San Agustin, una cittadina localizzata sui contrafforti
del Massiccio Colombiano al sud del dipartimento dell’Huila, è uno dei siti
archeologici più importanti della Colombia. Questa regione montagnosa, insieme
di colline e profonde valli, fu abitato secoli fa da varie culture successive
che lasciarono alla posterità numerosi vestigi archeologici, tra i quali
occorre citare le statue, gli intagli di pietra, i sarcofaghi monolitici ed i
geroglifici con rappresentazioni umane, animali e figure fantastiche. Non si ha
una conoscenza precisa delle culture agustiniane, ma si sa che praticavano forme
complesse di culti, specialmente culti funerari. Erano popoli agricoli, con
un’economia basata sulla coltivazione del mais, e integrata da tubercoli e
frutta, caccia e pesca. Avevano inoltre una conoscenza avanzata dell’arte
della ceramica.
I siti
archeologici si trovano sparsi su un’area di 500 chilometri quadrati nei
Comuni di San Agustin e San José de Isnos e per arrivarci è spesso necessario
ricorrere al cavallo o al fuoristrada.
I più
importanti sono il Parco Archeologico, a tre chilometri dalla città di San
Agustin, la Chaquira, sulle rocce che sovrastano il canyon della gola del fiume,
e L'Alto des Los Idolos, il cimitero degli sciamani, a 26 chilometri a Nord
della città.
Il Parco
archeologico è il sito dove sono conservate il maggior numero di statue. E'
formato da quattro terrapieni costruiti in mezzo alla giungla, Le Mesitas,
tumuli funerari che coprivano alcune tombe e su cui si ergono le statue, create
per proteggere i defunti e non per essere visibili e ammirate.
Tra queste
colline un popolo enigmatico, le cui prime tracce risalgono al 3000 a.C., ha
lasciato in eredità il più grande museo a cielo aperto del Sudamerica: oltre
500 statue, incisioni, tombe e sarcofagi situati nel mezzo della giungla, su
terrapieni disboscati, su gigantesche rocce e sulla cima di colline. Molte di
queste statue vanno da uno a sei metri di altezza, pesano più di una tonnellata
e rappresentano la dualità' in tutte le sue forme: luce ombra, sole luna,
vita morte.

Ci troviamo nel
dipartimento dell'Huila, nella zona sud-occidentale della Colombia, in un
complesso archeologico di 500 chilometri quadrati che ha il suo centro nella
città di San Agustin. Qui, tra il V e l'XI secolo della nostra era, una
civiltà di tribù dedite all'agricoltura, alla caccia e alla pesca diede vita a
una cultura animata da sacerdoti giaguaro, sacrifici umani e animali mitici, per
poi scomparire misteriosamente prima dell'arrivo dei coloni europei. A capo di
ogni tribù c'erano gli sciamani nelle cui tombe sono stati trovati doni
funerari, oro e ceramiche, in gran parte saccheggiati nel corso del' '800 e del
'900. Le statue erano i guardiani dei defunti, delle loro tombe e dei loro
sarcofagi. Sono figure antropomorfe e zoomorfe, ma ci sono anche immagini
irreali, come maschere di mostri ed esseri ibridi.
Agricoltori,
guerrieri, donne con i bambini, e poi animali sacri come il giaguaro, la rana,
il serpente, la scimmia e l'aquila. Sono racchiusi in quelle sculture i segreti
della civiltà di San Agustin. Le statue guardano quasi tutte verso est, in
onore del Dio Sole, sono grigie e bidimensionali, sembrano fatte di cemento, ma
in realtà sono di pietra vulcanica e un tempo erano colorate di giallo, rosso,
nero e bianco. La maggior parte si trovano sparse nei 78 ettari del Parco
Archeologico di San Agustin, a tre chilometri dalla città.
L'antico popolo
aveva costruito villaggi di capanne di cui oggi non rimane praticamente nulla
sui grandi prati che circondano le Mesitas. Dalla Mesitas C, la più lontana
dall'ingresso, un sentiero in discesa circondato da un tunnel di fitta
vegetazione conduce fino al luogo cerimoniale più importante del parco e forse
alla scultura più complessa di tutto il circuito archeologico: la Fuente de
Lavapatas (lavapiedi), dove si svolgevano cerimonie religiose e bagni rituali.
Qui, sul letto del ruscello dei Lavapiedi, sono stati scavate nella roccia
figure di serpenti, lucertole, salamandre, volti e forme umane che incanalano
l'acqua in un labirinto di rigagnoli e piccole vasche.

Dalla Fonte di
Lavapatas la strada si inerpica in salita attraverso la giungla sul costone
della collina fino ad arrivare ad un altro luogo molto importante del parco:
L'Alto del Lavapatas, il punto più alto della zona. Una spianata verde
costruita ad arte dall'antica civiltà scomparsa da cui si può ammirare tutto
il paesaggio a 360 gradi e dove si trova una delle statue più enigmatiche del
parco: il Doble Io (il doppio io), rappresentazione di un Idolo sul cui capo è
accovacciata una scimmia col volto semiumano posta a protezione di diverse
tombe.
Prima di
concludere la visita del parco non si può fare a meno di percorrere " Il
Sentiero delle Statue", una stradina solitaria che si addentra nella
giungla ai cui lati sono state sistemate trentacinque statue raccolte un
po'ovunque. Tra queste le più celebri sono l'agricoltore - raffigurazione di un
uomo con due strumenti agricoli in mano - ed il guerriero.
Nel corso del
‘800 e del ‘900 le tombe e i sarcofagi sono stati saccheggiati più volte e
oltre all'oro e alle ceramiche sono stati dispersi anche resti umani
importantissimi per un'indagine storica più approfondita sulle origini e la
fine della misteriosa civiltà di San Augustin. Le cause della scomparsa di
questo "popolo di pietra" sono ignote. Forse l'influenza dell'impero
Inca, che dal Perú si estendeva sino al sud dell' attuale Colombia, fu la causa
principale di questo declino.
A nord della
città, raggiungibile a piedi o a cavallo, c'è il sito della Chaquira, dove su
grandi rocce che si affacciano a picco sul precipizio della gola del Rio
Magdalena sono incise figure di animali e rappresentazioni umane, alcune a
braccia aperte, in segno di adorazione verso il sole, la divinità più
importante. Tutto intorno un paesaggio mozzafiato di montagne, giungla e
cascate che vanno a gonfiare il corso superiore del fiume più importante della
Colombia.
Dall'altro lato
del canyon, sulla vetta spianata della montagna, a 25 chilometri dal Parco
Archeologico, si intravede l'Alto de Los Idolos, il cimitero dei nobili e degli
sciamani. Tanti tumuli di pietra, sistemati a forma di dolmen, sparsi su un
grande prato inglese a forma di ferro di cavallo. Tombe protette da sarcofagi e
poste più in alto, al riparo dalle inondazioni e come segno di vicinanza al
sole. Lì si può ammirare una statua di cinque metri e mezzo, la più alta di
tutto il circuito archeologico di San Agustin.
