Città Preispanica di Teotihuacán
Messico

patrimonio dell'umanità dal 1987 

Video Video 2 - Video 3

Le imponenti vestigia di Teotihuacàn si estendono su una superficie di 36 chilometri quadrati, di cui il 10 per cento costituisce il centro rituale, mentre il resto è occupato dai quartieri residenziali, nei quali vivevano oltre 100 000 persone. Distante solo 48 chilometri da Città del Messico, non si può dire che sia mai stata una città dimenticata, anche se poco si conosce della sua storia. 

I conquistatori europei che nel XVI secolo sottomisero l'Impero Azteco e la sua capitale, Tenochtitlan, appresero dell'esistenza di una città antica e misteriosa, che le popolazioni indigene chiamavano nella loro lingua Teotihuacàn, che significa "la città dove gli déi venivano eletti". 

Già all'inizio dell'epoca coloniale alcuni viaggiatori spagnoli si recarono sul luogo dove sorgevano le rovine del centro urbano, probabilmente abbandonato molti secoli prima. Gli Aztechi stessi consideravano Teotihuacàn un luogo mitico, legato all'esistenza di culti ancestrali: frate Bernardino di Shagùn, nelle sue cronache, narra che, secondo la tradizione dei popoli dell'Altopiano del Messico, a Teotihuacàn era iniziata la Quinta Era, quella in cui essi vivevano, e che molte genti si recavano alle piramidi costruite in onore del Sole e della Luna per compiere cerimonie e sacrifici. 

In seguito altri cronisti si recarono sul luogo, attratti dall'alone di mistero e di sacralità che impregnava le rovine dell'antica città. La prima campagna di scavo risale addirittura al 1617 e fu intrapresa dallo studioso messicano Carlos Siguenza y Gongora. Nel 1865, don Antonio Garcia Cubas effettuò il primo rilevamento topografico dell'area urbana di Teotihuacàn; alla fine del secolo, l'archeologo Edward Seler si dedicò allo studio approfondito delle espressioni artistiche e architettoniche, nonché dell'iconografia religiosa presente nelle pitture murali Teotihuacáne. 

Una serie di campagne di scavo sistematiche, iniziate nel 1917 e ancora oggi in corso, hanno rivelato la vastità e la ricchezza architettonica del centro urbano di Teotihuacàn e la sua stratigrafia, senza tuttavia svelarne i misteri fondamentali: l'identità dei suoi costruttori resta sconosciuta, nessuno sa in onore di quali déi costruirono le grandi piramidi e come riuscirono a trasformare il piccolo centro cerimoniale originario in una sorta di "metropoli" che dominò per molti secoli l'Altopiano del Messico influenzando culturalmente il resto della Mesoamerica. 

La storia di Teotihuacàn ebbe inizio nel Periodo Preclassico: gli strati archeologici più antichi, risalenti al 150 a.C., testimoniano l'esistenza di un centro cerimoniale primitivo e di un villaggio a carattere rurale sorto in una posizione geografica estremamente favorevole. La vallata, circondata da catene montuose ed estese pianure, è ricca di terreni fertili, aree lacustri, di abbondante selvaggina, di fonti e corsi d'acqua. Sotto il tempio principale di Teotihuacàn, il Tempio del Sole, è stata riscontrata la presenza di una sorgente sotterranea, che diede origine in epoche remote a un culto legato all'acqua e alle grotte, la cui frequentazione continuò durante i secoli successivi. Intorno al 100 a.C. una spaventosa eruzione vulcanica distrusse il villaggio di Cuicuilco, e si suppone che i superstiti della catastrofe si siano rifugiati a Teotihuacàn, lontana solo alcune centinaia di chilometri. 

Questo nuovo apporto etnico e culturale diede notevole impulso  al piccolo centro agricolo, che si trasformò gradatamente sino ad assumere una vera e propria struttura urbana; a partire dal 100 a. C, vennero probabilmente eretti i più antichi edifici a carattere monumentale e Teotihuacàn iniziò ad assumere un ruolo di notevole importanza nell’Altopiano del Messico e nei territori limitrofi. Chi oggi si rechi sul sito archeologico, posto a circa 50 chilometri da Città del Messico, rimane colpito dalla vastità e dall’imponenza dell’area urbana, che lo conferiscono totalmente il titolo di “città degli dèi”.    

ORIGINI E FONDAZIONE - I primi anni della storia di Teotihuacán sono avvolti nel mistero, e l'origine dei suoi fondatori è tuttora oggetto di discussione. Per molti anni gli archeologi hanno creduto che fosse stata costruita dal popolo dei Toltechi, una delle più antiche civiltà messicane. Questa teoria si basava sul ritrovamento di alcuni scritti di origine azteca che attribuivano l'origine del sito appunto ai Toltechi. 

Tuttavia, il termine Nahuatl "Toltec" significa "grande maestro artigiano" e potrebbe non essere sempre stato usato solo per fare riferimento alla civiltà tolteca. Inoltre Teotihuacán risale ad un'epoca precedente a quella della civiltà Tolteca, escludendola quindi dal novero dei possibili fondatori. Alcuni studiosi candidano come fondatori di Teotihuacán il popolo dei Totonac, ma il dibattito è comunque ancora aperto. 

Esistono prove del fatto che almeno alcuni degli abitanti di Teotihuacán venissero da zone diverse dell'area di influenza Teotihuacána, e si riscontra la presenza di etnie Zapotec, Mixtec e Maya. 

La cultura e l'architettura di Teotihuacán furono influenzate da quelle della civiltà Olmec, che è considerata la "civiltà madre" delle varie culture centroamericane.

L'edificazione di Teotihuacán, che secondo la leggenda sorge nel luogo dove gli dei si riunirono per per progettare la creazione dell'uomo, iniziò verso il 300 a.C., mentre la Piramide del Sole fu costruita circa nel 150 a.C..  

La città raggiunse il culmine del suo splendore nel periodo compreso tra il 150 e il 450, quando fu il centro principale di un'importante cultura che dominò l'America Centrale, esercitando un potere ed un'influenza paragonabili a quelli dell'antica Roma. Nel momento di massimo sviluppo aveva un'ampiezza di più di 30 km², e probabilmente ospitava una popolazione di oltre 150.000 persone, arrivando forse anche a 200.000. I vari quartieri cittadini ospitavano persone provenienti da tutto l'impero Teotihuacáno.  

È interessante notare come in città siano del tutto assenti fortificazioni o costruzioni ad uso militare: la sua influenza veniva infatti maggiormente esercitata per mezzo dei commerci e della religione piuttosto che delle conquiste militari.  

Lo stile architettonico di Teotihuacán fornì un grande contributo alla cultura centroamericana in generale. Ad esempio qui hanno avuto origine le piramidi a gradini, che furono assolutamente fondamentali nell'architettura Azteca e Maya. Lo stile con cui è stata costruita è chiamato "talud-tablero", vale a dire che un pannello rettangolare (tablero) viene sistemato sopra ad un piano inclinato (talud).  

PiramideLuna2.jpg (298102 byte) PiramideSole2.jpg (319276 byte) VialeMorti2.jpg (422549 byte) Sculture.jpg (418644 byte)

La città era un importante centro manifatturiero ed ospitava numerosi vasai, gioiellieri ed artigiani. Teotihuacán e i suoi dintorni erano inoltre ricchi di cave di ossidiana, e c'era un intenso commercio di questo minerale, e di manufatti con esso realizzati, con le altre regioni del centroamerica.

Sfortunatamente non si conoscono testi scritti nell'antica lingua di Teotihuacán (e non si sa neppure se siano in effetti mai esistiti), ma si trovano occasionali riferimenti alla città sulle iscrizioni dei monumenti Maya che ci mostrano come la nobiltà di Teotihuacán si sia spostata fino alle zone dell'odierno Honduras, ed abbia contratto matrimoni unendosi con le famiglie dei sovrani locali.

Tutto ciò che comunque possiamo desumere della cultura di Teotihuacán, viene tratto dai bassorilievi che decorano le vestigia di questa e altre antiche città, più alcuni altri, come gli affreschi Wagner, che si trovano in collezioni private.  

Nei tempi passati si credeva che, in un qualche momento nel corso del VII o VIII secolo, la città fosse stata saccheggiata e bruciata da un popolo invasore, probabilmente i Toltechi. Prove archeologiche più recenti sembrano invece indicare che gli incendi furono circoscritti agli edifici e alle residenze riservate alla nobiltà: i bassifondi e i quartieri più poveri risultano, al contrario, essere rimasti quasi intatti. 

Molti ora sostengono, quindi, che questa è la prova che l'incendio fu provocato da da una sommossa interna, e che la teoria dell'invasione era stata erroneamente proposta a causa del fatto che i primi studi archeologici erano stati eseguiti concentrandosi esclusivamente su templi e palazzi, tutti luoghi usati dalle elite dell'epoca: dato che tutte queste rovine presentavano tracce di incendio, gli archeologi avevano concluso che l'intera città fosse andata a fuoco. Ora, invece, si sa che l'opera di distruzione in città si concentrò sulle principali strutture cittadine, localizzate lungo il Viale dei Morti, simbolo del potere: alcune statue, in particolare, sembrano essere state metodicamente distrutte, e i loro frammenti volontariamente dispersi. Anche il fatto che il numero degli abitanti avesse cominciato a calare durante il 4° secolo e 5° secolo è un indizio a sostegno dell'ipotesi di tensioni interne.  

Il declino di Teotihuacán è stato anche messo in relazione con la siccità causata dai cambiamenti climatici avvenuti negli anni 535 - 536. Questa teoria si basa sull'analisi dei resti umani trovati negli scavi, che mostra un aumento degli scheletri di persone ancora in giovane età con segni di denutrizione nel corso del 6° secolo. Questa tesi non contrasta con nessuna delle teorie sopra esposte, dal momento che sia un aumento delle situazioni di conflitto esterno che una guerra civile possono comunque avere l'effetto di condurre ad un periodo di carenza d'acqua e di carestia.

Gli altri centri vicini, come Cholula, Xochicalco e Cacaxtla, tentarono presto di riempire il vuoto di potere creato dal declino di Teotihuacán. Potrebbero anche aver creato un'alleanza contro Teotihuacán per ridurne il potere e l'influenza. Lo stile artistico e architettonico rinvenuto in questi siti mostra il tentativo di imitare quello Teotihuacán, ma anche una più eclettica fusione di motivi stilistici ed iconografici provenienti da altre parti del Centroamerica, specialmente dalle regioni Maya.  

La religione praticata a Teotihuacán era simile a quelle di altre civiltà centroamericane. Si adoravano molti dei comuni come il Serpente Piumato e il Dio della pioggia. Teotihuacán era un importante centro religioso, e probabilmente la classe sacerdotale esercitava largamente anche il potere politico. Come succedeva in altre culture della regione, a Teotihuacán si praticavano sacrifici umani: durante gli scavi delle piramidi sono stati trovati i resti sia di uomini che di animali offerti in sacrificio agli dei. Si pensa che, quando gli edifici venivano costruiti ex-novo oppure ampliati, si facessero dei sacrifici per consacrarli.  

La popolazione era probabilmente suddivisa tra il ceto agricolo, dedito alla coltivazione dei fertili territori circostanti la città, da una classe artigiana, la cui produzione è testimoniata dalla notevole quantità di manufatti realizzati con grande maestria, e dai commercianti, che avevano il compito da esportare nelle religioni limitrofe e in quelle più lontane i prodotti della cultura Teotihuacána. La raffinatezza delle pitture parietali e degli stucchi che ricoprivano in origine tutti gli edifici della città, la produzione ceramica, le maschere e i monili di giada, serpentino e alabastro ritrovate nei corredi funerari, illustrano chiaramente la magnificenza e lo sfarzo della civiltà Teotihuacána.

Si suppone che, a differenza del mondo maya, dove il potere assoluto era concentrato nelle mani dei monarchi, i quali lo trasmettevano ai loro successori secondo un rigido principio gerarchico, il prestigio e la ricchezza della città dell’altopiano siano stati creati e favoriti da un tipo di governo del tutto diverso. Gli studiosi sono portati a ritenere che, nel corso dei secoli, si sia formata una casta dirigente composta da membri del clero, dell’esercito, da burocrati e dai rappresentanti della forte classe mercantile. È addirittura probabile che questi personaggi preposti al governo della città, in un preciso momento, abbiano cominciato assolvere compiti diversi e che ogni membro della casta regnante rivestisse il ruolo di sacerdote, mercante e capo militare.  

LA FORMA DELLA CITTA' - L’aspetto con cui oggi appare Teotihuacán è quello assunto dalla città tra il 200 e il 650 d.C., i secoli dell’apogeo durante i quali essa raggiunse un’estensione di 20 chilometri quadrati e una popolazione di circa 125.000 abitanti. Chi si aggira presso le impressionanti strutture architettoniche di pietra e sale lungo i terrazzamenti delle piattaforme piramidali che un tempo sostenevano edifici templari, si rende facilmente conto di come Teotihuacán sia stata pianificata per soddisfare ogni tipo di esigenza abitativa della casta regnante, ma anche del popolo e di come sia stato organizzato il tessuto urbano, nel quale, alle strutture a carattere religioso, si affiancavano quelle civili e di rappresentanza.

L’edificio più imponente di Teotihuacán è la Piramide del Sole, costruita a quattro livelli sovrapposti su una base di circa 225 metri per lato e alta in origine 75 metri, compreso il tempio sulla sommità, ora scomparso. La facciata principale della Piramide è orientata verso il punto esatto in cui tramonta il sole nel giorno del solstizio d’estate e ciò conferma l’ipotesi che a Teotihuacán il culto del Sole avesse particolare importanza, anche se si ignora a quale divinità fosse consacrato il tempio che coronava la cima. La Piramide era interamente coperta di stucco dipinto di rosso e quando il colore si accendeva nella luce fiammante del tramonto il suo aspetto doveva essere insieme grandioso e terribile.

Nel 1971 vennero scoperti alla base della Piramide del Sole un pozzo profondo sette metri ed una galleria sotterranea che termina in una grotta naturale, ubicata esattamente al centro dell’edificio. Nella caverna vennero trovati specchietti di ardesia per uso rituale e frammenti di ceramica del primo periodo di Teotihuacán: la grotta sacra è certamente antecedente alla costruzione della Piramide, ma la sua funzione in relazione al culto del Sole o di altre divinità rimane oscura.

La Piramide della Luna, posta all’estremo nord del Viale dei Morti, è di dimensioni inferiori alla Piramide del Sole, ma, essendo costruita su un terreno più elevato, la cima risulta perfettamente allineata a quella della piramide più grande. Dalla sommità si ha una visione incomparabile sull’immenso viale, sulle piazze, sulle piattaforme scandite dalla geometria delle scalinate e sui palazzi del centro cerimoniale, pianificato con un rigoroso disegno matematico e orientato secondo il cammino del sole dall’aurora allo zenit e fino al tramonto.

Al tempo del massimo splendore di Teotihuacán tutti gli edifici, apparentemente così spogli e rigidi, erano dipinti con colori esuberanti, di rosso, azzurro, verde e giallo, e bisogna immaginare che tra queste architetture che oggi sembrano astratte si muoveva una folla di persone abbigliate con vesti e ornamenti preziosi.

La Piramide della Luna si sviluppa su cinque livelli, costruita secondo la tecnica chiamata talud-tablero che consiste nell’alternare pareti inclinate con pareti ripide incorniciate da lastre di pietra, una forma architettonica usata per la prima volta a Teotihuacán intorno al III sec. d.C. e che verrà adottata nei secoli seguenti da molte civiltà mesoamericane per quasi tutte le strutture piramidali.

Il rettilineo Viale dei Morti - lungo più di 2 chilometri e largo circa 45 metri - include due grandi piazze cerimoniali con piattaforme e altari, una davanti alla Piramide del Sole e l’altra davanti alla Piramide della Luna. Lungo tutto il tracciato si trovano numerosi templi e palazzi residenziali riservati alla casta sacerdotale e ai nobili.

All’estremo lato sud del Viale dei Morti venne costruita la cosiddetta Cittadella. Essa si presenta come una larga piazza di 400 metri di lato a est dell'Avenida de los Muertos, circondata da quattro piattaforme sormontate da piramidi nei settori nord, ovest e sud. Il lato est è occupato da altre tre piramidi, lungo il limite della piazza, e da un'altra enorme struttura spostata verso il centro. 

Uno degli edifici meglio conservati è il Palazzo di Quetzalpapálotl, probabile residenza dei sommi sacerdoti. Fu costruita intorno al 200 d.C. sovrapponendosi a un edificio già esistente, di cui rimangono alcuni lacerti di pavimentazioni e di mura nei settori circostanti. Lunga 65 metri per lato, oggi è alta solo 19,4 metri ed è piuttosto difficile sapere esattamente di quante piattaforme fosse costituita, le ultime ricerche ne propongono 6 o 7. Tutti i quattro lati della struttura templare erano coperti da blocchi di pietra lavorati e decorati da elaborate sculture. 

Il patio interno è protetto da mura merlate sulle quali sono incisi i simboli degli anni, mentre sui pilastri della galleria sono stati scolpiti degli animali stilizzati tra cui spicca il Quetzalpapálotl, un mitico uccello-farfalla dalle piume color smeraldo. Tutte le figure erano dipinte e ornate da dischetti di ossidiana, la preziosa pietra vulcanica vetrificata di cui Teotihuacán possedeva il monopolio del commercio. 

Vicini al Quetzalpapálotl si trovano il Palazzo dei Giaguari e l’edificio dei Caracoles emplumados, le Chiocciole piumate: entrambi gli ambienti erano decorati con ricchi stucchi e affreschi di cui sono rimaste alcune tracce che mostrano serpenti, giaguari e animali mitologici.

Oggi rimane quasi perfettamente conservata solo la facciata principale che fu coperta da un'altra struttura costruita successivamente, intorno al IV secolo, detta Piattaforma Adosada. 

Lo scavo di questo edificio ha portato in luce frammenti architettonici di stile iconografico simile a quello delle sculture del tempio della piramide del serpente piumato. Altri materiali rinvenuti nello stesso contesto riportano tracce di un'esposizione a elevate temperature facendo supporre che il complesso sacro fu oggetto di un incendio. 

I resti della struttura, poiché sacri, non furono distrutti ma sepolti con la costruzione dell'Adosada. I motivi iconografici, scolpiti all'interno di cornici rettangolari sui muri che costituiscono le piattaforme, rappresentano principalmente serpenti il cui corpo piumato e terminante con un sonaglio ondeggia sul fondo della pietra. La testa con la bocca spalancata è scolpita a tutto tondo sia sulle pareti sia sui parapetti delle scalinate. I corpi dei differenti serpenti sono divisi da immagini raffiguranti teste di esseri zoomorfi. La loro identificazione con l'iconografia degli dei è ancora oggi difficoltosa: si riconoscono Tlaloc, il dio della tempesta; Youalcoatl, dalla forma di un serpente piumato con caratteristiche diverse e specifiche rispetto al dio supremo; Itzpapalotl, sotto forma di farfalla; Cipactli, il coccodrillo rappresentato anche sui codici aztechi; Xiuhcoatl, il serpente di fuoco.  

Gli scavi intorno e dentro alla piattaforma, iniziati nel 1917 da Ignacio Marquina e tuttora in corso a opera dell'istituto messicano in collaborazione con il dipartimento di Antropologia dell'università dell'Arizona, hanno portato alla luce circa duecento sepolture. Di particolare importanza sembrano essere state alcune tombe situate in luoghi specifici all'interno della struttura templare: una di esse di trovava di fronte alla scalinata principale; quattro erano situate al centro, così come ai quattro lati, orientate, quindi, geograficamente, e sempre in gruppi di quattro individui, infine quattro tombe erano localizzate ai quat­tro angoli della piramide. La stratigrafia degli interramenti mostra che le sepolture sono in associazione alla costruzione dell'edificio. 

Nonostante la carenza di prove tratte dall'analisi osteologica riguardanti la causa del decesso, molti individui sono stati trovati con i polsi legati dietro la schiena. Questo fatto permette di supporre che si trattassero di esseri umani vittime di sacrifici. La maggior parte delle offerte componenti il corredo delle sepolture si compongono di oggetti per lo più personali quali lame in ossidiana, ornamenti realizzati lavorando conchiglie, figurine in ossidiana e pietra verde, pendenti e ceramiche contenenti liquidi o materiali organici.  

La struttura piramidale del Tempio di Quetzalcóatl, il mitico sacerdote-sovrano divinizzato nell’immagine del serpente piumato, è nascosta da una piattaforma aggiunta dopo il II-III sec. d.C., epoca in cui venne eretto il Tempio più antico che possiede sette livelli sovrapposti, formati dalla combinazione talud-tablero con panelli incorniciati che recano 366 sculture.

Grandi teste di serpente circondate da un collare di undici petali, che forse rappresentano piume di quetzal, si alternano a maschere stilizzate coperte di squame con grandi occhi cerchiati e due zanne sporgenti, associate forse al Dio della Pioggia o al Dio del Mais. 

Intorno ai serpenti e alle maschere vi sono incrostazioni di ossidiana, tracce di pittura verde  -  il colore che simboleggiava la giada - su fondo rosso e numerose conchiglie e chiocciole di stucco.

Per lungo tempo si è creduto che i riti religiosi di Teotihuacán non includessero sacrifici umani, ma il ritrovamento nell’area della Cittadella di numerosi scheletri di sacerdoti sacrificati, cosparsi di conchiglie e figurine d’argilla, con le mani legate sulla schiena e pezzi di giada nella bocca, ha vanificato l’idea dei cerimoniali pacifici di Teotihuacán. 

LE CIVILTÀ MESSICANE - La prima civiltà in ordine cronologico, conosciuta solo attraverso le ricerche archeologiche, è quella del popolo degli olmechi. Fu Bernardino di Sahagùn nella prima metà del secolo XVI a dare questo nome agli indigeni che vivevano nella giungla costiera del golfo del Messico e che significa "popoli del caucciù". Essi si stabilirono nei territori attuali degli stati messicani di Veracruz e Tabasco intorno al 1800 a.C. Adoratori del dio Giaguaro, si diffusero in tutto il Messico centro-meridionale e scomparvero misteriosamente intorno al 300 a.C. L'arte monumentale che comprende le ben note teste olmeche in basalto e le innumerevoli stele sono le testimonianze più importanti.

Successivamente intorno al 200 a.C. presero il potere gli zapotechi e i mixtechi, la cui cultura superiore si riconosce nelle nozioni astronomiche secondo le quali furono costruiti gli edifici sacri della città di Monte Alban.

A partire dalla fine dell'VIII secolo d.C. il Messico fu invaso dai toltechi, una popolazione proveniente dal nord. Organizzati in clan militari si sovrapposero alle altre genti di stirpe nahua delle quali assimilarono la cultura. I tratti tipici della loro civiltà sono stati riconosciuti nelle grandi costruzioni, come i templi piramidali, i campi da gioco e la notevole statuaria in prevalenza zoomorfa raffigurante il proprio pantheon divino sotto forma di giaguari e serpenti piumati.

L'ultimo in ordine cronologico, e il più conosciuto grazie alle relazioni degli spagnoli che conquistarono il loro territorio, è il popolo degli aztechi. Secondo la tradizione nazionale la migrazione sarebbe avvenuta intorno al 1160 sempre dalle zone settentrionali del Messico. Alla fine del XII secolo l'unità culturale costituitasi a Teotihuacàn intorno ai toltechi si disgregò in seguito alle lotte fra tribù e alle invasioni dei chichimechi, venuti dal nord. 

Gli aztechi si stabilirono nelle regioni del Messico nord-occidentale nel XIV secolo. Furono governati da Colhuacan, e poi da Atzcapotzalco. Si rifugiarono in seguito sulle isole del lago di Texcoco dove fondarono un regno che ebbe come capitale Tenochtitlàn e la cui dinastia regnante fu iniziata da Acamapichtli nel 1375, con Montezuma I (1440-69) la guerra si estese verso sud; suo figlio, Axayacatl (1469-81), avanzò vittoriosamente fino a Oaxaca. Dopo Axayacatl e Tizoc (1481-86) nel 1486 salì al trono Ahuitzotl che estese i suoi domini fino al Guatemala. Il suo successore Montezuma II, o Motecuhzoma (1503-20) figlio di Axayacatl, dovette far fronte all'invasione spagnola. 

Gli spagnoli guidati da Cortes dopo varie vicende si impadronirono di Tenochtitlàn e catturarono Montezuma II che morì in prigionia, mentre suo fratello e suo nipote, Cuitlahuac e Cuauhtemoc, tentavano inutilmente di organizzare un'estrema resistenza e venivano impiccati nel 1525. Le innumerevoli divinità azteche rappresentavano le diverse forze della natura. Un posto d'onore spettava a Huitzilopochtli, dio della guerra, manifestazione del sole, signore del mondo: placava la fame e la sete con la carne e il sangue dei nemici e gli venivano perciò sacrificate regolarmente numerose vittime scelte tra i prigionieri.