, Oscar Niemeyer fu nominato direttore del
Dipartimento di Architettura e Urbanistica e Lucio Costa vinse il
concorso bandito per la scelta del progetto di Brasilia. Nel 1960, dopo
quattro anni di lavori, la città fu ufficialmente inaugurata e l'anno
dopo vi fu trasferita la capitale. La coppia Costa e Niemeyer aveva già
dato prova della sua abilità in precedenti collaborazioni. 
Dal 1936 al 1943 avevano firmato
insieme il progetto dell'edificio del Ministero dell'Educazione a Rio de
laneiro, per il quale avevano consultato, facendosi consigliare, il
grande maestro Le Corbusier. Secondo loro, l'ideale urbanistico è una
configurazione di città completamente diverse da quelle tradizionali,
basata sulla separazione delle varie funzioni in distretti, collocati in
vasti spazi naturali e sul tracciato di grandi arterie di collegamento.
Il progetto pilota di Costa per
Brasilia è di una grande forza espressiva, ma molto semplice nella sua
struttura. Il centro della città è un triangolo equilatero dai lati
tondeggianti, curvilinei, o, come scrive lo stesso Costa: «la pianta di
Brasilia assomiglia anche a un uccello gigante con le ali spiegate verso
l'area sud-orientale».

Le ambasciate e i quartieri
residenziali formano queste ali. L'asse nord-sud definisce la strada
principale di comunicazione, lungo la quale sono allineati gli edifici
residenziali civili - massicci immobili di pochi piani poggiati su perni
- articolati in unità giganti (supercjuadras), dotate di una certa
autonomia grazie alle proprie aree commerciali, di spazi per il tempo
libero, scuole, aree verdi ecc.
Nel vertice e lungo quest'asse fino
alla base si ergono, come una spina dorsale, gli edifici pubblici di
grande monumentalità. Il becco di questo simbolico uccello progettato
da Lucio Costa è la Piazza dei Tre Poteri e la testa il piazzale dei
Ministeri. Il suo corpo è diviso in zone a seconda della funzione:
l'area culturale, con musei, teatri e biblioteche, l'area di svago, il
settore delle banche e degli uffici, gli alberghi e la zona commerciale.
Tutte le strade di Brasilia sono
tracciate con la riga, tutto è tagliato dai grandi assi che si
incrociano quasi a formare un angolo retto, come un gesto improvviso e
con un totale dominio dell'ambiente circostante.
Totale è l'adattamento topografico
del tracciato architettonico alla levigatezza naturale del terreno,
mentre la fluidità del traffico veicolare è resa possibile dalle
autostrade interurbane. Intorno al nucleo, in una vasta area verde
protetta, sono ubicati l'aeroporto, la zona industriale, la residenza
presidenziale, i magazzini, gli stadi, la stazione, le caserme, il
ripetitore radiotelevisivo.
Gli immobili della periferia, invece,
sono raggruppati in isolati costruiti secondo i sobri principi
razionalisti di Le Corbusier. L'area agricola - nella quale viene
applicato il programma Prohort per l'auto-approvvigionamento alimentare
di Brasilia - circonda la nuova città, fornita di acqua dal lago
artificiale e dalla diga sul Lago Paranoà, che alimentano anche la
centrale idroelettrica.

Oscar Niemeyer
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Oscar Niemeyer nasce il 5 dicembre
1907 a Rio de Janeiro. Nel 1929 si iscrive all'Accademia nazionale di
belle arti di Rio dove intraprende gli studi di architettura accanto ad
Alfonso Reidy, Helio Uchoa, Fernando Brito, Milton Roberto. Frequenta lo
studio di Lucio Costa nell'Avenida Rio Branco. Dall'incontro con Le
Corbusier, avvenuto in occasione del suo viaggio in Brasile per la
revisione del piano urbanistico di Rio del 1929, Niemeyer raccoglie
l'intera gamma del repertorio lecorbusiano (pilotis, pianta libera,
tetto-giardino, facciata libera, finestra a nastro). Credendo nelle
possibilità fornite dalla tecnologia ingegneristica e dalla
manipolazione espressiva del cemento armato, Niemeyer concilia la libertà
propria delle arti visive con la tecnica.
Il primo concreto impegno progettuale
vede il maestro brasiliano dialogare con Le Corbusier per un progetto
del nuovo edificio del ministero dell'Educazione e della Sanità a Rio
in cui dichiara polemicamente un radicale rifiuto delle tecniche
tradizionali di costruzione, rivendicando il ruolo del cemento armato
come materiale in grado di attuare "la vera rivoluzione
architettonica" per la sua disponibilità alla manipolazione
formale. Nel 1956, su sollecitazione del presidente Kubitschek e sulla
base del piano urbanistico concepito da Lucio Costa, Niemeyer comincia a
progettare i principali edifici di Brasilia, inaugurando un cantiere che
resterà aperto sino al 1986. Tra le sue opere il padiglione brasiliano
alla Fiera internazionale di New York (1939), manifesto del rinnovamento
modernista dell'architettura brasiliana, il complesso residenziale di
Pampulha presso Belo Horizonte (1940). Costretto, per la sua fede
comunista, dal golpe militare del 1965 all'esilio dal proprio paese,
lascerà la sua impronta in Francia, in Algeria, in Medio Oriente e in
Italia.

La fredda purezza del cemento
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Con Brasilia, Niemeyer è passato
alla storia come maestro dell'architettura. Nel suo ideale estetico si
distinguono la purezza delle forme e la semplicità delle linee, la
sobrietà del cemento e la monumentalità, la conoscenza delle
resistenze dei materiali e gli incredibili equilibri delle masse
ciclopiche su perni portanti. Allo stesso modo l'utilizzo del vetro per
le grandi facciate è alternato alle interminabili file di finestre e
alla levigatezza di diversi edifici, così come è evidente il contrasto
tra le masse orizzontali e quelle verticali e l'incontro tra i volumi
rettangolari e le superfici paraboliche.
Prova delle inquietudini e della
sapienza architettonica del grande maestro sono le colonne del Palazzo
dell'Alvorada, che sostengono il blocco massiccio con grande audacia, la
piramide tronca dell'edificio dell'Opera e la Cattedrale a forma di
corolla. Notevole il contrasto tra l'enorme cupola rovesciata della
Camera dei Deputati e quella del Senato con le sue torri gemelle; esempi
d'integrazione di tutte le arti nei grandi spazi sono invece il
Tribunale Supremo Federale, il Palazzo dei Tre Poteri, quello del
Governo, il piazzale dei Ministeri e il pantheon di Kubitschek.
La fine di un sogno
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Dal 1960, con la fine del mandato di
Kubitschek e lo scioglimento dell'equipe di architetti, la capitale
conobbe serie difficoltà, che ancora non sono state superate. Le
previsioni fissavano la popolazione tra i 500 000 e i 700 000 abitanti,
mentre le città satellite avrebbero dovuto accogliere gli abitanti in
eccesso. In teoria, tutto pareva perfetto per questa moderna città
sorta dal nulla grazie alle esperienze accumulate da diverse civiltà.
La pratica, invece, venne a
scontrarsi con vari problemi, come lo sradicamento dei suoi abitanti,
l'inflazione elevata e, infine, con l'abbandono di questa ambiziosa
politica, Brasilia, tutto sommato, è tanto un'idea illusoria quanto una
prodigiosa utopia architettonica.
Attualmente in essa vivono, con un
elevato tenore di vita, 300 000 persone, mentre la gran massa degli
abitanti si distribuisce tra le sette città satellite, fino a
raggiungere le 900 000 unità. La principale di queste, Taguatinga,
ospita mezzo milione di individui. Bisogna ricordare che Brasilia
raddoppiò i suoi abitanti negli anni Settanta e che i punti di
approvvigionamento alimentare più vicini sono a 600 chilometri,
rendendo elevati i costi dei trasporti e favorendo l'inflazione. La
domanda di abitazioni supera abbondantemente le previsioni, e le norme
stabilite da Costa e Niemeyer vengono trasgredite nel massimo disordine.
Si superano le altezze consentite, si cambiano i tracciati delle strade,
si costruisce negli spazi verdi, modificando l'iniziale qualità del
paesaggio monumentale. Questa minaccia ha determinato la nascita, nel
1981, di un gruppo di lavoro per la salvaguardia del patrimonio
culturale della città la cui creazione, per l'enormità dell'impresa,
la smisuratezza del progetto e l'imponenza delle sue costruzioni,
rappresenta senza dubbio una delle più importanti pietre miliari nella
storia dell'urbanistica.
