Centro storico di Goiàs
Brasile

patrimonio dell'umanità dal 2001

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Goiás (conosciuta anche col nome di Goiás Velho) è una piccola città dello stato di Goiás.

La città è stata fondata nel 1727 col nome di Goiás Velho, un omaggio agli indios Goyaz, che abitavano la regione prima dell'arrivo degli europei. Il fondatore era l'esploratore Bartolomeu Bueno da Silva, detto 'Anhangüera', e in tempi coloniali la città venne detta Vila Boa (che in portoghese significa "buona città").

Gli interessi economici legati all’era aurea ne fecero la capitale della provincia, con il Palazzo dei Governatori, rappresentanti dei reali di Portogallo, e la Casa De Fundição dove erano fusi i lingotti d’oro che prendevano la strada dell’Europa.

Le Comunità indigene degli indios Goiá, Crixás, Acroás, Xacriabás, Xavantes, Xerentes, Caiapós che abitavano la zona furono progressivamente confinate dai conquistatori portoghesi in veri e propri campi di concentramento o disperse in fuga e private della propria cultura mentre aveva inizio la tratta di schiavi Negri Africani che dovevano lavorare nelle miniere d’oro o nei campi o nell’edilizia della città per la costruzione delle sue case, chiese e palazzi in stile coloniale.

Iniziò da allora così, anche a Goias, pur se tanto distante dalle vie di comunicazione, anche se lontanissima dalle città di mare dove approdavano le navi negriere dall’Africa, la fusione tra le tre razze, bianca, negra e indio, che costituiranno il popolo brasiliano.

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Le costruzioni della città sono una esemplare testimonianza dei tempi della corsa all'oro. La storia della città è evidente in monumenti come il Museu das Bandeiras (del 1761, il Colégio Sant'Ana (fondato dai domenicani nel 1879), la chiesa di Nossa Senhora d'Abadia (costruita dagli schiavi nel 1790 e la Casa da Fundição, dove era conservato l'oro estratto dalle miniere (costruita nel 1752).

Goiás è stata fino al 1937 la capitale dello stato omonimo e conserva molto del suo passato coloniale. In quell'anno il parlamento venne trasferito nella nuova città di Goiânia, che è tuttora la capitale dello stato.

Nella zona non esistono attività di tipo industriale e il commercio è fatto di piccole attività che consentono appena il livello di sussistenza. Sopravvive un piccolo artigianato locale che soddisfa i bisogni della città.
Attualmente, con il riconoscimento da parte dell’UNESCO della città come Patrimonio dell’Umanità, si stanno aprendo nuove prospettive di sviluppo economico e culturale legate al diffondersi del turismo come possibile campo di attività lavorative per il futuro.

Una parte della popolazione vive alla periferia della città di Goias in case molto povere o in baracche di legno e lamiera.
Una parte vive ancora negli “accampamenti” e negli “assentamenti”, agglomerati composti da 20-30 famiglie che vivono in occupazioni di terra, in condizioni estremamente disagiate.

In questo contesto è nata l’Associazione “Espaço cultural Vila Esperança” che da 12 anni lavora nella periferia di Goias, per offrire ai bambini della fascia sociale più carente una proposta educativa mirata al recupero della loro identità.

Dal 1994 ha aperto per loro una scuola elementare gratuita con l’obiettivo di dare loro la possibilità di raggiungere l’alfabetizzazione e di condurli a riappropriarsi dei desideri e delle potenzialità tipici dei bambini, pur nel contesto di violenza molteplice in cui vivono.