Le imponenti vestigia di Teotihuacàn
si
estendono
su
una
superficie
di
36
chilometri
quadrati,
di
cui
il
10
per
cento
costituisce
il
centro
rituale,
mentre
il
resto
è
occupato
dai
quartieri
residenziali,
nei
quali
vivevano
oltre
100
000
persone.
Distante
solo
48
chilometri
da
Città
del
Messico,
non
si
può
dire
che
sia
mai
stata
una
città
dimenticata,
anche
se
poco
si
conosce
della
sua
storia.
I conquistatori europei che nel XVI
secolo
sottomisero
l'Impero
Azteco
e
la
sua
capitale,
Tenochtitlan,
appresero
dell'esistenza
di
una
città
antica
e
misteriosa,
che
le
popolazioni
indigene
chiamavano
nella
loro
lingua
Teotihuacàn,
che
significa
"la
città
dove
gli
déi
venivano
eletti".
Già all'inizio dell'epoca coloniale
alcuni
viaggiatori
spagnoli
si
recarono
sul
luogo
dove
sorgevano
le
rovine
del
centro
urbano,
probabilmente
abbandonato
molti
secoli
prima.
Gli
Aztechi
stessi
consideravano
Teotihuacàn
un
luogo
mitico,
legato
all'esistenza
di
culti
ancestrali:
frate
Bernardino
di
Shagùn,
nelle
sue
cronache,
narra
che,
secondo
la
tradizione
dei
popoli
dell'Altopiano
del
Messico,
a
Teotihuacàn
era
iniziata
la
Quinta
Era,
quella
in
cui
essi
vivevano,
e
che
molte
genti
si
recavano
alle
piramidi
costruite
in
onore
del
Sole
e
della
Luna
per
compiere
cerimonie
e
sacrifici.
In seguito altri cronisti si recarono
sul
luogo,
attratti
dall'alone
di
mistero
e
di
sacralità
che
impregnava
le
rovine
dell'antica
città.
La
prima
campagna
di
scavo
risale
addirittura
al
1617
e
fu
intrapresa
dallo
studioso
messicano
Carlos
Siguenza
y
Gongora.
Nel
1865,
don
Antonio
Garcia
Cubas
effettuò
il
primo
rilevamento
topografico
dell'area
urbana
di
Teotihuacàn;
alla
fine
del
secolo,
l'archeologo
Edward
Seler
si
dedicò
allo
studio
approfondito
delle
espressioni
artistiche
e
architettoniche,
nonché
dell'iconografia
religiosa
presente
nelle
pitture
murali
Teotihuacáne.
Una serie di campagne di scavo
sistematiche,
iniziate
nel
1917
e
ancora
oggi
in
corso,
hanno
rivelato
la
vastità
e
la
ricchezza
architettonica
del
centro
urbano
di
Teotihuacàn
e
la
sua
stratigrafia,
senza
tuttavia
svelarne
i
misteri
fondamentali:
l'identità
dei
suoi
costruttori
resta
sconosciuta,
nessuno
sa
in
onore
di
quali
déi
costruirono
le
grandi
piramidi
e
come
riuscirono
a
trasformare
il
piccolo
centro
cerimoniale
originario
in
una
sorta
di
"metropoli"
che
dominò
per
molti
secoli
l'Altopiano
del
Messico
influenzando
culturalmente
il
resto
della
Mesoamerica.
La storia di Teotihuacàn ebbe inizio nel Periodo
Preclassico:
gli
strati
archeologici
più
antichi,
risalenti
al
150
a.C.,
testimoniano
l'esistenza
di
un
centro
cerimoniale
primitivo
e
di
un
villaggio
a
carattere
rurale
sorto
in
una
posizione
geografica
estremamente
favorevole.
La
vallata,
circondata
da
catene
montuose
ed
estese
pianure,
è
ricca
di
terreni
fertili,
aree
lacustri,
di
abbondante
selvaggina,
di
fonti
e
corsi
d'acqua.
Sotto
il
tempio
principale
di
Teotihuacàn,
il
Tempio
del
Sole,
è
stata
riscontrata
la
presenza
di
una
sorgente
sotterranea,
che
diede
origine
in
epoche
remote
a
un
culto
legato
all'acqua
e
alle
grotte,
la
cui
frequentazione
continuò
durante
i
secoli
successivi.
Intorno
al
100
a.C.
una
spaventosa
eruzione
vulcanica
distrusse
il
villaggio
di
Cuicuilco,
e
si
suppone
che
i
superstiti
della
catastrofe
si
siano
rifugiati
a
Teotihuacàn,
lontana
solo
alcune
centinaia
di
chilometri.
Questo
nuovo
apporto
etnico
e
culturale
diede
notevole
impulso
al
piccolo
centro
agricolo,
che
si
trasformò
gradatamente
sino
ad
assumere
una
vera
e
propria
struttura
urbana;
a
partire
dal
100
a.
C,
vennero
probabilmente
eretti
i
più
antichi
edifici
a
carattere
monumentale
e
Teotihuacàn
iniziò
ad
assumere
un
ruolo
di
notevole
importanza
nell’Altopiano
del
Messico
e
nei
territori
limitrofi.
Chi
oggi
si
rechi
sul
sito
archeologico,
posto
a
circa
50
chilometri
da
Città
del
Messico,
rimane
colpito
dalla
vastità
e
dall’imponenza
dell’area
urbana,
che
lo
conferiscono
totalmente
il
titolo
di
“città
degli
dèi”.

ORIGINI
E
FONDAZIONE
-
I primi anni della storia di Teotihuacán sono avvolti
nel
mistero,
e
l'origine
dei
suoi
fondatori
è
tuttora
oggetto
di
discussione.
Per
molti
anni
gli
archeologi
hanno
creduto
che
fosse
stata
costruita
dal
popolo
dei
Toltechi,
una
delle
più
antiche
civiltà
messicane.
Questa
teoria
si
basava
sul
ritrovamento
di
alcuni
scritti
di
origine
azteca
che
attribuivano
l'origine
del
sito
appunto
ai
Toltechi.
Tuttavia, il termine Nahuatl "Toltec"
significa
"grande
maestro
artigiano"
e
potrebbe
non
essere
sempre
stato
usato
solo
per
fare
riferimento
alla
civiltà
tolteca.
Inoltre
Teotihuacán
risale
ad
un'epoca
precedente
a
quella
della
civiltà
Tolteca,
escludendola
quindi
dal
novero
dei
possibili
fondatori.
Alcuni
studiosi
candidano
come
fondatori
di
Teotihuacán
il
popolo
dei
Totonac,
ma
il
dibattito
è
comunque
ancora
aperto.
Esistono prove del fatto che almeno
alcuni
degli
abitanti
di
Teotihuacán
venissero
da
zone
diverse
dell'area
di
influenza
Teotihuacána,
e
si
riscontra
la
presenza
di
etnie
Zapotec,
Mixtec
e
Maya.
La cultura e l'architettura di Teotihuacán furono
influenzate
da
quelle
della
civiltà
Olmec,
che
è
considerata
la
"civiltà
madre"
delle
varie
culture
centroamericane.
L'edificazione di Teotihuacán, che
secondo
la
leggenda
sorge
nel
luogo
dove
gli
dei
si
riunirono
per
per
progettare
la
creazione
dell'uomo,
iniziò
verso
il
300
a.C.,
mentre
la
Piramide
del
Sole
fu
costruita
circa
nel
150
a.C..
La città raggiunse il culmine del suo
splendore
nel
periodo
compreso
tra
il
150
e
il
450,
quando
fu
il
centro
principale
di
un'importante
cultura
che
dominò
l'America
Centrale,
esercitando
un
potere
ed
un'influenza
paragonabili
a
quelli
dell'antica
Roma.
Nel
momento
di
massimo
sviluppo
aveva
un'ampiezza
di
più
di
30
km²,
e
probabilmente
ospitava
una
popolazione
di
oltre
150.000
persone,
arrivando
forse
anche
a
200.000.
I
vari
quartieri
cittadini
ospitavano
persone
provenienti
da
tutto
l'impero
Teotihuacáno.
È interessante notare come in città
siano
del
tutto
assenti
fortificazioni
o
costruzioni
ad
uso
militare:
la
sua
influenza
veniva
infatti
maggiormente
esercitata
per
mezzo
dei
commerci
e
della
religione
piuttosto
che
delle
conquiste
militari.
Lo stile architettonico di Teotihuacán
fornì
un
grande
contributo
alla
cultura
centroamericana
in
generale.
Ad
esempio
qui
hanno
avuto
origine
le
piramidi
a
gradini,
che
furono
assolutamente
fondamentali
nell'architettura
Azteca
e
Maya.
Lo
stile
con
cui
è
stata
costruita
è
chiamato
"talud-tablero",
vale
a
dire
che
un
pannello
rettangolare
(tablero)
viene
sistemato
sopra
ad
un
piano
inclinato
(talud).

La città era un importante centro
manifatturiero
ed
ospitava
numerosi
vasai,
gioiellieri
ed
artigiani.
Teotihuacán
e
i
suoi
dintorni
erano
inoltre
ricchi
di
cave
di
ossidiana,
e
c'era
un
intenso
commercio
di
questo
minerale,
e
di
manufatti
con
esso
realizzati,
con
le
altre
regioni
del
centroamerica.
Sfortunatamente non si conoscono testi
scritti
nell'antica
lingua
di
Teotihuacán
(e
non
si
sa
neppure
se
siano
in
effetti
mai
esistiti),
ma
si
trovano
occasionali
riferimenti
alla
città
sulle
iscrizioni
dei
monumenti
Maya
che
ci
mostrano
come
la
nobiltà
di
Teotihuacán
si
sia
spostata
fino
alle
zone
dell'odierno
Honduras,
ed
abbia
contratto
matrimoni
unendosi
con
le
famiglie
dei
sovrani
locali.
Tutto ciò che comunque possiamo
desumere
della
cultura
di
Teotihuacán,
viene
tratto
dai
bassorilievi
che
decorano
le
vestigia
di
questa
e
altre
antiche
città,
più
alcuni
altri,
come
gli
affreschi
Wagner,
che
si
trovano
in
collezioni
private.
Nei tempi passati si credeva che, in un
qualche
momento
nel
corso
del
VII
o
VIII
secolo,
la
città
fosse
stata
saccheggiata
e
bruciata
da
un
popolo
invasore,
probabilmente
i
Toltechi.
Prove
archeologiche
più
recenti
sembrano
invece
indicare
che
gli
incendi
furono
circoscritti
agli
edifici
e
alle
residenze
riservate
alla
nobiltà:
i
bassifondi
e
i
quartieri
più
poveri
risultano,
al
contrario,
essere
rimasti
quasi
intatti.
Molti ora sostengono, quindi, che
questa
è
la
prova
che
l'incendio
fu
provocato
da
da
una
sommossa
interna,
e
che
la
teoria
dell'invasione
era
stata
erroneamente
proposta
a
causa
del
fatto
che
i
primi
studi
archeologici
erano
stati
eseguiti
concentrandosi
esclusivamente
su
templi
e
palazzi,
tutti
luoghi
usati
dalle
elite
dell'epoca:
dato
che
tutte
queste
rovine
presentavano
tracce
di
incendio,
gli
archeologi
avevano
concluso
che
l'intera
città
fosse
andata
a
fuoco.
Ora,
invece,
si
sa
che
l'opera
di
distruzione
in
città
si
concentrò
sulle
principali
strutture
cittadine,
localizzate
lungo
il
Viale
dei
Morti,
simbolo
del
potere:
alcune
statue,
in
particolare,
sembrano
essere
state
metodicamente
distrutte,
e
i
loro
frammenti
volontariamente
dispersi.
Anche
il
fatto
che
il
numero
degli
abitanti
avesse
cominciato
a
calare
durante
il
4°
secolo
e
5°
secolo
è
un
indizio
a
sostegno
dell'ipotesi
di
tensioni
interne.

Il declino di Teotihuacán è stato
anche
messo
in
relazione
con
la
siccità
causata
dai
cambiamenti
climatici
avvenuti
negli
anni
535
-
536.
Questa
teoria
si
basa
sull'analisi
dei
resti
umani
trovati
negli
scavi,
che
mostra
un
aumento
degli
scheletri
di
persone
ancora
in
giovane
età
con
segni
di
denutrizione
nel
corso
del
6°
secolo.
Questa
tesi
non
contrasta
con
nessuna
delle
teorie
sopra
esposte,
dal
momento
che
sia
un
aumento
delle
situazioni
di
conflitto
esterno
che
una
guerra
civile
possono
comunque
avere
l'effetto
di
condurre
ad
un
periodo
di
carenza
d'acqua
e
di
carestia.
Gli altri centri vicini, come Cholula,
Xochicalco
e
Cacaxtla,
tentarono
presto
di
riempire
il
vuoto
di
potere
creato
dal
declino
di
Teotihuacán.
Potrebbero
anche
aver
creato
un'alleanza
contro
Teotihuacán
per
ridurne
il
potere
e
l'influenza.
Lo
stile
artistico
e
architettonico
rinvenuto
in
questi
siti
mostra
il
tentativo
di
imitare
quello
Teotihuacán,
ma
anche
una
più
eclettica
fusione
di
motivi
stilistici
ed
iconografici
provenienti
da
altre
parti
del
Centroamerica,
specialmente
dalle
regioni
Maya.
La religione praticata a Teotihuacán
era
simile
a
quelle
di
altre
civiltà
centroamericane.
Si
adoravano
molti
dei
comuni
come
il
Serpente
Piumato
e
il
Dio
della
pioggia.
Teotihuacán
era
un
importante
centro
religioso,
e
probabilmente
la
classe
sacerdotale
esercitava
largamente
anche
il
potere
politico.
Come
succedeva
in
altre
culture
della
regione,
a
Teotihuacán
si
praticavano
sacrifici
umani:
durante
gli
scavi
delle
piramidi
sono
stati
trovati
i
resti
sia
di
uomini
che
di
animali
offerti
in
sacrificio
agli
dei.
Si
pensa
che,
quando
gli
edifici
venivano
costruiti
ex-novo
oppure
ampliati,
si
facessero
dei
sacrifici
per
consacrarli.
La
popolazione
era
probabilmente
suddivisa
tra
il
ceto
agricolo,
dedito
alla
coltivazione
dei
fertili
territori
circostanti
la
città,
da
una
classe
artigiana,
la
cui
produzione
è
testimoniata
dalla
notevole
quantità
di
manufatti
realizzati
con
grande
maestria,
e
dai
commercianti,
che
avevano
il
compito
da
esportare
nelle
religioni
limitrofe
e
in
quelle
più
lontane
i
prodotti
della
cultura
Teotihuacána.
La
raffinatezza
delle
pitture
parietali
e
degli
stucchi
che
ricoprivano
in
origine
tutti
gli
edifici
della
città,
la
produzione
ceramica,
le
maschere
e
i
monili
di
giada,
serpentino
e
alabastro
ritrovate
nei
corredi
funerari,
illustrano
chiaramente
la
magnificenza
e
lo
sfarzo
della
civiltà
Teotihuacána.
Si
suppone
che,
a
differenza
del
mondo
maya,
dove
il
potere
assoluto
era
concentrato
nelle
mani
dei
monarchi,
i
quali
lo
trasmettevano
ai
loro
successori
secondo
un
rigido
principio
gerarchico,
il
prestigio
e
la
ricchezza
della
città
dell’altopiano
siano
stati
creati
e
favoriti
da
un
tipo
di
governo
del
tutto
diverso.
Gli
studiosi
sono
portati
a
ritenere
che,
nel
corso
dei
secoli,
si
sia
formata
una
casta
dirigente
composta
da
membri
del
clero,
dell’esercito,
da
burocrati
e
dai
rappresentanti
della
forte
classe
mercantile.
È
addirittura
probabile
che
questi
personaggi
preposti
al
governo
della
città,
in
un
preciso
momento,
abbiano
cominciato
assolvere
compiti
diversi
e
che
ogni
membro
della
casta
regnante
rivestisse
il
ruolo
di
sacerdote,
mercante
e
capo
militare.
LA
FORMA
DELLA
CITTA'
-
L’aspetto
con
cui
oggi
appare
Teotihuacán
è
quello
assunto
dalla
città
tra
il
200
e
il
650
d.C.,
i
secoli
dell’apogeo
durante
i
quali
essa
raggiunse
un’estensione
di
20
chilometri
quadrati
e
una
popolazione
di
circa
125.000
abitanti.
Chi
si
aggira
presso
le
impressionanti
strutture
architettoniche
di
pietra
e
sale
lungo
i
terrazzamenti
delle
piattaforme
piramidali
che
un
tempo
sostenevano
edifici
templari,
si
rende
facilmente
conto
di
come
Teotihuacán
sia
stata
pianificata
per
soddisfare
ogni
tipo
di
esigenza
abitativa
della
casta
regnante,
ma
anche
del
popolo
e
di
come
sia
stato
organizzato
il
tessuto
urbano,
nel
quale,
alle
strutture
a
carattere
religioso,
si
affiancavano
quelle
civili
e
di
rappresentanza.
L’edificio
più
imponente
di
Teotihuacán
è
la
Piramide
del
Sole,
costruita
a
quattro
livelli
sovrapposti
su
una
base
di
circa
225
metri
per
lato
e
alta
in
origine
75
metri,
compreso
il
tempio
sulla
sommità,
ora
scomparso.
La
facciata
principale
della
Piramide
è
orientata
verso
il
punto
esatto
in
cui
tramonta
il
sole
nel
giorno
del
solstizio
d’estate
e
ciò
conferma
l’ipotesi
che
a
Teotihuacán
il
culto
del
Sole
avesse
particolare
importanza,
anche
se
si
ignora
a
quale
divinità
fosse
consacrato
il
tempio
che
coronava
la
cima.
La
Piramide
era
interamente
coperta
di
stucco
dipinto
di
rosso
e
quando
il
colore
si
accendeva
nella
luce
fiammante
del
tramonto
il
suo
aspetto
doveva
essere
insieme
grandioso
e
terribile.
Nel
1971
vennero
scoperti
alla
base
della
Piramide
del
Sole
un
pozzo
profondo
sette
metri
ed
una
galleria
sotterranea
che
termina
in
una
grotta
naturale,
ubicata
esattamente
al
centro
dell’edificio.
Nella
caverna
vennero
trovati
specchietti
di
ardesia
per
uso
rituale
e
frammenti
di
ceramica
del
primo
periodo
di
Teotihuacán:
la
grotta
sacra
è
certamente
antecedente
alla
costruzione
della
Piramide,
ma
la
sua
funzione
in
relazione
al
culto
del
Sole
o
di
altre
divinità
rimane
oscura.
La
Piramide
della
Luna,
posta
all’estremo
nord
del
Viale
dei
Morti,
è
di
dimensioni
inferiori
alla
Piramide
del
Sole,
ma,
essendo
costruita
su
un
terreno
più
elevato,
la
cima
risulta
perfettamente
allineata
a
quella
della
piramide
più
grande.
Dalla
sommità
si
ha
una
visione
incomparabile
sull’immenso
viale,
sulle
piazze,
sulle
piattaforme
scandite
dalla
geometria
delle
scalinate
e
sui
palazzi
del
centro
cerimoniale,
pianificato
con
un
rigoroso
disegno
matematico
e
orientato
secondo
il
cammino
del
sole
dall’aurora
allo
zenit
e
fino
al
tramonto.

Al
tempo
del
massimo
splendore
di
Teotihuacán
tutti
gli
edifici,
apparentemente
così
spogli
e
rigidi,
erano
dipinti
con
colori
esuberanti,
di
rosso,
azzurro,
verde
e
giallo,
e
bisogna
immaginare
che
tra
queste
architetture
che
oggi
sembrano
astratte
si
muoveva
una
folla
di
persone
abbigliate
con
vesti
e
ornamenti
preziosi.
La
Piramide
della
Luna
si
sviluppa
su
cinque
livelli,
costruita
secondo
la
tecnica
chiamata
talud-tablero
che
consiste
nell’alternare
pareti
inclinate
con
pareti
ripide
incorniciate
da
lastre
di
pietra,
una
forma
architettonica
usata
per
la
prima
volta
a
Teotihuacán
intorno
al
III
sec.
d.C.
e
che
verrà
adottata
nei
secoli
seguenti
da
molte
civiltà
mesoamericane
per
quasi
tutte
le
strutture
piramidali.
Il
rettilineo
Viale
dei
Morti
-
lungo
più
di
2
chilometri
e
largo
circa
45
metri
-
include
due
grandi
piazze
cerimoniali
con
piattaforme
e
altari,
una
davanti
alla
Piramide
del
Sole
e
l’altra
davanti
alla
Piramide
della
Luna.
Lungo
tutto
il
tracciato
si
trovano
numerosi
templi
e
palazzi
residenziali
riservati
alla
casta
sacerdotale
e
ai
nobili.
All’estremo
lato
sud
del
Viale
dei
Morti
venne
costruita
la
cosiddetta
Cittadella.
Essa si presenta come una larga piazza di 400 metri di lato
a
est
dell'Avenida
de
los
Muertos,
circondata
da
quattro
piattaforme
sormontate
da
piramidi
nei
settori
nord,
ovest
e
sud.
Il
lato
est
è
occupato
da
altre
tre
piramidi,
lungo
il
limite
della
piazza,
e
da
un'altra
enorme
struttura
spostata
verso
il
centro.

Uno
degli
edifici
meglio
conservati
è
il
Palazzo
di
Quetzalpapálotl,
probabile
residenza
dei
sommi
sacerdoti.
Fu costruita intorno al 200 d.C. sovrapponendosi a un
edificio
già
esistente,
di
cui
rimangono
alcuni
lacerti
di
pavimentazioni
e
di
mura
nei
settori
circostanti.
Lunga
65
metri
per
lato,
oggi
è
alta
solo
19,4
metri
ed
è
piuttosto
difficile
sapere
esattamente
di
quante
piattaforme
fosse
costituita,
le
ultime
ricerche
ne
propongono
6
o
7.
Tutti
i
quattro
lati
della
struttura
templare
erano
coperti
da
blocchi
di
pietra
lavorati
e
decorati
da
elaborate
sculture.
Il
patio
interno
è
protetto
da
mura
merlate
sulle
quali
sono
incisi
i
simboli
degli
anni,
mentre
sui
pilastri
della
galleria
sono
stati
scolpiti
degli
animali
stilizzati
tra
cui
spicca
il
Quetzalpapálotl,
un
mitico
uccello-farfalla
dalle
piume
color
smeraldo.
Tutte
le
figure
erano
dipinte
e
ornate
da
dischetti
di
ossidiana,
la
preziosa
pietra
vulcanica
vetrificata
di
cui
Teotihuacán
possedeva
il
monopolio
del
commercio.
Vicini
al
Quetzalpapálotl
si
trovano
il
Palazzo
dei
Giaguari
e
l’edificio
dei
Caracoles
emplumados,
le
Chiocciole
piumate:
entrambi
gli
ambienti
erano
decorati
con
ricchi
stucchi
e
affreschi
di
cui
sono
rimaste
alcune
tracce
che
mostrano
serpenti,
giaguari
e
animali
mitologici.
Oggi rimane quasi perfettamente
conservata
solo
la
facciata
principale
che
fu
coperta
da
un'altra
struttura
costruita
successivamente,
intorno
al
IV
secolo,
detta
Piattaforma
Adosada.
Lo scavo di questo edificio ha
portato
in
luce
frammenti
architettonici
di
stile
iconografico
simile
a
quello
delle
sculture
del
tempio
della
piramide
del
serpente
piumato.
Altri
materiali
rinvenuti
nello
stesso
contesto
riportano
tracce
di
un'esposizione
a
elevate
temperature
facendo
supporre
che
il
complesso
sacro
fu
oggetto
di
un
incendio.

I resti della struttura, poiché
sacri,
non
furono
distrutti
ma
sepolti
con
la
costruzione
dell'Adosada.
I
motivi
iconografici,
scolpiti
all'interno
di
cornici
rettangolari
sui
muri
che
costituiscono
le
piattaforme,
rappresentano
principalmente
serpenti
il
cui
corpo
piumato
e
terminante
con
un
sonaglio
ondeggia
sul
fondo
della
pietra.
La
testa
con
la
bocca
spalancata
è
scolpita
a
tutto
tondo
sia
sulle
pareti
sia
sui
parapetti
delle
scalinate.
I
corpi
dei
differenti
serpenti
sono
divisi
da
immagini
raffiguranti
teste
di
esseri
zoomorfi.
La
loro
identificazione
con
l'iconografia
degli
dei
è
ancora
oggi
difficoltosa:
si
riconoscono
Tlaloc,
il
dio
della
tempesta;
Youalcoatl,
dalla
forma
di
un
serpente
piumato
con
caratteristiche
diverse
e
specifiche
rispetto
al
dio
supremo;
Itzpapalotl,
sotto
forma
di
farfalla;
Cipactli,
il
coccodrillo
rappresentato
anche
sui
codici
aztechi;
Xiuhcoatl,
il
serpente
di
fuoco.
Gli scavi intorno e dentro alla piattaforma, iniziati nel
1917
da
Ignacio
Marquina
e
tuttora
in
corso
a
opera
dell'istituto
messicano
in
collaborazione
con
il
dipartimento
di
Antropologia
dell'università
dell'Arizona,
hanno
portato
alla
luce
circa
duecento
sepolture.
Di
particolare
importanza
sembrano
essere
state
alcune
tombe
situate
in
luoghi
specifici
all'interno
della
struttura
templare:
una
di
esse
di
trovava
di
fronte
alla
scalinata
principale;
quattro
erano
situate
al
centro,
così
come
ai
quattro
lati,
orientate,
quindi,
geograficamente,
e
sempre
in
gruppi
di
quattro
individui,
infine
quattro
tombe
erano
localizzate
ai
quattro
angoli
della
piramide.
La
stratigrafia
degli
interramenti
mostra
che
le
sepolture
sono
in
associazione
alla
costruzione
dell'edificio.
Nonostante la carenza di prove tratte
dall'analisi
osteologica
riguardanti
la
causa
del
decesso,
molti
individui
sono
stati
trovati
con
i
polsi
legati
dietro
la
schiena.
Questo
fatto
permette
di
supporre
che
si
trattassero
di
esseri
umani
vittime
di
sacrifici.
La
maggior
parte
delle
offerte
componenti
il
corredo
delle
sepolture
si
compongono
di
oggetti
per
lo
più
personali
quali
lame
in
ossidiana,
ornamenti
realizzati
lavorando
conchiglie,
figurine
in
ossidiana
e
pietra
verde,
pendenti
e
ceramiche
contenenti
liquidi
o
materiali
organici.
La
struttura
piramidale
del
Tempio
di
Quetzalcóatl,
il
mitico
sacerdote-sovrano
divinizzato
nell’immagine
del
serpente
piumato,
è
nascosta
da
una
piattaforma
aggiunta
dopo
il
II-III
sec.
d.C.,
epoca
in
cui
venne
eretto
il
Tempio
più
antico
che
possiede
sette
livelli
sovrapposti,
formati
dalla
combinazione
talud-tablero
con
panelli
incorniciati
che
recano
366
sculture.

Grandi
teste
di
serpente
circondate
da
un
collare
di
undici
petali,
che
forse
rappresentano
piume
di
quetzal,
si
alternano
a
maschere
stilizzate
coperte
di
squame
con
grandi
occhi
cerchiati
e
due
zanne
sporgenti,
associate
forse
al
Dio
della
Pioggia
o
al
Dio
del
Mais.
Intorno
ai
serpenti
e
alle
maschere
vi
sono
incrostazioni
di
ossidiana,
tracce
di
pittura
verde
-
il
colore
che
simboleggiava
la
giada
-
su
fondo
rosso
e
numerose
conchiglie
e
chiocciole
di
stucco.
Per
lungo
tempo
si
è
creduto
che
i
riti
religiosi
di
Teotihuacán
non
includessero
sacrifici
umani,
ma
il
ritrovamento
nell’area
della
Cittadella
di
numerosi
scheletri
di
sacerdoti
sacrificati,
cosparsi
di
conchiglie
e
figurine
d’argilla,
con
le
mani
legate
sulla
schiena
e
pezzi
di
giada
nella
bocca,
ha
vanificato
l’idea
dei
cerimoniali
pacifici
di
Teotihuacán.
LE CIVILTÀ MESSICANE
-
La prima civiltà in ordine cronologico, conosciuta solo
attraverso
le
ricerche
archeologiche,
è
quella
del
popolo
degli
olmechi.
Fu
Bernardino
di
Sahagùn
nella
prima
metà
del
secolo
XVI
a
dare
questo
nome
agli
indigeni
che
vivevano
nella
giungla
costiera
del
golfo
del
Messico
e
che
significa
"popoli
del
caucciù".
Essi
si
stabilirono
nei
territori
attuali
degli
stati
messicani
di
Veracruz
e
Tabasco
intorno
al
1800
a.C.
Adoratori
del
dio
Giaguaro,
si
diffusero
in
tutto
il
Messico
centro-meridionale
e
scomparvero
misteriosamente
intorno
al
300
a.C.
L'arte
monumentale
che
comprende
le
ben
note
teste
olmeche
in
basalto
e
le
innumerevoli
stele
sono
le
testimonianze
più
importanti.
Successivamente intorno al 200 a.C.
presero
il
potere
gli
zapotechi
e
i
mixtechi,
la
cui
cultura
superiore
si
riconosce
nelle
nozioni
astronomiche
secondo
le
quali
furono
costruiti
gli
edifici
sacri
della
città
di
Monte
Alban.
A partire dalla fine dell'VIII secolo
d.C.
il
Messico
fu
invaso
dai
toltechi,
una
popolazione
proveniente
dal
nord.
Organizzati
in
clan
militari
si
sovrapposero
alle
altre
genti
di
stirpe
nahua
delle
quali
assimilarono
la
cultura.
I
tratti
tipici
della
loro
civiltà
sono
stati
riconosciuti
nelle
grandi
costruzioni,
come
i
templi
piramidali,
i
campi
da
gioco
e
la
notevole
statuaria
in
prevalenza
zoomorfa
raffigurante
il
proprio
pantheon
divino
sotto
forma
di
giaguari
e
serpenti
piumati.

L'ultimo in ordine cronologico, e il
più
conosciuto
grazie
alle
relazioni
degli
spagnoli
che
conquistarono
il
loro
territorio,
è
il
popolo
degli
aztechi.
Secondo
la
tradizione
nazionale
la
migrazione
sarebbe
avvenuta
intorno
al
1160
sempre
dalle
zone
settentrionali
del
Messico.
Alla
fine
del
XII
secolo
l'unità
culturale
costituitasi
a
Teotihuacàn
intorno
ai
toltechi
si
disgregò
in
seguito
alle
lotte
fra
tribù
e
alle
invasioni
dei
chichimechi,
venuti
dal
nord.
Gli aztechi si stabilirono nelle
regioni
del
Messico
nord-occidentale
nel
XIV
secolo.
Furono
governati
da
Colhuacan,
e
poi
da
Atzcapotzalco.
Si
rifugiarono
in
seguito
sulle
isole
del
lago
di
Texcoco
dove
fondarono
un
regno
che
ebbe
come
capitale
Tenochtitlàn
e
la
cui
dinastia
regnante
fu
iniziata
da
Acamapichtli
nel
1375,
con
Montezuma
I
(1440-69)
la
guerra
si
estese
verso
sud;
suo
figlio,
Axayacatl
(1469-81),
avanzò
vittoriosamente
fino
a
Oaxaca.
Dopo
Axayacatl
e
Tizoc
(1481-86)
nel
1486
salì
al
trono
Ahuitzotl
che
estese
i
suoi
domini
fino
al
Guatemala.
Il
suo
successore
Montezuma
II,
o
Motecuhzoma
(1503-20)
figlio
di
Axayacatl,
dovette
far
fronte
all'invasione
spagnola.
Gli spagnoli guidati da Cortes dopo
varie
vicende
si
impadronirono
di
Tenochtitlàn
e
catturarono
Montezuma
II
che
morì
in
prigionia,
mentre
suo
fratello
e
suo
nipote,
Cuitlahuac
e
Cuauhtemoc,
tentavano
inutilmente
di
organizzare
un'estrema
resistenza
e
venivano
impiccati
nel
1525.
Le
innumerevoli
divinità
azteche
rappresentavano
le
diverse
forze
della
natura.
Un
posto
d'onore
spettava
a
Huitzilopochtli,
dio
della
guerra,
manifestazione
del
sole,
signore
del
mondo:
placava
la
fame
e
la
sete
con
la
carne
e
il
sangue
dei
nemici
e
gli
venivano
perciò
sacrificate
regolarmente
numerose
vittime
scelte
tra
i
prigionieri.
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