Il
Paesaggio archeologico delle prime piantagioni di caffè nel sud-est di
Cuba è un'area protetta che si trova sull'isola di Cuba. Qui si sviluppò
la coltivazione della pianta del caffè, in una zona paesaggisticamente poco
adatta nei pressi della Sierra Maestra.
Nel
2000 il sito è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO in quanto luogo di notevole significato storico e sociale per
l'intera area caraibica dell'America centrale.
Durante il XVIII secolo i
coloni francesi intrapresero la coltivazione del caffè nell'isola di Santo
Domingo, ma le rivolte del 1790 e degli anni successivi, che si conclusero con
la creazione dello Stato indipendente di Haiti, provocarono la fuga di molti
proprietari terrieri, che trovarono rifugio nella vicina isola di Cuba, che in
quell'epoca dipendeva ancora dalla Corona spagnola. Questi coloni ottennero
alcune terre nel sudest dell'isola, ai piedi della Sierra Maestra, che
coltivarono a caffè, applicando i principi e le tecniche sviluppate ad Haiti.
Presto vennero raggiunti da altri coloni provenienti dall'Europa e dall'America,
nonché da creoli originari della regione caraibica.
I numerosi matrimoni e gli
intensi scambi culturali con la popolazione locale, di origine spagnola, furono
alla base di una robusta cultura multietnica.
A partire dalla fine del
XIX secolo le coltivazioni di caffè comparvero in altri paesi dell'America
Latina - principalmente Brasile, Colombia e Costa Rica - che introdussero nuovi
metodi di semina e di raccolta.
Le antiche piantagioni di
Cuba non riuscirono più a competere con un mercato mondiale in espansione e
poco a poco la loro attività cessò; solo in alcune di esse continuarono ad
utilizzare le tecniche tradizionali di coltivazione.
Il
sito dichiarato Patrimonio Mondiale si estende su una superficie di 81.475
ettari sugli scoscesi pendii della Sierra Maestra, su cui sorgono 171
piantagioni di caffè in diversi stadi di conservazione.
La
piantagione tradizionale presenta una serie di elementi comuni che la
caratterizzano. Al centro della tenuta si trova la casa colonica, circondata da
costruzioni molto più modeste destinate agli schiavi, sia quelli impiegati
nell'attività domestica che quelli addetti ai campi. Le case coloniche erano
strutture solide, costruite principalmente in legno su basamenti di pietra, con
tetti di legno e stanze decorate nello stile dell'epoca. Alcune erano dotate di
camini, mentre la maggioranza era protetta da un fossato. La cucina si trovava
all'esterno, vicino all'abitazione principale.
La
casa colonica dominava sempre il principale edificio industriale,
l'"essiccatoio" o terrazza in cui veniva seccato il caffè. Esisteva
anche un gruppo di costruzioni destinate alla produzione, tra i quali i mulini
per la separazione del chicco dal frutto e per la torrefazione. Nelle maggiori
piantagioni erano presenti anche una carpenteria, una fucina e a volte, come a
San Luis de Jacas, un forno.
Esiste
ancora una fitta e funzionale rete di sentieri, pavimentati nell'area di
pertinenza delle piantagioni e in condizioni leggermente peggiori fuori da esse,
affinché i sacchi con i chicchi di caffè potessero essere trasferiti a cavallo
a Santiago di Cuba, dove venivano ulteriormente trattati prima di essere
esportati.
I
sentieri collegavano tra di loro anche le piantagioni: furono realizzati molti
ponti in pietra per superare i torrenti, permettendo ai proprietari delle
tenute, uniti da una fitta rete di rapporti personali e commerciali, di rimanere
facilmente in contatto con i loro vicini. Un complesso sistema di canali e di
chiuse conduceva l'acqua dei fiumi e delle sorgenti alle piantagioni per
irrigarle.
A
causa della necessità di ombra, i campi seminati a caffè venivano realizzati
presso un bosco naturale o un'estensione di alberi da frutta. Una grande
concentrazione di questo genere di piante è uno degli indizi più sicuri della
presenza di una piantagione. Attorno ad essa venivano bonificati appezzamenti di
terreno da destinare a giardini e in gran parte alla coltivazione di prodotti
come il mais.
Sono
rimaste poche testimonianze delle case e delle capanne degli schiavi. Il suolo
di terra battuta e le buche indicano che doveva trattarsi di strutture poco
solide, fatte di legno e di rami, probabilmente coperte chi un tetto di
fogliame.
Le
antiche piantagioni di caffè, inserite in un paesaggio meraviglioso,
rappresentano la volontà dei coloni francesi di Cuba di riuscire a dominare la
natura.
Allo
stesso tempo, non possiamo dimenticare che queste piantagioni sono il frutto del
lavoro di migliaia di schiavi provenienti dall'Africa, che con il loro sudore
arricchirono i loro proprietari.