Il nome della città di
Guadalajara
proviene
dal
vocabolo
arabo
Wad-al-hidjara,
che
significa
"rio
che
corre
tra
le
pietre".
Originario
di
questa
città
della
Castiglia
in
Spagna
era
Nuno
Beltràn
de
Guzmàn,
conquistatore
dei
territori
americani
affacciati
sull'oceano
Pacifico
a
ovest
di
Città
del
Messico.
La
regione
divenne
il
Regno
della
Nuova
Galizia
con
capitale
la
nuova
Guadalajara,
costruita
nella
fertile
valle
scavata
dal
Rio
Grande
de
Santiago.
Alla
formazione
dello
Stato
federato
messicano,
il
27
maggio
del
1824,
Guadalajara
divenne
capitale
dello
Stato
di
Jalisco.
L'Hospicio Cabañas
è uno dei monumenti più
importanti
della
città.
Nel
1786,
in
corrispondenza
di
una
carestia
così
drammatica
che
quell'anno
è
conosciuto
come
"anno
della
fame",
nella
casa
del
Beaterio
Viejo
venne
improvvisato
un
ospizio
per
aiutare
le
vittime
del
flagello.
Dopo
questa
esperienza,
nel
1790
una
organizzazione
caritatevole
stabilì
di
creare
un
ospizio
per
i
poveri.
Quattro
anni
dopo
si
spense
il
commerciante
catalano
José
Llores
y
Comelles,
il
quale
nel
1767
aveva
disposto
che
alla
sua
morte
venissero
eretti
un
ospedale
e
una
casa
per
bambini
abbandonati,
amministrati
dalla
diocesi.
Con
i
fondi
donati
dal
filantropo
e
le
cedole
reali
di
Carlo
IV
tra
il
1796
e
il
1797
fu
decretata
l'edificazione
di
una
nuova
casa
per
la
protezione
dei
minori
abbandonati.
Tuttavia i
lavori
iniziarono
solamente
nel
1801
grazie
al
vescovo
don
Juan
Cruz
Ruiz
de
Cabafias
y
Crespo,
impegnatosi
attivamente
con
continue
petizioni
in
favore
di
un
asilo
dotato
anche
di
officine
dove
i
piccoli
potessero
apprendere
un
mestiere,
esperienza
indispensabile
per
permettere
loro
di
avere
un
futuro
più
degno.
Il
livellamento
del
terreno
e
la
costruzione
delle
tubature
e
delle
cloache
furono
realizzati
da
Pedro
e
José
Ciprés,
artigiani
di
Mezquitàn.
Infine, nel
1805,
con
un
progetto
dell'architetto
valensiano
Manuel
Tolsà,
direttore
della
sezione
di
scultura
all'Accademia
delle
Arti
di
San
Carlos,
venne
posta
la
prima
pietra
del
nuovo
edificio
sotto
la
curatela
di
José
Gutiérrez,
direttore
della
sezione
di
architettura
della
stessa
istituzione.
Nel 1810 la Casa della
Misericordia,
o
Hospicio
Cabañas in onore del vescovo, ospitò i
primi
bambini
nonostante
la
mancanza
della
copertura
della
cappella
maggiore.
Purtroppo,
nello
stesso
anno,
lo
scoppio
dei
primi
eventi
che
portarono
alla
guerra
d'indipendenza
ne
sospese
il
servizio
fino
al
1829,
e
l'edificio
divenne
quartiere
generale
e
carcere
per
ordine
del
primo
capo
delle
insurrezioni,
Miguel
Hidalgo
y
Costilla.
A
partire
dal
1836
venne
incaricato
dell'opera
l'architetto
Manuel
Gómez
Ibarra,
il
quale
terminò
la
cappella
nel
1845.
L'architettura
progettata
da
Manuel
Tolsà
nasce
da
una
pianta
simmetrica
sulla
base
di
una
croce
greca.
Il
centro
culmina
nella
grande
cappella
coperta
da
una
cupola
poggiante
su
un
tamburo,
circondato
esternamente
da
un
colonnato.
L'austerità
dei
paramenti
esterni
è
mitigata
dall'elegante
ritmo
di
colonne
e
arcate
che
limitano
senza
chiudere
i
suoi
ventitrè
cortili,
sui
quali
si
affacciano
centosessanta
camere.
La
facciata
presenta
un
portico
tuscanico
con
timpano,
ispirato
all'architettura
neoclassica
europea.
Onorando il
titolo
che
ostenta
nello
spazio
creato
dal
timpano,
la
Casa
della
Misericordia
fu
anche
asilo
per
orfani,
mendicanti,
anziani,
vedove
e
indigenti.
Le
sue
scuole
e
le
sue
officine
artigianali
favorirono
per
quasi
due
secoli
la
formazione
e
l'attività
di
innumerevoli
abitanti
della
regione
di
Jalisco.
La
tipografia
e
la
libreria
furono
importanti
diffusori
di
cultura
durante
il
XIX
secolo.
Tra
i
molti
eventi
storici
che
la
struttura
ospitò
sono
da
ricordare
il
disconoscimento
della
carica
dell'ultimo
intendente
dell'Udienza
di
Guadalajara,
funzionario
della
corona
spagnola,
e
il
trionfo
dell'indipendenza
nel
1821;
il
disconoscimento
del
presidente
del
Messico
Antonio
Lopez
de
Santa
Ana
nel
1834;
la
firma
del
"Piano
dell'Ospizio"
da
parte
dello
stesso
Lopez
per
riprendere
il
potere
nel
1852.
Tra
gli
eventi
storici
recenti,
nel
1991,
va
ricordata
la
prima
assemblea
dei
capi
di
Stato
di
lingua
spagnola
e
portoghese,
la
Primera
Cumbre
Iberoamericana.
Dal 1937 al
1939
la
cappella
centrale
fu
decorata
dalle
pitture
dell'artista
jaliciense
José
Clemente
Orozco
(1883-1949).
L'opera
rappresenta
uno
degli
apporti
più
importanti
dell'esponente
del
Muralismo
messicano.
Il
pittore
apparteneva
al
gruppo
degli
artisti
post-rivoluzionari
sostenitori
di
nuovi
ideali
di
libertà,
convinti
che
l'arte
dovesse
essere
condivisa
dalle
persone
di
ogni
livello
sociale;
per
questo
motivo
si
diedero
alla
creazione
di
opere
monumentali
in
luoghi
pubblici.
Grazie
all'opera
di
Orozco
l'Hospicio
Cabanas
entrò
a
far
parte
del
Patrimonio
dell'umanità
dell'Unesco
il
4
dicembre
1997.
Nello
spazio
razionale
e
attentamente
definito
fatto
di
pareti
verticali,
volte
a
botte,
lunette
e
cupole,
Orozco
dipinse
su
un
totale
di
1250
metri
quadrati
una
visione
personale
della
storia
del
Messico
che
è
contemporaneamente
una
riflessione
sulla
storia
e
sulla
vita
del
mondo
e
dell'uomo.
Sono
rappresentati
il
mondo
indigeno
e
la
sua
oppressione,
la
malvagità
e
le
barbarie
subite
durante
la
conquista
di
Cortes,
la
difficoltà
di
costruire
un
nuovo
Stato
attraverso
una
sanguinosa
rivoluzione
e
infine,
sulle
pareti
dell'anello
centrale,
le
attività
dell'uomo
con
la
sua
religione,
le
arti
e
le
industrie.
Lo
sforzo
umano
si
riassume
nella
grande
figura
simbolica
dipinta
sulla
volta
della
cupola:
un
uomo
che
arde
nel
fuoco
in
un
anelito
di
trascendenza.
Nonostante
la
divisione
creata
dalle
architetture,
l'opera
mantiene
una
propria
coerenza
e
unità
nelle
forme
e
nei
colori
opachi
sui
toni
del
grigio,
ravvivati
in
alcune
parti
delle
scene
e
nella
cupola
centrale
dal
colore
giallo,
arancio
e
rosso
delle
fiamme.
Oggi la struttura ospita la
Segreteria
della
cultura
dello
Stato
di
Jalisco,
un
museo
del
monumento
e
gli
archivi
storici.
È
sede
di
mostre
artistiche
internazionali
e
nazionali
e
di
una
scuola
d'arte,
operando
come
centro
propulsore
della
vita
culturale
dello
Stato
messicano.
L'Istituto
Cabañas continua la sua attività
umanitaria
educando
i
bambini
invalidi
in
un
moderno
edificio
indipendente.