Luis
Barragàn
è
uno
dei
protagonisti
del
panorama
architettonico
del
XX
secolo.
All'età
di
appena
22
anni
prende
il
Diploma
di
Laurea
in
Ingegneria
e
solo
successivamente
ottiene
la
Laurea
anche
in
Architettura.
Pur
aderendo
per
un
breve
periodo
all'International
style,
presto
se
ne
discosta,
per
approdare
alle
sue
particolarissime
forme
architettoniche,
alle
sue
atmosfere
astratte
e
surreali:
un
vero
e
proprio
mondo
silenzioso
che
grida
con
la
sua
semplice
presenza
la
critica
dell'autore
verso
la
caoticità
rumorosa
dell'Era
delle
Macchine.
Le
sue
opere
più
famose,
come
la
sua
stessa
abitazione,
Casa
Galvez,
Casa
Egerstrom,
Casa
Gilardi,
sono
tutte
caratterizzate
da
grandi
superfici
murarie
lisce,
tinteggiate
con
colori
accesi
e
spesso
"fessurate",
tagliate,
come
se
i
muri
non
fossero
destinati
a
raccordarsi
fra
loro,
a
chiudersi.
E
anche
questi
stravaganti
tagli,
dietro
cui
è
difficile
immaginare
cosa
si
celi,
o
da
cui
all'improvviso
vediamo
sgorgare
dell'acqua,
contribuiscono
efficacemente
a
creare
l'atmosfera
di
sospensione,
di
mistero
che
aleggia
sulle
creazioni
di
Barragan.
Soprattutto
nelle
abitazioni
ci
sono
elementi
ricorrenti,
come
recinti,
steli,
fontane,
specchi
e
giochi
d'acqua
(quindi
elementi
naturali),
che
rimandano
alla
tradizione
messicana.
Non
a
caso
infatti
Barragan
si
fa
promotore
di
una
dimensione
dell'abitare,
e
della
vita
stessa,
che
si
riaccosti
alla
natura,
ad
un
mondo
meno
caotico
e
più
meditativo
in
cui
l'uomo
ritrovi
se
stesso
sostenendo,
come
lui
stesso
scrive,
che:
quando
"la
Natura
diventa
un
avanzo
di
Natura,
l'uomo
diventa
un
avanzo
d'uomo".
Anche
gli
interni,
essenziali,
puliti,
sono
il
regno
della
scomposizione,
creata,
oltre
che
dal
solito
non-congiungimento
delle
superfici,
dall'uso
di
colori
molto
diversi
per
pavimenti
e
soffitti.
Un
altro
aspetto
della
filosofia
di
Barragan
è
la
sua
difesa
della
privacy,
ormai
così
poco
valorizzata
in
una
società
in
cui
gran
parte
degli
edifici
è
realizzata
in
vetro,
un
materiale
non
adatto
a
ricreare
le
condizioni
favorevoli
alla
concentrazione
dell'individuo:
sia
per
quanto
riguarda
la
sua
attività
lavorativa
che
per
quanto
riguarda
il
suo
rapporto
con
se
stesso,
l'uomo
non
può
essere
costantemente
bersagliato
da
una
accecante
luce
solare
e
dalle
immagini
schizofreniche
della
vita
del
XX
secolo.
Da
ricordare
anche
un'altra
sua
opera,
in
coautoria
con
lo
scultore
Mathias
Goeritz,
le
"Torri
Satellite",
un
monumento
sull'autostrada
composto
da
5
torri
a
sezione
triangolare
e
di
colori
diversi
che
a
seconda
della
percorrenza
ci
appaiono
composte
a
formare
un
muro
colorato
o
come
elementi
separati.
Nel
2004
l'UNESCO
ha
inserito
la
sua
casa,
compreso
lo
studio,
tra
i
patrimoni
dell'umanità.
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