Circa
a
metà
della
costa
occidentale
dello
Yucatan,
si
trova
uno
dei
luoghi
protetti
dall'UNESCO:
è
la
città
storica
di
San
Francisco
de
Campeche,
caratteristica
per
le
sue
case
dai
colori
pastello
e
per
quell'atmosfera
coloniale
che
lo
Yucatan
più
moderno
della
costa
orientale
ha
perso
ormai
da
anni.
Campeche
è
stata
la
sede
dell'antica
cultura
Maya.
Il
loro
avanzato
sviluppo
culturale
e
scientifico
ha
fatto
dei
Maya
una
delle
più
importanti
culture
pre-ispaniche
dell'America
Latina.
Ancora
oggi
molte
rovine
Maya
possono
esser
viste
in
Campeche,
come
a
Calakmul,
Chicanná,
Becan,
Edzna,
Xpujil,
Hormiguero,
Balamku,
El
Tigre
e
altri
luoghi.
Il
nome
di
Campeche
è
di
origine
Maya
(Ah
Kin
Pech),
tuttavia
il
suo
significato
ha
avuto
diverse
interpretazioni,
delle
quali
la
più
accettata
è
che
Can
significhi
serpente
e
Peck
significhi
zecche,
per
cui
"Luogo
delle
zecche
e
dei
serpenti",
il
che
coincide
con
la
scultura
di
un
grande
serpente
con
una
zecca
sulla
sua
testa
trovata
all'interno
di
uno
dei
suoi
templi.
Quando
gli
spagnoli
sbarcarono
la
prima
volta
sulle
coste
di
Campeche,
nel
1517,
furono
sconfitti
a
più
riprese
dal
capo
locale
Moch
Couoh.
Dopo
la
sua
morte
e
grazie
a
conflitti
territoriali
tra
i
gruppi
indigeni,
gli
spagnoli
riuscirono
ad
assumere
il
controllo
e
nel
1540
diedero
al
luogo
il
nome
ufficiale
di
Villa
de
San
Francisco
de
Campeche
per
onorare
Francisco
de
Montejo,
"El
Mozo".
La
religione
politeista
della
civiltà
Maya,
che
controllava
ogni
aspetto
della
loro
vita,
rese
il
processo
di
evangelizzazione
degli
spagnoli
molto
difficile
da
realizzare
nel
territorio
Maya.
Il
nuovo
governo
trasse
rapidamente
profitto
dalla
posizione
geografica
del
porto
e
questo
si
trasformò
presto
in
un
boom
commerciale.
Vennero
esportati
verso
altri
paesi
sale,
legname
e
Palo
de
Tinte,
legno
tratto
dall'albero
omonimo.
Questo
boom
non
solo
attrasse
i
conquistadores,
ma
anche
i
pirati,
dai
quali
Campeche
venne
ripetutamente
attaccata
nel
corso
del
XVII
secolo
fino
al
1704.
Nel
1821,
alla
fine
della
guerra
per
l'indipendenza,
il
nuovo
paese
sovrano
fu
testimone
di
conflitti
politici
tra
liberali,
conservatori,
federalisti
e
centralisti.
In
una
rivolta
federalista,
1841-1848,
Campeche,
assieme
agli
Stati
dello
Yucatán
e
di
Quintana
Roo,
si
staccò
dal
Messico,
diventando
l'indipendente
Repubblica
dello
Yucatán.
Nel
1847
iniziò
una
ribellione
indigena
conosciuta
come
"Guerra
di
Caste"
(Guerra
de
Castas),
con
i
Maya
in
rivolta
contro
il
"governo
bianco"
per
riprendere
il
controllo
delle
loro
terre.
L'insurrezione
venne
domata
per
lo
più
con
l'aiuto
dell'esercito
messicano
e
la
Penisola
dello
Yucatán
tornò
a
far
parte
del
Messico
nel
1848
(anche
se
i
Maya
continuarono
a
resistere
fino
all'inizio
del
XX
secolo).
La
penisola
è
stata
anche
una
delle
regioni
del
paese
che
ha
rifiutato
l'imposizione
di
un
governo
federale.
E
inoltre,
Campeche
e
Yucatán
hanno
avuto
nello
stesso
tempo
dei
conflitti
economici
tra
di
loro.
Fu
solo
il
3
maggio
1858
che
Campeche
venne
formalmente
separata
dalla
Yucatán,
ed
è
stata
riconosciuta
come
regione
sovrana
solo
nel
1863
dal
presidente
Benito
Juárez.
Definito
il
"Tesoro
Nascosto
del
Messico",
la
città
di
Campeche
rappresenta
una
meta
particolarmente
interessante,
oltre
che
facilmente
accessibile,
accorpando
bellezze
ed
attrattive
storiche,
culturali
e
naturalistiche,
e
dotata
di
tutti
i
servizi
fondamentali
per
trascorrere
un
soggiorno
confortevole,
generando
così
uno
spettacolare
commisto
di
stili,
nel
quale
edifici
coloniali
si
mescolano
ed
interagiscono
con
costruzioni
di
chiara
influenza
locale.
Se
la
cinta
muraria
ormai
si
è
persa
nei
meandri
turbolenti
della
storia
di
Campeche,
rimangono
però
ben
evidente
i
sette
bastioni
principali,
e
si
conservano
anche
le
due
porte
principali
d'accesso
al
cuore
della
città:
Puerta
del
Mar
e
Puerta
de
Tierra.
La
prima
molto
suggestiva,
anche
se
oramai
rimane
solamente
l'arco
di
pietre,
la
seconda
è
resa
particolarmente
imponente
da
i
giardini
che
fanno
da
cornice
alle
mura
che
collegano
il
Baluarde
de
San
Juan
al
baluarde
de
San
Francisco,
e
spesso
questa
parte
della
città
è
sede
di
manifestazioni
e
concerti.
Nel
bel
mezzo
del
centro
storico,
ma
spostata
verso
il
mare
domina
la
Cattedrale
de
la
Conception,
con
i
suoi
due
campanili
bianchi
che
sovrastano
la
Plaza
Pricipal.
Il
bello
di
Campeche
è
però
passeggiare
tra
le
strade
del
centro,
gustarsi
lo
stile
coloniale
delle
case
dipinte
a
colori
a
pastello.
Campeche,
città
tranquilla
e
piacevole,
è
il
punto
di
partenza
per
numerose
escursioni
oltre
alla
visita
della
stessa
città
coloniale;
con
un
trenino
d'epoca,
El
Guapo,
si
parte
dalla
piazza
principale
e
si
percorrono
le
vie
del
centro
storico,
del
lungo
mare
e
della
muraglia
che
circonda
la
città
e
di
cui
restano
sei
lati,
sette
baluardi
e
due
porte
d'accesso,
quella
di
Terra
con
uno
spiazzo
erboso
dove
vengono
allestiti
spettacoli
musicali
e
folkloristici
che
raccontano
la
storia
di
questa
parte
del
Messico,
e
quella
di
Mare,
vicina
al
porto,
dove
la
nave
pirata
"El
Lorencillo"
imbarca
passeggeri
per
una
visita
panoramica
della
costa
della
durata
di
un
paio
di
ore,
con
pranzo
a
bordo
e
spettacolo
di
ballo
con
il
tema
della
pirateria.
Durante
una
permanenza
in
questa
città,
si
raccomanda
una
visita
al
Museo
della
Cultura
Maya,
situato
nel
Fuerte
de
San
Miguel,
al
Museo
de
las
Estelas
Maya,
situato
nel
Baluarte
de
la
Soledad,
ed
al
Baluarte
de
San
Pedro,
che
funziona
come
centro
d’esposizione
dell’artigianato
tipico
della
regione.
Meravigliose
sono
le
spiagge,
le
quali
non
hanno
nulla
da
invidiare
alle
più
chiacchierate
coste
caraibiche,
quasi
sempre
contraddistinte
da
stretti
litorali
sabbiosi
cinti
da
palme
che
si
gettano
dolcemente
tra
le
limpide
acque
del
Golfo
del
Messico.
Tra
le
più
belle
si
possono
citare:
la
Playa
Bonita,
comodamente
raggiungibile
dalla
città
di
Campeche;
Seybaplaya,
una
trentina
di
chilometri
a
sud-est
della
capitale;
Sihoplaya,
situata
a
10
chilometri
da
Seybaplaya
e
39
chilometri
a
sud-ovest
del
centro
di
Campeche;
e
Punta
Xen,
caratterizzata
da
una
serie
di
bellissime
spiagge
dove
sono
solite
depositare
le
uova
le
tartarughe
Carey.
Al
cader
della
notte
non
bisogna
perdersi
lo
spettacolo
di
luci
e
musica
offerto
dal
Fuerte
de
San
José
El
Alto,
o
camminare
per
le
strade
selciate
del
centro
storico,
dove
si
trovano
una
gran
varietà
di
negozi,
ristoranti,
bar
e
caffè.
La
ricchezza
e
la
varietà
della
cucina
renderanno
particolarmente
succulento
il
soggiorno
agli
amanti
della
buona
tavola,
che
come
si
è
soliti
dire
da
queste
parti,
“potranno
gustare
ogni
giorno
un
piatto
diverso”.
La
dieta
locale
è
infatti
basata
su
pietanze
diverse,
che
vanno
dalla
carni
rosse,
tra
le
quali
spicca
quella
di
maiale,
al
pesce,
dalle
zuppe
alle
creme
ed
alle
paste,
il
tutto
accompagnato
con
verdure
e
cereali
tipici,
ed
innaffiato
con
bibite
e
bevande
alcoliche
e
non
preparate
sfruttando
i
prelibati
frutti
che
crescono
sugli
alberi
della
regione.
Da
non
sottovalute
anche
i
dolci,
molti
dei
quali
preparati
dagli
stessi
ristoratori
basandosi
su
ricette
secolari
trasmesse
di
generazione
in
generazione,
e
non
bisogna
dimenticare
di
assaporare
i
tamales
di
chaya
(un
impasto
di
mais
e
burro
avvolto
in
una
foglia
di
banano
o
di
mais,
con
carne
bovina
o
di
pollo
e
chaya,
una
pianta
arbustiva
commestibile)
ed
il
pan
de
cazón
(piccolo
squalo
commestibile),
due
esempi
fra
i
molti
piatti
che
identificano
la
cucina
maya
della
regione.
Diverse
sono
le
festività
celebrate
ogni
anno:
tra
queste
spicca,
come
in
molti
altri
paesi
della
fascia
tropicale,
il
Carnevale,
durante
il
quale
migliaia
di
persone
si
riversano
nelle
strade
che
si
animano
con
canti,
danze
e
spettacoli
a
cielo
aperto.
Altri
due
eventi,
magari
meno
conosciuti,
ma
molto
sentiti
dalla
popolazione
sono:
la
Fiesta
de
la
Candelaria,
una
festa
a
marcato
sfondo
religioso
che
si
svolge
ogni
anno
il
2
febbraio,
giorno
in
cui
la
gente
porta
a
fare
benedire
le
candele;
e
la
Virgen
del
Carmen,
un
altro
evento
religioso
che
fa
riferimento
ad
accadimenti
storici
le
cui
radici
ricadono
nel
XVIII
secolo.
Campeche,
quindi,
è
un
luogo
magico
dove
la
natura
ti
coinvolge
con
i
suoi
suoni
e
odori,
dove
le
palme
e
il
rumore
delle
onde
del
mare
ti
lasciano
stupito;
è
un
luogo
rilassante,
ricco
di
flora
e
fauna,
un
luogo
per
incontrarsi
con
gli
amici
per
raccontare
esperienze
passate
e
avventure
future:
in
breve
è
un
luogo
che
ti
fa
sentire
in
contatto
con
te
stesso.