Centri storici di Città del Messico e Xochimilco
Messico

patrimonio dell'umanità dal 1987 

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Il Centro Storico o primo quadro di Città del Messico è la parte della città che diede origine alla nascita e allo sviluppo successivo della città. Nel 1987 è stato dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, assieme a Xochimilco.

La Città fu fondata dagli indigeni, Città di Messico-Tenochtitlán, nell'anno 1325, pochi anni prima del regno del primo imperatore azteco Tenoch, nei pressi del lago di Texcoco. 

Il centro storico nasce all'arrivo dei primi europei nelle terre americane. Era anche il centro dell'antica Tenochtitlàn, venne costruito in seguito alla distruzione da parte degli spagnoli dell'antica città, dovendo costruire la nova capitale della Nuova Spagna.

Molte sono le testimonianze dell’epoca coloniale ben evidenti nei tranquilli ed eleganti “barrios” meridionali di Coyoacan, San Angel, Tlalpan, pervasi, a lato di grandi “avenidas”, da un’atmosfera raccolta, inusuale in una grande metropoli. Dell’epoca pre-cortesiana sussistono solo pochi resti scampati alle devastazioni dei “conquistadores” che utilizzarono le pietre dei templi per innalzare chiese e palazzi, tra questi nelle vicinanze dello Zocalo, le rovine del recinto cerimoniale del Templo Mayor, luogo di sacralità primario e centro di potere dell’impero Azteco, mentre nella zona nord la plaza de Tres Culturas così chiamata per la contemporanea presenza di resti preispanici, architetture coloniali ed edifici moderni.

Il centro storico ribattezza la città con il nome de la città dei palazzi. Ricevette questo nome poiché in 668 isolati sorgono 1.500 edifici circa catalogati come palazzi con valore artistico o storico, tra costruzioni religiose, civili, assistenziali, ospedaliere, amministrative, educative e culturali che vanno dal XVI al XX secolo. 

Il centro storico continua a essere il cuore economico e politico del Messico, e visto che è considerato il centro storico di maggior rilievo di tutta l'America è ormai da trent'anni sotto controllo urbanistico.

Nella zona nord di Città del Messico, si trova: la Plaza de la tres Culturas, sulla quale si affacciano un tempio atzeco, una chiesa seicentesca e una serie di palazzi moderni. La plaza rappresenta dunque le culture che sono alla base della società messicana. Sempre a Nord della città troviamo la Nueva e l'Antigua Basilica de Nuestra Señora de Guadalupe, testimonianza della grande devozione religiosa dei messicani. Secondo la leggenda, infatti, qui è apparsa la Madonna di Guadalupe, protettrice di tutta l'America Latina. Ancora da visitare a Città del Messico c'è il Lagheto di Xochimilco dove si trovano "Las trajineras" simile alle gondole di Venezia dove si può fare il pranzo guardando la bella natura, e il centro Storico di Coyoacan dove si puo comprare molti artigianati messicana.  

Le rovine del Templo Mayor a Città del Messico sono oggi l'unica testimonianza rimastaci sulla preesistente  capitale degli Aztechi-Méxica, Tenochtitlán. 

Nel 1337 cominciò la costruzione del tempio, che nel corso del tempo venne più volte ampliato e ricostruito. La piramide si sviluppava per 60 metri in altezza e aveva la funzione di supporto a due templi, posizionati in cima, dedicati agli dei Huitzilopochtli e Tlaloc, considerati dagli Aztechi di eguale potenza.

La sua costruzione terminò nel 1487, come riportato nella lapide commemorativa che un tempo ne ornava i muri.

Il tempio di Huitzilopochtli, dio della guerra e del sole, era posizionato a sinistra (sud) e dipinto di rosso. Il mito vuole che gli uomini morti in battaglia e le donne morte durante il parto fossero destinati a servire Huitzilopochtli nel suo tempio, poiché solo coloro che avevano sofferto a tal punto sarebbero stati degni di vederlo. In seguito, sarebbero tornati a vivere sotto forma di farfalle o colibrì. Proprio dal termine nahuatl huitzil (colibrì) deriva infatti il nome di questa divinità.

Il tempio di Tlaloc, dio della pioggia e della fertilità, si trovava sulla destra (nord) ed era dipinto di blu. Tlaloc era molto temuto dagli Aztechi perché ritenuto responsabile delle inondazioni delle città e degli annegamenti. Prima dei sacrifici in suo onore, venivano raccolte in un recipiente e offerte al dio le lacrime delle vittime sacrificali. Fu quasi completamente distrutto nel 1521 nel corso dell'invasione della città dei conquistadores guidati da Hernán Cortés.

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La piramide del Templo Mayor simboleggia la visione cosmogonica degli Aztechi: il tempio si trova al centro della Terra, divisa in quattro parti orientate verso i punti cardinali; al di sopra del tempio si innalzano i tredici cieli del Mondo della Dualità, l'Omeyocan, mentre al di sotto della piramide si celano i nove livelli dell'Inframondo, il Mictlán.

Fu la dea Coyolxauhqui a far scoprire agli archeologi moderni le fondamenta del Templo Mayor rimaste sepolte per quasi cinquecento anni: nel 1978, durante i lavori per la costruzione della metropolitana di Città del Messico venne trovata alle spalle della Cattedrale una pesante lastra che raffigurava la dea della Luna fatta a pezzi. 

Le ricerche degli studiosi si concentrarono in quell'area e gli scavi condotti da Eduardo Matos Moctezuma hanno portato alla luce quasi ottanta edifici del recinto cerimoniale tra i cui i vari strati della piramide principale, piattaforme templari, sculture di aquile, giaguari, serpenti e teschi, un sacrario dedicato ai guerrieri, una scultura di Chaac Mool, un muro dei crani (una specie di rastrelliera dove gli Aztechi esponevano i teschi delle vittime sacrificate), e più di settemila oggetti tra ceramiche, gioielli e sculture: gran parte di tali oggetti si trovano ora al Museo Nazionale di Archeologia di Città del Messico.

Il Distretto Federale è sede di importanti festività di livello nazionale, che vanno dalla celebrazione secolare della Giornata dell'Indipendenza nella Piazza della Costituzione fino alla rappresentazione religiosa della Passione di Gesù a Iztapalapa e alle celebrazioni del Giorno dei Morti nella Delegazione Tláhuac o i pellegrinaggi alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe. Tutti questi fatti attraggono centinaia di migliaia di persone da tutto il paese e anche dall'estero. Alcune zone della Città hanno il calendario letteralmente "saturato" di festività popolari, questo è il caso di Milpa Alta dove si registrano più di settecento feste annuali. Accanto alle tradizionali feste nate nel Distretto Federale, l'immigrazione ha contribuito all'integrazione nella cultura della capitale di nuovi eventi come la Guelaguetza, che venne introdotta dai migranti oaxaqueños; o anche la celebrazione dell'Anno Cinese. Verso la fine del XX secolo la globalizzazione ha permesso la proliferazione nella capitale di festività straniere che si sono mescolate con alcune festività precedenti. Così per esempio, è possibile osservare l'iconografia tipica di Halloween posta sugli altari dei morti.

Anche se il Distretto Federale non si distingue particolarmente per la sua produzione di arte popolare, è possibile incontrare una grande varietà di artigianato, proveniente da tutto il paese, nei vari mercati e lungo alcune vie, a questi recentemente si sono aggiunti altri prodotti proveniente dall'Asia e da paesi come il Guatemala e l'Ecuador; della produzione locale si deve ricordare la produzione tessile di San Miguel Topilejo (Tlalpan).

Città del Messico conta con un grande numero di leggende tramandate oralmente, che vanno da antichi miti come quello de La Llorona, che dovrebbe essere relazionato con la Cihuacoatl mexica; fino ad arrivare alla leggenda, molto diffusa negli ospedali della capitale, de La Planchada che racconta di un'infermiera spettrale che guarirebbe miracolosamente i morti e i malati terminali.

Di antichità millenaria, il patrimonio culturale di Città del Messico possiede mostre significative delle culture che si sono succedute nel tempo nel suo territorio. I siti archeologici nel Distretto Federale sono innumerevoli, e molti di questi sono praticamente sconosciuti. Tra i più importanti si deve segnalare a Cuicuilco, che possiede la costruzione più antica della zona, e il Templo Mayor. Nell'ultimo secolo si sono ritrovati reperti magnifici, come la statua di Coatlicue o la Pietra del Sole, due icone rappresentative dell'arte mexica precolombiana. Anche se con la conquista la produzione letteraria dei popoli nativi si interruppe, qualcosa di questa è sopravvissuta fino ai nostri giorni attraverso le cronache coloniali di autori come Ángel María Garibay K. e Miguel León-Portilla.

Anche se la colonizzazione spagnola significò la fine del modo di vita dei popoli mesoamericani, questo implicò anche l'inizio della formazione della cultura messicana dei giorni nostri. In quel periodo ebbe luogo un processo di "mescolanza" che si può notare sin dalla lingua fino alle espressioni artistiche; soprattutto nel XVI secolo l'architettura della città e dei paesi circostanti (soprattutto Xochimilco) iniziò a mescolare elementi indigeni ed europei. Il Centro Storico di Città del Messico si riempì ben presto di grandi costruzioni, a tal punto da arrivare ad avere 436 edifici storici racchiusi in 9 km², molti di questi edifici sono di origine coloniale. La Cattedrale è stata costruita nel 1583 e successivamente ampliata. In altre zone del Distretto Federale furono costruiti edifici religiosi molto importanti come: il convento de La Asunción a Milpa Alta, la Cattedrale di Xochimilco o L'Antica Basilica di Guadalupe, e anche molti edifici pubblici come il Castello di Chapultepec o l'Ayuntamiento di Coyoacán. Nella letteratura, figure come Sor Juana Inés de la Cruz e Carlos de Sigüenza y Góngora diedero lustro alla lingua spagnola.

Il XIX secolo fu un'epoca di costanti conflitti nazionali. Per questo nella prima metà del secolo, nella città non si costruirono grandi opere architettoniche. In contrasto il governo porfirista si impegnò a modernizzare la città, e per questo adottò la moda architettonica francese, ne sono esempi il Palacio de Bellas Artes, il palazzo postale e le colonie delle classi medie che si svilupparono in quel tempo, come la Colonia Roma e Santa María la Ribera.

 Nel XIX secolo l'Accademia di San Carlo formò molti degli architetti e pittori messicani più rappresentativi dell'epoca, tra questi si deve segnalare l'opera pittorica del mexiquense José María Velasco, produttore di un'ampia collezione di stampe di paesaggi del Distretto Federale. Nella letteratura spiccano il romanzo El Periquillo Sarniento, di Lizardi, l'opera degli scrittori liberali della Guerra di Riforma e poeti modernisti del porfiriato come Manuel Gutiérrez Nájera.

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Dopo che la rivoluzione si installò al potere, i governi successivi durante la prima metà del XX secolo si diedero al compito di fomentare la cultura come un meccanismo di legittimazione. Opere architettoniche come l'Edificio El Moro, Torre Anahuac, Torre Latinoamericana, Edificio Miguel E Abed, Torre Insignia e la Torre di Tlatelolco pretendevano di dare l'immagine di una città moderna. Si costruirono opere pubbliche come la Città Universitaria e si canalizzarono i fiumiche passavano nella zona centrale del Distretto Federale. Ma ciò che fu veramente impressionante fu lo sviluppo del Muralismo Messicano con chiara vocazione Socialista, tra i principali esponenti spiccano Rivera, Siqueiros e Orozco. Il muralismo proponeva lo sviluppo di un'arte che servisse per istruire a le classi lavoratrici. Anche se non parteciparono al movimento muralista, si devono ricordare le opere della coyoacanense Frida Kahlo, compagna di Rivera, che raggiunse la fama mondiale specialmente negli anni novanta e anche l'opera della catalana Remedios Varo, esiliata spagnola che produsse gran parte delle sue opere in Messico.

Durante la seconda metà del XX secolo e gli inizi del XXI, numerosi progetti hanno rinnovato l'architettura della capitale. Tra questi si deve segnalare la costruzione del Mueso di Antropologia, uno dei più importanti musei antropologici del mondo, per la sua vastissima collezione di reperti delle culture mesoamericane precolombiane. Altri importanti progetti architettonici sono stati: la costruzione della Ciudad Santa Fe, la Torre Pemex, la Torre Prisma, la Torre del Caballito, la Torre WTC, la Torre HSBC, la Torre Libertad, la Torre Mayor e la Plaza Juárez, opere destinate a ospitare le sedi di importanti società economiche e di uffici governativi. 

Nella scultura e nella pittura, a partire dal 1970 avvenne una rottura con le tendenze nazionaliste e con il compromesso politico del muralismo messicano, questione nella quale ebbe molto a che vedere la critica che José Luis Cuevas scrisse nel suo testo La cortina de nopal. Dalla loro parte, gli scrittori hanno cercato di avvicinarsi il più possibile alla vita quotidiana, ai problemi urbani trasformando la capitale nello scenario di una gran varietà di racconti. Tra gli esempi più rappresentativi si deve segnalare La Onda, le cronache di Monsiváis o le poesie di Efraín Huerta.

Xochimilco è una delle sedici delegazioni che dividono il Distretto Federale Messicano. Si trova nella zona sud della capitale del Messico. Confina a nord con le delegazioni: Coyoacan, e Iztapalapa; ad est con la Delegazione Tláhuac; a ovest con la Delegazione Tlalpan e a sudest con la Delegazione Milpa Alta. Ha una superficie di 122 km quadrati, che ne fanno la terza più grande delegazione di Città del Messico. Contiene anche uno dei più strabilianti mercati dei fiori. E a pochi passi un parco turistico lacustre di grandissimo fascino percorribile attraverso i suoi canali.

Le origini di Xochimilco risalgono all'epoca precolombiana. Dal periodo preclassico mesoamericano le sue rive ed isole furono abitate da diversi popoli di origine sconosciuta. All'inizio del periodo posclassico mesoamericano Xochimilco era un importante altepetl che fu sottomesso dai mexica nel XV secolo. Durante la colonizzazione spagnola ed i primi anni del Messico indipendente, il territorio di Xochimilco si trasforma in fornitore di alimenti per Città del Messico.

La delegazione ha grandi contrasti. Nel suo territorio si incontrano 14 villaggi originari: San Andrés Ahuayucan, San Francisco Tlalnepantla, San Gregorio Atlapulco, San Lorenzo Atemoaya, San Lucas Xochimanca, San Luis Tlaxialtemalco, San Mateo Xalpa, Santa Cecilia Tepetlapa, Santa Cruz Acalpixca, Santa Cruz Xochitepec, Santa María Nativitas, Santa María Tepepan, Santiago Tepalcatlalpan e Santiago Tulyehualco, che conservano molti segni della propria cultura tradizionale ed eredità indigena.

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La zona Nord di Xochimilco è pienamente integrata nella zona metropolitana di Città del Messico, dove vi sono zone industriali e di servizi che rappresentano una parte importante della vita economica della delegazione, mentre, le montagne del sud e la zona lacustre del centro formano parte di un'importante riserva naturale del Distretto Federale. 

Xochimilco ha importanza per l'esistenza delle chinampa. Sono la testimonianza di un'antica tecnica agricola mesoamericana che fu sviluppata e condivisa da diversi villaggi del Valle del Messico. Dopo il disseccamento dei laghi del Valle del Messico, solo Xochimilco e Tláhuac conservano questa tecnica agricola. Per questo, è una delle destinazioni turistiche principali di Città del Messico che attira tanto turisti messicani quanto stranieri. Con l'intenzione di contribuire alla conservazione dell'ambiente lacustre, la Unesco proclamò le chinampa di Xochimilco patrimonio dell'umanità nel 1987.