Città vecchia di Quito
Ecuador

patrimonio dell'umanità dal 1978

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Quito è situata nella sezione centrosettentrionale del paese, sulla catena andina, a 2.850 m, ai piedi del vulcano Pichincha (4.794 m) e il suo nome deriva dalla tribù dei Quitus.

Sebbene sorga in prossimità dell'equatore, Quito gode di un clima temperato, con escursioni termiche annue poco accentuate, notti fresche e precipitazioni abbondanti. Divisa in tre parti da due profondi burroni che scendono dal vulcano Pichincha, presenta nel complesso un aspetto moderno, con magnifici parchi.

Di origine pre-ispanica, fu un centro economico e politico di grande importanza al centro-nord di quello che oggi è il territorio dell'Ecuador dove si sviluppò la cultura quitus (da qui il suo nome). Con l'arrivo degli Inca la città acquisì anche una importanza militare divenendo il secondo centro politico dell'Impero Inca, distante oltre 2000 Km dalla capitale Cuzco, alla quale era unita da una importante strada. Benché il suo territorio fosse stato annesso all'impero nel 1430, gli Inca non dominarono la popolazione bensì ne rispettarono la cultura, arricchendola e convertendo la città in un grande centro urbano. Il penultimo sovrano Inca, Huayna Capac, passò a Quito gli ultimi anni della sua vita e, secondo una versione contestata, in punto di morte, suddivise il regno in due parti: il figlio Atahuallpa, il suo favorito, si stabilì a Quito che divenne la capitale della parte dell'impero a lui assegnata.

Con l'arrivo degli spagnoli, il generale inca Rumiñahui preferì distruggere la città lasciando solo cenere e nascondendo i tesori in modo che gli invasori europei non trovassero nulla.  

La storia ispanica di Quito, però, comincia il 24 agosto del 1534 con la fondazione di Santiago de Quito nelle vicinanze di Riobamba, città distrutta dagli indigeni ostili alla conquista e rifondata, da Benalcazar, con il nome di San Francisco de Quito, il 6 dicembre del 1534 dove attualmente sorge, alle falde del vulcano Pichincha. Grazie all'arrivo di numerose comunità religiose la città crebbe rapidamente e si sviluppò acquisendo grande importanza culturale e religiosa.

Fu Quito la prima città americana a organizzarsi in vista di una indipendenza dalla corona spagnola, il 10 di agosto di 1809.

La città mantenne la sua importanza essendo il nesso tra i "virreinati" di Nueva Granada e il Perù.

Con l'indipendenza dalla Spagna divenne uno dei tre centri politici della Gran Colombia nel 1830 e posteriormente, con la dissoluzione di questa, fu riconosciuta come capitale dell'Ecuador.

Proprio per l'importanza di questi patrimoni architettonici, l'UNESCO ha dichiarato Quito patrimonio dell'umanità nel 1978.

La città è circondata dai vulcani Pichincha, Cotopaxi, Antizana e Cayambe. Al suo interno c’è una fusione tra il moderno e l’eredità lasciata dal dominio coloniale e dai meticci.

Eretta sopra le rovine di un antico centro aborigeno degli Indios Shyris e fondata dagli Spagnoli il 6 dicembre del 1534, Quito, al suo interno, è divisa in tre zone molto differenti tra di loro per architettura e particolarità culturali.

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Al nord si trova la parte moderna di Quito dove si trova la parte più commerciale; al centro c’è la parte più antica di Quito legata alla presenza Coloniale in questo paese. In particolare è proprio in questa zona che si celebrano festività, processioni e eventi culturali. 

Nella parte sud c’è la zona più giovane con manifestazioni di nuove forme di cultura e interazione sociale. Quito è attraversata da nord a sud da una colonna immaginaria “El Trole”, (sistema di trasporto locale), che ha facilitato tutto il sistema di comunicazione.

Quito conta la più ricca e importante collezione di arte coloniale del Sud America, In effetti la scuola d'arte quitegna fu la più importante della colonia e si evidenzia per artisti indigeni e meticci di grande valore che hanno lasciato una eredità senza paragoni nel nuovo continente. 

Il centro storico della città ospita 40 chiese e cappelle, 16 convitti e monasteri con i suoi chiostri, 17 piazze, 12 sale capitolari, 12 musei e innumerevoli cortili di straordinaria bellezza.  

Fra i monumenti più importati ci sono la chiesa della "Compañia de Jesús" (la più importante opera barocca del Sud America), la chiesa e convitto di San Francisco (1534-1650), San Agustin e il complesso di edifici affacciati sulla Plaza Grande: la cattedrale, il palazzo arcivescovile, il palazzo di Carondelet (attuale sede del governo). 

Il centro storico è di per sé un monumento che dimostra l'abilità e l'origine meticcia da cui proviene la cultura ecuadoriana.

La città negli ultimi anni è stata soggetta a una estensione urbanistica che ha permesso una notevole crescita economica nell’industria nel commercio e nel turismo. Il cuore di Quito è il centro storico dove si trovano palazzi, chiese, monasteri, quasi tutti restaurati. Per assaporare le complesse geometrie del centro storico bisogna salire sul Panecillo, bassa collina che sovrasta tutta la zona coloniale, dominata dalla statua di una Madonna e offre un panorama stupendo su tutta la città sottostante. Sotto, nelle strade colme di gente, sfilano le bellezze barocche.

Su Plaza de la Indipendencia, da tutti chiamata Plaza Grande, si affacciano la cattedrale dalle cupole moresche rivestite con tegole verdi (XVII sec), il Palazzo del Governo con lo studio del presidente della Repubblica e l’aereo porticato coloniale.

Nelle vicinanze Plaza San Francisco, circondata da palazzi andalusi color senape, si eleva il convento de San Francisco, il più antico del Sudamerica (1543); custodisce i capolavori pittorici della Scuola di Quito, dove gli elementi dell’iconografia tradizionale cattolica s’intrecciano con simboli delle culture indigene. La vicina Capilla de Cantuña fu costruita dall’indio Cantuña con l’oro degli Incas: la decorazione interna è costituita da statue e bassorilievi lignei ricoperti del prezioso metallo. Proseguendo si incontra la chiesa della Compagnia de Jesus. Capolavoro barocco ricoperto da 700kg di oro che coprono gli altari di legno scolpito. Più avanti, nel convento dei Frati Domenicani di Plaza de Santo Domingo si venera la Virgen del Rosario donata da Carlo V di Spagna.

L’altro volto di Quito è il centro moderno, fitto di grattacieli, avenidas dense di traffico e grandi parchi. Questa zona offre interessanti musei della città e della nazione. Il museo etnico Abya-yala è specializzato nella cultura india ed espone oggetti vari e costumi delle popolazioni precolombiane; il museo del Banco Central de Ecuador ricostruisce la storia delle popolazioni sudamericane dall’età della pietra fino alle civiltà preincaiche, splendidi oggetti d’oro; il museo Guayasamin ospita sezioni dedicate alle civiltà Indios e all’arte religiosa coloniale; il museo D’arte Moderna raccoglie collezioni dal XVII secolo a oggi. Altri musei interessanti sono Il museo de Ciencias, il museo Jijon y Caamano e il Vivarium, piccola riserva di animali esotici. Non bisogna dimenticare la Panamericana, ormai autostrada.

Tra le manifestazioni di Quito possiamo menzionare la Semana Santa in prossimità di Pasqua con processioni e festeggiamenti; la festa Nazionale della Battaglia di Pinchincha (24 maggio); la festa del Mais (dal 24 giugno al 2 luglio), con sfilate e cortei mascherati; La festa della Vergine di Gualupo (8 agosto); la festa nazionale dell’Indipendenza (10 agosto); anniversario della fondazione di Quito (primi di dicembre) con sfilate di carri mascherati e serate di musica sudamericana, combattimenti di galli (ogni sabato e domenica) che permette di entrare in contatto con l’ambiente locale.

Nel nord di Quito si possono visitare le rovine di Cochasquì, un luogo archeologico dove sono custodite delle costruzioni funerarie a forma di piramide che appartenevano ai primi abitanti di Quito.