Il
palazzo di Sans-Souci fu la
residenza reale di Henri Christophe, l'autoproclamato sovrano della parte
settentrionale di Haiti agli inizi del XIX secolo. La costruzione del palazzo
iniziò nel 1810 e terminò nel 1813; esso è ubicato nella città di Milot, nel
Dipartimento del Nord.
Nei
pressi del palazzo si trova la Citadelle Laferrière, fatta costruire da
Christophe nello stesso periodo al fine di respingere un eventuale assalto da
parte delle truppe francesi (che all'epoca non avevano ancora riconosciuto
l'indipendenza di Haiti dal loro impero coloniale).
Colpito
da un ictus, il sovrano si suicidò nel palazzo l'8 ottobre 1820. Il suo corpo
venne sepolto in uno dei cortili interni della Citadelle Laferrière. Dieci
giorni dopo, il 18 ottobre, all'interno del palazzo venne colpito a morte per
mezzo di una baionetta anche il suo probabile successore, il figlio
Jacques-Victor Henry.
Nel
1842 un terremoto distrusse gran parte del palazzo e della vicina città di
Cap-Haïtien; il palazzo non fu mai ricostruito.
Le
rovine del palazzo di Sans-Souci sono state inserite nel 1982 nell'elenco dei
Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

La
Citadelle Laferrière è una grande fortezza situata sulla cima di
una collina nella parte settentrionale di Haiti, circa 25 chilometri a sud della
città di Cap-Haïtien. Si tratta della più grande fortezza di tutto l'emisfero
boreale e dal 1982 è inclusa nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità
dell'UNESCO.
La
massiccia struttura di pietra venne costruita da circa 20.000 lavoratori fra il
1805 e il 1820 nel quadro di un ampio sistema di fortificazioni progettate per
tenere la nazione (da poco indipendente) di Haiti al riparo dalle incursioni
francesi. La cittadella venne costruita alcuni chilometri all'interno della
costa e sulla cima del monte Bonnet a L’Eveque, alto poco meno di 1.000 metri,
al fine di avere un'ottima visuale di un'ampia zona di mare e di terra
circostante. Nei giorni in cui l'aria è più tersa è possibile persino
scorgere la costa dell'isola di Cuba, circa 140 chilometri più a ovest.
La
fortezza venne dotata di 365 cannoni di diverso calibro; ancor oggi alla base
dell'edificio si trovano enormi pile di palle da cannone, ammonticchiate in
forma piramidale. Da quando venne costruita, la fortezza dovette resistere a
numerose scosse di terremoto, ma non venne mai attaccata dalle forze francesi,
la ragione principale della sua costruzione.

La
fortezza venne commissionata nel 1805 dall'autoproclamato re della parte
settentrionale di Haiti, Henri Christophe. All'epoca, Christophe era un generale
dell'esercito haitiano nonché l'amministratore delle regioni settentrionali.
Nel 1806, insieme ad Alexandre Sabes Pétion, diede vita ad un colpo di stato
contro l'imperatore haitiano Jean-Jacques Dessalines. Dopo la morte di
quest'ultimo vi furono alcuni scontri di potere fra i due principali congiurati,
che finirono con la spartizione del territorio in due stati distinti, uno a nord
e uno a sud.
La
situazione politica altamente instabile portò Christophe alla decisione di
costruire al più presto una fortezza praticamente inespugnabile, il che si
tradusse in un'accelerazione dei lavori alla Citadelle Laferrière. Le
condizioni di lavoro particolarmente dure provocarono la morte di un gran numero
dei lavoratori coinvolti.
Nel
caso di un'invasione, la strategia elaborata da Christophe prevedeva di dare
alle fiamme tutti i territori agricoli e le scorte di cibo che si trovavano
lungo la costa, per poi ritirarsi all'interno della fortezza dopo aver preparato
alcune imboscate lungo l'unica via che conduceva alla cittadella, un sentiero
che si inerpicava lungo il fianco della collina.
Dopo
il suicidio di Christophe, avvenuto nel 1820 in seguito al grande malcontento
popolare da lui suscitato e all'ammutinamento delle sue stesse truppe, il corpo
del monarca venne sepolto nella calce e posto all'interno di uno dei cortili
della cittadella; quest'operazione venne effettuata da alcuni partigiani
rimastigli fedeli, in modo da evitare mutilazioni al cadavere che sarebbero
potute essere inferte da parte dei rivoltosi.

Le
dimensioni colossali della fortezza ne hanno fatto uno dei simboli di Haiti,
riprodotto su banconote e francobolli. L'edificio principale si eleva per oltre
40 metri al di sopra della cima della collina su cui sorge e l'intero complesso,
comprese le pile di palle da cannone, si estende su di una superficie di oltre
10.000 metri quadrati. Le imponenti fondamenta di pietra della fortezza vennero
saldate direttamente alla pietra che costituisce la collina, utilizzando come
collante una mistura che comprendeva calce, melassa e sangue di mucche e capre.
All'interno
della cinta muraria erano state costruite ampie cisterne in grado di stoccare
cibo e acqua sufficienti per sostenere 5.000 uomini per circa un anno.
Ovviamente era previsto anche un palazzo adibito a residenza per il re e la sua
famiglia, nel caso in cui essa fosse stata costretta a cercarvi rifugio. Oltre
alle strutture prettamente difensive, vi erano anche delle prigioni, stanze da
bagno e panetterie. La struttura della cittadella come è vista lungo il
sentiero che porta ad essa è stata paragonata alla prua di una grande nave di
pietra che sbuchi fuori dal fianco della collina.
La
struttura è ad angolo e assume diverse forme geometriche a seconda del punto di
osservazione dell'osservatore. Benché la maggior parte della struttura non
abbia un tetto vero e proprio (la parte sommitale dell'interno è spesso
costituita da un graticcio di camminamenti in pietra), alcune parti spioventi
sono ornate da brillanti tegole rosse. Dal momento della sua costruzione la
fortezza è stata riparata e restaurata varie volte, ma la sua struttura
originaria resta praticamente intatta.
