Le sfere di
pietra della Costa Rica sono una serie di oltre trecento petrosfere che si
trovano in Costa Rica, nell'area del delta del Diquís e sull'Isla del Caño.
Localmente sono note come Las Bolas. Le sfere sono comunemente attribuite
all'estinta cultura Diquís e talvolta dette sfere Diquís.
Nel 1930, la
United Fruit Company era intenta a piantare numerosi alberi di banane nella
regione, quando gli operai trovarono una serie di enigmatiche sfere di pietra
perfette, tutte di dimensioni diverse che potevano arrivare a pesare fino a 16
tonnellate con un diametro di due metri. Le petrosfere erano realizzate in
granodiorite solida, una roccia ignea intrusiva della famiglia del granito,
molto dura da lavorare. Le misteriose sfere risultavano tagliate, modellate e
poi lucidate con molta cura.
Nel corso degli
anni, la collezione di sfere ha raggiunto la ragguardevole cifra di 300 unità.
A livello locale, sono conosciute semplicemente come Las Bolas (le Palle) e oggi
decorano alcuni edifici pubblici del Costa Rica, come l’Asamblea Legislativa,
ospedali e scuole. Alcune di esse sono conservate nei musei nazionali. In alcuni
casi, è possibile trovarle come decorazione dei giardini di uomini ricchi e
potenti, a voler sottolineare il proprio status symbol.
Sulla loro
autenticità non ci sono ormai più dubbi, tanto che l’UNESCO, nel giugno del
2014, le ha inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Rese celebri
dalla sequenza iniziale del film “I predatori dell’arca perduta”, nella
quale appaiono, “las bolas” rappresentano un vero mistero per gli studiosi
che da anni cercano di capire la loro origine. Le più antiche potrebbero
risalire intorno al 600 d.C. e tra le teorie più disparate c’è chi le
associa alla scomparsa di Atlantide.
Non sappiamo
perché furono costruite e chi le fece non lasciò nessun documento scritto.
Abbiamo solo dati archeologi che permettono di ricostruire il contesto, la
cultura e le persone che le crearono si estinsero poco dopo la conquista
spagnola. L’unico metodo disponibile per la datazione delle pietre sferiche è
la stratigrafia, ma la maggior parte di esse non si trova più nella loro
posizione originaria. Dunque, le sfere sono comunemente attribuite ai Diquis, un
cultura pre-colombiana indigena del Costa Rica che fiorì dal 700 al 1530 d.C.
Si ritiene che
la pietra per realizzare le sfere sia stata estratta da una cava posizionata
sulla catena montuosa di Talamanca, a più di 80 km di distanza dalla loro
posizione finale. Sfere incomplete non sono mai state trovate.

Nel 1940,
Samuel K. Lothrop ha studiato le sfere di granodiorite. Nelle sue conclusioni,
suggerì che le pietre erano state posizionate in allineamenti astronomicamente
significativi. Purtroppo, ad oggi non c’è modo di verificare se la teoria di
Lothrop è corretta.
Oltre alle
teorie scientifiche, sembra doveroso riportare anche i miti che si raccontano su
queste enigmatiche sfere rocciose. Alcune leggende locali affermano che gli
abitanti nativi erano in possesso di una tecnica in grado di ammorbidire la
roccia, consentendogli di plasmarla e modellarla a loro piacimento.
Una leggenda
simile si racconta anche sui costruttori di Sacsayhuamán e di Cuzco. La
leggenda afferma che gli antichi fossero in possesso di un particolare liquido
ottenuto dalle piante, capace di rendere la pietra morbida e facile da
modellare.
Nella
cosmologia Bribri, condivisa dalla cultura Cabecares e da altri gruppo
ancestrali americani, le sfere di pietra vengono indicate come le “palle di
cannone di Tara”. Tara, o Tlatchque, era venerato come dio del tuono, il quale
utilizzava un cannone gigante per sparare i suoi colpi verso Serkes, divinità
dei venti e degli uragani, al fine di scacciarlo via dai suoi possedimenti.
Altri ancora
ritengono che le sfere di roccia del Costa Rica siano i resti dell’antica
cultura atlantidea che una volta fioriva sul tutto il pianeta. Le rocce non
sarebbero state fabbricate dai nativi americani, ma semplicemente ricevute in
eredità e custodite a ricordo dell’Età dell’Oro.
Chiaramente,
come sempre avviene per queste “anomalie” archeologiche, si tratta di
ritrovamenti che mal si adattano alla visione tradizionale e lineare della
storia dell’umanità, come nel caso del Muro di Bimini, le Piramidi sommerse
del Giappone e le strutture megalitiche che ogni occupano angolo del nostro
pianeta.

Tratto da:
http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/12/27/lenigma-delle-sfere-precolombiane-del-costa-rica
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