Goiás
(conosciuta anche col nome di Goiás
Velho) è una piccola città
dello stato di Goiás.
La
città è stata fondata nel 1727
col nome di Goiás Velho, un omaggio agli indios
Goyaz, che abitavano la regione prima dell'arrivo degli europei. Il fondatore era l'esploratore
Bartolomeu Bueno da Silva, detto 'Anhangüera', e in tempi coloniali la
città venne detta Vila Boa (che in portoghese
significa "buona città").
Gli interessi economici legati all’era aurea ne
fecero la capitale della provincia, con il Palazzo dei Governatori,
rappresentanti dei reali di Portogallo, e la Casa De Fundição dove
erano fusi i lingotti d’oro che prendevano la strada dell’Europa.
Le
Comunità indigene degli indios Goiá, Crixás, Acroás, Xacriabás,
Xavantes, Xerentes, Caiapós che abitavano la zona furono
progressivamente confinate dai conquistatori portoghesi in veri e propri
campi di concentramento o disperse in fuga e private della propria
cultura mentre aveva inizio la tratta di schiavi Negri Africani che
dovevano lavorare nelle miniere d’oro o nei campi o nell’edilizia
della città per la costruzione delle sue case, chiese e palazzi in
stile coloniale.
Iniziò
da allora così, anche a Goias, pur se tanto distante dalle vie di
comunicazione, anche se lontanissima dalle città di mare dove
approdavano le navi negriere dall’Africa, la fusione tra le tre razze,
bianca, negra e indio, che costituiranno il popolo brasiliano.

Le
costruzioni della città sono una esemplare testimonianza dei tempi
della corsa all'oro. La
storia della città è evidente in monumenti come il Museu das Bandeiras
(del 1761, il Colégio Sant'Ana (fondato dai domenicani
nel 1879), la chiesa di Nossa Senhora d'Abadia (costruita dagli schiavi
nel 1790 e la Casa da Fundição, dove era conservato l'oro estratto dalle miniere
(costruita nel 1752).
Goiás
è stata fino al 1937 la
capitale dello stato omonimo e conserva molto del suo passato coloniale.
In quell'anno il parlamento venne trasferito nella nuova città di Goiânia,
che è tuttora la capitale dello stato.
Nella zona non esistono attività di tipo
industriale e il commercio è fatto di piccole attività che consentono
appena il livello di sussistenza. Sopravvive un piccolo artigianato
locale che soddisfa i bisogni della città.
Attualmente, con il riconoscimento da parte
dell’UNESCO della città come Patrimonio dell’Umanità, si stanno
aprendo nuove prospettive di sviluppo economico e culturale legate al
diffondersi del turismo come possibile campo di attività lavorative per
il futuro.
Una parte della popolazione vive alla periferia
della città di Goias in case molto povere o in baracche di legno e
lamiera.
Una
parte vive ancora negli “accampamenti” e negli “assentamenti”,
agglomerati composti da 20-30 famiglie che vivono in occupazioni di
terra, in condizioni estremamente disagiate.
In
questo contesto è nata l’Associazione “Espaço cultural Vila
Esperança” che da 12 anni lavora nella periferia di Goias, per
offrire ai bambini della fascia sociale più carente una proposta
educativa mirata al recupero della loro identità.
Dal
1994 ha aperto per loro una scuola elementare gratuita con l’obiettivo
di dare loro la possibilità di raggiungere l’alfabetizzazione e di
condurli a riappropriarsi dei desideri e delle potenzialità tipici dei
bambini, pur nel contesto di violenza molteplice in cui vivono.
