Quito
è situata nella sezione centrosettentrionale del paese, sulla catena andina, a
2.850 m, ai piedi del vulcano Pichincha (4.794 m) e il suo nome deriva dalla
tribù dei Quitus.
Sebbene
sorga in prossimità dell'equatore, Quito gode di un clima temperato, con
escursioni termiche annue poco accentuate, notti fresche e precipitazioni
abbondanti. Divisa in tre parti da due profondi burroni che scendono dal vulcano
Pichincha, presenta nel complesso un aspetto moderno, con magnifici parchi.
Di
origine pre-ispanica, fu un centro economico e politico di grande importanza al
centro-nord di quello che oggi è il territorio dell'Ecuador dove si sviluppò
la cultura quitus (da qui il suo nome). Con l'arrivo degli Inca la città
acquisì anche una importanza militare divenendo il secondo centro politico
dell'Impero Inca, distante oltre 2000 Km dalla capitale Cuzco, alla quale era
unita da una importante strada. Benché il suo territorio fosse stato annesso
all'impero nel 1430, gli Inca non dominarono la popolazione bensì ne
rispettarono la cultura, arricchendola e convertendo la città in un grande
centro urbano. Il penultimo sovrano Inca, Huayna Capac, passò a Quito
gli ultimi anni della sua vita e, secondo una versione contestata, in punto di
morte, suddivise il regno in due parti: il figlio Atahuallpa, il suo favorito,
si stabilì a Quito che divenne la capitale della parte dell'impero a lui
assegnata.
Con
l'arrivo degli spagnoli, il generale inca Rumiñahui preferì distruggere la
città lasciando solo cenere e nascondendo i tesori in modo che gli invasori
europei non trovassero nulla.
La
storia ispanica di Quito, però, comincia il 24 agosto del 1534 con la
fondazione di Santiago de Quito nelle vicinanze di Riobamba, città distrutta
dagli indigeni ostili alla conquista e rifondata, da Benalcazar, con il nome di
San Francisco de Quito, il 6 dicembre del 1534 dove attualmente sorge, alle
falde del vulcano Pichincha. Grazie all'arrivo di numerose comunità
religiose la città crebbe rapidamente e si sviluppò acquisendo grande
importanza culturale e religiosa.
Fu
Quito la prima città americana a organizzarsi in vista di una indipendenza
dalla corona spagnola, il 10 di agosto di 1809.
La
città mantenne la sua importanza essendo il nesso tra i "virreinati"
di Nueva Granada e il Perù.
Con
l'indipendenza dalla Spagna divenne uno dei tre centri politici della Gran
Colombia nel 1830 e posteriormente, con la dissoluzione di questa, fu
riconosciuta come capitale dell'Ecuador.
Proprio
per l'importanza di questi patrimoni architettonici, l'UNESCO ha dichiarato
Quito patrimonio dell'umanità nel 1978.
La città è circondata
dai vulcani Pichincha, Cotopaxi, Antizana e Cayambe. Al suo interno c’è una
fusione tra il moderno e l’eredità lasciata dal dominio coloniale e dai
meticci.
Eretta sopra le rovine
di un antico centro aborigeno degli Indios Shyris e fondata dagli Spagnoli il 6
dicembre del 1534, Quito, al suo interno, è divisa in tre zone molto differenti
tra di loro per architettura e particolarità culturali.
Al nord si trova la
parte moderna di Quito dove si trova la parte più commerciale; al centro c’è
la parte più antica di Quito legata alla presenza Coloniale in questo paese. In
particolare è proprio in questa zona che si celebrano festività, processioni e
eventi culturali.
Nella parte sud c’è
la zona più giovane con manifestazioni di nuove forme di cultura e interazione
sociale. Quito è attraversata da nord a sud da una colonna immaginaria “El
Trole”, (sistema di trasporto locale), che ha facilitato tutto il sistema di
comunicazione.
Quito
conta la più ricca e importante collezione di arte coloniale del Sud America,
In effetti la scuola d'arte quitegna fu la più importante della colonia e si
evidenzia per artisti indigeni e meticci di grande valore che hanno lasciato una
eredità senza paragoni nel nuovo continente.
Il
centro storico della città ospita 40 chiese e cappelle, 16 convitti e monasteri
con i suoi chiostri, 17 piazze, 12 sale capitolari, 12 musei e innumerevoli
cortili di straordinaria bellezza.
Fra
i monumenti più importati ci sono la chiesa della "Compañia de Jesús"
(la più importante opera barocca del Sud America), la chiesa e convitto di San
Francisco (1534-1650), San Agustin e il complesso di edifici affacciati sulla
Plaza Grande: la cattedrale, il palazzo arcivescovile, il palazzo di Carondelet
(attuale sede del governo).
Il
centro storico è di per sé un monumento che dimostra l'abilità e l'origine
meticcia da cui proviene la cultura ecuadoriana.
La città negli ultimi
anni è stata soggetta a una estensione urbanistica che ha permesso una notevole
crescita economica nell’industria nel commercio e nel turismo. Il cuore di
Quito è il centro storico dove si trovano palazzi, chiese, monasteri, quasi
tutti restaurati. Per assaporare le complesse geometrie del centro storico
bisogna salire sul Panecillo, bassa collina che sovrasta tutta la zona
coloniale, dominata dalla statua di una Madonna e offre un panorama stupendo su
tutta la città sottostante. Sotto, nelle strade colme di gente, sfilano le
bellezze barocche.
Su Plaza de la
Indipendencia, da tutti chiamata Plaza Grande, si affacciano la cattedrale dalle
cupole moresche rivestite con tegole verdi (XVII sec), il Palazzo del Governo
con lo studio del presidente della Repubblica e l’aereo porticato coloniale.
Nelle vicinanze Plaza
San Francisco, circondata da palazzi andalusi color senape, si eleva il convento
de San Francisco, il più antico del Sudamerica (1543); custodisce i capolavori
pittorici della Scuola di Quito, dove gli elementi dell’iconografia
tradizionale cattolica s’intrecciano con simboli delle culture indigene. La
vicina Capilla de Cantuña fu costruita dall’indio Cantuña con l’oro degli
Incas: la decorazione interna è costituita da statue e bassorilievi lignei
ricoperti del prezioso metallo. Proseguendo si incontra la chiesa della
Compagnia de Jesus. Capolavoro barocco ricoperto da 700kg di oro che coprono gli
altari di legno scolpito. Più avanti, nel convento dei Frati Domenicani di
Plaza de Santo Domingo si venera la Virgen del Rosario donata da Carlo V di
Spagna.
L’altro volto di Quito
è il centro moderno, fitto di grattacieli, avenidas dense di traffico e grandi
parchi. Questa zona offre interessanti musei della città e della nazione. Il
museo etnico Abya-yala è specializzato nella cultura india ed espone oggetti
vari e costumi delle popolazioni precolombiane; il museo del Banco Central de
Ecuador ricostruisce la storia delle popolazioni sudamericane dall’età della
pietra fino alle civiltà preincaiche, splendidi oggetti d’oro; il museo
Guayasamin ospita sezioni dedicate alle civiltà Indios e all’arte religiosa
coloniale; il museo D’arte Moderna raccoglie collezioni dal XVII secolo a
oggi. Altri musei interessanti sono Il museo de Ciencias, il museo Jijon y
Caamano e il Vivarium, piccola riserva di animali esotici. Non bisogna
dimenticare la Panamericana, ormai autostrada.
Tra le manifestazioni di
Quito possiamo menzionare la Semana Santa in prossimità di Pasqua con
processioni e festeggiamenti; la festa Nazionale della Battaglia di Pinchincha
(24 maggio); la festa del Mais (dal 24 giugno al 2 luglio), con sfilate e cortei
mascherati; La festa della Vergine di Gualupo (8 agosto); la festa nazionale
dell’Indipendenza (10 agosto); anniversario della fondazione di Quito (primi
di dicembre) con sfilate di carri mascherati e serate di musica sudamericana,
combattimenti di galli (ogni sabato e domenica) che permette di entrare in
contatto con l’ambiente locale.
Nel nord di Quito si
possono visitare le rovine di Cochasquì, un luogo archeologico dove sono
custodite delle costruzioni funerarie a forma di piramide che appartenevano ai
primi abitanti di Quito.